gianfranco65 ha scritto:Ciao,
Mark Knopfler - Shangri-la, disponibile anche in SACD. Meraviglioso.
Un saluto
Gianfranco
Parto a scrivere quotando questo messaggio per tenermi lontano dalla polemica dai toni accesi che poi si è manifestata. Per me Mark è semplicemente il numero uno, il mio artista preferito, e posseggo praticamente tutto quello che è stato inciso da lui sia singolarmente che con i miti Dire, in qualsiasi formato sia esso sia CD, SACD o vinile, compreso bootleg (sempre che si scrive così), edizioni speciali, dischi in collaborazione e con i The Notting Hillbillies.
Quindi porto col dire che quando non si nota differenza ascoltando un SACD della sua produzione, qualsiasi esso sia, vuol dire che la catena non è propriamente a punto od atta a valorizzare questo supporto, in quanto conosco a menadito il suo repertorio e conosco la cura che da sempre contraddistingue la sua produzione, ogni volta differente e ben scandita a seconda dei decenni, e va detto che da subito, con i Dire, è stato porta bandiera del nascente formato digitale, CD, quindi tra i primi a sfruttarlo al meglio. Comunque è oggettivamente vero che oggi, potendoselo permettere, di restare lontano da molte logiche commerciali di etichetta, può produrre dischi profondamente cantautorali ed intimisti, che sonicamente possono anche stancare in certi passaggi, ma che restando eccezionali, oggi più di ieri per i messaggi che sanno dare mezzo i testi, vedi nell'ultimo Privateering ove anche il tema della crisi è stato trattato a suo modo e stile. In oltre, da sempre, lui ha distinto il motodo di scrittura tra i testi per la sua produzione solista da quelli che scrisse per il "gruppo", come lui era solito definirlo, che confessa a tutt'ora scrive, ma che oggettivamente non produce dato che i Dire non ci sono più. Erano quindi fin da subito delle produzioni autonome.
Io poi riconosco a Mark di essere stato in grado di produrre dischi, non solo dai messaggi intensi, ma dalle sonorità audiophile in epoca in cui imperversava, ad esempio, il punk, ove magari i testi erano pregni di significato ma dove comunque non è che i vari amplificatori a tubi dell'epoca gridassero di gioia. Dischi prodotti con cura, magari più semplici e meno sonicamente gonfi ed opulenti di quelli odierni da solista, e per questo apprezzabili fin da subito. Per me è l'artista di massa che ha saputo coniugare i modi del rock-pop-blues, ai guadagni milionari, ai milioni di dischi venduti, agli stadi pieni, ed a quella platea esigente di noi audiofili, magari arruolandone di nuovi che volendo apprezzare a pieno la sua produzione coi Dire si avvicinava allo stero di qualità.
Se poi a qualcuno non piacciono suoi dischi come Sailing to Philadelphia, non posso che dirgli che i gusti son gusti, ma che non può altrettanto dire che il disco in se non sia valido.
Aggiungo che se poi c'è stata qualche scaramuccia verbale su un argomento come questo, LA MUSICA, non poi così tanto male, basta rimanere nei ranghi e limiti; perchè vuol dire che è viva oggi come ieri, ove le varie fazioni, fin da subito si scontravano a colpi di fanzine, ad esempio tra Beetles o Roling e così via.
Ovviamente viva Mark e guai a chi me lo tocca:13: