Sono d'accordo con molto di quello che è stato già detto. In particolare con Pavel (a proposito, ciao!
) sul fatto che l'Hi-Fi è sicuramente un settore in via di estinzione. IL fatto che di continuo spuntino nuovi marchi nulla significa: in un settore commerciale in fase di contrazione di vendite è comunque possibile ottenere buoni guadagni se - come nel nostro caso - i pochi acquirenti sono alto spendenti.
Io separerei però due discorsi. L'Hi-Fi è in crisi per due motivi. Il primo è la scarsa preparazione e lo scarso senso critico della clientela (almeno in Italia, non so all'estero). Colpa delle riviste, del mercato, ma anche degli acquirenti, secondo me. La seconda è che non attrae più l'interesse delle masse.
Partiamo dalla seconda considerazione. Cerco di essere sintetico (sapete che non mi riesce
) e quindi sarò anche lapidario...
Oggi si ascolta molta più musica di quella che si ascoltava venti anni fa, magari, ma la si ascolta non in casa seduti in poltrona ma in giro per il mondo mentre si è in metropolitana, al lavoro, per strada, a fare sport ecc. ecc. Non è solo un cambio di abitudini legato alle mutate esigenze del lavoro (oggi si lavora di più - anche se magari con poca retribuzione - ed il tempo libero è sempre meno), ma anche un fenomeno legato al cambio della funzione della musica nella nostra società: la musica da mezzo di comunicazione e mezzo estetico è diventato intrattenimento. E questo sia per mancanza di idee creative valide da parte dei musicisti, sia perché il "bello" ed il "contenuto" hanno perso valore nella nostra società, dove tutto si consuma, non viene dato valore all'estetico, ed il cervello lo si lascia a casa usandolo il meno possibile.
Questo è il primo aspetto della crisi dell'Hi-FI: ascoltare musica a casa apprezzandone con concentrazione i suoni ed il contenuto è diventato desiderio di pochi. Attenzione però: oggi si ascolta in giro per il mondo musica ad una qualità fino a qualche anno fa impensabile (vi ricordate i walkman?). Ma è normale che, se le masse ascoltano per strada, la ricerca della massima qualità dell'ascolto domestico diventa un settore di nicchia.
Su questo aspetto rassegnamoci: nessuno ci può fare nulla, se non cambiano i costumi. E non è detto cambino.
Il secondo aspetto della crisi dell'HI-Fi, è che questo mercato ormai di nicchia è un mercato malato. Perché è più un mercato del lusso che un mercato di prodotti. Si vende immagine, si vende marketing, si vendono lustrini e boa di struzzo ma non prodotti tecnologici destinati ad una funzione e per essa approntati. Le riviste avrebbero dovuto innalzare il lkivello di conoscenza dei compratori. Ma fermo restando che non è facile divulgare (se sei tecnico sei troppo tecnico, se non sei tecnico racconti favole), le riviste sono state contaminate da un lato dalla necessità del ritorno commerciale (la pubblicità) al punto tale di essere praticamente delle baldracche vendute al migliore offerente. Oppure, nel migliore dei casi, si sono assunte una specie di codice del bon-ton per cui se un prodotto faceva schifo, per non danneggiare il produttore si preferiva non parlarne, non denunciare il fattaccio piuttosto che parlarne a chiare lettere. Il direttore si SUONO stesso , in uno dei suoi più recenti editoriali ha denunciato questo aspetto di silenziosa acquiescenza delle riviste. Ammettendo che si è trattato certamente di un errore. SE una rivista semtte di effettuare l'unica cosa che ne giustifica l'esistenza (la critica al prodotto) diventa mero veicolo pubblicitario.
Ma la malattia vera credo siano gli acquirenti. Che comprano il brand ed i sogni, non prodotti tecnologici. Io però sono fatalista: non è un problema solo dell'Hi-Fi. E' un problema di tutto il commercio. Vi faccio un esempio.
Fino a quattro anni fa esistevano in ambito degli schermi televisivi due sole tecnologie; LED e plasma. IL plasma è stato sempre oggettivamente superiore perché in grado di restituire un contrasto almeno cento volte superiore a quello dei migliori LCD. Eppure commercialmente era più comodo costruire LCD: la pubblicità li decantava come prodotti perfetti e tutti gli acquirenti, da vere pecore, compravano gli LCD aldilà di come si vedevano. Oggi è stata inventata la tecnologia della illuminazione LED degli schermi LCD, e finalmente questi schermi hanno pareggiato col contrasto del plasma. Immmediatamente i LED sono ora commercializzati come prodotto top e i vecchi LCD fanno schifo perché hanno basso contrasto (lo dice proprio la pubblicità): credete che qualcuno dei beoti che hanno comprato per anni LCD convinti che fosse il prodotto top si siano resi conto di essere stati presi per anni egregiamente per il fondoschiena?
Macché
: e vissero tutti felici e contenti... magari ricomprando tutti i televisori di casa.
Fino a che non ci sarà un nuovo prodotto dei sogni che lava più bianco del bianco.....
Perché pensate che in ambito HI-Fi possa essere diverso?
Chi ci si sa barcamenare continuerà a guadagnarci, ma sarà sempre un mercato di nicchia, forse estinto quando lo sarà la nostra generazione. A meno di un ritorno in auge della musica come messaggio ed estetica, a meno di un cambio epocale. A meno di un cambio di consapevolezza degli acquirenti.... due cose in cui credo poco....
Ma, come si dice: chi vuol esser lieto sia, nel doman non v'è certezza....
P.S: hai ragione Lorenzo, ma attenzione, la musica non è necessariamente un fatto individuale. Magari tutti imbambolati davanti allo stereo no, ma un tempo anche fare la pulizia con la consorte poteva essere un mezzo per mettere della musica di sottofondo.... e magari scambiarsi una opinione ogni tanto su questo o quel brano. Aldilà dell'aspetto più estremo delle nostre passioni, e quindi più individuale, è la funzione sociale della musica che è, oggigiorno, finita. Oggigiorno come sottofondo quando ricevi ospiti non metti più un disco: lasci accesa la televisione mentre vi scorrono imbecilli impegnati in reality o quiz idioti. Non mi sembra un bel passo avanti...
Ultima modifica di Pazzoperilpianoforte il Lun Set 19 2011, 10:32 - modificato 1 volta.