Da flavio@sanders Sab Dic 24 2011, 15:37
L'argomento dell'interazione con l'ambiente è molto importante, permettetemi di esprimere il mio punto di vista...
Acustica Applicata propone, e in modo serio
1- una soluzione per analizzare il problema
2- una soluzione per risolverlo
A mio avviso esiste però una strada alternativa nel caso si vogliano evitare interventi invasivi di correzione passiva e gli elevati costi associati ad essi.
Per mettere a fuoco il problema "copincollo" una porzione di intervento di Antani in Epiguren:
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Le risonanze modali sono predominanti in bassa frequenza e caratterizzano il comportamento acustico fino alla cosiddetta “Frequenza di Schroeder”. La frequenza di Schroeder varia da ambiente ad ambiente e diminuisce all’aumentare del volume della stanza e al diminuire del tempo di riverbero. Per i grandi auditori può scendere anche sotto i 20 Hz, diventando in questo modo praticamente irrilevante. Purtroppo nelle nostre salette tipicamente si attesta fra i 150 e i 250 Hz.
Ma cosa succede al di sotto della Frequenza di Schroeder? Sotto tale frequenza l’acustica è dominata dalla presenza delle onde stazionarie. Per chiarire cosa sia un’onda stazionaria immaginiamo un’onda emessa dal diffusore che rimbalza sulla parete di fronte, torna indietro, rimbalza sulla parete alle spalle del diffusore e si ritrova in fase con un’altra onda di uguale frequenza. Se questo avviene, le onde si rinforzano a vicenda, alterando il suono riprodotto. Questo può avvenire solo per onde la cui lunghezza è comparabile con le dimensioni della stanza, quindi solo in bassa frequenza. In bassa frequenza quindi il livello della pressione sonora fluttua ampiamente spostandosi da punto a punto nell’ambiente, così pure la risposta in frequenza dell’ambiente è fortemente non lineare.
Sopra la frequenza di Schroeder invece il comportamento acustico dell’ambiente è di tipo statistico: le fluttuazioni di livello si riducono di molto sia in funzione della frequenza, sia muovendosi all’interno del locale. I modi sono talmente sovrapposti da non essere più importanti. Ciò significa che la risposta in frequenza dell’ambiente risulta essere tendenzialmente lineare ed indipendente dal punto di ascolto
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Visto che le nostre sale d'ascolto hanno più o meno tutte questo problema, secondo me il primo passo è analizzare l'ambiente perché non è certo facile intervenire in modo empirico ed è utile, direi anzi necessaria, una analisi strumentale.
Per quanto riguarda l'analisi strumentale Acustica Applicata offre questo kit completo del costo di 400 Euro:
http://www.acusticaapplicata.com/hardware.php?lang=ita
Io suggerisco in alternativa questo kit del costo di 270 Euro:
http://shop.xtz.se/measurement-system/xtz-room-analyser-ii-pro
Questo kit permette l'analisi ad alta risoluzione dell'ambiente alle frequenze che ci interessano, da 16 Hz a 250 Hz, identifica le risonanze modali che vogliamo smorzare e soprattutto suggerisce in automatico i filtri parametrici da utilizzare indicando i parametri necessari (frequenza, dB e Q).
Immagino che a questa punto a qualcuno si rizzino le orecchie perché l'utilizzo di equalizzatori parametrici è generalmente sconsigliato in quanto i tentativi di appiattire la risposta in frequenza di un impianto con equalizzatori parametrici non produce normalmente risultati migliori ma ahimè peggiori.
I motivi (legati alla fase) sono spiegati qui: http://www.hometheatershack.com/roomeq/wizardhelpv5/help_en-GB/html/iseqtheanswer.html#top
Ma questi interventi sul crossover attivo fornito di serie nel nostro caso, o su un equalizzatore parametrico negli altri impianti, non hanno problemi perché si limitano a smorzare i picchi a bassa frequenza e, come indicato nello stesso documento:
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....the peaks of the response are caused by features that lie firmly in the region our minimum phase equaliser can handle. We can use the equaliser to help tame the peaks, and the lower down they occur, the better the results we are likely to get
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Sempre per qunato riguarda il trattamento dell'ambiente esiste poi il problema delle riflessioni delle frequenze medie/alte che si trovano al di sopra della frequenza di Schroeder.
Le riflessioni delle pareti laterali, mi riferisco alle prime riflessioni, danneggiano infatti la risposta in frequenza, la risposta ai transienti e l'immagine acustica.
I motivi sono spiegati in questo documento: http://sanderssoundsystems.eu/?page_id=47
Da questo punto di vista è chiara la strada scelta da Sanders di diffusori elettrostatici planari direttivi che limitano al massimo le prime riflessioni delle pareti laterali, ed esistono anche altri diffusori planari direttivi.
Non mi sembra invece razionale la strada dei diffusori ad ampia dispersione per i quali si deve poi intervenire con correzioni passive per smorzarne le riflessioni.
mmm... intervento lunghissimo che esprime naturalmente la mia opinione, mi fermo qui sperando di non avervi annoiato.
Grazie del vostro tempo e AUGURI BUONE FESTE
Flavio
P.S. Dimenticavo.... non ho preso in considerazione sistemi come il DRC partendo dal presupposto di utilizzare sorgenti "tradizionali" e non un PC.
P.P.S La precisione assoluta del microfono di misura non è significativa a queste frequenze anche in considerazione del fatto che andremo a trovare scostamenti che possono essere anche di 15 dB.
Ultima modifica di flavio@sanders il Sab Dic 24 2011, 19:47 - modificato 2 volte.