La situazione si aggrava se diamo retta a Jannacci,secondo il quale il vizio sta già alla fonte,dato che gli strumenti musicali sono una banda di omosessuali,in quanto cercano di produrre suoni non esistenti in natura.
I paradossi della musica riprodotta.
iano- Vip Member
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- Messaggio n°1
I paradossi della musica riprodotta.
Oggi sappiamo che pretendere di usare un senso in modo esclusivo,come ad esempio l'udito,in modo cioè separato dagli altri sensi,nell'ambito della riproduzione di una realtà,come ad esempio un concerto, è una semplificazione forte,foriera di paradossi percettivi.
La situazione si aggrava se diamo retta a Jannacci,secondo il quale il vizio sta già alla fonte,dato che gli strumenti musicali sono una banda di omosessuali,in quanto cercano di produrre suoni non esistenti in natura.
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aircooled- Suonologo
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Re: I paradossi della musica riprodotta.
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Re: I paradossi della musica riprodotta.
iano ha scritto:Oggi sappiamo che pretendere di usare un senso in modo esclusivo,come ad esempio l'udito,in modo cioè separato dagli altri sensi,nell'ambito della riproduzione di una realtà,come ad esempio un concerto, è una semplificazione forte,foriera di paradossi percettivi.
La situazione si aggrava se diamo retta a Jannacci,secondo il quale il vizio sta già alla fonte,dato che gli strumenti musicali sono una banda di omosessuali,in quanto cercano di produrre suoni non esistenti in natura.
Se è vero quello che scrivi e non ho, ne voglia, ne tempo per verificare, devo riconsiderare il mio modo di ricordare il Sig. Jannacci
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iano- Vip Member
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Re: I paradossi della musica riprodotta.
Dovevi solo ridere alla battuta di Jannacci ,rielaborata da me per l'occasione.petrus ha scritto:
Se è vero quello che scrivi e non ho, ne voglia, ne tempo per verificare, devo riconsiderare il mio modo di ricordare il Sig. Jannacci
Lorenzo
iano- Vip Member
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- Messaggio n°5
Re: I paradossi della musica riprodotta.
Ci stai più vicino tu alla Maremma di meaircooled ha scritto:Maremmamaiala che botta di calore
Io sto al momento in un magazzino con clima giusto a puntino
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- Messaggio n°6
Re: I paradossi della musica riprodotta.
iano ha scritto:Dovevi solo ridere alla battuta di Jannacci ,rielaborata da me per l'occasione.petrus ha scritto:
Se è vero quello che scrivi e non ho, ne voglia, ne tempo per verificare, devo riconsiderare il mio modo di ricordare il Sig. Jannacci
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Ridici tu perchè a me non viene però se mi dici che l'hau rielaborata tu forse per Jannacci c'è speranza
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lizard- Pop Music Expert
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- Messaggio n°7
Re: I paradossi della musica riprodotta.
..che servono pero' in certi momenti ad estraniarci dalla natura stessa,trasportandoci in paradisi idilliaci riposti nei meandri della menteiano ha scritto:Oggi sappiamo che pretendere di usare un senso in modo esclusivo,come ad esempio l'udito,in modo cioè separato dagli altri sensi,nell'ambito della riproduzione di una realtà,come ad esempio un concerto, è una semplificazione forte,foriera di paradossi percettivi.
La situazione si aggrava se diamo retta a Jannacci,secondo il quale il vizio sta già alla fonte,dato che gli strumenti musicali sono una banda di omosessuali,in quanto cercano di produrre suoni non esistenti in natura.
iano- Vip Member
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- Messaggio n°8
Re: I paradossi della musica riprodotta.
In un certo sensolizard ha scritto:
..che servono pero' in certi momenti ad estraniarci dalla natura stessa,trasportandoci in paradisi idilliaci riposti nei meandri della mente
Ma anche a svelare il funzionamento del sistema percettivo.
Da quello che ne sappiamo oggi,chi apprezza l'home teather,come se suonasse hi end,anche con sistema audio non eccelso,ci sente benissimo,detto provocatoriamente.
Detto meglio,il suo sistema percettivo funziona bene,e occhi e orecchie collaborano a meraviglia.
le immagini,al pari del suono,sono riprodotte,ma sufficienti comunque a dare le informazioni visive che intervengono anche a formare la sensazione uditiva,e viceversa.
In altri termini non c'è sensazione uditiva,visiva olfattiva tattile,che non derivi dall'elaborazione dei dati che provengono da tutti i sensi,quando efficienti e funzionanti,ovviamente.
Se uno dei sensi viene escluso dal gioco,dobbiamo aspettarci che la sensazione,di qualsiasi tipo sia, muti.
Nella musica riprodotta ,a mio parere succede anche peggio di così.
Il senso della vista non viene escluso,ed è quindi libero di raccogliere dati incoerenti con quelli raccolti dall'orecchio.
Istintivamente non a caso ogni audiofilo chiude gli occhi quando vuole valutare bene il suono riprodotto.
In questo modo il sistema viene reso però parzialmente "sordo",nella misura in cui,come detto,la vista interviene nel comporre la sensazione uditiva.
La notizia,forse buona,è che il senso dell'udito,quando gli viene a mancare l'aiuto degli occhi,drizza letteralmente le orecchie.
Una differenza sostanziale fra vista e udito,contrariamente a quanto fino si credeva,non è nella maggior potenza nell'uomo della prima rispetto al secondo,ma nel diverso grado di coscienza.
In altre parole,ci basta vedere per credere,perchè il senso della vista lavora sempre in chiaro.
Su ciò che sentiamo manteniamo sempre un grado di incertezza in quanto il processo avviene sempre perlopiù "sottopelle".
Una buona pratica di ascolto però tende a portare questi processi più in chiaro.
Infatti,secondo me,chi nega sia possibile ascoltare questo e quello,ha di solito poca esperienza di ascolto,unita alla presunzione di possedere tutta l'esperienza che occorre.
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- Messaggio n°9
Re: I paradossi della musica riprodotta.
iano ha scritto:
.............
Su ciò che sentiamo manteniamo sempre un grado di incertezza in quanto il processo avviene sempre perlopiù "sottopelle".
Una buona pratica di ascolto però tende a portare questi processi più in chiaro.
Infatti,secondo me,chi nega sia possibile ascoltare questo e quello,ha di solito poca esperienza di ascolto,unita alla presunzione di possedere tutta l'esperienza che occorre.
In qualunque caso l'aspetto fenomenologico non può intaccare quello noumenico, perchè quest'ultimo ha le sue radici nella dialettica diametralmente opposta al nihilismo più aberrante.
La struttura originaria è l’essenza del fondamento. In questo senso è la struttura anapodittica del sapere e cioè lo strutturarsi della principialità, o dell’immediatezza.
Ciò comporta che l’essenza del fondamento non sia un che di semplice, ma una complessità, o l’unità del molteplice.
La manifestazione della Struttura Originaria non è quindi la manifestazione di un processo di analisi, bensì è immanente a questo processo; è possibile parlare quindi di una compresenza di analisi e sintesi.
Capisci cosa intendo no ?
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lizard- Pop Music Expert
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- Messaggio n°10
Re: I paradossi della musica riprodotta.
a cui si contrappone una antitesipetrus ha scritto: è possibile parlare quindi di una compresenza di analisi e sintesi.
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- Messaggio n°11
Re: I paradossi della musica riprodotta.
Ma anche no.......lizard ha scritto:
a cui si contrappone una antitesi
aircooled- Suonologo
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- Messaggio n°12
Re: I paradossi della musica riprodotta.
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Geronimo- Self-Awareness
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- Messaggio n°13
Re: I paradossi della musica riprodotta.
petrus ha scritto:iano ha scritto:
.............
Su ciò che sentiamo manteniamo sempre un grado di incertezza in quanto il processo avviene sempre perlopiù "sottopelle".
Una buona pratica di ascolto però tende a portare questi processi più in chiaro.
Infatti,secondo me,chi nega sia possibile ascoltare questo e quello,ha di solito poca esperienza di ascolto,unita alla presunzione di possedere tutta l'esperienza che occorre.
In qualunque caso l'aspetto fenomenologico non può intaccare quello noumenico, perchè quest'ultimo ha le sue radici nella dialettica diametralmente opposta al nihilismo più aberrante.
La struttura originaria è l’essenza del fondamento. In questo senso è la struttura anapodittica del sapere e cioè lo strutturarsi della principialità, o dell’immediatezza.
Ciò comporta che l’essenza del fondamento non sia un che di semplice, ma una complessità, o l’unità del molteplice.
La manifestazione della Struttura Originaria non è quindi la manifestazione di un processo di analisi, bensì è immanente a questo processo; è possibile parlare quindi di una compresenza di analisi e sintesi.
Capisci cosa intendo no ?
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pluto- Hi-End Member
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- Messaggio n°14
Re: I paradossi della musica riprodotta.
La prossima volta che vado in Pinacoteca, quasi quasi chiedo di palpeggiare il quadro e di sniffarlo pure. Così non cado nel paradosso
Alzate i condizionatori e soprattutto fate una bella revisione prima della stagione
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- Messaggio n°15
Re: I paradossi della musica riprodotta.
Passavo di quà...ho letto, e mi sono chiesto..ma questi che stanno dicendo... poi ho pensato...mi faccio una birra sperando che mi dia una mano...
pluto- Hi-End Member
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- Messaggio n°16
Re: I paradossi della musica riprodotta.
mr.bean ha scritto:Passavo di quà...ho letto, e mi sono chiesto..ma questi che stanno dicendo... poi ho pensato...mi faccio una birra sperando che mi dia una mano...
Suggerirei magari un cocktail un po' più forte, hai detto mai... magari riesci pure a capire dove si voleva andare a parare
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- Messaggio n°17
Re: I paradossi della musica riprodotta.
ueh ! io non ho capito un cass !
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- Spoiler:
io ascolto così : Server (s.o.WS2016) HQPlayer in ramdisk + HQPDControl =>cavo di rete =>TP-link mc110cs =>cavo monomodale =>TP-link mc110cs =>cavo di rete => NAA (s.o.WS2016) NAD in ramdisk => mac-mini con roon-core > switch > Ares2 =>monitor attivi Klein+Hummel o410 + sub Neumann Kh o810
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- Messaggio n°18
Re: I paradossi della musica riprodotta.
Mi piace questo forum..tutti pazziarelli,, s'invecchia bene...ogni tanto vado in quello vicino. Ad ogni intervento mi sembra una riunione condominiale.....
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- Messaggio n°19
Re: I paradossi della musica riprodotta.
Non mi dite che non riesco a capire perchè uso cose strane...sennò m'incazzo...
iano- Vip Member
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- Messaggio n°20
Re: I paradossi della musica riprodotta.
pluto ha scritto:La prossima volta che vado in Pinacoteca, quasi quasi chiedo di palpeggiare il quadro e di sniffarlo pure. Così non cado nel paradosso
Io mi limito solo a riportare,più o meno malamente, le risultanze di ricerche scientifiche.
Tu hai fatto una ottima sintesi di quello che volevo dire.
L'invito è a cercare di dare il nostro contributo di audiofili.
Di ridiscutere nei nuovi termini proposti dalla ricerca le tante stranezze sensitive di cui sul forum si discute sempre piacevolmente.
L' esempio della sorprendente qualità audio di un suono riprodotto,quando corredato da relativo video,dovrebbe essere ormai esperienza di tutti.
Gli scienziati hanno trovato la spiegazione a ciò.
Nessuna suggestione quindi,ma normale routine per il sistema percettivo.
Na rivoluzione......
pluto- Hi-End Member
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- Messaggio n°21
Re: I paradossi della musica riprodotta.
iano ha scritto:Hai fatto una ottima sintesi di quello che volevo dire.pluto ha scritto:La prossima volta che vado in Pinacoteca, quasi quasi chiedo di palpeggiare il quadro e di sniffarlo pure. Così non cado nel paradosso
Ma non lo dico io.Sono le risultanze di ricerche scientifiche.
L'invito è a cercare di dare il nostro contributo di audiofili.
Di ridiscutere nei nuovi termini proposti dalla ricerca le tante stranezze sensitive di cui sul forum si discute sempre piacevolmente.
L' esempio della sorprendente qualità audio di un suono riprodotto,quando corredato da relativo video,dovrebbe essere ormai esperienza di tutti.
Gli scienziati hanno trovato la spiegazione a ciò.
Nessuna suggestione quindi,ma normale routine per il sistema percettivo.
Veramente io sostengo il contrario Jano
Tu hai generalizzato x tutto ed io con una battuta dico che è sbagliato.
Un profumo si odora non si guarda ne si tocca, idem x il quadro
il discorso può essere valido solo x i concerti live. Se consideriamo che la gran parte della musica è registrata in studio, mirata ritagliata etc non vedo come la vista possa portare qualcosa di nuovo nella maggior parte dei casi
Veniamo ai concerti live. Esistono concerti e concerti. Normalmente più effetti pirotecnici ci sono e meno valida è la musica. E questo i tuoi amici scienziati fanno finta di dimenticarlo. Troppo spesso si nascondono le magagne con effetti luci, balletti fumogeni etc.
Ma non c'era bisogno di scomodare la scienza. I francesi con i loro spettacoli son e lumiere lo sapevano da decenni.
In un concerto la vista aiuta a completare l'informazione totale. Punto
Ma la musica resta la musica. Se ha lacune, magagne, mediocrità, esse restano tali. Concordo che vedere su un grande schermo un bel concerto mentre si ascolta con un bell'impianto può essere molto appagante.
Mi piacciono meno i ghirigori 5+1, 6x8 etc etc. Mi basta un grande schermo in HD e un eccellente impianto stereo. ma questo è un problema mio personale.
pluto- Hi-End Member
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- Messaggio n°22
Re: I paradossi della musica riprodotta.
Vorrei aggiungere che poi non sempre l'associazione di altri sensi migliora l'informazione, anzi molte volte ci portano completamente fuori strada.
Un banale esempio
Prendi una stratosferica bottiglia di cristallo Baccarat, mettici dentro il distillato della zia che fa cagher, versalo in un bel Napoleon e vedrai che su 10, solo i veri intenditori capiranno l'inganno.
Ma se nella bottiglia ci metti uno strepitoso Cognac Gran Reserve, quasi tutti diranno: fantastico
E solo i veri intenditori apprezzeranno il sublime Cognac se mal trattato in una bottiglia banale e bicchiere non appropriato
Ergo l'informazione deve sempre passare dal cervello e bisogna che questo funzioni bene. Più informazioni arrivano e più il discorso in teoria è facilitato. Ma quanti sono in grado di discernere, buttare alle ortiche tutte le false informazioni percepite da sensi secondari e focalizzare il fulcro della cosa? Pochini secondo me
Della serie: siamo tutti un po' boccaloni. Una bella gnocca fa sempre vendere, un concerto di Madonna probabilmente può essere gradevole anche se la musica resta mediocre e lei come cantante è così così.
Sta a noi non farci fuorviare
Un banale esempio
Prendi una stratosferica bottiglia di cristallo Baccarat, mettici dentro il distillato della zia che fa cagher, versalo in un bel Napoleon e vedrai che su 10, solo i veri intenditori capiranno l'inganno.
Ma se nella bottiglia ci metti uno strepitoso Cognac Gran Reserve, quasi tutti diranno: fantastico
E solo i veri intenditori apprezzeranno il sublime Cognac se mal trattato in una bottiglia banale e bicchiere non appropriato
Ergo l'informazione deve sempre passare dal cervello e bisogna che questo funzioni bene. Più informazioni arrivano e più il discorso in teoria è facilitato. Ma quanti sono in grado di discernere, buttare alle ortiche tutte le false informazioni percepite da sensi secondari e focalizzare il fulcro della cosa? Pochini secondo me
Della serie: siamo tutti un po' boccaloni. Una bella gnocca fa sempre vendere, un concerto di Madonna probabilmente può essere gradevole anche se la musica resta mediocre e lei come cantante è così così.
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- Messaggio n°23
Re: I paradossi della musica riprodotta.
Non c'è bisogno di un grande schermo e di sistemi XperY.pluto ha scritto:
Ma la musica resta la musica. Se ha lacune, magagne, mediocrità, esse restano tali. Concordo che vedere su un grande schermo un bel concerto mentre si ascolta con un bell'impianto può essere molto appagante.
Mi piacciono meno i ghirigori 5+1, 6x8 etc etc. Mi basta un grande schermo in HD e un eccellente impianto stereo. ma questo è un problema mio personale.
Un vecchio televisorino con i suoi due altoparlantini basta.
Ascolta un concerto,concentrati sull'assolo di vilino,e lasciati sorprendere dalla relativa qualità del suono.Cioè,non eccelsa in assoluto,ma superiore alle attese.
Togli il video,e l'audio che rimane fà cagare.Mi piacerebbe sentire uno che facendo questa esperienza non ha provato la stessa sensazione.
Altra cosa poi è postarla su un forum per essere presi per il culo da tutti.
Ma adesso che c'è la scienza ufficiale,non amici miei,che confortano ciò che sentiamo,siamo liberi di sbottonarci su tutte ste cose strane che sentiamo,ma non sempre esterniamo.
Con molta probabilità si potrà trovare per quelle sensazioni una buona spiegazione nel nuovo quadro delle conoscenze sul sistema percettivo.
iano- Vip Member
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- Messaggio n°24
Re: I paradossi della musica riprodotta.
Io parlo di sensi in generale,e questo esempio che fai capita a pennello.pluto ha scritto:
Un banale esempio
Prendi una stratosferica bottiglia di cristallo Baccarat, mettici dentro il distillato della zia che fa cagher, versalo in un bel Napoleon e vedrai che su 10, solo i veri intenditori capiranno l'inganno.
Ma se nella bottiglia ci metti uno strepitoso Cognac Gran Reserve, quasi tutti diranno: fantastico
E solo i veri intenditori apprezzeranno il sublime Cognac se mal trattato in una bottiglia banale e bicchiere non appropriato
Ergo l'informazione deve sempre passare dal cervello e bisogna che questo funzioni bene. Più informazioni arrivano e più il discorso in teoria è facilitato. Ma quanti sono in grado di discernere, buttare alle ortiche tutte le false informazioni percepite da sensi secondari e focalizzare il fulcro della cosa? Pochini secondo me
Della serie: siamo tutti un po' boccaloni. Una bella gnocca fa sempre vendere, un concerto di Madonna probabilmente può essere gradevole anche se la musica resta mediocre e lei come cantante è così così.
Sta a noi non farci fuorviare
Descrivi bene l'esperienza,ma sbagli tutte le conclusioni,e le sbagli perchè applichi un quadro di consocenze sul sistema percettivo superato.Il mio è appunto un invito a prendere atto di queste nuove conoscenze,e poi a verificare come nel nuovo quadro meglio si spiegano certe esperienze,che non nel vecchio.
Nonostante noi non ce ne rendiamo conto,i nostri sensi sono talmente potenti,e il nostro cervello talmente plastico,che possiamo diventare bravi degustatori di Cognac con poche lezioni.
Puoi cioè educare/istruire il tuo cervello a modificare il tipo di elaborazione che normalmente fà,e gli scienziati hanno verificato che il cervello in questi casi si modifica ad una velocità sorprendente.
Normalmente però i dati provenienti da tutti i sensi sono utili per interagire col mondo esterno a noi.
Ma degustare cognac e ascoltare musica riprodotta non sono azioni propriamente legate alla nostra sopravvienza.
Se però decidiamo che lo siano possiamo educare il cervello a comportarsi diversamente,modificandolo letteralmente.
Il cervello di un assaggiatore di cognac è diverso da quello di un audiofilo, a causa delle operazioni specifiche e mirate che essi compiono quotidianamente.
Queste modifiche si pensava prima attenessero solo ai tempi evolutivi,e in certi casi si particolari si ammetteva questa possibilità solo entro i primi sei mesi di vita.
Oggi si è dimostrato che il cervello mantiene una buona plasticità per sempre.
Buone notizie per i vecchietti come noi.Rallegrati ordunque,e non esagerare col cognac.
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- Messaggio n°25
Re: I paradossi della musica riprodotta.
iano ha scritto:
Io parlo di sensi in generale,e questo esempio che fai capita a pennello.
Descrivi bene l'esperienza,ma sbagli tutte le conclusioni,e le sbagli perchè applichi un quadro di consocenze sul sistema percettivo superato.Il mio è appunto un invito a prendere atto di queste nuove conoscenze,e poi a verificare come nel nuovo quadro meglio si spiegano certe esperienze,che non nel vecchio.
Nonostante noi non ce ne rendiamo conto,i nostri sensi sono talmente potenti,e il nostro cervello talmente plastico,che possiamo diventare bravi degustatori di Cognac con poche lezioni.
Puoi cioè educare/istruire il tuo cervello a modificare il tipo di elaborazione che normalmente fà,e gli scienziati hanno verificato che il cervello in questi casi si modifica ad una velocità sorprendente.
Normalmente però i dati provenienti da tutti i sensi sono utili per interagire col mondo esterno a noi.
Ma degustare cognac e ascoltare musica riprodotta non sono azioni propriamente legate alla nostra sopravvienza.
Se però decidiamo che lo siano possiamo educare il cervello a comportarsi diversamente,modificandolo letteralmente.
Il cervello di un assaggiatore di cognac è diverso da quello di un audiofilo, a causa delle operazioni specifiche e mirate che essi compiono quotidianamente.
Queste modifiche si pensava prima attenessero solo ai tempi evolutivi,e in certi casi si particolari si ammetteva questa possibilità solo entro i primi sei mesi di vita.
Oggi si è dimostrato che il cervello mantiene una buona plasticità per sempre.
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Scusa Iano ma come fosse antani il cervello tapioca e la musica insieme alle immagini sinestesia sinestale giusto ?
però blinda la supercazzola prematurata una cosa di cognac diversa da audiofilo terapia tapioca, tapioca topaia, no perché fossero evolutivi anche per te o scribi con cofandina per esempio ?
Solo per capire scusa bitumato o liscio ?
Lorenzo