“Sul palco è devastantemente bello. Con i suoi capelli ricci e gli occhi azzurri si muove come una stella del cinema sognata da ogni ragazzina. Sorride; tu fondi. Ammicca; ti disintegri. Si scusa che il suo repertorio è formato in gran parte da sue canzoni, che, ammette, suonano un po' tutte uguali. La performance è rilassata, informale e gli perdoni la voce rauca, le note alte forzate e la sua pronuncia noncurante. Crolli, permettendo a questo menestrello contemporaneo di abbagliarti con la sua simpatia. Poi, all'improvviso, ti attacca con una canzone violenta, appassionata, arrabbiata, sulla paura e la disperazione... ”
(Tony Palmer, The Observer, 1969).
Un album assolutamente fantastico,a partire dalla copertina.
La sua immagine in primo piano contraddistinguerà tutte le sue uscite discografiche.
Ora,non vorrei far della tautologia sulla bellezza di Bowie,ma credo di aver visto almeno una sua foto ogni volta che sono entrato nella stanza di qualche mia amica, soprattutto in quella di mia sorella,contagiata da un morbo dilagante in famiglia,e per cui non esiste medicina...
E David Bowie,bello lo è stato davvero.
Per molti anni fu votato come l’uomo più’ bello (che cadde) sulla terra, contendendo il primato all’altro David, mr. Sylvian…ma questa è un’altra storia…
Quello che viene universalmente conosciuto come il primo (capo)lavoro di David Bowie su RCA,se si omette il primissimo Love You Till Tuesday, inciso nel ’67 per la Deram (quasi una raccolta di singoli), fu pubblicato in realtà in GB dalla Philips in un primo tempo, col titolo di David Bowie, e ristampato poi con lievi differenze di mixaggio negli USA dalla Mercury,col titolo di Man Of Words,Man of Music.
Ma queste notizie riguardano più’ che altro lo sterminato mondo collezionistico di Bowie, che non direttamente l’ascolto di quello che è senza dubbio uno dei suoi capolavori..
Space Oddity è un album prevalentemente acustico, ed in parte elettrico,con la voce (e che voce!) in primo piano.
Non so quanti ascoltando questo disco avessero scommesso a quei tempi sul futuro di Bowie,e soprattutto sulla sua capacità di modificarsi,di mutarsi cambiando continuamente pelle..
Saranno questi continui cambiamenti di stile che caratterizzeranno in toto la carriera di questo camaleonte del rock : una delle stelle del firmamento musicale,che avrebbe influenzato in seguito tutto il panorama musicale contemporaneo.
Ballate struggenti come Cygnet Committee, in cui il magico Terry Cox scandisce il tempo su quel fottutissimo piatto,che suona limpido come un cristallo Swarosky, e la voce di Bowie,con quel canto che si eleva a puro sentimento sonoro,fanno di questo disco uno degli album più’ riusciti ed irripetibili nel corso del tempo e della sua carriera.
Sentire ancora oggi ,a distanza di più’ di 30 anni,quel modo di cantare di Bowie,simile solo ad alcune memorabili performance quali Five Years e Heroes,è una sensazione davvero unica ed emozionante.
Le tastiere sfiorate dalle dita sapienti di un certo Rick Wakeman, e il tocco alla produzione di un certo Tony Visconti, che in alcuni brani suona anche il basso ed il flauto,sono le credenziali di questo capolavoro.
E la splendida Unwashed and Somewhat.. non dimentichero’ mai la prima impressione che ebbi quando ascoltai per la prima volta l’inizio assolutamente onirico e psichedelico scaturito dalla commistione chitarra/ voce/rock/folk di quel brano..
Letter to Hermione fu la prima canzone tradotta che spedii alla mia prima fidanzata quando mi lascio’ per un altro. E a dire il vero, non servì a nulla…eppure ogni volta che l’ascolto penso ancora a lei,non posso nasconderlo..
Seppi molti anni più’ tardi che Bowie dedico’ quella canzone a Hermione Farthingale, la sua ragazza, che lo aveva lasciato…
E’ una delle più’ belle canzoni d’amore che io abbia mai sentito.
Solo voce e chitarra…2 minuti e trenta di pura dolcezza sonora.
E che dire di An Occasional Dream,con la voce di Bowie (sempre e solo quella) che fa da coro in sottofondo,in ritardo rispetto al cantato ?
E Wild Eyed Boy from Freecloud ,con tanto di archi,arrangiamenti sinfonici classicheggianti,arpa,timpani..
Good Knows I’m Good, che rimanda un po’ alle sue prime anonime cose,anche se estremamente piacevoli…
Ma tutto l’album rivela particolari stereofonici deliziosi, specialmente se ascoltato in cuffia.
Non dobbiamo dimenticare che era il 1969,l’avvento della stereofonia fu e rimane la vera ed unica innovazione in campo musicale, dopo l’invenzione della musica stessa…la stereofonia sta alla musica come il colore sta alla TV.
Space Oddity è anche uno dei capolavori della tecnica stereofonica,a cominciare dalla title-track,che prende forma lentamente dal nulla oscillando,quasi come sospesa nello spazio (Oddity), fra il canale destro e quello sinistro con quella indimenticabile voce in controcanto spalmata sui due canali,rimbalzando fra un diffusore e l’altro, e segnando così un’impronta suggestiva che richiama in qualche modo il messaggio del testo della canzone stessa.
E poi quel count down, a cui fa seguito l’attesissimo “Liftoff”,l’acme di un rito liberatorio..
Fu scritta nel 1968, su ispirazione dal film di Stanley Kubrick 2001 Odissea Nello Spazio.
Fu anche l'unica canzone dell'album a non essere stata prodotta da Tony Visconti, al quale non piaceva.
E a dire il vero, Negli Stati Uniti alcune radio rifiutarono di trasmettere Space Oddity perchè parlava di un astronauta che non tornava dal suo viaggio.
Ma se vi capitasse di vedere il video di Space Oddity, o meglio ancora il capolavoro cinematografico di Nicholas Roeg intitolato “L’Uomo Che Cadde Sulla Terra”,del ’76 che lo vede nei panni di protagonista indiscusso (fu Bowie stesso a scegliere tutti gli abiti del suo personaggio…addirittura l'autista della limousine nel film era Tony Mascia, il suo autista e guardia del corpo.. David,we love you..) o se,meglio ancora,vi capitasse di leggere il libro di Walter Tevis edito da Urania (e non poteva essere altrimenti),beh,allora vi calerete completamente nell’atmosfera quasi aliena ed irragiungibile di questo stupendo album.
In conclusione, non posso esimermi dal ricordare che nel 1990 uscì un’edizione della Ryko di quest’album che si arricchiva di tre brani in più’ :
Conversation Piece (lato B di The Prettiest Star ) e Memory Of A Free Festival (1+2), più’ un frammento di circa 40 secondi tra Unwashed and Somewhat…e Letter To Hermione,rispettivamente la 2° e la 3° canzone dell’album originale.
Bisogna altresì ricordare che questa encomiabile etichetta americana fece uscire anche una versione limitata in puro vinile ghiaccio-trasparente,con le foto originali ed inedite del disco e i testi.
La cosa più’ curiosa fu che nel secondo disco allegato ci sono solo le tre bonus version sulla prima facciata,mentre la seconda facciata è completamente liscia, cioè senza solchi (!).
We want to live,
liz.
La mano che ha scritto questa lettera
Ha pulito completamente dalle lacrime il cuscino
Così appoggiaci la testa e leggi di un sogno che è stato a lungo custodito
Non mi importa di nessun altro, solo di te
Mi faccio a pezzi l'anima per far cessare il dolore
Penso che forse anche per te è così
Che cosa possiamo fare?
Non so affatto che cosa dovremmo fare
Ed è per questo che ho scritto proprio a te
Dicono che te la passi molto bene
Dicono che brilli di gioia come se fossi diventata un'altra
Ma qualcosa mi dice che tu ti nascondi
Quando tutto il mondo è caldo e stanco
Piangi un poco al buio
Bè, io faccio così
Non so proprio che cosa dovresti dire
Ma io lo vedo che non te la passi bene
Lui ti fa ridere
Lui ti porta nei posti di lusso
Ti tratta bene
E ti fa essere bella
E quando è forte
E' forte per te
E quando lo baci
E' qualcosa di nuovo
Ma non ti è mai capitato di chiamare il mio nome
Anche solo per errore?
Non so proprio che cosa dovrei fare
Così ti ho scritto un po' del mio amore
David Bowie (voce, chitarra 12 corde, stilofono, kalimba, Rosedal electric organ), Rick Wakeman (mellotron, electric harpsichord),Terry Cox: (batteria), John Cambridge (batteria),Tim Renwick (chitarra, flauto, recorder), Keith Christmas (chitarra), Mick Wayne (chitarra), Tony Visconti (basso, flauto, recorder), Herbie Flowers (basso), Benny Marshall and Friends (armonica), Paul Buckmaster (violoncello) - produttore Tony Visconti, ad eccezione di Space Oddity, prodotta da Gus Dudgeon - copertina George Underwood
(Tony Palmer, The Observer, 1969).
Un album assolutamente fantastico,a partire dalla copertina.
La sua immagine in primo piano contraddistinguerà tutte le sue uscite discografiche.
Ora,non vorrei far della tautologia sulla bellezza di Bowie,ma credo di aver visto almeno una sua foto ogni volta che sono entrato nella stanza di qualche mia amica, soprattutto in quella di mia sorella,contagiata da un morbo dilagante in famiglia,e per cui non esiste medicina...
E David Bowie,bello lo è stato davvero.
Per molti anni fu votato come l’uomo più’ bello (che cadde) sulla terra, contendendo il primato all’altro David, mr. Sylvian…ma questa è un’altra storia…
Quello che viene universalmente conosciuto come il primo (capo)lavoro di David Bowie su RCA,se si omette il primissimo Love You Till Tuesday, inciso nel ’67 per la Deram (quasi una raccolta di singoli), fu pubblicato in realtà in GB dalla Philips in un primo tempo, col titolo di David Bowie, e ristampato poi con lievi differenze di mixaggio negli USA dalla Mercury,col titolo di Man Of Words,Man of Music.
Ma queste notizie riguardano più’ che altro lo sterminato mondo collezionistico di Bowie, che non direttamente l’ascolto di quello che è senza dubbio uno dei suoi capolavori..
Space Oddity è un album prevalentemente acustico, ed in parte elettrico,con la voce (e che voce!) in primo piano.
Non so quanti ascoltando questo disco avessero scommesso a quei tempi sul futuro di Bowie,e soprattutto sulla sua capacità di modificarsi,di mutarsi cambiando continuamente pelle..
Saranno questi continui cambiamenti di stile che caratterizzeranno in toto la carriera di questo camaleonte del rock : una delle stelle del firmamento musicale,che avrebbe influenzato in seguito tutto il panorama musicale contemporaneo.
Ballate struggenti come Cygnet Committee, in cui il magico Terry Cox scandisce il tempo su quel fottutissimo piatto,che suona limpido come un cristallo Swarosky, e la voce di Bowie,con quel canto che si eleva a puro sentimento sonoro,fanno di questo disco uno degli album più’ riusciti ed irripetibili nel corso del tempo e della sua carriera.
Sentire ancora oggi ,a distanza di più’ di 30 anni,quel modo di cantare di Bowie,simile solo ad alcune memorabili performance quali Five Years e Heroes,è una sensazione davvero unica ed emozionante.
Le tastiere sfiorate dalle dita sapienti di un certo Rick Wakeman, e il tocco alla produzione di un certo Tony Visconti, che in alcuni brani suona anche il basso ed il flauto,sono le credenziali di questo capolavoro.
E la splendida Unwashed and Somewhat.. non dimentichero’ mai la prima impressione che ebbi quando ascoltai per la prima volta l’inizio assolutamente onirico e psichedelico scaturito dalla commistione chitarra/ voce/rock/folk di quel brano..
Letter to Hermione fu la prima canzone tradotta che spedii alla mia prima fidanzata quando mi lascio’ per un altro. E a dire il vero, non servì a nulla…eppure ogni volta che l’ascolto penso ancora a lei,non posso nasconderlo..
Seppi molti anni più’ tardi che Bowie dedico’ quella canzone a Hermione Farthingale, la sua ragazza, che lo aveva lasciato…
E’ una delle più’ belle canzoni d’amore che io abbia mai sentito.
Solo voce e chitarra…2 minuti e trenta di pura dolcezza sonora.
E che dire di An Occasional Dream,con la voce di Bowie (sempre e solo quella) che fa da coro in sottofondo,in ritardo rispetto al cantato ?
E Wild Eyed Boy from Freecloud ,con tanto di archi,arrangiamenti sinfonici classicheggianti,arpa,timpani..
Good Knows I’m Good, che rimanda un po’ alle sue prime anonime cose,anche se estremamente piacevoli…
Ma tutto l’album rivela particolari stereofonici deliziosi, specialmente se ascoltato in cuffia.
Non dobbiamo dimenticare che era il 1969,l’avvento della stereofonia fu e rimane la vera ed unica innovazione in campo musicale, dopo l’invenzione della musica stessa…la stereofonia sta alla musica come il colore sta alla TV.
Space Oddity è anche uno dei capolavori della tecnica stereofonica,a cominciare dalla title-track,che prende forma lentamente dal nulla oscillando,quasi come sospesa nello spazio (Oddity), fra il canale destro e quello sinistro con quella indimenticabile voce in controcanto spalmata sui due canali,rimbalzando fra un diffusore e l’altro, e segnando così un’impronta suggestiva che richiama in qualche modo il messaggio del testo della canzone stessa.
E poi quel count down, a cui fa seguito l’attesissimo “Liftoff”,l’acme di un rito liberatorio..
Fu scritta nel 1968, su ispirazione dal film di Stanley Kubrick 2001 Odissea Nello Spazio.
Fu anche l'unica canzone dell'album a non essere stata prodotta da Tony Visconti, al quale non piaceva.
E a dire il vero, Negli Stati Uniti alcune radio rifiutarono di trasmettere Space Oddity perchè parlava di un astronauta che non tornava dal suo viaggio.
Ma se vi capitasse di vedere il video di Space Oddity, o meglio ancora il capolavoro cinematografico di Nicholas Roeg intitolato “L’Uomo Che Cadde Sulla Terra”,del ’76 che lo vede nei panni di protagonista indiscusso (fu Bowie stesso a scegliere tutti gli abiti del suo personaggio…addirittura l'autista della limousine nel film era Tony Mascia, il suo autista e guardia del corpo.. David,we love you..) o se,meglio ancora,vi capitasse di leggere il libro di Walter Tevis edito da Urania (e non poteva essere altrimenti),beh,allora vi calerete completamente nell’atmosfera quasi aliena ed irragiungibile di questo stupendo album.
In conclusione, non posso esimermi dal ricordare che nel 1990 uscì un’edizione della Ryko di quest’album che si arricchiva di tre brani in più’ :
Conversation Piece (lato B di The Prettiest Star ) e Memory Of A Free Festival (1+2), più’ un frammento di circa 40 secondi tra Unwashed and Somewhat…e Letter To Hermione,rispettivamente la 2° e la 3° canzone dell’album originale.
Bisogna altresì ricordare che questa encomiabile etichetta americana fece uscire anche una versione limitata in puro vinile ghiaccio-trasparente,con le foto originali ed inedite del disco e i testi.
La cosa più’ curiosa fu che nel secondo disco allegato ci sono solo le tre bonus version sulla prima facciata,mentre la seconda facciata è completamente liscia, cioè senza solchi (!).
We want to live,
liz.
La mano che ha scritto questa lettera
Ha pulito completamente dalle lacrime il cuscino
Così appoggiaci la testa e leggi di un sogno che è stato a lungo custodito
Non mi importa di nessun altro, solo di te
Mi faccio a pezzi l'anima per far cessare il dolore
Penso che forse anche per te è così
Che cosa possiamo fare?
Non so affatto che cosa dovremmo fare
Ed è per questo che ho scritto proprio a te
Dicono che te la passi molto bene
Dicono che brilli di gioia come se fossi diventata un'altra
Ma qualcosa mi dice che tu ti nascondi
Quando tutto il mondo è caldo e stanco
Piangi un poco al buio
Bè, io faccio così
Non so proprio che cosa dovresti dire
Ma io lo vedo che non te la passi bene
Lui ti fa ridere
Lui ti porta nei posti di lusso
Ti tratta bene
E ti fa essere bella
E quando è forte
E' forte per te
E quando lo baci
E' qualcosa di nuovo
Ma non ti è mai capitato di chiamare il mio nome
Anche solo per errore?
Non so proprio che cosa dovrei fare
Così ti ho scritto un po' del mio amore
David Bowie (voce, chitarra 12 corde, stilofono, kalimba, Rosedal electric organ), Rick Wakeman (mellotron, electric harpsichord),Terry Cox: (batteria), John Cambridge (batteria),Tim Renwick (chitarra, flauto, recorder), Keith Christmas (chitarra), Mick Wayne (chitarra), Tony Visconti (basso, flauto, recorder), Herbie Flowers (basso), Benny Marshall and Friends (armonica), Paul Buckmaster (violoncello) - produttore Tony Visconti, ad eccezione di Space Oddity, prodotta da Gus Dudgeon - copertina George Underwood