MESSA IN FASE ELETTRICA DELL'IMPIANTO AUDIO
(tratto da un articolo dell'Ing. Fulvio Chiappetta)
Scopo delle note che seguono è porre l'appassionato nelle condizioni di eseguire una corretta messa in fase dell'impianto. I miglioramenti all’ascolto che è lecito attendersi da questa operazione, consistono eminentemente in una maggiore trasparenza e setosità del suono, congiunta ad una ricostruzione scenica più precisa e stabile, con un guadagno della ampiezza, soprattutto in profondità. Meglio chiarirlo subito: si tratta di nuances; però a certi livelli… sono i dettagli a fare la differenza!
La messa in fase dell'impianto consiste nel trovare il verso d’inserzione della spina che minimizza il potenziale della corrente di schermo.
In pratica bisogna operare come segue:
1. Procurarsi un tester con elevata impedenza interna: l'ideale è costituito dal multimetro digitale, anche se non molto preciso purché sufficientemente sensibile; poiché il potenziale di dispersione da misurare è alternato, il tester va settato in “Vac”, utilizzando possibilmente la portata più sensibile in rapporto all'entità del segnale.
2. Collegare tutti gli apparecchi che compongono la catena audio alla rete di alimentazione elettrica a 230 Vac, accenderli, ma non connetterli tra loro con i cavi di segnale, fatta eccezione per i diffusori che, ovviamente, devono essere regolarmente allacciati all’amplificatore.
3. Per il componente che tratta i segnali a più basso livello, tipicamente il preamplificatore o l'amplificatore integrato, scegliere il verso di inserzione della spina che minimizza il valore della tensione di dispersione rispetto alla terra: per effettuare questa misurazione, occorre connettere un puntale del tester (non importa quale) allo chassis dell’apparecchio sotto test e l’altro ad una connessione di massa assunta quale riferimento di terra dell'impianto elettrico o, in assenza di questa, tubo dell’acqua o dei termosifoni.
4. Misurare la differenza di potenziale presente tra lo chassis del componente prima considerato e quello di un altro apparato, per esempio il lettore CD: invertire la presa di corrente solo di questo ultimo alla ricerca della posizione che renda minima la differenza di potenziale tra i telai dei due apparecchi. Analogamente al caso precedente, per effettuare questa misurazione occorre connettere un puntale del tester (non importa quale) allo chassis del primo apparecchio e l’altro al secondo.
5. Collegare il cavo di segnale che congiunge i due componenti dell'impianto sopra considerati (il preamplificatore ed il lettore CD).
6. Misurare la differenza di potenziale presente tra lo chassis di un terzo componente (ad esempio l'amplificatore finale) e quello di uno qualunque dei due costituenti la coppia prima considerata (ovviamente non importa su quale dei due telai è misurato il potenziale, perché i due apparati hanno le masse riunite dal cavo di segnale): invertire la presa di corrente solo dell'ultimo componente inserito (l'amplificatore di potenza) alla ricerca della posizione che renda minima la su indicata differenza di potenziale. Anche questa misurazione va effettuata connettendo il tester come indicato nel punto precedente.
7. Ripetere per ciascuno degli apparecchi rimanenti dell'impianto le operazioni illustrate ai punti 5 e 6.
NDR: per soddisfare correttamente il punto 2, qualora le vostre elettroniche fossero dotate di cavo di alimentazione con spina avente connettore di messa a terra, durante la misura si deve eliminare questo collegamento, usando magari un adattatore, da tutti i cavi e non solo, disponendo ad esempio di una ciabatta, da quest'ultima!