Ciao a tutti,
Vorrei postare le seguenti righe che ho letto in un sito:
"in caso di ascolto domestico è solitamente impossibile cogliere molti dei dettagli e delle sfumature che invece si percepiscono dal vivo. Ciò è dovuto al fatto che una buona parte delle informazioni contenute nell'evento originale vanno perse: una piccola parte va perduta in fase di produzione del disco, una quantità invece molto più consistente durante il processo di riproduzione. La perdita di informazioni che si verifica durante la riproduzione è da imputarsi sia alla scarsa risoluzione degli impianti, sia alle scadenti caratteristiche acustiche dei locali domestici, sia alla presenza di un elevato rumore di fondo. Quest'ultimo condiziona, ovviamente, il livello minimo udibile, dato che il nostro orecchio non può interpretare correttamente suoni il cui livello non sia sensibilmente superiore a quello del rumore di fondo. Per quanto riguarda gli impianti di riproduzione, il limite principale è rappresentato proprio dai trasduttori elettroacustici. In primo luogo, altoparlanti di bassa qualità non sono in grado di riprodurre accuratamente il segnale musicale: a causa della loro lentezza gli altoparlanti tendono piuttosto ad immagazzinare e rilasciare l'energia secondo costanti di tempo molto maggiori di quelle richieste dal segnale musicale. Ciò in pratica comporta che tutti i transitori dotati di fronte di salita sufficientemente ripido e di ampiezza non particolarmente elevata non vengono riprodotti dall’altoparlante. La situazione è in realtà ben peggiore, poichè è necessario considerare anche gli effetti introdotti della cassa acustica e dal crossover, il cui contributo al peggioramento della trasparenza è in genere notevolmente superiore a quello dell'altoparlante stesso. Tutto ciò si traduce nella perdita delle informazioni associate ai segnali di basso livello, con una sostanziale riduzione della sensazione di trasparenza. In secondo luogo, è necessario tenere conto delle non-linearità presenti nel processo di trasferimento dell'energia acustica: forse non molti sono a conoscenza del fatto che solo fino ad un certo valore di pressione - stimabile in circa 100dB - vi è proporzionalità diretta tra la velocità di vibrazione delle particelle del mezzo elastico di trasrnissione (l’aria) e l’intensità acustica (che è la pressione per unità di superficie). In termini più semplici, si può dire che l'aria, cioè il mezzo entro il quale avviene la trasmissione di energia acustica, è lineare solo per segnali di intensità limitata. Dato che la pressione è data dall’intensità per la superficie di emissione, se ne conclude che è meglio avere poca intensità e grande superficie radiante piuttosto che grande intensità con piccole superfici radianti (in quest’ultimo caso si superano i limiti di linearità dell’aria). Ora, la sostanziale differenza che si verifica da questo punto di vista tra ascolto dal vivo e ascolto di una riproduzione è che nel primo caso la densità di energia acustica è, a parità di potenza sonora irradiata, molto più bassa rispetto all’ascolto domestico, poichè la superficie emissiva è molto più estesa. Ad esempio, se si considera un'orchestra che irradia una potenza sonora di 10 W (acustici, corrispondenti a circa 120 dB), si avrà una intensità nei pressi della sorgente dell'ordine di qualche centesimo di watt per metro quadrato; se la stessa potenza sonora venisse erogata da un altoparlante con superficie emissiva pari a 0.013 m2 (un mid-woofer da 6", cioè 16 cm.) l'intensità acustica sarebbe invece di circa 750 W/m2, cioè circa 10000 (!) volte superiore, con conseguente non-linearità dovuta al superamento dei valori massimi consentiti. Per evitare ciò è opportuno cercare di avere la superficie radiante più ampia possibile in modo da minimizzare l'intensità acustica a parità di pressione generata. D'altra parte, un'ampia superficie emissiva favorisce anche l'ottenimento di un elevato rendimento di trasduzione e di una buona impedenza acustica; ciò si traduce in un buon interfacciamento sia con l'amplificatore sia con l’ambiente. Quando ciò non accade, buona parte dell'energia inviata dall'amplificatore ai trasduttori viene riflessa verso l'amplificatore stesso e non convertita in onde di pressione, con conseguente perdita di trasparenza dovuta alle riflessioni presenti sulla linea di collegamento. Si considerino, a titolo di esempio, le caratteristiche comuni a tutti i sistemi planari, noti per la loro spazialità e trasparenza: le membrane vibranti sono molto estese, consentendo una bassa densità di energia a parità di pressione ed un'ottima impedenza acustica; sono inoltre leggere e, di norma, non prevedono casse acustiche e crossover. Questo consente di ottenere una notevolissima trasparenza, nonostante il rendimento di questi sistemi sia sempre molto basso; la spazialità è chiaramente dovuta al tipo di emissione, che prevede anche una radiazione posteriore."
Ho sottolineato la parte che mi ha colpito del testo
Vorrei postare le seguenti righe che ho letto in un sito:
"in caso di ascolto domestico è solitamente impossibile cogliere molti dei dettagli e delle sfumature che invece si percepiscono dal vivo. Ciò è dovuto al fatto che una buona parte delle informazioni contenute nell'evento originale vanno perse: una piccola parte va perduta in fase di produzione del disco, una quantità invece molto più consistente durante il processo di riproduzione. La perdita di informazioni che si verifica durante la riproduzione è da imputarsi sia alla scarsa risoluzione degli impianti, sia alle scadenti caratteristiche acustiche dei locali domestici, sia alla presenza di un elevato rumore di fondo. Quest'ultimo condiziona, ovviamente, il livello minimo udibile, dato che il nostro orecchio non può interpretare correttamente suoni il cui livello non sia sensibilmente superiore a quello del rumore di fondo. Per quanto riguarda gli impianti di riproduzione, il limite principale è rappresentato proprio dai trasduttori elettroacustici. In primo luogo, altoparlanti di bassa qualità non sono in grado di riprodurre accuratamente il segnale musicale: a causa della loro lentezza gli altoparlanti tendono piuttosto ad immagazzinare e rilasciare l'energia secondo costanti di tempo molto maggiori di quelle richieste dal segnale musicale. Ciò in pratica comporta che tutti i transitori dotati di fronte di salita sufficientemente ripido e di ampiezza non particolarmente elevata non vengono riprodotti dall’altoparlante. La situazione è in realtà ben peggiore, poichè è necessario considerare anche gli effetti introdotti della cassa acustica e dal crossover, il cui contributo al peggioramento della trasparenza è in genere notevolmente superiore a quello dell'altoparlante stesso. Tutto ciò si traduce nella perdita delle informazioni associate ai segnali di basso livello, con una sostanziale riduzione della sensazione di trasparenza. In secondo luogo, è necessario tenere conto delle non-linearità presenti nel processo di trasferimento dell'energia acustica: forse non molti sono a conoscenza del fatto che solo fino ad un certo valore di pressione - stimabile in circa 100dB - vi è proporzionalità diretta tra la velocità di vibrazione delle particelle del mezzo elastico di trasrnissione (l’aria) e l’intensità acustica (che è la pressione per unità di superficie). In termini più semplici, si può dire che l'aria, cioè il mezzo entro il quale avviene la trasmissione di energia acustica, è lineare solo per segnali di intensità limitata. Dato che la pressione è data dall’intensità per la superficie di emissione, se ne conclude che è meglio avere poca intensità e grande superficie radiante piuttosto che grande intensità con piccole superfici radianti (in quest’ultimo caso si superano i limiti di linearità dell’aria). Ora, la sostanziale differenza che si verifica da questo punto di vista tra ascolto dal vivo e ascolto di una riproduzione è che nel primo caso la densità di energia acustica è, a parità di potenza sonora irradiata, molto più bassa rispetto all’ascolto domestico, poichè la superficie emissiva è molto più estesa. Ad esempio, se si considera un'orchestra che irradia una potenza sonora di 10 W (acustici, corrispondenti a circa 120 dB), si avrà una intensità nei pressi della sorgente dell'ordine di qualche centesimo di watt per metro quadrato; se la stessa potenza sonora venisse erogata da un altoparlante con superficie emissiva pari a 0.013 m2 (un mid-woofer da 6", cioè 16 cm.) l'intensità acustica sarebbe invece di circa 750 W/m2, cioè circa 10000 (!) volte superiore, con conseguente non-linearità dovuta al superamento dei valori massimi consentiti. Per evitare ciò è opportuno cercare di avere la superficie radiante più ampia possibile in modo da minimizzare l'intensità acustica a parità di pressione generata. D'altra parte, un'ampia superficie emissiva favorisce anche l'ottenimento di un elevato rendimento di trasduzione e di una buona impedenza acustica; ciò si traduce in un buon interfacciamento sia con l'amplificatore sia con l’ambiente. Quando ciò non accade, buona parte dell'energia inviata dall'amplificatore ai trasduttori viene riflessa verso l'amplificatore stesso e non convertita in onde di pressione, con conseguente perdita di trasparenza dovuta alle riflessioni presenti sulla linea di collegamento. Si considerino, a titolo di esempio, le caratteristiche comuni a tutti i sistemi planari, noti per la loro spazialità e trasparenza: le membrane vibranti sono molto estese, consentendo una bassa densità di energia a parità di pressione ed un'ottima impedenza acustica; sono inoltre leggere e, di norma, non prevedono casse acustiche e crossover. Questo consente di ottenere una notevolissima trasparenza, nonostante il rendimento di questi sistemi sia sempre molto basso; la spazialità è chiaramente dovuta al tipo di emissione, che prevede anche una radiazione posteriore."
Ho sottolineato la parte che mi ha colpito del testo