Ma allora, come suona?
Prima osservazione: io ho ascoltato un fortepiano, cioé la versione settecentesca del pianoforte odierno. Si tratta di uno strumento che non produce pressioni sonore elevate, e che viene di solito regitrato da abbastanza vicino per questo motivo.
Normalmente nelle registrazioni di questo strumento in CD il problema non è quindi la dinamica, ma il timbro. Lo strumento suona molto argentino, con grande ricchezza di armonici, il suono molto luminoso ed in nulla velato, apertissimo e leggero. Il supporto CD fatica a renderne il timbro autentico. Normalmente al resa degli armonici col CD è deficitaria, perché tagliata all'estremo acuto, di conseguenza il master viene equilibrato mettendo un pizzico in evidenza il medioalto in modo da compensare la mancanza di aria del CD. Se il tecnico ci sa fare, il risultato è complessivamente apprezzabile ma non ideale.
Cosa succede con un segnale campionato 24 bit/ 96 Khz?
Prima osservazione: qui sembra che i tecnici, aldilà dell'esperimento sul riverbero virtuale di cui vi raccontavo, non abbiano toccato nulla: forse avranno compensato il fatto che i microfoni normalmente sono salenti di guadagno in gamma alta, perché la risposta timbrica sembra proprio flat. Per il resto sembra non sia stato fatto nulla.
Non so come spiegarvi le sensazioni di questo ascolto: io sono semplicemente rimasto xcon il fiato sospeso i primi venti minuti. Poi mi sono lentamente ripreso
.
Timbro: flat.
Ariosità: senza mende.
Varietà di colori: infinita.
Varietà dinamica: enorme e naturale.
Naturale è la parola unica che viene in mente in questi ascolti. Il suono è liquido, per niente velato (molto diversamente da come accade troppo spesso col CD), per niente ingentilito nel timbro o arrotondato nei picchi ma per niente faticoso ad udirsi. Reale. Non si può aprlare di resa del basso, dell'acuto, del medio. Semplicemente: la freschezza della riproduzione può avere come riferimento solo il suono reale. Come se avessimo toloto dal suono un telo che prima ci impediva di bene intendere, come se avessimo tolto quelle distorsioni "eufoniche" che possono risultare anche piacevoli ma traslano la riproduzione in un mondo parallelo rispetto alla realtà dell'evento musicale ma non perfettamente sovrapponibile.
Io non ho mai sentito suonare una sorgente così, in termini di raffinatezza di microcontrasto, di velocità del suono, di freschezza, di mancanza di opacità e velature, in termini di naturalezza.
La scalatura di dinamiche e colori è praticamente infinita. I rumori meccanici dello strumento, adesso, sono udibili ma perfettamente discernibili dal suono dello strumento, laddove con il CD talvolta al rumore meccanico viene dato un rilievo insolito, innaturale quando si ascolta questo strumento. Nessuna sdrucitura, oserei dire: nessun difetto (
).
Ritornando con la mente ai discorsi sulla freddezza del suono digitale viene francamente da ridere. IL suono non è né freddo né caldo, è come arriva dal microfono, punto. E come succede dal vivo, dove il conceto di freddo e caldo non esiste, a meno che non ci si metta di mezzo con gli strumenti acustici una sala troppo assorbente acusticamente.
IL CD viene veramente distrutto al confronto, vi dicevo: una semplificazione artefatta di quello che si sente inq uesti dischi, più faticoso da sentirsi, meno realistico nella microdinamica, meno nitido, meno presente, meno veloce. La copoia su nastro analogico di un diso in vinile, per farvi avere una idea per difetto di quello che appare qui evidente all'ascolto. Acuto apertissimo e fluido, senza nessuna asprezza, soprattutto.
Per coloro di voi che avevano ascoltato il SACD, si tratta di un suono a mio parere superiore anche a quello sfortunato (commercialmente) media. Il SACd mi ha sempre dato l'impressione, pur nella grande ricchezza armonica e dinamica, di portarsi dietro un pizzico di esilità del medio, rispetto al resto della gamma. Una sorta di schiarimento timbrico. Qui i centri sono densi e pieni, ed il suono oltre che essere ricco di armonici è anche molto materico, cosa che non era facile da ottenersi col SACD. I motivi tecnici di questa superiorità del master PCM 24/96 riversato su Blu-Ray rispetto a master DSD riversati su SACD io non li conosco, però il Blu-Ray audio, anche in questa risoluzione - che non è quella massima prevista dal sistema che gestisce anche frequenze di campionamento doppie rispetto a questa - vince.
A questo punto tutti si chiederanno: meglio o peggio del vinile? Difficile a dirsi.
Il vinile ha una connotazione calda e rotonda, armonicamente ricca, materica, che non è - per chiunque sia obiettivo analizzando il suono di un concerto acustico in sala da concerto -un suono reale. E' una sua trasposizione, magari acusticamente ammaliante. La naturalezza e la varietà dinamica e l'aperture in alto rendono questo media certo migliore, sotto vari aspetti del CD.
Chi ricercherà questo effetto - io lo chiamo eufonico, un pò anni '60 - del vinile nel Blu-Ray audio non potrà trovarlo. E continuerà quindi ad amare la qualità ed il timbro permessi dal vinile.
Chi invece non legato da amore per quel suono si confronterà obiettivamente col nuovo media, si renderà conto che può essere anche considerato superiore al vinile, propriò in virtù dell'assenza di quella colorazione eufonica, di quell'arrotondamento del picco, che rende il vinile tanto musicale. IL pCm lineare 24 bit/96 Khz non arrotonda, non smorza, non eufonizza, non riscalda, ma proprio per questo disarma: la sensazione è proprio quella di essere difronte ad uno strumento suonato dal vivo. Chi di voi ascolta strumenti acustici, messo davanti ad un pianoforte in sala da concerto, ad una chitarra acustica, ha mai la tentazione di domandarsi se il suono è reale o meno verosimile o meno? No. Perché i connotati di quel suono (velocità, assenza di velature, grande microcontrasto, assenz adi durezze) sono immediatamente identificati come reali. La stessa cosa succede col Blu-ray audio. Mentre non succede col vinile: dove il suono è bellissimo, ma ripeto colorato con una timbratura ambrata, con un velo di eufonia nei picchi, che nella realtà non esiste.
Intendiamoci: vinile tanto musicale finché si rimane nei due terzi/tre quarti esterni dello spazio incidibile del disco 33 giri. Che avvicinandosi al centro del disco la distorsione sale ed addio perfezione dell'analogico. Certo chi ama il suono del vinile lo ama anche per queste caratteristiche, e non credo quindi che il suo amore possa essere scalfito da un suono di natura diversa. Ma questo è un altro discorso.
IO non so se questo media musicale prenderà piede. Francamente mi interessa poco.
A me interessa che:
1. Per chi voglia e possa affiancare una sorgente BLu-ray e convertirla con convertitore esterno è
oggi possibile disporre in casa di file digitali ad alta risoluzione di qualità notevolmente alta. Speriamo che l'offerta di registrazioni aumenti.
2. Una volta svincolati dai sistemi PC - che al momento sembano ancora ottimizzabili e non ottimali - per la gestione di file digitali ad alta risoluzione, la superiorità di questi rispetto agli altri media che abbiamo finora avuto a disposizione a casa nostra è a mio parere indiscutibile e disarmante. Non posso che prendere questa evidenza col maggiore entusiasmo possibile.
3. Non riesco ad immaginare che livello sonoro si possa raggiungere nelle nostre case con file 24 bit/192 KHz, come possibile dal sistema BLu-Ray (!)
4. L'unica superiorità rispetto ad un disco digitale o un file audio 24 bit/96 Khz, o ancor meglio 24 bit/ 192 Khz, può forse essere attribuita ai soli master analogici.... ma sfido uno di voi a portarseli a casa....
Viva il digitale ad alta risoluzione!
Ciao!