PARENTAL GUIDE – EXPLICIT CONTENT
Le parole e i contenuti di cio’ che state per leggere sono dettati da forti impulsi emozionali.
Se non vi piace la musica,se non sapete più’ emozionarvi e soprattutto se non vi piacciono i Genesis,ed in particolare The Lamb Lies Down On Broadway,potete passare al post successivo.
Agli altri,voglio solo dire : se amate i Genesis,se anche vi sono solo indifferenti,
se amate sognare,se non riuscite più’ a farlo,
questa è la musica per voi.
Vorrei dedicare questo 3D a tutti coloro con cui ho interagito in questi mesi,ed agli amici melomani che condividono con me questa innata passione.
“Passion Still Aflame”
-CLOCK DVA-
PROLOGO
Da dove cominciare?
Questa volta non so davvero da dove incominciare.
Dalla musica,dal libretto, da me, dall’emozione che provo ancora a togliere il cellophane da un cosi’ prezioso e desiderato cofanetto, dalla pelle d’oca che mi accompagna ancora oggi ogni qualvolta ascolto qualcosa di siffatta rara,inimitabile bellezza…
Mai soldi furono spesi cosi’ saggiamente…
Un ringraziamento particolare a coloro i quali mi hanno consigliato questo cofanetto,alle recensioni e al conclamato, sviscerato amore per i Genesis, l’unica malattia da cui è un piacere essere contratti, o forse semplicemente un virus congenito.
Due parole sulla qualità dell’incisione.
Registrato nell’ormai lontano ’75,The Lamb ha una freschezza, una dinamica e una trasparenza davvero superbe.
Qualunque,dico QUALUNQUE lavoro sia stato fatto in fase di mixaggio per ottenere un suono cosi’ cristallino, è certamente da approvare, da condividere e soprattutto da rimarcare…
merito certamente anche delle ultime tecniche digitali.
Il supporto del CD infatti è l’ideale quando si parla di cofanetti.
Una cosa impensabile fino a 30 anni fa, sia per la sperequazione dovuta ai costi,sia per la difficile gestione del materiale vinilico.
Certamente il regalo più’ bello che i Genesis abbiano mai fatto ai propri fans e non solo…
E come tutti i fans ti chiedi perché mai questi nastri siano rimasti nel cassetto per quasi 40 anni…
4 CD,i primi due dedicati all’intero The Lamb,e poi trovano spazio,nella terza facciata,alcune gemme di rara bellezza,suonate dal vivo con una maestria che invano il presente sapra’ mai donarci…
Watcher of the sky, e soprattutto I know what I like, che cantata dal vivo da Peter è di una dolcezza davvero infinita.
Il quarto CD raccoglie alcune rare registrazioni e demo del I° periodo quali ad esempio In The Wilderness,Dusk, In The Beginning ecc …
This is the Story of Rael.
La storia di Archive 1 è la storia di The Lamb, che ne occupa metà dello spazio,cioè ben 2 CD su 4.
La storia di The Lamb è la storia di un ragazzino che sentiva parlare dei Genesis da quelli più’ grandi di lui,e che ha cominciato ad ascoltare Trespass,Nursery..,Selling..,ma che riteneva comunque troppo semplici,e poi si è imbattuto in The Lamb, e ne è rimasto folgorato…
Ora,noi potremo qui disquisire per ore se The Lamb sia un concept album o un’opera teatrale
o che cos’altro…ma ascoltare la voce di Peter che fa da intro all’inizio del concerto narrando la storia di Rael,è veramente qualcosa di speciale..,è cosa davvero emozionante,e per me vale da sola l’acquisto dell’intero Box.
Riascoltare dopo quasi 35 anni quella musica e sentirla cosi’ attuale,cosi’ fresca…
si’ ,sono passati quasi 30 anni,ma il pathos,l’amore,quello no,non è passato,ancora
il gruppo nel pieno della forma:
L’onirica,famosa doppia chitarra di S.Hackett,le magiche tastiere di Tony Banks
Il basso pieno di Rutherford,la batteria di Collins che sa di Brand X,con quel rullante secco,
e soprattutto la voce…la voce dell’Arcangelo Gabriele che svetta su ogni altra cosa,
passato-presente-futuro
creando una dimensione sonora che sfiora qui davvero la rappresentazione teatrale.
Se ascoltate questi suoni in cuffia,riuscite a carpire le più’ recondite sfumature della voce e degli strumenti, le campanelline dell’inizio di Hairless Heart (uno dei brani più’ toccanti della raccolta)
e rimarrete affascinati dalla capacità di ricreare quei suoni dal vivo,
di creare la stessa dimensione sonora dell’album in studio e di superarla persino
E se qualcuno si chiede ancora quali siano i famosi tempi dispari,beh,provate a tenere il tempo di Back In N.Y.C….le parole non servono…
E poi sparse qua e là In The Cage con le sue tastiere austere che cesellano,
The Chamber of 32 Doors,cosi’ intimista,cosi’ notturna…
The Waiting Room,davvero unica…ma sono i Genesis quelli che sto ascoltando?
E se mai avessimo avuto dubbi sulle capacita’ del batterista…mr. Collins…un’autografo,please…
Applausi…è la volta di Anyway…le tastiere cosi’ classicheggianti…
Ascoltare Peter che canta the lamia è una sensazione di assoluto benessere che rasenta il piacere fisico,una presenza sonora che fa ancora rabbrividire…
e poi It, e ancora una volta la chitarra si stacca dal contesto seguendo un itinerario che sembra dettato solo dal proprio istinto…sembra più’ veloce,fuori dal tempo…potro’ mai dimenticarla?
Qui la voce di Gabriel sembra aver percorso il tempo e lo spazio per ritornare al luogo di origine,l’ultimo canto del cigno,immortalato nel cielo più’ azzurro dove regnano divini gli arcangeli…
Del quarto cd,ricordiamo:
In the wilderness da From Genesis, versione senza chitarre; Shepherd ( inedito ).
Introduzione con il pianoforte, poi la voce di Peter dolcissima, rende il pezzo sublime e quasi fiabesco, ci sono delicati arpeggi in sottofondo, la melodia scorre fluida e delicata, in alcuni momenti si notano quelli che saranno i temi musicali a venire.
Pacidy, introduzione con le chitarre arpeggiate, la voce di Gabriel come sempre è dolcissima, il ritmo si mantiene pressochè uguale per tutto il pezzo, con delle salite di tono qua e là, nel finale c'è un crescendo dovuto alle tastiere che completano il discorso iniziale.
Let us now make love, la delicata introduzione del flauto di Gabriel, seguito dalla sua voce e dalle chitarre, nella parte centrale tra cantante, cori e strumenti il tono sale in un crescendo suggestivo, nella parte finale, il flauto riprende a tessere suadenti melodie alle quali si uniscono tastiere e batteria; il tono cresce per arrivare poi alla conclusione finale.
Dusk, è il demo del 69 è ha inizio con il metronomo che da il la, quindi un coro non presente in Trespass, poi Gabriel e ancora le voci del coro. L'atmosfera incantata rimane sempre uguale, nonostante che i cori sostituiscano in alcuni momenti gli strumenti della versione originale. Diciamo che i cori predominano il brano, ne sono la costante, la chiusura è del flauto che con l'aiuto della chitarra, chiude il brano in maniera dolce: comunque il finale è del tutto diverso dall'originale, visto che questa parte manca del tutto.
One day ha un'introduzione per pianoforte, poi s'inserisce la chitarra che darà il ritmo al brano su cui s'innsestano i cori e in seguito il piano. Il suono è più spoglio, rispetto alla versione originale e il pezzo perde notevolmente in fascino e atmosfera.
She is beautiful è un demo del 67 che poi diventerà The Serpent, il suono è più essenziale, più acustico con le chitarre in evidenza, rispetto alla versione in studio ci sono delle piccole variazioni, manca il piano che si limita a far da sottofondo.
Patricia, demo del 67 diventerà In hiding, ha un'introduzione pe chitarra e non per piano come nell'originale, la batteria è in sottofondo, la chitarra è solista e sostituisce la voce di Gabriel. In questa versione il pezzo è strumentale.
Quanti brani..quante atmosfere..ma Carpet Crawlers che mi taglierà longitudinalmente e latitudinalmente senza dolore,come la più’ affilata delle lame, mi taglia e mi ricompone annullando per un momento il tempo e lo spazio,il presente ed il futuro,come la più’ lisergica delle droghe,come il più’ recondito degli amplessi…
Un intro di tastiere che arpeggiano fluide come acqua.. Hackett che sembra suonare per i fatti suoi,indipendente,avulso,slegato dal contesto e nello stesso tempo cosi’ inscindibile dal brano stesso,una di quelle cose che non tornano più’ indietro…
La summa…un’enciclopedia sonora…a masterpiece…
Un unico rammarico…
quello di non aver mai visto i Genesis dal vivo.
Ma Peter Gabriel,quello si’…
Era il 1980,i Simple Minds di supporto,
e l’agnello giaceva già su Broadway.
liz.
Le parole e i contenuti di cio’ che state per leggere sono dettati da forti impulsi emozionali.
Se non vi piace la musica,se non sapete più’ emozionarvi e soprattutto se non vi piacciono i Genesis,ed in particolare The Lamb Lies Down On Broadway,potete passare al post successivo.
Agli altri,voglio solo dire : se amate i Genesis,se anche vi sono solo indifferenti,
se amate sognare,se non riuscite più’ a farlo,
questa è la musica per voi.
Vorrei dedicare questo 3D a tutti coloro con cui ho interagito in questi mesi,ed agli amici melomani che condividono con me questa innata passione.
“Passion Still Aflame”
-CLOCK DVA-
PROLOGO
Da dove cominciare?
Questa volta non so davvero da dove incominciare.
Dalla musica,dal libretto, da me, dall’emozione che provo ancora a togliere il cellophane da un cosi’ prezioso e desiderato cofanetto, dalla pelle d’oca che mi accompagna ancora oggi ogni qualvolta ascolto qualcosa di siffatta rara,inimitabile bellezza…
Mai soldi furono spesi cosi’ saggiamente…
Un ringraziamento particolare a coloro i quali mi hanno consigliato questo cofanetto,alle recensioni e al conclamato, sviscerato amore per i Genesis, l’unica malattia da cui è un piacere essere contratti, o forse semplicemente un virus congenito.
Due parole sulla qualità dell’incisione.
Registrato nell’ormai lontano ’75,The Lamb ha una freschezza, una dinamica e una trasparenza davvero superbe.
Qualunque,dico QUALUNQUE lavoro sia stato fatto in fase di mixaggio per ottenere un suono cosi’ cristallino, è certamente da approvare, da condividere e soprattutto da rimarcare…
merito certamente anche delle ultime tecniche digitali.
Il supporto del CD infatti è l’ideale quando si parla di cofanetti.
Una cosa impensabile fino a 30 anni fa, sia per la sperequazione dovuta ai costi,sia per la difficile gestione del materiale vinilico.
Certamente il regalo più’ bello che i Genesis abbiano mai fatto ai propri fans e non solo…
E come tutti i fans ti chiedi perché mai questi nastri siano rimasti nel cassetto per quasi 40 anni…
4 CD,i primi due dedicati all’intero The Lamb,e poi trovano spazio,nella terza facciata,alcune gemme di rara bellezza,suonate dal vivo con una maestria che invano il presente sapra’ mai donarci…
Watcher of the sky, e soprattutto I know what I like, che cantata dal vivo da Peter è di una dolcezza davvero infinita.
Il quarto CD raccoglie alcune rare registrazioni e demo del I° periodo quali ad esempio In The Wilderness,Dusk, In The Beginning ecc …
This is the Story of Rael.
La storia di Archive 1 è la storia di The Lamb, che ne occupa metà dello spazio,cioè ben 2 CD su 4.
La storia di The Lamb è la storia di un ragazzino che sentiva parlare dei Genesis da quelli più’ grandi di lui,e che ha cominciato ad ascoltare Trespass,Nursery..,Selling..,ma che riteneva comunque troppo semplici,e poi si è imbattuto in The Lamb, e ne è rimasto folgorato…
Ora,noi potremo qui disquisire per ore se The Lamb sia un concept album o un’opera teatrale
o che cos’altro…ma ascoltare la voce di Peter che fa da intro all’inizio del concerto narrando la storia di Rael,è veramente qualcosa di speciale..,è cosa davvero emozionante,e per me vale da sola l’acquisto dell’intero Box.
Riascoltare dopo quasi 35 anni quella musica e sentirla cosi’ attuale,cosi’ fresca…
si’ ,sono passati quasi 30 anni,ma il pathos,l’amore,quello no,non è passato,ancora
il gruppo nel pieno della forma:
L’onirica,famosa doppia chitarra di S.Hackett,le magiche tastiere di Tony Banks
Il basso pieno di Rutherford,la batteria di Collins che sa di Brand X,con quel rullante secco,
e soprattutto la voce…la voce dell’Arcangelo Gabriele che svetta su ogni altra cosa,
passato-presente-futuro
creando una dimensione sonora che sfiora qui davvero la rappresentazione teatrale.
Se ascoltate questi suoni in cuffia,riuscite a carpire le più’ recondite sfumature della voce e degli strumenti, le campanelline dell’inizio di Hairless Heart (uno dei brani più’ toccanti della raccolta)
e rimarrete affascinati dalla capacità di ricreare quei suoni dal vivo,
di creare la stessa dimensione sonora dell’album in studio e di superarla persino
E se qualcuno si chiede ancora quali siano i famosi tempi dispari,beh,provate a tenere il tempo di Back In N.Y.C….le parole non servono…
E poi sparse qua e là In The Cage con le sue tastiere austere che cesellano,
The Chamber of 32 Doors,cosi’ intimista,cosi’ notturna…
The Waiting Room,davvero unica…ma sono i Genesis quelli che sto ascoltando?
E se mai avessimo avuto dubbi sulle capacita’ del batterista…mr. Collins…un’autografo,please…
Applausi…è la volta di Anyway…le tastiere cosi’ classicheggianti…
Ascoltare Peter che canta the lamia è una sensazione di assoluto benessere che rasenta il piacere fisico,una presenza sonora che fa ancora rabbrividire…
e poi It, e ancora una volta la chitarra si stacca dal contesto seguendo un itinerario che sembra dettato solo dal proprio istinto…sembra più’ veloce,fuori dal tempo…potro’ mai dimenticarla?
Qui la voce di Gabriel sembra aver percorso il tempo e lo spazio per ritornare al luogo di origine,l’ultimo canto del cigno,immortalato nel cielo più’ azzurro dove regnano divini gli arcangeli…
Del quarto cd,ricordiamo:
In the wilderness da From Genesis, versione senza chitarre; Shepherd ( inedito ).
Introduzione con il pianoforte, poi la voce di Peter dolcissima, rende il pezzo sublime e quasi fiabesco, ci sono delicati arpeggi in sottofondo, la melodia scorre fluida e delicata, in alcuni momenti si notano quelli che saranno i temi musicali a venire.
Pacidy, introduzione con le chitarre arpeggiate, la voce di Gabriel come sempre è dolcissima, il ritmo si mantiene pressochè uguale per tutto il pezzo, con delle salite di tono qua e là, nel finale c'è un crescendo dovuto alle tastiere che completano il discorso iniziale.
Let us now make love, la delicata introduzione del flauto di Gabriel, seguito dalla sua voce e dalle chitarre, nella parte centrale tra cantante, cori e strumenti il tono sale in un crescendo suggestivo, nella parte finale, il flauto riprende a tessere suadenti melodie alle quali si uniscono tastiere e batteria; il tono cresce per arrivare poi alla conclusione finale.
Dusk, è il demo del 69 è ha inizio con il metronomo che da il la, quindi un coro non presente in Trespass, poi Gabriel e ancora le voci del coro. L'atmosfera incantata rimane sempre uguale, nonostante che i cori sostituiscano in alcuni momenti gli strumenti della versione originale. Diciamo che i cori predominano il brano, ne sono la costante, la chiusura è del flauto che con l'aiuto della chitarra, chiude il brano in maniera dolce: comunque il finale è del tutto diverso dall'originale, visto che questa parte manca del tutto.
One day ha un'introduzione per pianoforte, poi s'inserisce la chitarra che darà il ritmo al brano su cui s'innsestano i cori e in seguito il piano. Il suono è più spoglio, rispetto alla versione originale e il pezzo perde notevolmente in fascino e atmosfera.
She is beautiful è un demo del 67 che poi diventerà The Serpent, il suono è più essenziale, più acustico con le chitarre in evidenza, rispetto alla versione in studio ci sono delle piccole variazioni, manca il piano che si limita a far da sottofondo.
Patricia, demo del 67 diventerà In hiding, ha un'introduzione pe chitarra e non per piano come nell'originale, la batteria è in sottofondo, la chitarra è solista e sostituisce la voce di Gabriel. In questa versione il pezzo è strumentale.
Quanti brani..quante atmosfere..ma Carpet Crawlers che mi taglierà longitudinalmente e latitudinalmente senza dolore,come la più’ affilata delle lame, mi taglia e mi ricompone annullando per un momento il tempo e lo spazio,il presente ed il futuro,come la più’ lisergica delle droghe,come il più’ recondito degli amplessi…
Un intro di tastiere che arpeggiano fluide come acqua.. Hackett che sembra suonare per i fatti suoi,indipendente,avulso,slegato dal contesto e nello stesso tempo cosi’ inscindibile dal brano stesso,una di quelle cose che non tornano più’ indietro…
La summa…un’enciclopedia sonora…a masterpiece…
Un unico rammarico…
quello di non aver mai visto i Genesis dal vivo.
Ma Peter Gabriel,quello si’…
Era il 1980,i Simple Minds di supporto,
e l’agnello giaceva già su Broadway.
liz.