Ho passato poco meno di due ore a Mediaworld, in un momento di scarso afflusso di clientela. Ho avuto la fortuna di incontrare un commesso di grande passione e molto più che discreta competenza. Ho ascoltato le sennheiser hd 558 e le Denon 2000 attaccate a un improbabile sistema compatto e portatile della yamaha. Le sennheiser erano inascoltabili, le Denon non male.
Bighellonando scopro che nel reparto dedicato alle casse suona l' accoppiata yamaha cd-s1000/AS-1000. Ricordo che l' uscita cuffia dell' amplificatore passa per buona e ottengo dal gentilissimo commesso di ascoltare le cuffie con quella configurazione. Prendo la sedia, lui porta le cuffie; le casse (un tre vie della Canton: non malvagio, un po' secco e dall' impostazione brillante. Avrei gradito più polpa) si staccano automaticamente con l' inserzione del jack nell' uscita cuffie.
Disgraziatamente il commesso non ha a disposizione alcun CD di musica classica.
Ho provato per circa un' ora le cuffie sottoelencate con generi, gruppi e cantanti a me totalmente sconosciuti.
Ascolto degli After Hours e di Eric Clapton.
Denon 2000: grande impatto, ottima la resa della batteria, grande impressione di velocità e movimento. Divertente (per gli amanti del genere: il mio post è anodinamente audiofilo) la chitarra elettrica, specie nella restituzione dei suoi picchi di distorsione.
Il basso non è per nulla gonfio, non ha code, ma ha quel minimo di rotondità che lo rende più saporito. Disastrosa la resa della voce, non solo arretrata, ma passata di plastica e inopinatamente sbiancata, come se il cantante degli AH fosse appena stato liberato dalle Orsoline.
Sennheiser hd 558: un disastro. La cuffia suona incredibilmente meglio di quando era pilotata dal portatile yamaha, credo di poter dire sia ben pilotata, nulla a che vedere con il cattivo ricordo dell' RPX-33 con la mia hd 555 (il modello antecedente la 558) a casa di Fabrizio.
Tuttavia tutto è pessimo, tranne la voce, che ha la giusta inflessione di un tabagista che ha da lungi smarrito il viatico della virtù. In sé la sennheiser non avrebbe nemmeno problemi di tenuta in potenza della gamma bassa, le cosiddette "bordate" sono ben governate: ma è come se un' equità polita ed eletta imponesse loro un ' educazione forzosa alle incursioni musicalmente più fetenti. Il non-potere come luogo della misura.
L' effetto è il medesimo di un moccioso scavezzacollo in un salotto di persone "per bene": anche se tace, si avverte il suo disagio.
Pioneer 2000: non male, più corretta della Denon, una gamma media sbiancata rispetto alla sennheiser ma non di plastica come la Denon, rispetto a cui il basso è più secco e meno rotondo. L' impressione è che scenda anche di più. Unico problema: il basso non ha code, ma qualche volta restituisce delle fastidiose risonanze. Il ritmo ha il medesimo vigore della Denon, ma è meno giocondo, più snello.
A questo punto chiedo al commesso, cui descrivo nei termini di cui sopra le mie impressioni, se ha qualcosa di acustico, e mi mette un disco con un florilegio di brani a me ignoti, mi pare di impronta jazz.
La situazione è totalmente ribaltata.
La Denon è addirittura sconcia: un supplizio la voce, irreale la chitarra acustica.Non c'è una corda che vibra, risuonante nella cassa armonica, ma una scudisciata greve e metallica.
Sulla falsariga la Pioneer, meno volgare, ma più anonima.
La Sennheiser finalmente suona e bene. La voce ha fiato, colore, spessore; la corda riverbero, propagazione, tempo. Il suono è come se arrivasse a noi da una distanza non tangibile, imprecisata. Non è questione di headstage: la tridimesionalità non è superiore a quella della Denon e in sé non è nulla di rimarchevole. E' che il suono che sento è come se fosse proposto nell' illusione del transito dell' aria che lo tragitta, completa e smorza. C'è quasi un pudore intrinseco che ci impedisce di avvicinarci al centro dell' emissione sonora.
La gamma alta meno luminosa rispetto a Denon e Pioneer, quella media un fiore, la bassa più rotonda che percussiva. Forse c'è meno articolazione, di sicuro più pacatezza e senso di unità nella distribuzione delle parti all' interno della massa sonora. Il bilanciamento tonale è più scuro che nella altre due, bianchissime.
Per Finire.
La Denon 2000 può essere un ' ottima scelta per musica amplificata dove il ruolo della voce non è determinante. Non risente molto del pilotaggio. La differenza tra i due impianti c' era, ma non importante. E' comoda, i padiglioni in pelle sono morbidi e piacevoli al tatto.
Pioneer 2000 potrebbe essere una alternativa valida, specie per la voce, se non ci fosse quella fastidiosa risonanza in gamma bassa (non mediobassa: proprio bassa): l' anonimità viene riscattata da una maggiore correttezza.
Sennheiser hd 558 è una ottima scelta per la musica non amplificata. In caso contrario è meglio desistere. Richiede un pilotaggio e una sorgente decenti. L' aspetto e le finiture sono più plasticose della sennheiser hd 555 (non azzardo confronti sonici tra le due).
E' buffo che una cuffia da 150 E. di una azienda tra le più importanti del settore abbia più esigenze di una da 300: ancora più curioso si rivolga al non mastodontico pubblico dei patiti di "classica". Memore del mio soggiorno a Berlino: è una cuffia tedesca.
Bighellonando scopro che nel reparto dedicato alle casse suona l' accoppiata yamaha cd-s1000/AS-1000. Ricordo che l' uscita cuffia dell' amplificatore passa per buona e ottengo dal gentilissimo commesso di ascoltare le cuffie con quella configurazione. Prendo la sedia, lui porta le cuffie; le casse (un tre vie della Canton: non malvagio, un po' secco e dall' impostazione brillante. Avrei gradito più polpa) si staccano automaticamente con l' inserzione del jack nell' uscita cuffie.
Disgraziatamente il commesso non ha a disposizione alcun CD di musica classica.
Ho provato per circa un' ora le cuffie sottoelencate con generi, gruppi e cantanti a me totalmente sconosciuti.
Ascolto degli After Hours e di Eric Clapton.
Denon 2000: grande impatto, ottima la resa della batteria, grande impressione di velocità e movimento. Divertente (per gli amanti del genere: il mio post è anodinamente audiofilo) la chitarra elettrica, specie nella restituzione dei suoi picchi di distorsione.
Il basso non è per nulla gonfio, non ha code, ma ha quel minimo di rotondità che lo rende più saporito. Disastrosa la resa della voce, non solo arretrata, ma passata di plastica e inopinatamente sbiancata, come se il cantante degli AH fosse appena stato liberato dalle Orsoline.
Sennheiser hd 558: un disastro. La cuffia suona incredibilmente meglio di quando era pilotata dal portatile yamaha, credo di poter dire sia ben pilotata, nulla a che vedere con il cattivo ricordo dell' RPX-33 con la mia hd 555 (il modello antecedente la 558) a casa di Fabrizio.
Tuttavia tutto è pessimo, tranne la voce, che ha la giusta inflessione di un tabagista che ha da lungi smarrito il viatico della virtù. In sé la sennheiser non avrebbe nemmeno problemi di tenuta in potenza della gamma bassa, le cosiddette "bordate" sono ben governate: ma è come se un' equità polita ed eletta imponesse loro un ' educazione forzosa alle incursioni musicalmente più fetenti. Il non-potere come luogo della misura.
L' effetto è il medesimo di un moccioso scavezzacollo in un salotto di persone "per bene": anche se tace, si avverte il suo disagio.
Pioneer 2000: non male, più corretta della Denon, una gamma media sbiancata rispetto alla sennheiser ma non di plastica come la Denon, rispetto a cui il basso è più secco e meno rotondo. L' impressione è che scenda anche di più. Unico problema: il basso non ha code, ma qualche volta restituisce delle fastidiose risonanze. Il ritmo ha il medesimo vigore della Denon, ma è meno giocondo, più snello.
A questo punto chiedo al commesso, cui descrivo nei termini di cui sopra le mie impressioni, se ha qualcosa di acustico, e mi mette un disco con un florilegio di brani a me ignoti, mi pare di impronta jazz.
La situazione è totalmente ribaltata.
La Denon è addirittura sconcia: un supplizio la voce, irreale la chitarra acustica.Non c'è una corda che vibra, risuonante nella cassa armonica, ma una scudisciata greve e metallica.
Sulla falsariga la Pioneer, meno volgare, ma più anonima.
La Sennheiser finalmente suona e bene. La voce ha fiato, colore, spessore; la corda riverbero, propagazione, tempo. Il suono è come se arrivasse a noi da una distanza non tangibile, imprecisata. Non è questione di headstage: la tridimesionalità non è superiore a quella della Denon e in sé non è nulla di rimarchevole. E' che il suono che sento è come se fosse proposto nell' illusione del transito dell' aria che lo tragitta, completa e smorza. C'è quasi un pudore intrinseco che ci impedisce di avvicinarci al centro dell' emissione sonora.
La gamma alta meno luminosa rispetto a Denon e Pioneer, quella media un fiore, la bassa più rotonda che percussiva. Forse c'è meno articolazione, di sicuro più pacatezza e senso di unità nella distribuzione delle parti all' interno della massa sonora. Il bilanciamento tonale è più scuro che nella altre due, bianchissime.
Per Finire.
La Denon 2000 può essere un ' ottima scelta per musica amplificata dove il ruolo della voce non è determinante. Non risente molto del pilotaggio. La differenza tra i due impianti c' era, ma non importante. E' comoda, i padiglioni in pelle sono morbidi e piacevoli al tatto.
Pioneer 2000 potrebbe essere una alternativa valida, specie per la voce, se non ci fosse quella fastidiosa risonanza in gamma bassa (non mediobassa: proprio bassa): l' anonimità viene riscattata da una maggiore correttezza.
Sennheiser hd 558 è una ottima scelta per la musica non amplificata. In caso contrario è meglio desistere. Richiede un pilotaggio e una sorgente decenti. L' aspetto e le finiture sono più plasticose della sennheiser hd 555 (non azzardo confronti sonici tra le due).
E' buffo che una cuffia da 150 E. di una azienda tra le più importanti del settore abbia più esigenze di una da 300: ancora più curioso si rivolga al non mastodontico pubblico dei patiti di "classica". Memore del mio soggiorno a Berlino: è una cuffia tedesca.
Ultima modifica di Lo Zio il Lun Mar 28 2011, 22:26 - modificato 1 volta.