heartbreaker ha scritto:Forse non comprendo bene il problema. Che io sappia in un Xover elettronico a x vie ogni via in uscita è separata dalle altre almeno da un buffer per cui le varie uscite oltre ad avere la stessa impedenza fra loro non si vedono proprio( come pure non si dovrebbero vedere le reti di taglio dopo l'ingresso). Quindi in teoria, una volta che si sia rispettato il rapporto di 1:10 fra l'impedenza di uscita del Xover e l'impedenza di ingresso del finale non dovrebbero insorgere problemi anche utilizzando ampli finali differenti.
Il problema, caso mai, si presenta per ogni via perchè la impedenza di ingresso del finale non è costante da 20Hz a 20KHz, come pure la capacità di ingresso, per cui è consigliabile utilizzare finali uguali per cercare di avere un comportamento omogeneo. Ovviamente le prove sul campo potranno poi dire se,invece, si possono utilizzare tranquillamente finali diversi fra loro, se non altro per non sprecare potenza.
Altra cosa che non capisco è la utilità di entrate multiple regolate nel Xover quando comunque hai una uscita unica dal pre. Anche se il pre avesse due coppie di connettori di uscita in parallelo, collegarli a due ingressi diversi significherebbe solo far vedere al pre una impedenza minore risultante dal parallelo dei due ingressi, il che potrebbe caricare troppo lo stadio di uscita del pre. Più il fatto che i due ingressi del Xover, se separati ognuno dal suo dispositivo attivo, potrebbero anche confliggere fra loro. Mi sembra una complicazione inutile.
Quindi mi pare di capire, anche sulla base di quanto gia scritto sopra da Dario 58, che per quanto riguarda il "matching" dell impedenza tra due device, l'ingresso deve avere un valore almeno 10 volte superiore a quello dell'uscita del device a cui è collegato.
Non conoscendo i valori del pre mi pongo qualche dubbio sulla compatibilità con il Xover (e quindi mi devo fidare delle mie orecchie, che mi dicono che "suona bene").
Giusto per curiosita mi piacerebbe sapere quali sono i problemi in caso in cui non fosse rispettato questo valore x10.
Riguardo al fatto che l'impedenza di ingresso non sia costante su tutta la gamma, questo ne ero a conoscenza, e ciò fiinsice anche per influire (non mi è chiaro in che misura) sulla risposta in frequenza dell'amplificatore. Nel caso di due ampli assegnati a bande differenti dubito però che questo rappresenti uin problema per ovvi motivi. Al limite sarebbe da misurare quale dei vari ampli ha risposta piu lineare in una certa gamma ed utilizzarlo su quella. Credo però che le variazioni siano tali da non rappresentare un problema, soprattutto se si rafffrontano con l'influenza dell'ambiente e a maggior ragione se si utilizza un sistema DRC.
heartbreaker ha scritto:
Altra cosa che non capisco è la utilità di entrate multiple regolate nel Xover quando comunque hai una uscita unica dal pre. Anche se il pre avesse due coppie di connettori di uscita in parallelo, collegarli a due ingressi diversi significherebbe solo far vedere al pre una impedenza minore risultante dal parallelo dei due ingressi, il che potrebbe caricare troppo lo stadio di uscita del pre. Più il fatto che i due ingressi del Xover, se separati ognuno dal suo dispositivo attivo, potrebbero anche confliggere fra loro. Mi sembra una complicazione inutile.
Trattandosi di un DSP che (direi come tutti gli altri) è principalmente orientato ad un utilizzo "Pro", questo non considera i canali come destro e sinistro.
Dispone di quattro entrate e otto uscite. Ogni entrata puo essere collegata a qualunque uscita tramite le impostazioni.
Nel mio caso ho collegato il canale sinistro in uscita dal pre all'ingresso 1 del crossover che ho abbinato alle uscite dispari (1,3,5 e 7). Il canale destro in uscita dal pre e collegato all'entrata 2 del Xover che esce sulle uscite pari (2,4,6 e 8).
Restano inutilizzate le entrate 3 e 4 del crossover.
Le entrate dispongono di alcuni DSP da applicare sull'ingresso, e che quindi si ripercuotono su tutte le uscite collegate a tale ingresso.
C'è il gain (utile ad esempio da usare come balance per capirci), un compressore/espansore di dinamica e non ricordo cosa altro. e un equalizzatore dinamico.
L'equalizzatore dinamico è utile in quanto consente di decidere la soglia e la quantita di intervento in funzione del volume. Per capirci il loudness è una sorta di equalizzatore dinamico almeno in quegli ampli che ne prevedevano la disattivazione oltre un certo livello.
Lo trovo utile in quanto la correzione ambientale tramite DRC non prende in considerazione la pressione acustica, mentre in realta determinati modi e nodi di risonanza non sono costanti al variare del volume, per cui è utile potere compensare la correzione in maniera automatica in caso di ascolto a basso volume.
Vorrei anche sentire un parere sul mio metodo di impostazione del volume.
Cioè valore medio sul DSP, gain al massimo sugli ampli (dove è regolabile) e regolazione del volume durante l'ascolto sul pre.
In alcuni casi sarebbe in realta necessario regolare il volume sul DSP in quanto determinati "processori" del DSP hanno una soglia di intervento, ad esempio il compressore espansore. Dunque se il livello del DSP cambia a seconda della regolazione del volume del pre è praticamente impossibile usarlo.
Ascolto prevalentemente musica ben registrata e con buona dinamica ma occasionalmente capita qualche bel disco con dinamica molto compressa, e a volte ascolto anche qualche vinile. Essendo possibile gestire l'espansione separatamente su ciascuna uscita, dispongo praticamente di un espansore a quattro bande, che meriterebbe quantomeno di essere provato prima di cestinare definitivamente gli album di musica liquida vittime della loudness war, o anche per migliorare un po la dinamica dei vinili.