Tutti i sistemi, a mio avviso, hanno caratteristiche e peculiarità che dovrebbero essere (in caso di successo) il risultato desiderato fin dall' inizio da chi li ha composti.
Il rapporto del proprietario con il suo sistema diventa in tal caso sia attivo che passivo. Riuscendo a creare un feedback impianto/possessore, riusciamo a mettere qualcosa di noi nel risultato ed a riceverlo in cambio.
Normalmente il successo è sempre ottenuto tramite una mediazione di vari compromessi operata in maniera tale da portarci a quel risultato dai noi desiderato.
Secondo me, è molto di aiuto rendersi conto di quali compromessi sono per noi più accettabili al fine di capire bene quale possa essere la nostra strada nella ricerca del nostro santo graal...
Per sistema di ascolto, io considero l'uomo, con la sua cultura e i suoi gusti musicali, integrato con l'impianto nell'ambiente di riproduzione da una parte, con l' evento live dall' altra.
Per cui, se volessi definire il termine difetti, direi che difetti sono i mancati risultati per i parametri fondanti il nostro sistema.
Insomma i difetti sono il nostro fallimento nella strutturazione del nostro sistema.
Se invece per difetti intendessi qualsiasi parametro discutibile riferito al mero impianto hifi rapportato all' evento dal vivo; allora non mi sarebbe possibile immaginare un impianto che ne fosse esente, per cui considererei un esercizio fallimentare sin dall' origine sia lo scopo della ricerca che il percorso.
Per cui non riesco proprio a dipensare: questo impianto ha bassi non abbastanza profondi o potenti, alti precisi, medi presenti etc etc.
Piuttosto mi viene da riflettere sul fatto che non mi teletrasporta in sala, oppure che (peggio ancora) non riesce neppure a portare da me l'evento, o peggio, peggio, fortissimamente peggio.... non si "tira indietro" per scomparire nella musica... bensì tende a farsi "percepire" con esplosioni dinamiche, lucentezze abbaglianti, bui tenebrosi o semplicemente facendosi apprezzare......
Ovviamente e come sempre, secondo me.
Ciao!
Pietro