Buon giorno a tutti, mi permetto di inserire questo post relativo ad una nuova realtà italiana, MicroSound Technology, piccola azienda costruttrice di elettroniche hi-fi creata da Carlo Colombo.
Troppe volte piccole realtà locali che realizzano prodotti di grande qualità sonica e costruttiva, non vengono adeguatamente pubblicizzate, rimanendo confinate nella nicchia della nicchia.
Personalmente, dopo aver ascoltato il preamplificatore prodotto da MST, l'ho acquistato per le sue grandi doti musicali, assolutamente inaspettate, e per la sua grande flessibilità a livello di stadio phono.
Ho poi potuto ascoltare ( e poi provare a casa) i nuovissimi finali mono della casa, capaci di 20 W in classe A e di circa 50 W in classe AB.
Il link al sito di MST è il seguente: https://www.microsound.technology/preamplificatore-xsp-11/ dove potete trovare le info tecniche relative al preamplificatore ed il suo prezzo di listino.
Nel seguito riporto le impressioni di un grande amico in merito al sistema pre+finali di MST, sia all'interno del mio impianto (diffusori Diapason Astera), sia nel suo (diffusori Klipschorn).
I test di ascolto sono stati effettuati con sorgente analogica (Technics 1210 e testina Supex 900 Super e Lenco 75S con testina Ortofon), analogica a bobine (Revox A77 elaborato da Luca Olgiati di RevoxMania) e digitale (DAC Gustard X26 modificato e con clock esterno e Denafrips Terminator).
"Descrivere un impianto è sempre complesso, che sia scarso o che sia un top di gamma, la sfida è ardua. Parlare di sistemi di altissimo livello è ancora più difficile, perché una volta ascoltati in ambienti adatti, per molto tempo, non ci si stupisce più di niente, la magia diventa normalità e trovare quel qualcosa in più che ti faccia cadere la mascella, risulta praticamente impossibile. Però quando succede, di rimanere stupiti, allora vuol dire che si è davanti a qualcosa che ha veramente alzato l’asticella della qualità.
Sentire le Diapason Astera, che non sono diffusori da scaffale, ma un tutt’uno col piedistallo, è sempre un piacere, hanno tutto quello che serve per ascoltarle diverse ore senza che queste risultino stancanti o snervanti. Alti impeccabili, mai fastidiosi, la risoluzione c’è in tutte le frequenze senza mai scadere nell’invadente o focalizzandosi in micro dettagli che deconcentrano l’ascoltatore. Soundstage preciso, che non si perde via in gigantografie inutili. Di loro, non ci mettono niente, nessun carattere, di fatto sono totalmente neutre, senza però apparire noiose, appena le ascolti, cerchi di spaziare con la musica, provando ogni brano possibile. Divertenti nel vero senso della parola. Ecco, non sono un gesto di stile, un benchmark di una Casa che vuole sfoggiare il nuovo top di gamma concentrandosi solo sulla prestazione. Sono musica e basta. E le Astera tutto questo lo fanno amplificate normalmente. Metteteci due finali mono MicroSound Technology in classe A e il loro unico preamplificatore disponibile sul mercato, e letteralmente vi sembrerà di aver cambiato casse, dac, e risolto molti problemi ambientali (nel caso li aveste). I finali sono in grado di arrivare a delle risoluzioni talmente reali che pare davvero di avere davanti uno strumento vero, e non una riproduzione dello stesso. Per non parlare dei miracoli che riesce a far fare a dei woofer di 18 cm. Che hanno i loro limiti fisici, ma che i due finali mono sembrano ingrandire a loro piacimento. E stiamo parlando di casse con un’efficienza nemmeno troppo alta, 88db, ma così ben pilotati da farti dimenticare di avere dei piccoli diffusori davanti alle orecchie. Il pre, estremamente versatile, anche preso singolarmente e messo a monte del più scrauso amplificatore finale, lo farà volare.
Il pre non mette niente, nessuna invadenza, è come se non esistesse. Toglie la maggior parte di rogne di equalizzazione volute dai costruttori di diffusori che abbisognano sempre di più che il loro prodotto abbia un certo tipo di carattere specifico, sennò invendibile (e arrivo a dire una cosa del genere perché questa configurazione ho avuto la grande fortuna di provarlo con un altro sistema, che dirò poi*). E in modalità phono è da primato. Fa fare salti di qualità impensabili anche a un giradischi da 300 € (Lenco L75S con testina Ortofon). Cosa che non ci si aspetterebbe mai da un singolo componente, preso a sé stante e fuori dalla sua confort zone (cioè i famosi finali mono). E nel caso foste masochisti, provate ad ascoltare pre + finali + bobine (magari con un Revox A77 sistemato da RevoxMania) e la vostra vita audiofila cambierà per sempre. È probabile, che una volta sentita in questa maniera dei nastri, voi (come me d’altronde) potreste ritararvi l’orecchio a un livello così alto da non riuscire neanche più a tornare indietro al vinile.
Chiusa parentesi bobine, riaprirei quella dei finali. 20 watt in classe A e dopo switchano in automatico in AB fino a 50 watt, che vi assicuro, non arriverete mai neanche nelle situazioni più spinte, con nessun tipo di diffusore e soprattutto in un appartamento inserito in un contesto aventi dei vicini di casa. Quei 20 watt innanzitutto permettono una cosa non scontata: di poter ascoltare a volumi molto bassi senza perdere dettaglio, soundstage, risoluzione. Alzando avrete sempre la medesima qualità. Vi spaccherete prima voi le orecchie o andrà in crisi molto prima la vostra stanza, prima ancora di vedere i finali passare dalla classe A alla classe AB. E altra cosa fondamentale, senza nessuno sforzo fisico. Impianti con altissime risoluzioni o alti dettagliatissimi, dopo mezz’ora di ascolto ti fanno: o abbassare il volume o spegnere tutto. Con MicroSound Technology, questo, non capiterà mai, è come se sapessero già dove arrivare, come arrivarci, senza mai affaticare l’ascoltatore. Tutto questo rispettando qualsiasi tipo di traccia musicale, le registrazioni, arrivando veramente quasi a capire certe scelte di un fonico o di una band. E non è che questi pre + finali si fermano lì, migliorando solo un tipo di diffusore o una cerchia stretta di tipologie di casse, no, lo fanno con qualsiasi cosa ci collegherete. Garantito.
*piccolo addendum personale, ascoltare le Diapason Astera in questa configurazione è come non averle mai sentite prima, sembrano collegate a un nascosto subwoofer, e tornando alla fortuna, ho avuto il grande onore di avere questi finali mono e il preamplificatore MicroSound Technology in prestito nel mio sistema, formato da un Denafrips Terminator, un Naim Uniti Core, e da un paio di diffusori Klipschorn. Le Klipschorn, per chiunque abbia avuto modo di ascoltarle, hanno un carattere che tende a rigonfiare i medio bassi e a sparare un po’ troppo gli alti (i grafici lo dimostrano), questo con praticamente tutte le amplificazioni che ho avuto modo di ascoltare. Ma non è successo con il sistema MicroSound Technology, che annulla, quasi direi magicamente, questo carattere piuttosto marcato delle Klipschorn, neanche ai volumi più impensabili (120db a 3 metri di lontananza dai diffusori). E una volta ascoltato l’insieme è stata veramente dura per me tornare al mio amplificatore integrato. Se mai foste nella possibilità di ascoltare questi finali insieme al preamplificatore, portatevi dietro il libretto degli assegni, li farete vostri due minuti dopo averli sentiti.
Parlando di listini, il pre si attesta attorno agli 8.500 €, mentre la coppia di finali mono attorno ai 14.000 € la coppia.
Per chi fosse interessato ad ascoltare questo nuovo marchio, nelle due prossime fiere (Roma hi-fidelity 2022 il 15 e 16 ottobre, Milano hi-fidelity 2022 il 12 e 13 novembre) saranno presenti, in ciascuna manifestazione, due salette che vedono riuniti RevoxMania (sorgenti analogiche), MicroSound Technology (elettroniche) e Studio Majandi (diffusori acustici e progettazione acustica architetturale).
Troppe volte piccole realtà locali che realizzano prodotti di grande qualità sonica e costruttiva, non vengono adeguatamente pubblicizzate, rimanendo confinate nella nicchia della nicchia.
Personalmente, dopo aver ascoltato il preamplificatore prodotto da MST, l'ho acquistato per le sue grandi doti musicali, assolutamente inaspettate, e per la sua grande flessibilità a livello di stadio phono.
Ho poi potuto ascoltare ( e poi provare a casa) i nuovissimi finali mono della casa, capaci di 20 W in classe A e di circa 50 W in classe AB.
Il link al sito di MST è il seguente: https://www.microsound.technology/preamplificatore-xsp-11/ dove potete trovare le info tecniche relative al preamplificatore ed il suo prezzo di listino.
Nel seguito riporto le impressioni di un grande amico in merito al sistema pre+finali di MST, sia all'interno del mio impianto (diffusori Diapason Astera), sia nel suo (diffusori Klipschorn).
I test di ascolto sono stati effettuati con sorgente analogica (Technics 1210 e testina Supex 900 Super e Lenco 75S con testina Ortofon), analogica a bobine (Revox A77 elaborato da Luca Olgiati di RevoxMania) e digitale (DAC Gustard X26 modificato e con clock esterno e Denafrips Terminator).
"Descrivere un impianto è sempre complesso, che sia scarso o che sia un top di gamma, la sfida è ardua. Parlare di sistemi di altissimo livello è ancora più difficile, perché una volta ascoltati in ambienti adatti, per molto tempo, non ci si stupisce più di niente, la magia diventa normalità e trovare quel qualcosa in più che ti faccia cadere la mascella, risulta praticamente impossibile. Però quando succede, di rimanere stupiti, allora vuol dire che si è davanti a qualcosa che ha veramente alzato l’asticella della qualità.
Sentire le Diapason Astera, che non sono diffusori da scaffale, ma un tutt’uno col piedistallo, è sempre un piacere, hanno tutto quello che serve per ascoltarle diverse ore senza che queste risultino stancanti o snervanti. Alti impeccabili, mai fastidiosi, la risoluzione c’è in tutte le frequenze senza mai scadere nell’invadente o focalizzandosi in micro dettagli che deconcentrano l’ascoltatore. Soundstage preciso, che non si perde via in gigantografie inutili. Di loro, non ci mettono niente, nessun carattere, di fatto sono totalmente neutre, senza però apparire noiose, appena le ascolti, cerchi di spaziare con la musica, provando ogni brano possibile. Divertenti nel vero senso della parola. Ecco, non sono un gesto di stile, un benchmark di una Casa che vuole sfoggiare il nuovo top di gamma concentrandosi solo sulla prestazione. Sono musica e basta. E le Astera tutto questo lo fanno amplificate normalmente. Metteteci due finali mono MicroSound Technology in classe A e il loro unico preamplificatore disponibile sul mercato, e letteralmente vi sembrerà di aver cambiato casse, dac, e risolto molti problemi ambientali (nel caso li aveste). I finali sono in grado di arrivare a delle risoluzioni talmente reali che pare davvero di avere davanti uno strumento vero, e non una riproduzione dello stesso. Per non parlare dei miracoli che riesce a far fare a dei woofer di 18 cm. Che hanno i loro limiti fisici, ma che i due finali mono sembrano ingrandire a loro piacimento. E stiamo parlando di casse con un’efficienza nemmeno troppo alta, 88db, ma così ben pilotati da farti dimenticare di avere dei piccoli diffusori davanti alle orecchie. Il pre, estremamente versatile, anche preso singolarmente e messo a monte del più scrauso amplificatore finale, lo farà volare.
Il pre non mette niente, nessuna invadenza, è come se non esistesse. Toglie la maggior parte di rogne di equalizzazione volute dai costruttori di diffusori che abbisognano sempre di più che il loro prodotto abbia un certo tipo di carattere specifico, sennò invendibile (e arrivo a dire una cosa del genere perché questa configurazione ho avuto la grande fortuna di provarlo con un altro sistema, che dirò poi*). E in modalità phono è da primato. Fa fare salti di qualità impensabili anche a un giradischi da 300 € (Lenco L75S con testina Ortofon). Cosa che non ci si aspetterebbe mai da un singolo componente, preso a sé stante e fuori dalla sua confort zone (cioè i famosi finali mono). E nel caso foste masochisti, provate ad ascoltare pre + finali + bobine (magari con un Revox A77 sistemato da RevoxMania) e la vostra vita audiofila cambierà per sempre. È probabile, che una volta sentita in questa maniera dei nastri, voi (come me d’altronde) potreste ritararvi l’orecchio a un livello così alto da non riuscire neanche più a tornare indietro al vinile.
Chiusa parentesi bobine, riaprirei quella dei finali. 20 watt in classe A e dopo switchano in automatico in AB fino a 50 watt, che vi assicuro, non arriverete mai neanche nelle situazioni più spinte, con nessun tipo di diffusore e soprattutto in un appartamento inserito in un contesto aventi dei vicini di casa. Quei 20 watt innanzitutto permettono una cosa non scontata: di poter ascoltare a volumi molto bassi senza perdere dettaglio, soundstage, risoluzione. Alzando avrete sempre la medesima qualità. Vi spaccherete prima voi le orecchie o andrà in crisi molto prima la vostra stanza, prima ancora di vedere i finali passare dalla classe A alla classe AB. E altra cosa fondamentale, senza nessuno sforzo fisico. Impianti con altissime risoluzioni o alti dettagliatissimi, dopo mezz’ora di ascolto ti fanno: o abbassare il volume o spegnere tutto. Con MicroSound Technology, questo, non capiterà mai, è come se sapessero già dove arrivare, come arrivarci, senza mai affaticare l’ascoltatore. Tutto questo rispettando qualsiasi tipo di traccia musicale, le registrazioni, arrivando veramente quasi a capire certe scelte di un fonico o di una band. E non è che questi pre + finali si fermano lì, migliorando solo un tipo di diffusore o una cerchia stretta di tipologie di casse, no, lo fanno con qualsiasi cosa ci collegherete. Garantito.
*piccolo addendum personale, ascoltare le Diapason Astera in questa configurazione è come non averle mai sentite prima, sembrano collegate a un nascosto subwoofer, e tornando alla fortuna, ho avuto il grande onore di avere questi finali mono e il preamplificatore MicroSound Technology in prestito nel mio sistema, formato da un Denafrips Terminator, un Naim Uniti Core, e da un paio di diffusori Klipschorn. Le Klipschorn, per chiunque abbia avuto modo di ascoltarle, hanno un carattere che tende a rigonfiare i medio bassi e a sparare un po’ troppo gli alti (i grafici lo dimostrano), questo con praticamente tutte le amplificazioni che ho avuto modo di ascoltare. Ma non è successo con il sistema MicroSound Technology, che annulla, quasi direi magicamente, questo carattere piuttosto marcato delle Klipschorn, neanche ai volumi più impensabili (120db a 3 metri di lontananza dai diffusori). E una volta ascoltato l’insieme è stata veramente dura per me tornare al mio amplificatore integrato. Se mai foste nella possibilità di ascoltare questi finali insieme al preamplificatore, portatevi dietro il libretto degli assegni, li farete vostri due minuti dopo averli sentiti.
Parlando di listini, il pre si attesta attorno agli 8.500 €, mentre la coppia di finali mono attorno ai 14.000 € la coppia.
Per chi fosse interessato ad ascoltare questo nuovo marchio, nelle due prossime fiere (Roma hi-fidelity 2022 il 15 e 16 ottobre, Milano hi-fidelity 2022 il 12 e 13 novembre) saranno presenti, in ciascuna manifestazione, due salette che vedono riuniti RevoxMania (sorgenti analogiche), MicroSound Technology (elettroniche) e Studio Majandi (diffusori acustici e progettazione acustica architetturale).