Comunque, in questo discorso che oscilla tra Chario e diversità, io vorrei dire solo ancora due cosette.
Il discorso sull'estremismo islamico è pertinente, ma rende chiare due cose: La prima, banale, è che per l'estremista islamico i diversi siamo noi (ma lo sapete bene, io ho la mentalità ebraica, nel senso che sono un rovesciatore di prospettive, quindi parto sempre dall'assunto negante l'ovvio); la seconda, molto importante, è che
l'unico motivo a mio parere serio per opporsi ad una diversità è quando questa diversità danneggia il prossimo o privandolo della sua libertà, o della possibilità di perseguire la felicità, o del suo benessere o della sua stessa esistenza. Ogni diversità è lecita quando non entra in contrasto con l'aspirazione al benessere ed alla felicità del prossimo. Altrimenti non è più solo diversità, ma fenomeno umanamente e socialmente inaccettabile. Allo stesso modo, se la diversità non arreca danno a chicchessia, opporvisi o discriminarla è un atto esso stesso che danneggia il prossimo, lo priva della libertà e della naturale aspirazione dell'uomo alla felicità. A quel punto, la diversità è vittima, e gli oppositori alla diversità sono quelli contro cui schierarsi.
Ognuno è diverso dall'altro: anzi, ogni persona si distingue come identità proprio grazie ai tratti che lo rendono diverso dagli altri. In un gruppo di individui è normale tendere ad identificare le persone, ad esempio, con i loro tratti distintivi: quello alto, quello con gli occhi azzurri, quello con il capello rasato, ecc. ecc. L'assurdo non è la diversità,
che è la normale condizione umana, ma è quando gruppi di persone decidono che una diversità che niente toglie al prossimo, che nessun danno fa ad altri, che non crea né vittime né infelicità non possa godere di pari dignità e diritti degli altri individui. Il bello è che questo succede continuamente per stupidi motivi esclusivamente ideologici.
Ritornando alle Chario - che è meglio
. Secondo me partono da un presupposto che è una cavolata: una curva di risposta che compensi i limiti di sensibilità dell'orecchio agli estremi della gamma. Ma se io vado a teatro, l'orchestra non è mica equalizzata per porre limite a questo fenomeno! Perché allora deve pensare il diffusore ad imporre questo loudness al suono riprodotto?
Quindi, detto in una sola parola, per me i diffusori Chario sono dei diffusori piuttosto colorati, non diffusori lineari. Quindi non li amo particolarmente.
Allo stesso tempo però posso capire che piacciano ad alcuni (ci sono alcune persone che ascoltano musica sempre con il loudness attivato nell'impianto, e spesso sonomusicisti di musica amplificata che tentano di ricreare coll'impianto quell'inferno di suoni a volume pazzesco che accompagna le loro prove strumentali prima dei concerti), e non potrei dire che non sono Hi-Fi, nel senso che gli altoparlanti in genere non sono di qualità cattiva, le doistorsioni sono bassine, la dinamica è tutto fuorché compressa.
Quindi per me le Chario sono diffusori colorati che però possono piacere ad alcuni. Sono un prodotto HI-Fi, ma secondo me impostato su basi non sempre condivisibili. Sono discreti (non posso dire che non sono Hi-Fi in senso lato), ma se devo pensare ad un diffusore per me o da consigliare ad un amico penso ad altri oggetti.
Detto questo, se una persona mi dice che ama alla follia questi diffusori è ovvio che non ci sia nessun motivo per redarguirlo, spingerlo a cambiare idea, dargli dello stupido o simili. Certo che magari gli esporrò il mio pensiero, maquesto solo perché siamo in un mondo di individui pensanti che hanno come una delle proprie poche soddisfazioni la possibilità di condividere il proprio (spesso elaborato) pensiero con il prossimo. Perché privarsi di questo privilegio?
Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Dom Feb 28 2010, 12:40 - modificato 1 volta.