Mi ritrovo a recensire un’altra volta due prodotti “modded” dai Andrea Ricci, con molto interesse e curiosità, vista la bontà dei prodotti precedentemente ascoltati e comprati (Grado modded).
Questa volta il set oggetto della verifica è di livello teorico inferiore, trattandosi di una cuffia modificata a partire da una Beyerdynamic di livello medio, pur con interessanti features aggiuntive, ed un ampli/dac di produzione cinese, personalizzato dal nostro “vulcanico” Andrea.
Al set cuffia/ampli viene aggiunto anche un interessante cavo di segnale, immagino una nuova proposta di Spirit Labs ad ampliamento delle possibili proposte.
Sballato il “paccone” e montati gli apparecchi, avvio la prova del set-up con i cavi forniti, alimentazione ed USB esclusi (che sono due ciofeche da PC!!!): connessione con cavo USB Wireworld ed alimentazione “proudly made by Lupocerviero”, due sicurezze. A confronto pre e finale Technics con trasformatori d’interfaccia MegaHertz e DAC Asus Essence One Muses Edition.
L’ascolto dell’amplificatore si limita a due serate, vista la modesta qualità assoluta percepita… Usabile solo con mini PC Daphile e modalità DAC/Amp, risultando molto modesta la qualità con connessione di un CD ad uscita fissa, come peraltro premesso da Andrea a chiare lettere. La musicalità del DAC/Amp è buona in generale, ma nulla di eclatante. Buona estensione generale, abbastanza neutro, appare però privo della necessaria grinta e della dovuta raffinatezza, risultando piuttosto inferiore all’ampli cuffia interno dell’Asus, che, va detto, è comunque un’amplificazione abbastanza sorprendente per musicalità e dinamica.
Mi scuso con Andrea, ma non lo ritengo un apparecchio all’altezza della bontà delle sue realizzazioni “cuffiofile”… Ma l’onestà di giudizio fa parte del test.
Ma veniamo alla cuffia, che è certamente il plus del combo. Trattandosi di una Beyer, e dopo l’esperienza della Monoblock, temevo potesse trattarsi di una cuffia aggressiva in gamma acuta, anche al limite del fastidio (ricordo a tutti la mia idiosincrasia verso le Monoblock V1 e V2, che mi ha fatto apprezzare, parecchio, solo la V3, giusto per fare la tara al giudizio), e con il rischio che potesse anche essere scomoda.
Mi sono, invece, ricreduto molto su questa Miniblock, che mi ha regalato parecchie soddisfazioni!
Preciso subito che la Miniblock non ha né “l’ignoranza” che mi ha fatto innamorare della Grado modificata (la single, non la twin Pulse), né la, in tutti i sensi (suono, punch, peso, ecc.), eccellente “esagerazione” della Monblock V3. Si tratta di una cuffia composta, rigorosa, ma comunque dotata della doverosa vivacità che non fa dire (almeno a me) “bella, piacevole, ma che palle…”.
Dico subito, per fugare ogni dubbio, che il cavo stock fornito da Andrea non rende giustizia alla cuffia. Appare, con diverse registrazioni, velato in gamma alta e troppo mollaccione in gamma bassa, per una cuffia che sul basso non ha bisogno di alcun artificio. Ho pertanto optato per il Portento Audio che utilizzo per la Oppo PM-3, che ha regalato subito grandi soddisfazioni in termini di musicalità.
La cuffia, come detto, risulta equilibrata tonalmente, ben estesa verso gli estremi di gamma, prova di asprezze e fatica di ascolto, condizioni troppe volte riscontrate dal sottoscritto con le cuffie Beyer. La scena è buona, non esagerata ma sufficientemente ampia per ricreare una scena credibile. La gamma media è pulita e le voci naturali, sia le maschili che le femminili.
La regolazione della gamma bassa è un plus molto interessante: risulta possibile adattare la cuffia sia ai gusti personali che alle incisioni, compensando la carenza/eccesso di gamma bassa, rendendo la resa complessiva equilibrata in situazioni assai diverse. Davvero una cosa intelligente, che, tra l’altro, ha il pregio di non snaturale le caratteristiche positive del basso della Miniblock. Cosa non da poco, credetemi.
L’altro pregio mostrato sin dal cambio di cavo è l’assoluta assenza di fastidio durante gli ascolti, sia alivello di indossabilità che di fatica d’ascolto. Si calza la cuffia e via con la musica, per ore. Pure una capa tanta come la mia si trova bene con le dimensioni ed il peso non infastidisce.
Il meglio della cuffia viene fuori con il jazz, con il pop, con le voci, rimanendo un po’ indietro, rispetto alle sorelle maggiori, nel rock e nella grande orchestra, dove la potenza dinamica delle sorelle maggiori lascia il segno.
Amplificabile sostanzialmente con tutto, basta che siano sorgenti ed amplificatori di qualità, per non mortificare le qualità della Miniblock.
Alla fine posso dire che mi piace, mi piace molto, perché pur se non esplosiva, mantiene le caratteristiche tipiche di Spirit Labs, unite ad un equilibrio che, forse, solo la Twin Pulse può vantare migliore.
Ottimo lavoro Andrea, la consiglierei col telaio nero ed i cups rossi. Almeno io la ordinerò così, quando riuscirò!!!
Riguardo al cavo di segnale, mi pare un ottimo cavo, anche confrontato con cavi di marchi assai più blasonati. Bel basso, una bella trasparenza sul medio alto, una più che buona sensazione di dinamicità. Se Andrea riuscirà a mantenere un costo adeguato, può essere una ottima scelta per molti impianti da musica.
Bravo Andrea!!!