Quella della perfezione e quella della semplicità,da non intendersi quest'ultima come un ripiego,non necessariamente.
Insomma due diverse filosofie entrambe rispettabili.
La prima ti porta ad ascoltare relativamente pochi dischi,che giudicheremo soggettivamente riprodotti dal nostro impianto in modo fedele,supportando eventualmente il risultato ottenuto anche con considerazioni tecniche.
Percorrendo la seconda strada si giunge,quando ci si arriva, ad un impianto che ti fà ascoltare tutto.
Ma dove sta la semplificazione di cui si diceva sopra?
Nel fatto che nel secondo caso ti accontenti di ascoltare dischi,ed è molto più facile in questo caso capire quando l'impianto è OK,perchè più dischi ascolti meglio è....
la prima strada è percorsa sicuramente dai cultori della musica,quelli che vogliono ricostruire a casa propria sensazioni live che ben conoscono,relative magari ad un dato genere,e all'interno di questo ai loro autori,esecutori, preferiti .
L'impianto diventa così un succedaneo,un momentaneo sostituto.
E in ciò loro vedono l'utilità dell'hifi.
Non cè dubbio che l'hifi sia nata per soddisfare loro,lo dice il nome stesso.
Tuttavia strada facendo si è verificato poter fare dell'hifi un diverso uso,il secondo.
Pigri e/o distratti cultori della musica,della serie "certo che mi piace la musica,a chi non piace?" si abbandonano all'ascolto dei dischi cercando semplicemente suggestioni musicali ,non conferme,non l'occasione per ridestare il ricordo di emozioni note e vissute,se non quelle dategli dal loro primo impianto,quello rimastogli nel cuore,e anche queste spesso impossibili da riprodurre fedelmente
Alla fine nel primo caso,bene che vada,si avrà sempre la percezione della distanza fra riprodotto e originale.
Nel secondo caso tale percezione è assente per ovvi motivi,anche se,ça va sans dire, stiamo parlando di due casi estremi,con mille varianti di mezzo.
Io faccio parte del secondo caso.
Certo lo confesso,quando l'impianto migliora,e me ne accorgo perchè riesco ad ascoltare più dischi,oppure lo stesso disco più volte con invariata goduria,allora mi dico sempre che ,adesso l'impianto sembra più fedele,più reale,più vero,che stò acchiappando l'anima dell'autore,ma l'illusione presto svanisce e rimane la sensazione che stessi barando con me stesso,contro i miei interessi,contro la musica stessa quindi,così come la vedo io ovviamente dal mio comodo punto di osservazione.
Nei due casi la musica,seppur diversamente intesa (o no?),è al centro.
Poi ci sono quelli che ascoltano l'impianto,come quei bambini che rompono i giocattoli,che è pure quello un modo di crescere ,e non è neanche proibito restare bambini,se quello è il nostro hobby.
Ciao,Sebastiano.