Ho voluto sollevare l'argomento perche' anche per quanto riguarda il resto, ad esempio cavi di connessione e cavi audio, le variabili in gioco sono molteplici, ma le variazioni a livello fisico, tra un cavo e l'altro, sono si' reali, misurabili, ma anche, tutto sommato, trascurabili considerando il contesto. Mi riferisco in particolare all'impedenza del cavo (induttanza, capacita' e resistenza dello stesso). In particolar modo mi rifirerisco ai cavi di potenza nei quali le correnti in gioco sono comunque abbastanza elevate. Ora, se da un lato la differenza c'e', dall'altro, considerando puramente le frequenze in gioco (20-20000 Hz) dei segnali musicali piu' o meno percettibili all'orecchio umano, tali variazioni, da un punto puramente teorico, sono praticamente trascurabili. (Tralascio il discorso dell'effetto pelle, che esiste ma che e' comunque funzione della frequenza del segnale e quindi pure lui, trascurabile rispetto ad altre caratteristiche).
Altro discorso se parlassimo di frequenze molto piu' elevate che esulano pero' dall'ambito audio.
Eppure si spendono fiumi di inchiostro su tale argomento, con confronti audio, che sembrano dimostrare che in realta' differenze ci siano.
Ora, sono perfettamente d'accordo che le distanze misurate in un ambiente domestico sono minime e di conseguenza il fenomeno fisico non dovrebbe influenzare minimamente la resa sonora al variare della temperatura, pero' e' altrettanto vero, che a maggior ragione, anche a livello elettrico, a livello di segnale audio, le variazioni di impedenza dovute alle capacita' ed alle induttanze (piu' o meno parassite, o comunque dovute alle caratteristiche di progetto e di realizzazione dei cavi), considerando le frequenze in gioco ed i valori minimi dei fenomeni parassiti (dovuti ai cavi che comunque non sono certo lunghi decine e decine di metri), non dovrebbero influenzare.
Eppure i cavi dovrebbero essere rigorosamente di lunghezza identica per un canale e per l'altro canale, eccetera eccetera... e si discute sulle variazioni indotte dai vari cavi (sia di potenza che di segnale).
La mia era piu' che altro una discussione di lana caprina sotto l'ombrellone, dovuta ad un pranzo abbondante e ad un pomeriggio passato sotto l'ombrellone al caldo, pero' penso che comunque una qualche influenza ci possa essere, magari psicologica, non saprei, ma negarla (secondo me) e' un po' come negare il fatto che i cavi possano avere una certa influenza in ambito audio.
Altro discorso se parlassimo di frequenze molto piu' elevate che esulano pero' dall'ambito audio.
Eppure si spendono fiumi di inchiostro su tale argomento, con confronti audio, che sembrano dimostrare che in realta' differenze ci siano.
Ora, sono perfettamente d'accordo che le distanze misurate in un ambiente domestico sono minime e di conseguenza il fenomeno fisico non dovrebbe influenzare minimamente la resa sonora al variare della temperatura, pero' e' altrettanto vero, che a maggior ragione, anche a livello elettrico, a livello di segnale audio, le variazioni di impedenza dovute alle capacita' ed alle induttanze (piu' o meno parassite, o comunque dovute alle caratteristiche di progetto e di realizzazione dei cavi), considerando le frequenze in gioco ed i valori minimi dei fenomeni parassiti (dovuti ai cavi che comunque non sono certo lunghi decine e decine di metri), non dovrebbero influenzare.
Eppure i cavi dovrebbero essere rigorosamente di lunghezza identica per un canale e per l'altro canale, eccetera eccetera... e si discute sulle variazioni indotte dai vari cavi (sia di potenza che di segnale).
La mia era piu' che altro una discussione di lana caprina sotto l'ombrellone, dovuta ad un pranzo abbondante e ad un pomeriggio passato sotto l'ombrellone al caldo, pero' penso che comunque una qualche influenza ci possa essere, magari psicologica, non saprei, ma negarla (secondo me) e' un po' come negare il fatto che i cavi possano avere una certa influenza in ambito audio.