Salve a tutti, sono nuovo del forum, ho già lasciato un messaggio alla sezione saluti dove c’è una mia breve presentazione, oltre ad anticipare che vi avrei parlato del gira che mi sono costruito. Non prima però di aver ringraziato tutti coloro che mi hanno dato il benvenuto.
Alcune premesse: non sono un esperto del settore, il progetto che ho messo in piedi è nato quasi per caso: cercando di restaurare un vecchio giradischi acquistato usato molti anni fa: quando lo smontai mi resi conto di quanto fosse un cesso totale, non ricordo nemmeno la marca, ma era veramente pessimo. Decisi quindi di riciclare qualche pezzo salvabile e ricostruire il resto. Poi, come si sa in questi casi, il progetto si allarga, cresce, si complica e sono finito per tenere solo il perno (col senno del poi avrei dovuto buttare pure quello) e di costruire tutto da zero.
Gli obiettivi per forza di cose (poca esperienza, mancanza di attrezzatura sofisticata, budget basso) non sono mirabolanti, ma misurati alla mia portata e alle mie necessità: un impiantino da salotto, gradevole all’aspetto e facile da usare anche da parte della mia compagna. Ovviamente (un po' più avanti) seguirà ampli valvolare, casse e mobiletto/stand; tutto fatto in casa da me. Non grandissime pretese insomma, l’unica cosa che a livello sonoro mi piacerebbe ottenere è il superamento della qualità offerta dalla musica digitale compressa in bassa qualità. Almeno questo spero di raggiungerlo. Poi se l’appetito vien mangiando…
La mia attrezzatura: un garage adibito a piccola officina che uso anche per lavoro da artigiano elettricista quale sono, e provvisto di un po' di extra per lavorazione del legno (altra mia passione la falegnameria) e metalli, ma non ho il tornio purtroppo.
La costruzione è cominciata un paio d’anni fa ed è andata avanti a singhiozzo compatibilmente con il tempo libero che potevo dedicargli, più una full immersion finale negli ultimi due mesi per poterlo mettere in funzione appena prima di Natale (disco di Frank Sinatra già in possesso).
Ma veniamo alla ciccia: il basamento è in legno massello di Iroko dal quale ho ricavato non pochi scassi per poter incassare tutti i componenti interni, elettronica ecc. più altri fori ciechi opportunamente riempiti di sabbia per smorzare vibrazioni. Al fondo è avvitata una lastra in ferro da 4mm più antirombo da 2mm per aumentare la massa. A quest’ultima sono saldate tre molle smorzate da tacchetti di lattice che lavorando in trazione, fanno da sospensione al tutto tramite tre piedini regolabili in altezza per permettere la messa in bolla. Non sono ancora riuscito a pesare il basamento, la bilancia da cucina di mia suocera va a fondo scala appena glie lo presento davanti, quindi penso sicuramente oltre 5 chili, ma credo che saremo sui 7 o giù di lì.
Il piatto è stato costruito utilizzando il perno recuperato dall’altro gira, e che presenta una sorta di campana che fungerà quindi da appoggio al piatto vero e proprio, formato da una “ciambella” di MDF sulla quale è stata colata resina epossidica intorno. La rettifica di quest’ultimo era un passaggio critico, non è stato semplice ma posso dire che il piatto misurato in rotazione con comparatore, sembra essere uscito abbastanza bene, sia come uniformità di spessore e di forma. Il mat è un sandwich di gomma e sughero, ed è incassato nel piatto stesso risultando quindi a filo con quest’ultimo. Il tutto pesa tre chili meno un chewing-gum.
Il motore è un sincrono 230V, 250rpm acquistato da RS components, ed è installato su un suo “mobiletto” anche questo regolabile in altezza dai suoi tre piedini e contiene altra elettronica. La trazione ovviamente a cinghia (vi supplico di consigliarmi dove trovarne una da 55/60 cm) è mossa da una puleggia di circa 4 cm di diametro in resina epossidica e lavorata su un motore DC a mò di tornio.
L’avviamento della rotazione è assistita da un gruppo elettromeccanico composto da una elettrocalamita, un motorino DC e una molla di richiamo incassati nel basamento: quando si preme play tramite il pulsantino a “sfioro” posizionato sopra la lucina del piatto, l’elettrocalamita sposta il motorino DC fino a far toccare il suo perno alla parete di una “gola” ricavata sotto il piatto; passati un paio di secondi il tutto si spegne e la molla richiama alla posizione di riposo così che nulla tocchi il piatto in rotazione. Lo stesso sistema è utilizzato anche per lo stop (pulsante sopra luce strobo rossa), tranne che questa volta il motorino DC è disalimentato ed offrendo quindi solo attrito meccanico che frena il piatto fino a fermarlo. Funziona incredibilmente a meraviglia.
...(prosegue)...
Alcune premesse: non sono un esperto del settore, il progetto che ho messo in piedi è nato quasi per caso: cercando di restaurare un vecchio giradischi acquistato usato molti anni fa: quando lo smontai mi resi conto di quanto fosse un cesso totale, non ricordo nemmeno la marca, ma era veramente pessimo. Decisi quindi di riciclare qualche pezzo salvabile e ricostruire il resto. Poi, come si sa in questi casi, il progetto si allarga, cresce, si complica e sono finito per tenere solo il perno (col senno del poi avrei dovuto buttare pure quello) e di costruire tutto da zero.
Gli obiettivi per forza di cose (poca esperienza, mancanza di attrezzatura sofisticata, budget basso) non sono mirabolanti, ma misurati alla mia portata e alle mie necessità: un impiantino da salotto, gradevole all’aspetto e facile da usare anche da parte della mia compagna. Ovviamente (un po' più avanti) seguirà ampli valvolare, casse e mobiletto/stand; tutto fatto in casa da me. Non grandissime pretese insomma, l’unica cosa che a livello sonoro mi piacerebbe ottenere è il superamento della qualità offerta dalla musica digitale compressa in bassa qualità. Almeno questo spero di raggiungerlo. Poi se l’appetito vien mangiando…
La mia attrezzatura: un garage adibito a piccola officina che uso anche per lavoro da artigiano elettricista quale sono, e provvisto di un po' di extra per lavorazione del legno (altra mia passione la falegnameria) e metalli, ma non ho il tornio purtroppo.
La costruzione è cominciata un paio d’anni fa ed è andata avanti a singhiozzo compatibilmente con il tempo libero che potevo dedicargli, più una full immersion finale negli ultimi due mesi per poterlo mettere in funzione appena prima di Natale (disco di Frank Sinatra già in possesso).
Ma veniamo alla ciccia: il basamento è in legno massello di Iroko dal quale ho ricavato non pochi scassi per poter incassare tutti i componenti interni, elettronica ecc. più altri fori ciechi opportunamente riempiti di sabbia per smorzare vibrazioni. Al fondo è avvitata una lastra in ferro da 4mm più antirombo da 2mm per aumentare la massa. A quest’ultima sono saldate tre molle smorzate da tacchetti di lattice che lavorando in trazione, fanno da sospensione al tutto tramite tre piedini regolabili in altezza per permettere la messa in bolla. Non sono ancora riuscito a pesare il basamento, la bilancia da cucina di mia suocera va a fondo scala appena glie lo presento davanti, quindi penso sicuramente oltre 5 chili, ma credo che saremo sui 7 o giù di lì.
Il piatto è stato costruito utilizzando il perno recuperato dall’altro gira, e che presenta una sorta di campana che fungerà quindi da appoggio al piatto vero e proprio, formato da una “ciambella” di MDF sulla quale è stata colata resina epossidica intorno. La rettifica di quest’ultimo era un passaggio critico, non è stato semplice ma posso dire che il piatto misurato in rotazione con comparatore, sembra essere uscito abbastanza bene, sia come uniformità di spessore e di forma. Il mat è un sandwich di gomma e sughero, ed è incassato nel piatto stesso risultando quindi a filo con quest’ultimo. Il tutto pesa tre chili meno un chewing-gum.
Il motore è un sincrono 230V, 250rpm acquistato da RS components, ed è installato su un suo “mobiletto” anche questo regolabile in altezza dai suoi tre piedini e contiene altra elettronica. La trazione ovviamente a cinghia (vi supplico di consigliarmi dove trovarne una da 55/60 cm) è mossa da una puleggia di circa 4 cm di diametro in resina epossidica e lavorata su un motore DC a mò di tornio.
L’avviamento della rotazione è assistita da un gruppo elettromeccanico composto da una elettrocalamita, un motorino DC e una molla di richiamo incassati nel basamento: quando si preme play tramite il pulsantino a “sfioro” posizionato sopra la lucina del piatto, l’elettrocalamita sposta il motorino DC fino a far toccare il suo perno alla parete di una “gola” ricavata sotto il piatto; passati un paio di secondi il tutto si spegne e la molla richiama alla posizione di riposo così che nulla tocchi il piatto in rotazione. Lo stesso sistema è utilizzato anche per lo stop (pulsante sopra luce strobo rossa), tranne che questa volta il motorino DC è disalimentato ed offrendo quindi solo attrito meccanico che frena il piatto fino a fermarlo. Funziona incredibilmente a meraviglia.
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