Ho sempre considerato le rimasterizzazioni del 2011 sotto licenza emi degli album dei Pink Floyd veramente eccellenti. Sarà che la produzione è dello stesso Roger Waters affiancato dall'ingegnere del suono James Guthrie che già con il gruppo lavorò per The Wall nel '79 (discorso valido per tutta la serie), sarà per la straripante olofonia di quest'album a testimonianza della cura maniacale di Waters nel mixing, sarà per il sound accademico, le dissolvenze, per il tono epico dell'album scandito da sassofono tenore, harmonium ed altri strumenti ad arco accuratamente registrati traccia per traccia, sarà per tanti altri motivi, tuttavia ciò che mi fa riflettere è che tutt'oggi si possono comprare cd "economici" eppure di qualità.
La sfida deriva dalla constatazione personale (soprattutto da un fastidio crescente) che a ben vedere le edizioni originarie (da non confondere con originali) siano spesso superiori alle più o meno recenti rimasterizzazioni sbandierate sotto variegate titolature, che hanno sempre avuto come unico scopo quello di spremerci fino all'ultimo centesimo. Allora perchè non confrontare un raro caso di remaster per me ottimo con il suo corrispettivo first press? Non sapevo cosa aspettarmi. I primi ascolti li sto facendo in cuffia davanti al pc, mentre scrivo, quindi Astell&Kern AK100, Ray Samuels P51 Mustang e la Denon AH-D5000. Per non disperdere le impressioni mi sto concentrando sul trittico The Gunners Dream, The Fletcher Memorial Home e The Final Cut. Non so perchè ho scelto di fare il confronto proprio con questo album. Artisticamente lo ritengo un lavoro inferiore rispetto a The Piper ... ed anche rispetto A Saucerful Of Secrets. Lì l'assidua sperimentazione, le suites camaleontiche e le sintesi cosmiche avevano portato ai massimi capolavori del rock psichedelico; qui l'attitudine alle classifiche ha portato ad un lavoro più commerciale innestato sulla retorica/dialettica anti-bellica. C'è da dire però che io quasi mai metto su Astronomy Domine o Let There Be More Light, inconsciamente questo è un dato abbastanza rivelatore delle mie preferenze
I grafici di Audacity su The Gunners Dream:
Il primo riguarda i due canali della traccia remaster del 2011, il secondo i due canali della traccia first press dell'83. A prima vista la remaster sembra un vero pastrocchio. La forma d'onda si presenta nettamente migliore sulla first press ed inoltre è priva di clipping. Per la remaster Audacity rileva il clipping diverse volte, a più riprese. All'ascolto risulta evidente l'aumento del volume medio della remaster, ma non ho voluto abbassare per notare se il clipping fosse all'udito percepibile. Gli unici "fastidi" (termine da prendere con le pinze) che le mie orecchie riescono ad udire stanno in una parte di assolo del sassofono di Ravenscroft poco prima del terzo minuto, dove il distendersi delle note si fa leggerissimamente "crepitante" e nel forte colpo di batteria a 3.35 che termina, svanisce anche qui "crepitando", ma sempre in maniera lieve. Il resto, corrispondente alle linee rosse, è inudibile. Questi crepitii sono del tutto assenti nella canzone first press, che sotto questo aspetto presenta una pulizia impeccabile, andando sempre e solo a sfiorare i 0 db nei passaggi più complessi.
Il post proseguirà con l'analisi delle altre due canzoni in esame, e con i miei giudizi conclusivi sulle due edizioni
La sfida deriva dalla constatazione personale (soprattutto da un fastidio crescente) che a ben vedere le edizioni originarie (da non confondere con originali) siano spesso superiori alle più o meno recenti rimasterizzazioni sbandierate sotto variegate titolature, che hanno sempre avuto come unico scopo quello di spremerci fino all'ultimo centesimo. Allora perchè non confrontare un raro caso di remaster per me ottimo con il suo corrispettivo first press? Non sapevo cosa aspettarmi. I primi ascolti li sto facendo in cuffia davanti al pc, mentre scrivo, quindi Astell&Kern AK100, Ray Samuels P51 Mustang e la Denon AH-D5000. Per non disperdere le impressioni mi sto concentrando sul trittico The Gunners Dream, The Fletcher Memorial Home e The Final Cut. Non so perchè ho scelto di fare il confronto proprio con questo album. Artisticamente lo ritengo un lavoro inferiore rispetto a The Piper ... ed anche rispetto A Saucerful Of Secrets. Lì l'assidua sperimentazione, le suites camaleontiche e le sintesi cosmiche avevano portato ai massimi capolavori del rock psichedelico; qui l'attitudine alle classifiche ha portato ad un lavoro più commerciale innestato sulla retorica/dialettica anti-bellica. C'è da dire però che io quasi mai metto su Astronomy Domine o Let There Be More Light, inconsciamente questo è un dato abbastanza rivelatore delle mie preferenze
I grafici di Audacity su The Gunners Dream:
Il primo riguarda i due canali della traccia remaster del 2011, il secondo i due canali della traccia first press dell'83. A prima vista la remaster sembra un vero pastrocchio. La forma d'onda si presenta nettamente migliore sulla first press ed inoltre è priva di clipping. Per la remaster Audacity rileva il clipping diverse volte, a più riprese. All'ascolto risulta evidente l'aumento del volume medio della remaster, ma non ho voluto abbassare per notare se il clipping fosse all'udito percepibile. Gli unici "fastidi" (termine da prendere con le pinze) che le mie orecchie riescono ad udire stanno in una parte di assolo del sassofono di Ravenscroft poco prima del terzo minuto, dove il distendersi delle note si fa leggerissimamente "crepitante" e nel forte colpo di batteria a 3.35 che termina, svanisce anche qui "crepitando", ma sempre in maniera lieve. Il resto, corrispondente alle linee rosse, è inudibile. Questi crepitii sono del tutto assenti nella canzone first press, che sotto questo aspetto presenta una pulizia impeccabile, andando sempre e solo a sfiorare i 0 db nei passaggi più complessi.
Il post proseguirà con l'analisi delle altre due canzoni in esame, e con i miei giudizi conclusivi sulle due edizioni