L’11 novembre 2016 sarà disponibile “The Early Years 1965-1972”, un corposo cofanetto zeppo di tantissimo materiale inedito audio e video, composto da 27 dischi digitali e 5 singoli in vinile.
La notizia è stata accolta con entusiasmo dai sostenitori della band, i quali hanno premiato questo ennesimo capitolo discografico con il primo posto nelle classifiche di vendita di Amazon, raggiunto con le sole prenotazioni. Un successo preannunciato per quella che sarà l’ideale strenna natalizia per i fan di tutto il mondo, nonostante sia stata criticata da quanti considerano proibitivo il prezzo del box, che si aggira in Italia intorno ai 430 euro.
Il contenuto del cofanetto delle meraviglie è a dir poco monumentale: sono 10 cd, 9 dvd e 8 blu-ray, che offrono la bellezza di undici ore di registrazioni audio e quindici ore di filmati. I dischetti saranno suddivisi tra sette contenitori a libro, corredati di testi e oltre cento foto d’archivio, molte delle quali inedite. A completare il tutto la replica in vinile dei primi cinque rarissimi singoli dei Pink Floyd del periodo 1967-1968, realizzati usando i master analogici originali in versione mono, oltre ad alcune preziose riproduzioni di memorabilia varie come manifesti, flyer e locandine di concerti.
Come da tradizione, il progetto “The Early Years 1965-1972” è stato portato avanti in gran segreto dallo staff dei Pink Floyd. Grazie alle note scopriamo che i primi missaggi audio risalgono al 2010. Il batterista Nick Mason, conosciuto per essere l’archivista ufficiale della band, ha trascorso gli ultimi anni a coordinare la raccolta di materiale audio e video dagli archivi pubblici e privati di tutto il mondo. Tutte le registrazioni audio sono state sapientemente ripulite e tutti i video restaurati e migliorati grazie a sofisticate tecniche digitali, simili a quanto realizzato di recente per i filmati storici dei Beatles. Gran parte del materiale contenuto nel cofanetto circolava già da diversi anni tra appassionati e archivisti della band. Con la pubblicazione ufficiale i Pink Floyd intendono mettere fuori gioco i titoli disponibili sul mercato degli illegali, stroncando di fatto un business parallelo a quello ufficiale che la band combatte con forza sin dalla nascita dei primi vinili bootleg agli inizi degli anni Settanta.