Buongiorno, dopo circa 3 settimane di utilizzo del nuovo dac di Gino Trifiro (piccolo costruttore di Messina) mi sembra doveroso postare qualche impressione.
Il dac si presenta in una livrea piuttosto massiccia color argento, seppure non troppo pesante (17 Kg). Sul retro sono presenti 5 ingressi (coax, ottico, aes ebu, usb, i2s) e le uscite sono sia rca che xlr. Davanti, oltre al selettore degli ingressi, ritroviamo una manopola che serve a determinare (attenzione solo se il dac è collegato al pre in modalità rca), il livello di uscita del segnale regolabile su 99 livelli (estremamente comodo per me in quanto il mio pre Cary e il finale Plinius hanno gain elevati). Gli stadi di uscita presentano quattro valvole (2 x canale) e del tipo CV4003 la cui qualità influisce (per quanto ovvio) sul suono finale...
Veniamo al suono. Trattasi di una sorgente raffinatissima, con un soundstage ampio e profondo e con grandissima aria tra gli strumenti. La sensazione, con le migliori incisioni, è davvero quella di avere gli strumenti e i cantanti in sala. La differenza maggiore, rispetto agli ultimi dac posseduti (Denafrips Terminator e Gustard x26 pro entrambi profondamente modificati da persone esperte) è proprio questa sensazione di matericita degli strumenti ottenuta probabilmente grazie a un microdettaglio da primato che consente di ascoltare le più piccole sfumature e che ti da la sensazione di essere proprio li, nello studio di registrazione o al concerto.
Per me la sorgente definitiva, il suono che da anni cercavo, estremamente bilanciato in tutti i parametri (niente cantanti a 3 metri di altezza o piatti che trapanano le orecchie) e di una naturalezza disarmante che ti fa mettere dischi su dischi...
Non confrontabile con il precedente Gustard x26 pro che reputavo (e reputo comunque ancora) un campione nel rapporto q/p.
Rispetto al Terminator modificato (clock e alimentazione), a probabile parità di ampiezza e profondità dello stage (vado a memoria), si apprezza la superiore risoluzione e quella capacità di scovare le singole note di tutti gli strumenti cui accennavo prima senza che questo provochi alcuna fatica di ascolto.
Aggiungo anche che il dac è stato provato da un amico nel suo setup confrontandolo con due giganti di proprietà (Playback mpd 8 e l'Esoteric Grandioso a 4 telai) e i dac suddetti sono finiti sul mercato secondario...
Il dac si presenta in una livrea piuttosto massiccia color argento, seppure non troppo pesante (17 Kg). Sul retro sono presenti 5 ingressi (coax, ottico, aes ebu, usb, i2s) e le uscite sono sia rca che xlr. Davanti, oltre al selettore degli ingressi, ritroviamo una manopola che serve a determinare (attenzione solo se il dac è collegato al pre in modalità rca), il livello di uscita del segnale regolabile su 99 livelli (estremamente comodo per me in quanto il mio pre Cary e il finale Plinius hanno gain elevati). Gli stadi di uscita presentano quattro valvole (2 x canale) e del tipo CV4003 la cui qualità influisce (per quanto ovvio) sul suono finale...
Veniamo al suono. Trattasi di una sorgente raffinatissima, con un soundstage ampio e profondo e con grandissima aria tra gli strumenti. La sensazione, con le migliori incisioni, è davvero quella di avere gli strumenti e i cantanti in sala. La differenza maggiore, rispetto agli ultimi dac posseduti (Denafrips Terminator e Gustard x26 pro entrambi profondamente modificati da persone esperte) è proprio questa sensazione di matericita degli strumenti ottenuta probabilmente grazie a un microdettaglio da primato che consente di ascoltare le più piccole sfumature e che ti da la sensazione di essere proprio li, nello studio di registrazione o al concerto.
Per me la sorgente definitiva, il suono che da anni cercavo, estremamente bilanciato in tutti i parametri (niente cantanti a 3 metri di altezza o piatti che trapanano le orecchie) e di una naturalezza disarmante che ti fa mettere dischi su dischi...
Non confrontabile con il precedente Gustard x26 pro che reputavo (e reputo comunque ancora) un campione nel rapporto q/p.
Rispetto al Terminator modificato (clock e alimentazione), a probabile parità di ampiezza e profondità dello stage (vado a memoria), si apprezza la superiore risoluzione e quella capacità di scovare le singole note di tutti gli strumenti cui accennavo prima senza che questo provochi alcuna fatica di ascolto.
Aggiungo anche che il dac è stato provato da un amico nel suo setup confrontandolo con due giganti di proprietà (Playback mpd 8 e l'Esoteric Grandioso a 4 telai) e i dac suddetti sono finiti sul mercato secondario...