Oggi alle 17,30 e domani in replica alle 10,00 Traviata, opera inaugurale alla Scala di Milano, nel ruolo del titolo Diana Damrau, soprano tedesco, personalmente mai sentita (numerose volte Regina della notte), direttore Gatti. RAI 5 e RAI HD.
Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
gciraso- Strizzacervelli
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Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
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- Messaggio n°2
Re: Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
La Damrau è una ottima cantante, molto a posto tecnicamente, in certi repertori forse un pò acerba interpretativamente (ma ad esempio sembra essere molto brava nel repertorio liederistico).
Mai sentita in una opera del romanticismo musicale: quindi appuntamento molto interessante questo verdiano.
Mai sentita in una opera del romanticismo musicale: quindi appuntamento molto interessante questo verdiano.
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- Messaggio n°3
Re: Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
Che dire, l'ho vista ed ascoltata ieri e l'ho riascoltata oggi, con analoghe impressioni, direi deludenti, tranne che per Germont.
La Damrau è una voce eccellente, ma manca tutto quello che Verdi ha scritto: un Addio del passato dove il "filo di voce" non esiste, "prendi questa è l'immagine". con indicazione pianissimo e cupo, di cui nemmeno l'ombra. probabilmente molto hanno fatto regia e direzione. Gatti mi ha grandemente deluso, stacca tempi lunghissimi senza, secondo me, molto senso drammatico. La caballetta di Germont sembra un valzer da banda, mentre invece Lucic è un signor cantante. La regia è fatta da una persona che di teatro verdiano capisce proprio poco.
Infine una nota per l'orchestra all'insegna di una domanda: dov'era? (a parte lo stratosferico primo violino).
La Damrau è una voce eccellente, ma manca tutto quello che Verdi ha scritto: un Addio del passato dove il "filo di voce" non esiste, "prendi questa è l'immagine". con indicazione pianissimo e cupo, di cui nemmeno l'ombra. probabilmente molto hanno fatto regia e direzione. Gatti mi ha grandemente deluso, stacca tempi lunghissimi senza, secondo me, molto senso drammatico. La caballetta di Germont sembra un valzer da banda, mentre invece Lucic è un signor cantante. La regia è fatta da una persona che di teatro verdiano capisce proprio poco.
Infine una nota per l'orchestra all'insegna di una domanda: dov'era? (a parte lo stratosferico primo violino).
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Re: Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
Allora sembra che non mi sia perso molto...
Gatti non mi era piaciuto neanche su un paio di sinfonie di tchaicovsky. Mi sembrava assai lontano dai migliori russi tipo Mravinsky o pure da Karajan o bernstein.
Un saluto dall'altra parte del mondo
E ora andiamo a lavorare
Gatti non mi era piaciuto neanche su un paio di sinfonie di tchaicovsky. Mi sembrava assai lontano dai migliori russi tipo Mravinsky o pure da Karajan o bernstein.
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Pazzoperilpianoforte- Suonologo
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- Messaggio n°5
Re: Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
Peccato.
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- Messaggio n°6
Re: Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
eppure a volte i Gatti sanno anche incantaregciraso ha scritto: Gatti mi ha grandemente deluso, stacca tempi lunghissimi senza, secondo me, molto senso drammatico.
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- Messaggio n°7
Re: Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
Io ho esperienze di ascolto operistico prossime allo zero, ma da melomane mi sento di dire due cose:gciraso ha scritto:Che dire, l'ho vista ed ascoltata ieri e l'ho riascoltata oggi, con analoghe impressioni, direi deludenti, tranne che per Germont.
La Damrau è una voce eccellente, ma manca tutto quello che Verdi ha scritto: un Addio del passato dove il "filo di voce" non esiste, "prendi questa è l'immagine". con indicazione pianissimo e cupo, di cui nemmeno l'ombra. probabilmente molto hanno fatto regia e direzione. Gatti mi ha grandemente deluso, stacca tempi lunghissimi senza, secondo me, molto senso drammatico. La caballetta di Germont sembra un valzer da banda, mentre invece Lucic è un signor cantante. La regia è fatta da una persona che di teatro verdiano capisce proprio poco.
Infine una nota per l'orchestra all'insegna di una domanda: dov'era? (a parte lo stratosferico primo violino).
1 non mi e' piaciuta, specialmente la teatralita'.
2 ma in Italia, non abbiamo cantanti in grado di reggere una traviata alla scala?
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Gianni
"L'uomo che non ha la musica nel cuore ed è insensibile ai melodiosi accordi
è adatto a tradimenti, inganni e rapine; i moti del suo animo sono spenti come la notte,
e i suoi appetiti sono tenebrosi come l'Erebo: non fidarti di lui."
(William Shakespeare, Il mercante di Venezia)
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- Messaggio n°8
Re: Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
Che non sia piaciuta è un fatto evidente, per limiti sia del canto che della direzione e dell'orchestra, vale a dire un'opera che sarebbe stato meglio non allestire con un Alfredo-Beczala IMPROPONIBILE e giustamente fischiato, una Violetta-Damrau che è un soprano leggero che fa di tutto per non essere Violetta, che stona il mib del primo atto e che solo in parte si riscatta nel terzo, ma solo in parte appunto.
Una regia VERGOGNOSA, fatta da un celebrato regista che non capisce nulla di teatro verdiano e lo si è visto con pacchiana evidenza.
Una direzione ancora più vergognosa, pachidermica nei tempi, una festa staccata a tempi da marcia funebre al cui confronto la 5a di Mahler sembra una festa. La Damrau che al primo '"Ah perchè venni incauta" manco entra in scena. Non ci dovrebbe essere un bittadentro che organizza le entrate? Al limite del ridicolo!
Alla festa del secondo atto Violetta tutto sembra che una prostituta, e poi vogliamo dire di Alfredo che fa la pizza e di Violetta che riordina la cucina? Ma per cortesia!!!!!!!
Sempre Violetta: dovrebbe essere in preda ad una nevrsosi, si fa convincere da Germont ad abbandonare l'amato, muore di tisi in miseria, ecc.. Nulla di tutto questo traspare! Non ha cantato per tutto il primo atto, in pratica. E la cantante non ha nè il temperamento nè il fraseggio per cantare Violetta, dal che c'è da chiedersi per quale motivo si cerchi un soprano leggero per la parte.
Un mezzo disastro sino al “Dite alla giovine” del II atto dove lo stesso Peppino Verdi l'ha costretta a smettere il canto alla tedesca e cominciare a legare, pur permanendo una certa fissità nei piani, scarsamente espressivi. Su questo ho una ipotesi, e cioè che faccia fatica ad avere un suono corposo e quindi gonfi la voce sul centro.
E veniamo a Gatti: premetto che non sono uomo da partiti e partitelli, a me interessa la musica e basta e qua siamo assolutamente carenti. O non ha studiato la partitura, oppure è di tale presunzione da ritenere che tutta la tradizione esecutiva di oltre 150 anni dell'opera vada buttata dallo scarico. Non è in grado di accompagnare il canto, manca di finezza, in questo non certo aiutato da una orchestra che personalmente non ho mai ascoltato così carente.
Beczala-Alfredo: verrebbe da dire "arridatece er puzzone", stentoreo come il peggior Di Stefano senza neppure averne la voce e la qualità interpretativa. E' un miracolo se lo hanno lasciato finire l'opera senza fischiarlo prima.
Nella scena della borsa io mi sarei alzato e me ne sarei andato per non assistere allo scempio musicale che ne ha fatto. Al "Parigi o cara" si è assistito allo scempio più totale, suoni rauchi e malfermi, dinamica assente, presenza scenica inesistente.
E qui mi taccio
Si poteva fare una Traviata con cantanti nostrani? Non lo so, ma probabilmente sì, cercando magari di valorizzare giovani che nonostante tutto esistono. Peggio di così difficilmente avrebbero fatto!
Una regia VERGOGNOSA, fatta da un celebrato regista che non capisce nulla di teatro verdiano e lo si è visto con pacchiana evidenza.
Una direzione ancora più vergognosa, pachidermica nei tempi, una festa staccata a tempi da marcia funebre al cui confronto la 5a di Mahler sembra una festa. La Damrau che al primo '"Ah perchè venni incauta" manco entra in scena. Non ci dovrebbe essere un bittadentro che organizza le entrate? Al limite del ridicolo!
Alla festa del secondo atto Violetta tutto sembra che una prostituta, e poi vogliamo dire di Alfredo che fa la pizza e di Violetta che riordina la cucina? Ma per cortesia!!!!!!!
Sempre Violetta: dovrebbe essere in preda ad una nevrsosi, si fa convincere da Germont ad abbandonare l'amato, muore di tisi in miseria, ecc.. Nulla di tutto questo traspare! Non ha cantato per tutto il primo atto, in pratica. E la cantante non ha nè il temperamento nè il fraseggio per cantare Violetta, dal che c'è da chiedersi per quale motivo si cerchi un soprano leggero per la parte.
Un mezzo disastro sino al “Dite alla giovine” del II atto dove lo stesso Peppino Verdi l'ha costretta a smettere il canto alla tedesca e cominciare a legare, pur permanendo una certa fissità nei piani, scarsamente espressivi. Su questo ho una ipotesi, e cioè che faccia fatica ad avere un suono corposo e quindi gonfi la voce sul centro.
E veniamo a Gatti: premetto che non sono uomo da partiti e partitelli, a me interessa la musica e basta e qua siamo assolutamente carenti. O non ha studiato la partitura, oppure è di tale presunzione da ritenere che tutta la tradizione esecutiva di oltre 150 anni dell'opera vada buttata dallo scarico. Non è in grado di accompagnare il canto, manca di finezza, in questo non certo aiutato da una orchestra che personalmente non ho mai ascoltato così carente.
Beczala-Alfredo: verrebbe da dire "arridatece er puzzone", stentoreo come il peggior Di Stefano senza neppure averne la voce e la qualità interpretativa. E' un miracolo se lo hanno lasciato finire l'opera senza fischiarlo prima.
Nella scena della borsa io mi sarei alzato e me ne sarei andato per non assistere allo scempio musicale che ne ha fatto. Al "Parigi o cara" si è assistito allo scempio più totale, suoni rauchi e malfermi, dinamica assente, presenza scenica inesistente.
E qui mi taccio
Si poteva fare una Traviata con cantanti nostrani? Non lo so, ma probabilmente sì, cercando magari di valorizzare giovani che nonostante tutto esistono. Peggio di così difficilmente avrebbero fatto!
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- Messaggio n°9
Re: Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
La mia cultura operistica è prossima allo zero assoluto ma mi dispiace il fatto che l'opera inaugurale di uno dei teatri più importanti d'Europa non sia stata curata come avrebbe meritato.
Sarò paranoico ma sento l'accaduto come un altro sintomo di decadenza della nostra cultura.
Devo dire la verità: mi preoccupa più la crisi artistica e culturale della crisi economica.
Banalmente penso che fino a quando nelle persone è viva la tensione verso ciò che alimenta la mente e l'animo, una crisi economica non è accompagnata da una crisi profonda e radicata nello "spirito" ed è, pertanto, meno profonda e più passeggera.
Un detto orientale dice: se hai due soldi ed hai fame, con un soldo acquista pane per lo stomaco, con l'altro, fiori per l'anima.
Sarò paranoico ma sento l'accaduto come un altro sintomo di decadenza della nostra cultura.
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Ciao, Enzo
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gciraso- Strizzacervelli
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- Messaggio n°10
Re: Traviata alla Scala 7 dicembre 2013
Hai colto perfettamente anche il mio pensiero, lo dico da tempo, una volta si diceva che era una crisi "spirituale" intesa dello spirito nella sua accezione più vasta.enzo66 ha scritto:La mia cultura operistica è prossima allo zero assoluto ma mi dispiace il fatto che l'opera inaugurale di uno dei teatri più importanti d'Europa non sia stata curata come avrebbe meritato.
Sarò paranoico ma sento l'accaduto come un altro sintomo di decadenza della nostra cultura.
Devo dire la verità: mi preoccupa più la crisi artistica e culturale della crisi economica.
Banalmente penso che fino a quando nelle persone è viva la tensione verso ciò che alimenta la mente e l'animo, una crisi economica non è accompagnata da una crisi profonda e radicata nello "spirito" ed è, pertanto, meno profonda e più passeggera.
Un detto orientale dice: se hai due soldi ed hai fame, con un soldo acquista pane per lo stomaco, con l'altro, fiori per l'anima.
Per quanto riguarda il Teatro alla Scala, al solito siamo all'italiana, in cui la autentica cultura viene banalizzata. Le espressioni del sovrintendente relativa ai dissensi legittimi del pubblico sono state esemplificative. Non si vuole comprendere che la Cultura va preservata al di là di interessi di parte e commerciali, ma tant'è, mi consolerò il 22 con la Cenerentola alla Staatsoper Wien
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Giovanni
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