Michelangelo71 ha scritto:Si, le living voice le vorrei ascoltare anche io. Ma sono anche molto curioso delle unison research max 1, anche loro 94 db
direi Di Prinzio per le Living Voice, oh poi mi fai sapere mi raccomando.
Michelangelo71 ha scritto:Si, le living voice le vorrei ascoltare anche io. Ma sono anche molto curioso delle unison research max 1, anche loro 94 db
mariovalvola ha scritto:Quando gli amplificatori single ended vennero riproposti in Europa, nella seconda metà degli anni '70, si rividero i veri triodi ritornare in auge. 2A3, 45, AD1, PX4, VT52, WE300B, 211, 845. Erano questi e pochissimi altri DHT a essere considerati. D'accordo, anche l'Audiophile aveva proposto un single ended di KT88 Gold Lion ma era un'eccezione, una provocazione.
L'essenza del monotriodo doveva essere per forza un DHT intrinsecamente lineare e soggettivamente irraggiungibile dai tetrodi a fascio nati per fare benissimo altre cose. Le potenze erano e devono ancora essere tendenzialmente basse e bassissime. Ovviamente per farli rendere al massimo, non si impiegavano diffusori convenzionali: ecco riapparire i coni in carta, gli equipaggi mobili leggeri, i magneti nobili (o elettroeccitati) i driver a compressione ( alcuni davvero magnifici), le trombe per bassi, medi e alti. In quest'ambito, ci voleva una discreta attenzione. Coesistevano cassoni da giostra o da parlato cinematografico insieme ad autentiche perle (comunque, anche a ragione, molto discusse e non da tutti apprezzate).
Quello che volevo che passasse è che se uno vuole approcciarsi ai monotriodi veri non dovrebbe usare diffusori convenzionali. L'ampli monotriodo, quello vero, è qualcosa di estremo. Le proposte civilizzate e convenzionali di oggi, pur con tutto il rispetto verso i costruttori, le trovo (ripeto: parere personale) diseducative e fuorvianti. Gli ampli proposti in origine (al limite migliorati solo nelle alimentazioni con particolare attenzione a quella dei filamenti) erano meravigliosamente irrazionali e molto schizzinosi. Chi si accosta a questi oggetti, non è necessariamente alla ricerca di una algida fedeltà verso l'evento ma vuole, per strade diverse, ricostruirlo partendo dall'aspetto emotivo. Proprio per questo, risulta necessaria l'alta efficienza. Per alcuni, non necessariamente a torto, le colorazioni da accettare sono troppo sensibili per godersi davvero la musica. In certi casi, però, ricordo ancora una visceralità talmente pirotecnica da lasciarti sudato e con la frequenza cardiaca incontrollabile.
( con musica lirica e sinfonica ). E' una via crucis ma per alcuni rimane ancora oggi, la strada definitiva.
Gli approcci moderni, pur etichettati in modo apparentemente simile, non c'entrano nulla. La loro maggiore universalità ti fa perdere per strada quelli che erano gli elementi caratterizzanti e terribilmente affascinanti dei loro predecessori più critici ma infinitamente più sani, coerenti e veri.
Scusa il pippone ma penso che sia necessario ragionarci un poco quando si vuole un amplificatore single ended.
mariovalvola ha scritto:Veramente, sei stato tu a chiedere ragguagli. Oltretutto, chi ha aperto la discussione, ha citato un "eretico" ampli single ended. Da qui la mia risposta. Comunque anche di trasduttori e di diffusori si è scritto.
Se non bastasse si può anche procedere.
Deve passare però il concetto base: il single ended è nato come ampli estremo. addomesticarlo, significa volgarizzare un approccio discutibilissimo ma foriero di risultati assolutamente da sperimentare. Non è per tutte le orecchie. Non è per tutte le tasche. Non è la soluzione definitiva. E' un modo diverso di ascoltare. Per me ha la medesima dignità di tutti gli altri. L'importante è non volare bassi. Si prenderebbero lucciole per lanterne e non si capirebbe nulla. Questa brutta tendenza, oltre che irrazionale, vorrebbe comunque avere una sua dignità che sarebbe solo figlia della più becera ignoranza.
Non si può valutare un approccio estremo valutando un suo clone votato al ribasso, involgarito dalle inevitabili necessità imprenditoriali legate anche al bassissimo livello qualitativo dei tubi moderni. Per rendere l'idea: come potresti valutare la qualità di un orologio con movimento di manifattura acquistando un suo clone cinese?
Chiunque facesse ragionamenti di questo tipo verrebbe considerato demente. Nel mondo odierno dell'alta fedeltà, parrebbe , invece, la regola.
Michelangelo71 ha scritto:Non so se ci rientro con il budget
mariovalvola ha scritto:
...
Le uniche soluzioni che mi vengono in mente sono gli Yamamoto con le 45. (Non dico che siano la perfezione incarnata. Anzi)
Per i diffusori, c'è un mondo intero ma molti richiedono un amore e una capacità di sopportare colorazioni non per tutti.
In certi contesti le vecchie versioni del klipschorn sanno essere meravigliose e non suonano strane come le sorelline "La Scala"
Alcune trombe lowther non sono male.
Certe realizzazioni con Goto, ALE, TAD, JBL, Altec, Tannoy, Fostex, B&C, Faital, ecc., potrebbero essere interessanti.
La mia ottica però è sempre quella di uno stagionato autocostruttore.
mariovalvola ha scritto:Andando lievemente fuori argomento, posso affermare (sono sicuramente in buona compagnia) che usare i monotriodi per le cuffie è una libidine assoluta. Bisogna solo avere l'accortezza di ottimizzare le alimentazioni (bassa e alta tensione).
mariovalvola ha scritto:Andando lievemente fuori argomento, posso affermare (sono sicuramente in buona compagnia) che usare i monotriodi per le cuffie è una libidine assoluta. Bisogna solo avere l'accortezza di ottimizzare le alimentazioni (bassa e alta tensione).
mariovalvola ha scritto:.....
Anche in questo caso non mi trovo in sintonia piena....
mariovalvola ha scritto:Per un amico avevo trovato dei klipschorn d'epoca grezzi a 3500 eur.
Una coppia di Lowther Acousta con PM-6A (Se piacciono) non dovrebbe costare troppo.
Se inizi con giochini come l'Onken con trombe per medi e alti, i costi si alzano.
mariovalvola ha scritto:Io, le Acousta, le ho amate e le apprezzo a prescindere dai difetti. È un progetto lowther e si sente. Molto più equilibrata delle Medallion e delle Mauhorn giusto per citare i casi polari. L'ideale sarebbe l'autocostruzione. Essendo semplici ma comunque complesse, non è facile trovare realizzazioni ben fatte ed è impossibile fare verifiche sulla costruzione interna.
Io le usavo con lowther PM-6A d'epoca con cestello quadrato.
Bassi giusti e discreto equilibrio se ascoltati a basso volume. Ci si deve abituare alle caratterizzazioni dei lowther qui meno evidenti.
Oggi trovo interessanti le Giotto.
Il Klipschorn quello con la tromba metallica e i medio-alti in Alnico, suona bene. I difetti tipici delle trombe della casa vengono celati bene dalla maggiore estensione sul basso. Purtroppo l'origine economica dei driver dei medi e degli alti, affiora un poco comunque.
Nelle La Scala, senti maggiormente il problema perché non è mascherato dal basso in questo caso molto asciutto al limite della latitanza.