Tutti ci auguriamo di trovare finalmente il cavo che non c'è,e che il wireless progredisca in tutti i suoi effetti e conseguenze,e se fosse possibile vorremmo anche l'ampli che amplifica senza esserci etc...
Chi si è divertito coi cavi come noi,siccome prima di tutto audiofilo,se ne farà una ragione
Intanto in questo divertimento siamo cresciuti incappando in meraviglie e sorprese,e il lavoro fatto coi cavi è stato quantomeno una occasione di ascoltare musica e di riflettere meglio sulla nostra passione.
Perchè così facendo,chiedendoci cosa chiediamo veramente a un filo,ci siamo in effetti sempre posti la stessa domanda,il cosa vogliamo dalla nostra passione,osservandola magari da un punto di vista alternativo,anche molto eccentrico se si vuole,il che è comunque sempre cosa utile.
Nel caso e in attesa che tutto ciò si realizzi pienamente,possiamo chiederci cosa ci rimarrà dell'esperienza cavi,oltre al risvolto umano per chi come noi si divertito ad immergersi nella questione.
Nella mia personale e soggettiva esperienza trovo un punto,non sò quanto condiviso,che continuerà a far sì che i cavi possano continuare a impestare le discussioni sui forum.
Il punto è il seguente.
Il cavo che non c'è,nel modo in cui si è cercato di approssimarlo finora,prima del wireless,ha avuto esiti deludenti.
In particolare è stata per me deludente l'esperienza di accorciare il cavo,ciò che appunto serve ad approssimare il cavo che non c'è,in quanto così facendo non ho sentito nessuno sfracello.
Al contrario,i cavi che sembrano nel bene o nel male fare sfracelli,sembrano farlo in modo indipendente dalla lunghezza,almeno nella misura in cui,diventando sempre più corti,non perdano anche la loro apparente magia.
Così nella misura residua in cui il wireless non potrà sostituire un per quanto minimale e residuo cablaggio la questione resta ancora aperta.
Il cavo,come un qualunque componente attivo o passivo che sia,attraversato dal segnale,vi introduce distorsioni.
Un impianto quindi è una sommatoria di tutte queste distorsioni,la cui ottimizzazione è un arte che non si esaurisce nella sapiente progettazione di ogni componente,come sappiamo,purtroppo o per fortuna,a seconda dei punti di vista.
In prima approssimazione sembra logico che il massimo lo otterremo quando saremo riusciti ad eliminare il più possibile queste distorsioni,e possiamo provare a fare nella misura in cui ne abbiamo piena cognizione.
Dal punto di vista tecnico non ci mancano le buone cognizioni in merito in genere,seppur sempre,per loro natura,approssimative.
Però il suono vero e proprio non è quello che esce dalle casse,ma quello che in conseguenza di ciò si forma nella nostra testa.
In mancanza di un soggetto che percepisce, il suono non esiste,rimanendo solo una perturbazione dell'elemento aereo che ci circonda.
Quando si semplifica,a volte necessariamente,senza considerare il componente ultimo,non eliminabile,e nemmeno un poco accorciabile,che è l'uomo,bisognerebbe avere sempre la coscienza di questa semplificazione,evitando di sparare poi sentenze assolute e inappellabili,oggettive quanto si vuole,ma mancanti del componente più importante della catena,laddove il suono viene letteralmente creato,l'uomo.Eppure c'è chi,forse inconsapevole o dimentico delle approssimazioni introdotte,per far quadrare i conti dei suoi risultati alle misure,alla fine non trova meglio da fare che accorciare la statura dell'uomo.Così alla fine l'audiofilo ideale diventa quello che non c'è.Che quindi non critica.Che adegui il suo sentire a ciò che secondo le misure dovrebbe sentire.
in somma,un audiofilo che magari c'è,ma è come se non ci fosse.
Così che la necessaria semplificazione iniziale,a maggior gloria del misuratore di turno,diventa parte integrante del risultato.
Nella realtà rimane il fatto che una buona riproduzione deriva da un buon compromesso fra distorsioni varie ben assortite.
E' come un buon piatto,fatto di tante cose,non tutte in sè buone.
Buona è al massimo la ricetta di tutte queste pietanze,quando lo è.
Se da questa ricetta togliamo un componente,fosse anche in sè cosa poco appetibile,la ricetta cambia.
Ma come facciamo ad essere sicuri in tal modo di averla migliorata?
Diciamo che ci abbiamo solo provato in modo sensato a farlo,ma poi bisogna sempre assaggiarla e se sarà più buona oppure no,possiamo dirlo sempre noi,e non le misure.
Le misure servono solo a progettare la ricetta in modo sensato.
Quando il piatto sembra ben riuscito,aggiungi ancora una spezia e rovini tutto.
E se ne togli una?A volte rovini tutto anche così.
Questo come aperitivo ed antipasto.Adesso aspettiamo con molta pazienza il piatto del grande cuoco Fred.
Ultima modifica di iano il Mer Ott 21 2015, 15:01 - modificato 1 volta.