Phaeton, vedo che continui a spingere verso le basse potenze
Francamente m'imbarazza non poco fare le pulci ai progetti altrui.
Pertanto, direi semplicemente che l'avrei pensato in modo molto diverso.
Gli aspetti che mi fanno riflettere sono:
1- D'accordo, Lundahl avvolge bene. Non c'è scritto, però da nessuna parte che sia così cogente impiegare solo e unicamente ferri realizzati da questa formidabile società.
2- Per mantenere questa linea, trovo l'utilizzo di quel ferro di alimentazione un poco forzato.
3- Personalmente il ponte di Graetz ibrido, non mi piace particolarmente.
4- Preferisco sempre il trasformatore con presa centrale almeno sull'HT anche se più oneroso.
5- Primo filtro induttivo: grosso punto interrogativo. Sarà schermato a sufficienza? La casa non mi pare che preveda questo utilizzo
6- Se proprio, le avrei usate in modo diverso.
7- Alimentatori filamenti finali: non mi pronuncio. Non è bello sparare alla croce rossa
8- Condensatori sull'anodica: pochini e scarsi per una versione stereo.
9- Scelta del punto di lavoro piuttosto intensa. e sistema di polarizzazione comprensibile ma migliorabile
10-Condensatore catodico delle finali piuttosto alto.
11-probabile rumorosità da filamento e da anodica non bassa (forse traspare una vaga speranza di elisione)
12-scelta del driver, comprensibile ma per me, si poteva pensarlo diversamente.
13-NON mi piacciono le raddrizzatrici a riscaldamento indiretto nei monotriodi
14-sperare, in questo contesto in una risposta sulle alte frequenze impeccabile, richiede doti di ottimismo non indifferenti
Ottima l'idea di sollevare da massa il secondario del trasfo d'uscita. Forse sarà una sorta di pannicello caldo per salvare il salvabile
l'accensione in AC della 6SL7 potrebbe anche andare bene. Il rumore, che ci sarà, non dipende dall'alimentazione del filamento.
Per essere non solo critico, avrei fatto così:
1- alimentazione separata per i due finali. Non per motivi audiofili ma solo per minimizzare le correnti circolanti e gli oneri a carico del singolo ferro
2- gradito uso di trasformatori a bassissima induzione (0,7T: diventano grossini)
3- ferro separato per i filamenti con impiego, ovviamente dei Coleman
4- induttori a doppio avvolgimento per lasciare maggiore libertà. In caso di alimentatore induttivo, utilizzo di induttori a doppio schermo
4- Polarizzazione delle finali a Zener
5- Utilizzo di un CCS nell'alimentazione per abbattere il rumore e per avere più sicurezza
6- Se 6SL7 deve essere, almeno con carico attivo o in SRPP. In linea di massima la 6J5 guadagnerebbe troppo poco.
7- Se ci si accontentasse del basso guadagno, avrei gradito la RE084 TFK oppure se si voleva un guadagno superiore, avrebbe fatto un figurone la REN904 oppure anche la VERA CV181 tutte con carico attivo a stato solido
8- raddrizzatrice: 5R4GY RCA, se si vuole spendere poco, 83 o CK1006 se si vuole la biplacca 2A3, ovviamente con i doversi aggiustamenti dell'alimentatore
9- si poteva anche osare di più con il circuito. (DRD, ecc)
10-il telaio non è estraneo al risultato finale. Gli zoccoli neppure. Ottimi i Bandozzi
11-condensatori anodici: molto interessanti gli ICAR blu e i Mundorf elettrolitici.
12-massa a stella oppure a doppio bus come negli ampli Sakuma
13-auspicabile la presenza di un feedback locale regolabile ed escludibile
La potenza utile sarà poco sopra i 2W