La prova di cui riferisco ora l' ho fatta recentemente abbinando a questi finali due sistemi:
il primo si basava su giradischi Versa 2.0, testina Clearaudio Insider Reference Wood, step up ANJ 6C, pre Dissanayake Resurrection alternato al pre Uesugi linea + fono e casse Dionisio 27 della Yamamura Churchill.
Il secondo, giradischi Grand Prix Monaco, braccio Graham Phantom 2, testina ANJ IOM, step up ANJ 6C, pre fono FM Acoustics 122 MM, pre mono linea Yamamura Churchill (e ci ho, in tempi diversi, anche connesso i finali mono per confronto) e le casse sempre Dionisio.
Naturalmente lo step up era settato a 40 Ohm per la Reference ed 1 Ohm per l' IOM.
Tengo sempre in gran conto l' impiego di queste casse che, io trovo, particolarmente sensibili e rivelatrici di tutto quanto gli viene messo a monte. Questo l' ho notato sia da subito che nel tempo, varie prove che facevo su un componente inserito in uno dei miei impianti quasi sempre, ma in modo decisamente più attenuato, confermavano le osservazioni fatte con le Dionisio.
Preciso che il pre ANJ M7 che ora non ho più, incredibilmente non era un abbinamento perfetto con i Gakuon 845 (mentre erano decisamente meglio con i Gakuon 211) in quanto obbligavano ad un utilizzo del potenziometro troppo ridotto (anche con la testina IO LTD che ha un’ uscita davvero bassissima, nell’ ordine di 0,05 mV) e da un punto di vista dell’ equilibrio tonale, “spingeva” un po’ troppo in gamma bassa/mediobassa, creando un po’ di “melma” che creava un po’ di confusione ed attufamento su certi ceneri in particolar modo. Però certe cose semplici te le faceva sentire con una presenza (colorata si, ma) meravigliosa.
In ogni caso, questi finali apportano qualcosa di personale al suono. Probabilmente anche non neutro (non sono finali “invisibili” insomma) e tendono ad “arricchire” leggermente la gamma medio bassa e media in un modo che a mio parere personale, intriga moltissimo senza sconfinare in una presenza troppo ingombrante. Però ascoltare un coro o un pianoforte usando i Gakuon (sia in un abbinamento che nell’ altro), sempre a mio parere, è un ‘esperienza ricca. Ricca nel senso che ti senti letteralmente teletrasportato in sala ove riesci ad avvertire una partecipazione all’ evento in cui ti immergi che è sconosciuto alle altre amplificazioni provate. Da un certo lato , ad esempio con i finali Fenice di Be Yamamura (in corrente e nati proprio per questi diffusori) senti una maggior chiarezza del suono che tende a porgere il dettaglio in modo più evidente e forse anche neutro. Però la plasticità delle voci e degli strumenti non è comparabile. Con i Gakuon ad esempio, una chitarra è lì che suona anche con tutto il suo corpo, con i Fenice, è una chitarra più “teorica”, senti la perfezione delle corde, ma il “corpo” non è abbastanza presente da creare l’ illusione di avercela li davanti.
Non reputo gli ANJ i migliori mai sentiti in termini di dinamica, mentre in termini di velocitò, secondo me, non ricordo di avere sentito di meglio sul questo impianto. Mescolando un po’ di elementi (ad esempio usando la scheda fono FM sull’ Uesugi Linea) ho sempre ritrovato questa caratteristica di fondo (anche se, a mio avviso, l’ equilibrio tonale e la neutralità del sistema migliorava).
La cosa che maggiormente mi meraviglia di questo finale è la sua incredibile (per me, se si parla di valvole) capacità di controllo della gamma bassa (in questo mi ricorda molto il Sakuma, anche se ha meno dinamica) che ho potuto verificare con vari abbinamenti anche con casse utilizzanti dei woofer da 38 (ad esempio ho provato a collegarli sia a gamma intera alle Khorn che alla 4350, sezione bassi, da me e ancora a gamma intera alle Montagna Spark3, presso la sede del costruttore). In tutti questi casi non c’è mai stato un solo istante in cui io abbia rimpianto uno ss “correntoso” (forse solo una volta, ascoltando le 4350 a “palla” mi è parso che fossero “arrivati”) tipo l’ Halcro. Naturalmente con casse montanti altoparlanti di diametro più piccoli, il problema proprio non si è mai posto (ed era anche abbastanza prevedibile, in questi casi, direi). Questo controllo unito alla velocità, gli permette di derimere anche i messaggi più complicati con estrema facilità.
Nell' uso, appena accesi possono, da freddi, risultare un po' meno dinamici che da caldi, ed avere anche qualche rumorino che esce dalle valvole (delle United Electronics uguali a quelle originalmente montate), ma dopo circa una ventina di minuti sono a punto per l'ascolto.
Il difetto principale che imputerei a questi finali è, a parte la non reperibilità, è la componentistica in gran parte custom, di difficilissima rimpiazzabilità originale in caso di eventuale, malaugurato guasto. Dal punto di vista sonoro, è ovvio che anche questo oggetto, che pur tanto mi piace, ne ha eccome. Diciamo che quelli che ha, sono per il mio gusto, accettabili (la non esagerata potenza e dinamica, una leggera"ambratura" del suono su casse a bassa impedenza, la tendenza ad "accentrare" il suono fra le casse) e pure, almeno in parte, risolvibili.
Pietro
PS: qui il link dell' articolo di KK:
http://hometheaterreview.com/audio-note-gaku-on-monoblock-power-amplifiers-reviewed/
il primo si basava su giradischi Versa 2.0, testina Clearaudio Insider Reference Wood, step up ANJ 6C, pre Dissanayake Resurrection alternato al pre Uesugi linea + fono e casse Dionisio 27 della Yamamura Churchill.
Il secondo, giradischi Grand Prix Monaco, braccio Graham Phantom 2, testina ANJ IOM, step up ANJ 6C, pre fono FM Acoustics 122 MM, pre mono linea Yamamura Churchill (e ci ho, in tempi diversi, anche connesso i finali mono per confronto) e le casse sempre Dionisio.
Naturalmente lo step up era settato a 40 Ohm per la Reference ed 1 Ohm per l' IOM.
Tengo sempre in gran conto l' impiego di queste casse che, io trovo, particolarmente sensibili e rivelatrici di tutto quanto gli viene messo a monte. Questo l' ho notato sia da subito che nel tempo, varie prove che facevo su un componente inserito in uno dei miei impianti quasi sempre, ma in modo decisamente più attenuato, confermavano le osservazioni fatte con le Dionisio.
Preciso che il pre ANJ M7 che ora non ho più, incredibilmente non era un abbinamento perfetto con i Gakuon 845 (mentre erano decisamente meglio con i Gakuon 211) in quanto obbligavano ad un utilizzo del potenziometro troppo ridotto (anche con la testina IO LTD che ha un’ uscita davvero bassissima, nell’ ordine di 0,05 mV) e da un punto di vista dell’ equilibrio tonale, “spingeva” un po’ troppo in gamma bassa/mediobassa, creando un po’ di “melma” che creava un po’ di confusione ed attufamento su certi ceneri in particolar modo. Però certe cose semplici te le faceva sentire con una presenza (colorata si, ma) meravigliosa.
In ogni caso, questi finali apportano qualcosa di personale al suono. Probabilmente anche non neutro (non sono finali “invisibili” insomma) e tendono ad “arricchire” leggermente la gamma medio bassa e media in un modo che a mio parere personale, intriga moltissimo senza sconfinare in una presenza troppo ingombrante. Però ascoltare un coro o un pianoforte usando i Gakuon (sia in un abbinamento che nell’ altro), sempre a mio parere, è un ‘esperienza ricca. Ricca nel senso che ti senti letteralmente teletrasportato in sala ove riesci ad avvertire una partecipazione all’ evento in cui ti immergi che è sconosciuto alle altre amplificazioni provate. Da un certo lato , ad esempio con i finali Fenice di Be Yamamura (in corrente e nati proprio per questi diffusori) senti una maggior chiarezza del suono che tende a porgere il dettaglio in modo più evidente e forse anche neutro. Però la plasticità delle voci e degli strumenti non è comparabile. Con i Gakuon ad esempio, una chitarra è lì che suona anche con tutto il suo corpo, con i Fenice, è una chitarra più “teorica”, senti la perfezione delle corde, ma il “corpo” non è abbastanza presente da creare l’ illusione di avercela li davanti.
Non reputo gli ANJ i migliori mai sentiti in termini di dinamica, mentre in termini di velocitò, secondo me, non ricordo di avere sentito di meglio sul questo impianto. Mescolando un po’ di elementi (ad esempio usando la scheda fono FM sull’ Uesugi Linea) ho sempre ritrovato questa caratteristica di fondo (anche se, a mio avviso, l’ equilibrio tonale e la neutralità del sistema migliorava).
La cosa che maggiormente mi meraviglia di questo finale è la sua incredibile (per me, se si parla di valvole) capacità di controllo della gamma bassa (in questo mi ricorda molto il Sakuma, anche se ha meno dinamica) che ho potuto verificare con vari abbinamenti anche con casse utilizzanti dei woofer da 38 (ad esempio ho provato a collegarli sia a gamma intera alle Khorn che alla 4350, sezione bassi, da me e ancora a gamma intera alle Montagna Spark3, presso la sede del costruttore). In tutti questi casi non c’è mai stato un solo istante in cui io abbia rimpianto uno ss “correntoso” (forse solo una volta, ascoltando le 4350 a “palla” mi è parso che fossero “arrivati”) tipo l’ Halcro. Naturalmente con casse montanti altoparlanti di diametro più piccoli, il problema proprio non si è mai posto (ed era anche abbastanza prevedibile, in questi casi, direi). Questo controllo unito alla velocità, gli permette di derimere anche i messaggi più complicati con estrema facilità.
Nell' uso, appena accesi possono, da freddi, risultare un po' meno dinamici che da caldi, ed avere anche qualche rumorino che esce dalle valvole (delle United Electronics uguali a quelle originalmente montate), ma dopo circa una ventina di minuti sono a punto per l'ascolto.
Il difetto principale che imputerei a questi finali è, a parte la non reperibilità, è la componentistica in gran parte custom, di difficilissima rimpiazzabilità originale in caso di eventuale, malaugurato guasto. Dal punto di vista sonoro, è ovvio che anche questo oggetto, che pur tanto mi piace, ne ha eccome. Diciamo che quelli che ha, sono per il mio gusto, accettabili (la non esagerata potenza e dinamica, una leggera"ambratura" del suono su casse a bassa impedenza, la tendenza ad "accentrare" il suono fra le casse) e pure, almeno in parte, risolvibili.
Pietro
PS: qui il link dell' articolo di KK:
http://hometheaterreview.com/audio-note-gaku-on-monoblock-power-amplifiers-reviewed/