Kt 66 vs kt 77 vs kt 88

Ti ringrazio in anticipo.

Per ora solo una foto dalla rete delle TAD

Quello che va evidenziato è la numerazione del tubo e un'indicazione verosimile della Gm.
Nelle treasure, le z, non si capisce bene che misure facciano.

Ecco la foto di due tubi seri, un tarocco e un tubo, almeno, matchato seriamente.

Da sinistra: PX4 Osram, KT66 GEC, ecc.

Interessante.
TAD sta per tube amp doctor se non erro.
Quindi è cinese la valvola? E qualitativamente è assimilabile ad una Golden dragon retrò?

@mariovalvola le conosci le JJ ? Le kt88 le usano parecchio sugli ampli da basso,,dicono che abbiano una particolare gradevole compressione sulle frequenze gravi.

La tua kt66 Tad è identica alla mia shunguang ovviamente, che poi sono le repliche della Golden Dragon! Ed il loro suono mia ha conquistato, ecco perché non bisogna essere prevenuti né sulle cinesi né su altro!!

Un attimo.
Vanno benino quelle cinesi ben selezionate.
Le GEC vanno meglio.
Ripeto se le si usassero in un ampli senza GNFB, le differenze sarebbero maggiori.
È anche l'ampli a livellare verso il basso le differenze.
Pensare che un gioiello irripetibile possa essere avvicinato da un tubo modesto è concettualmente sbagliato.
Il problema, piuttosto va visto al contrario.
Con molti ampli commerciali moderni, usare roba nos è intelligente come mettere i rubinetti d'oro in una latrina da caserma.

Golden Dragon seleziona. Non produce

Non ho mai ascoltato la Golden Dragon né la Gec, per i miei mezzi economici e la voglia o meno di spendere soldi, la kt66 mi ha soddisfatto e con l'amplificatore in mio possesso, la sala in cui tutto è installato, le mie preferenze di i ascolto tecnico e i miei gusti musicali ho raggiunto il massimo del piacere ... ad oggi. È inutile inseguire sogni quando non si hanno le possibilità per raggiungerli!

mariovalvola ha scritto:U
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Con molti ampli commerciali moderni, usare roba nos è intelligente come mettere i rubinetti d'oro in una latrina da caserma.

grande Mario

I sogni hanno sempre il loro diritto di esistere. Non sono quelli a farci spendere di più. Contestualizzando i sogni e cercando di aumentare le competenze si diventa gradualmente sempre più consapevoli.
Sono le spese acefale o compulsive che si trasformano in soldi buttati. Investire in cose serie ha un senso sempre. Discriminarle dipende da noi e da quello che si è imparato.
Trasformatori d'uscita modesti, mascherando a spanne i difetti, fungono comunque. Quelli seri, anche non necessariamente costosissimi fungono meglio e ti permettono di lavorare diversamente. Non è un aspetto marginale.
Lo stesso vale per le scelte poco visibili legate strettamente al progetto.
In sintesi non è spendendo che si raggiunge il nirvana ma spendendo bene e con ponderazione.