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Braccio da 13 pollici
Il Gazebo Audiofilo

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    Braccio da 13 pollici

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    Messaggio Da IL BACHIANO Dom Gen 19 2014, 15:58

    Ciao a tutti!
    E' passato più di un anno da quando avevo presentato un braccio costruito su un'idea di un mio geniale amico. Le caratteristiche salienti erano costituite dalla canna da 13 pollici in legno e dall'articolazione sospesa.
    Ne avevo realizzati alcuni esemplari per amici ma solo ora sono riuscito a completarne uno per me.
    Si differenzia dal primo modello per il fatto di essere fissato su una pesante e stabile base autonoma (serpentino con inserti di sughero), non collegata al giradischi.
    Qui si può vedere la vecchia sistemazione:

    Braccio da 13 pollici Brac_710

    Qui il nuovo modello:

    Braccio da 13 pollici Bracci12

    Braccio da 13 pollici Bracci13

    Un dettaglio che mostra anche un nuovo tipo di clamp di cui vi parlerò alla prossima.

    Braccio da 13 pollici Bracci14

    Il solito amico, quando gli ho fatto vedere come avevo realizzato la sua idea, è rimasto piuttosto perplesso, dicendo che un
    braccio che lavorava in quel modo era simile a uno che, seduto su una barca, volesse scrivere su un foglio messo su una barca accanto...
    Voi che ne dite?
    Io, all'ascolto, non noto problemi.
    Devo aggiungere che un braccio simile (di alta massa) non è per tutte le stagioni:  va d'accordo solo (ma in modo ccellente) con testine con bassa cedevolezza, tipo Denon DL 103.
    In questo caso si ha una frequenza di risonanza ottimale, intorno ai 10,5 Hz.
    Il braccio, a suo tempo, era stato brevettato e chi fosse interessato a una più estesa documentazione può scrivermi a denner415@libero.it
    Saluti
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    Messaggio Da Edmond Dom Gen 19 2014, 16:20

    Davvero un'opera d'arte!!!!!!!!!! Mi piacerebbe molto potelro ascoltare...  cheers cheers cheers 

    Riguardo alla collocazione separata del braccio rispetto alla base del giradischi, ne esistono innumerevoli esempi, non ti preoccupare!!!  sunny 


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    Messaggio Da alanford Dom Gen 19 2014, 16:59

    senza voler violare alcun brevetto, magari le caratteristiche salienti del braccio potresti postarle  Embarassed 

    comunque complimenti per la realizzazione, almeno esteticamente si presenta assai bene  sunny 
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    Messaggio Da pluto Dom Gen 19 2014, 17:10

    I complimenti te li feci già a suo tempo Giacomo. Bellissima realizzazione

    Che legno hai usato questa volta? Bosso, pero?

    Il Portatestina è fisso? Dall'ultima foto sembra quasi di si
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    Messaggio Da Massimo Dom Gen 19 2014, 17:13

    Esteticamente bellissimo e credo che lo sia anche funzionalmente.
    Complimenti applausi applausi applausi applausi 


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    Messaggio Da IL BACHIANO Lun Gen 20 2014, 09:58

    pluto ha scritto:I complimenti te li feci già a suo tempo Giacomo. Bellissima realizzazione

    Che legno hai usato questa volta?  Bosso, pero?

    Il Portatestina è fisso? Dall'ultima foto sembra quasi di si

    Rispondo a te ma ringrazio tutti per i complimenti.
    Il braccio è in radica di amboina, legno che ho usato a volte anche nella costruzione dei flauti.
    http://www.tuttolegno.eu/specie/a/75-amboina-radica.html
    Possiede un'ottima stabilità in quanto è priva di venature longitdinali.
    Lo shell, come puoi vedere dalle foto, è indipendente dal braccio, per cui  l'azimut si può regolare con precisione.

    Braccio da 13 pollici Shell-10

    Da quest'ultimo fuoriesce un tubetto di ottone su quale si inserisce lo shell che viene poi bloccato dalle due brugoline laterali una volta trovata la perfetta verticalità.

    Braccio da 13 pollici Shell-11

    Le rilevazioni fatte per un overhang di 11 mm e un offset di 15° danno un errore di tracking zero a 67,4 e a 110,1 mm e di 0,44 a 85 mm  e di 1,67 a 146 mm.
    La distorsione è zero a 66,4 e a 110,1 mentre sale a 0,26 a 85 mm e a 0,57 a 146 mm.
    Variando angolo di offset (16,7°) e overhang (13,5 mm) si ottengono i seguenti risultati:
    Distorsione zero a 73,3 e 123,8 mm e distorsione 0,3 a 95 mm.
    Come si può evincere dalle foto precedenti, il pilone che sorregge l'archetto può scorrere liberamente su e giù in modo da permettere un perfetto allineamento del VTA e il fatto di essere indipendente dal piatto permette di allineare al meglio il braccio senza essere vincolati da alcunché.
    La massa totale, con shell in amboina, è di 18 g.
    Potrei postare la relazione che un redattore di una nota rivista aveva scritto (e mai pubblicato): sono un paio di pagine ma non vorrei annoiare troppo.


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    Messaggio Da paolo75 Lun Gen 20 2014, 12:00

    Potrei postare la relazione che un redattore di una nota rivista aveva scritto (e mai pubblicato): sono un paio di pagine ma non vorrei annoiare troppo.

    Annoiaci ti prego!! Braccio da 13 pollici 650957 

    ...Altrochè...sarebbe interessantissimo!!

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    Messaggio Da pluto Lun Gen 20 2014, 12:10

    Grazie della risposta Giacomo.
    COme hai risolto il problema del mantenimento distanza gira/base braccio costante? Il Mitchell è un gira piuttosto ballerino, nel senso che a causa delle sue punte particolari se posto su una superficie liscia, basta niente x spostarlo tutto.

    Mi pare tu abbia messo delle sottopunte. Le hai fissate al piano di appoggio in qualche modo o sono libere di muoversi e quindi sei a rischio urti?

    Edmond ha ragione nel dirti che non sei il solo ad aver adottato questa soluzione, anche se ad onor del vero l'ho sempre visto applicato a gira rigidi.
    Normalmente si fa o x i gira a puleggia o per quelli DD. Quindi rigida la base braccio e rigido il gira. Il tuo è un caso insolito ma il risultato incuriosisce moltissimo

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    Messaggio Da IL BACHIANO Lun Gen 20 2014, 13:58

    pluto ha scritto:Grazie della risposta Giacomo.
    COme hai risolto il problema del mantenimento distanza gira/base braccio costante? Il Mitchell è un gira piuttosto ballerino, nel senso che a causa delle sue punte particolari se posto su una superficie liscia, basta niente x spostarlo tutto.
    ....
    Mi pare tu abbia messo delle sottopunte. Le hai fissate al piano di appoggio in qualche modo o sono libere di muoversi e quindi sei a rischio urti?
    .....

    Il giradischi ha dei gommini sotto le punte e la superficie di serpentino su cui poggia è leggermente rugosa per cui non si sposta.
    Per il braccio, invece, mi sono costruito un riferimento (qui quello provvisorio) in cui va a collocarsi la base del braccio.

    Braccio da 13 pollici Bracci15

    PS approfitto della tua competenza per un problemino. Una volta rimesso in funzione il Gyrodec dopo anni di quasi inutilizzo, ho notato che la rotazione era troppo lenta. Misurati 27 giri al minuto!
    Ho dato la colpa alle cinghie, ancora le originali dal 1986... Ne ho comprato un paio di nuove e siamo passati a 30 giri/minuto. L'ho lasciato andare per ore, dopo aver anche lubrificato il perno, ma siamo sempre sui 30 giri/min.
    Che sia da sostituire il motore?


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    Messaggio Da IL BACHIANO Lun Gen 20 2014, 14:04

    paolo75 ha scritto:

    Annoiaci ti prego!! Braccio da 13 pollici 650957 

    ...Altrochè...sarebbe interessantissimo!!

    Paolo

    Ecco qua


    Molto  si è già  detto e scritto circa la rinascita del supporto audio analogico, il glorioso vinile. In effetti, mai come negli ultimi anni il sistema giradischi ha compiuto passi avanti così significativi. Di pari passo con il continuo miglioramento della riproduzione audio basata sui sistemi di decodifica digitale, anche il vecchio LP viene oggi riprodotto meglio di quanto non lo sia mai stato in passato. Aumentano le ristampe dei grandi titoli di classica e di jazz, il mercato dell’usato è fiorente e molti di noi hanno recuperato il giradischi finito nel dimenticatoio e lo hanno rimesso in funzione, magari con l’ausilio di un buon pre phono delle ultime generazioni e di una altrettanto valida testina, anzi, oserei dire che per molti appassionati di riproduzione audio (il termine “audiofili” non mi è mai piaciuto) il giradischi è tornato ad essere La Sorgente principale dei loro sistemi, in barba alla bagarre degli standard digitali.
    In effetti, pur lentamente, la domanda di analogico è in continuo aumento: aumentano le proposte di pre phono da abbinare ai pre linea che parevano farla da padroni con l’avvento delle sorgenti ad alta uscita; aumentano i giradischi in catalogo, anche di prezzo contenuto, gli annuari riservano sempre più pagine a bracci e testine ed infine la stampa specializzata per autocostruttori presenta sempre più progetti di schede phono, segno inequivocabile che il sistema giradischi-braccio-testina-pre phono ha ancora molte frecce al suo arco.
    Conscio proprio di quanto sopra, ho accettato l’invito di due appassionati che hanno voluto mostrarmi il loro lavoro in materia. Si tratta di un braccio di 14 pollici, sospeso, con canna in legno di pero iperstagionato naturalmente. I progettisti e costruttori Sergio … e Giacomo … (di cui uno titolare di brevetto internazionale che copre il possibile upgrading di ogni apparecchio elettronico ad uso audio, un particolare tipo di cablaggio, sia interno che esterno agli apparecchi, e anche di un modello di lettore CD),  hanno lavorato più di un anno e mezzo alla costruzione e messa a punto del prototipo da me ascoltato.
    Il lavoro, dicono, si è svolto utilizzando principi di organologia applicata all’elettronica e alla meccanica del braccio, infatti uno dei due progettisti/costruttori è anche un liutaio, per l’esattezza un costruttore di flauti.
    Ma veniamo alla descrizione dell’oggetto: la canna, conica, è di legno di pero trattato secondo le tecniche della migliore liuteria per minimizzare le variazioni di massa dovute all’umidità e per cercare di condurre al meglio le vibrazioni lungo la lunghezza della canna stessa. Per lo shell (che nella configurazione da me ascoltata era di alluminio, ma mi dicono sia stato realizzato anche in bois du violet per testine di maggiore cedevolezza) è stato adottato un disegno particolare, che i costruttori chiamano “a becco di flauto”: in effetti lo shell ricorda molto da vicino la testa di un flauto dolce. La puntina è fissata allo shell tramite una spiaggetta di alluminio. La canna a sua volta è poi fissata ad un arco tramite un perno passante che si fissa alle estremità dell’arco. Il movimento sagittale è garantito da due cuscinetti di altissima precisione. Il blocco canna più arco è poi fissato nella parte alta ad un cilindro che contiene i cuscinetti, anch’essi di precisione, che assicurano il movimento radiale. Quest’ultimo cilindro è infine fissato ad una “forca” tramite un asta, in modo che tutto il braccio risulta sospeso e disassato rispetto al pilone reggente principale. In questo modo, dicono i costruttori, il braccio ottiene caratteristiche simili a quelle di un unipivot senza subirne i difetti. La regolazione dell’ovehang, del VTA, del peso e dell’altezza generale del braccio sono tutte garantite da scorrimenti fissabili tramite viti a brugola. Il cablaggio, brevettato, collega direttamente la testina con le uscite pin jack della basetta a cui il braccio è stato montato. Tutta la parte meccanica del castello è realizzata magistralmente in ottone e bronzo.
    Dal punto di vista estetico l’oggetto si presenta con un impatto visivo non comune, sia per il gioco delle forme, sia per l’accostamento cromatico che gioca sul rosso-bruno del braccio in pero e i riflessi dorati del bronzo/ottone.

    Ho ascoltato l’oggetto, che montava una DENON 103, su di un giradischi Verdier La Platine. A riferimento è stato messo, poiché La Platine può portare due bracci, un Toho in metallo da 13 pollici, anch’esso con DENON 103. Entrambi i bracci erano collegati ad un preamplificatore  Shindo Catherine tramite medesimi cavi phono anch’essi autocostruiti e brevettati, ed esattamente identici tra loro. Anche il peso di lettura era lo stesso per i due bracci: 2,25 g esatti.
    La prova di ascolto è partita con diversi dischi di musica da camera non  di stampa audiophile (Mozart: Quartetti K.169,170,171 e 172 - Quartetto Italiano Philips 6500 644; Chopin: Etudes op.10 & op.25 - Pollini DG 2530 291; Jean-Marie Leclair: Musique de Chambre - Musica Antiqua Köln Archiv 2533 414) per verificare il sistema di lettura Toho-Verdier. La solidità di immagine, la precisione di tracciamento e la pulizia generale del braccio giapponese lasciano sempre senza fiato. Il messaggio musicale esce senza sforzo e con una ottima immagine virtuale. Passando poi al Jazz, la ristampa Classic Records di Kind of Blue era un piacere all’ascolto, mentre l’originale Verve prima stampa americana  “Gerry Mulligan meets Ben Webster” mi ha veramente lasciato senza parole.
    Ho fatto i miei complimenti per il front end analogico Toho-Verdier-Shindo, del resto il braccio giapponese, come si sa, rappresenta un punto d’arrivo per molti appassionati analogisti e, francamente, ero piuttosto scettico circa la possibilità, per l’altro braccio, di riuscire anche soltanto ad  approssimare la performance del gigante nipponico.
    La prova col braccio in legno si è svolta al contrario, partendo cioè dai brani jazz, e mi ha completamente disarmato. Mulligan e Webster si erano semplicemente materializzati di fronte a me. La tromba di Miles in Flamingo Sketches non lasciava alcun dubbio di autenticità, mentre nella classica, specie con la registrazione piuttosto scarsa - per la verità - del disco DG, le potenzialità dell’oggetto sono letteralmente esplose. Con Mozart la naturalezza degli archi era eccezionale, il pianoforte di Pollini ha esibito un’ottima struttura armonica con transienti di attacco velocissimi, molta ‘aria’ tra le note e grande sostegno, mentre nella prova con la musica antica ho potuto apprezzare un grandissimo senso del ritmo unito ad un’impressione di grande spazialità. Infine, in ogni contesto si è rilevata, soprattutto, una dinamica eccezionale. In questo parametro il Toho, che pur rappresenta un riferimento al di sopra di ogni sospetto, risulta, nel confronto, carente.
    Ed è proprio la dinamica unita alla naturalezza di timbro che mi ha convinto della bontà del progetto.
    I costruttori non hanno ancora deciso se e come commercializzare il braccio in questione anche perché, asseriscono, la produzione non potrà essere che piuttosto limitata in quanto ogni pezzo (ed ogni sua pur minima parte) è prodotto rigorosamente a mano secondo altissimi standard e richiede una taratura fine in fase terminale di costruzione.
    Come sapete, non è mia abitudine parlare di prodotti attualmente non in commercio, tuttavia ritengo importante segnalare che ancora c’è chi svolge ricerca per migliorare il più possibile il suono dei nostri beneamati vinili e con risultati, devo dire in tutta sincerità, di assoluto rilievo.
    FINE

    PS Volendo c'è anche la relazione tecnica redatta dal mio amico, ancor più lunga...


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    Messaggio Da pluto Lun Gen 20 2014, 14:13

    Urca…avrei dato la colpa alle cinghie, ma se le hai sostituite…

    Tu hai ancora il mod di motore (credo papst) senza alimentatore esterno?

    E scusa la domanda brutale, non sapendo come hai proceduto alla misurazione: ma all'ascolto percepisci la lentezza? Xchè un 10% di scarto non è poco e quindi dovresti rendertene conto…tu hai un orecchio da musicista allenato
    Con un DD agiresti sul pitch control e metteresti a posto ma con quel motorino l'è dura. Forse dovresti farlo vedere un attimo. Magari soffre d'ansia x l'età  Braccio da 13 pollici 650957 
    Solo che non saprei a chi fartelo mandare. Magari qualche amico che vive a Milano potrebbe darti una raccomandazione.

    Hai controllato bene la puleggia? Che non faccia qualche attrito dovuto a polvere etc. Ormai hai le mani in pasta… apri pure il motore. Magari occorre una buona lubrificata proprio sulla puleggia etc

    Sappi che esistono comunque alimentatori esterni che regolarizzano il moto del Mitchell e sono venduti dalla stessa casa (e alla fine sentiresti pure meglio). Ma prima di valutare questa spesa prima controllerei x benino
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    Messaggio Da pluto Lun Gen 20 2014, 14:15

    A proposito

    Vabbè che sei un costruttore di eccellenti clamps. Ma togli il tuo (che sicuro pesa di più rispetto all'originale) e fa la misurazione con quello originale.

    Quel motore è un muletto (ma piccolo) e soffre pesi extra. I clamps sui Mitchell sono un po' pericolosi
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    Messaggio Da alanford Lun Gen 20 2014, 14:54

    sicuramente il prodotto e' interessante
    hai fatto 30 con la recensione, a questo punto fai 31 (relazione tecnica)
    per curiosita' e' possibile progettarlo predispondendolo per shell con attacco standard?
    poi, se non sono troppo indiscreto, quanto costerebbe il braccio?
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    Messaggio Da IL BACHIANO Lun Gen 20 2014, 16:05

    pluto ha scritto:Urca…avrei dato la colpa alle cinghie, ma se le hai sostituite…

    Tu hai ancora il mod di motore (credo papst) senza alimentatore esterno?

    E scusa la domanda brutale, non sapendo come hai proceduto alla misurazione: ma all'ascolto percepisci la lentezza? Xchè un 10% di scarto non è poco e quindi dovresti rendertene conto…tu hai un orecchio da musicista allenato
    Con un DD agiresti sul pitch control e metteresti a posto ma con quel motorino l'è dura.  Forse dovresti farlo vedere un attimo.  Magari soffre d'ansia x l'età  Braccio da 13 pollici 650957 
    Solo che non saprei a chi fartelo mandare.  Magari qualche amico che vive a Milano potrebbe darti una raccomandazione.

    Hai controllato bene la puleggia? Che non faccia qualche attrito dovuto a polvere etc. Ormai hai le mani in pasta… apri pure il motore. Magari occorre una buona lubrificata proprio sulla puleggia etc

    Sappi che esistono comunque alimentatori esterni che regolarizzano il moto del Mitchell e sono venduti dalla stessa casa (e alla fine sentiresti pure meglio). Ma prima di valutare questa spesa prima controllerei x benino

    Il motore è un Pabst ma l'alimentatore è questo qui (che è andato a sostituire quello di serie)

    Braccio da 13 pollici Alimen10

    In prima istanza mi ero accorto sentendo un soprano che sembrava un tenore... poi, dopo un veloce controllo con un disco stroboscopico, sono ricorso al metodo della nonna: cronometro e contrassegno sul piatto.  I risultati sono quelli che ho detto.
    Ora smonterò il motore e vedrò cosa si può fare.
    Per quanto riguarda il clamp, quello che vedi è leggerissimo, poco più di 100 g e in più funziona come l'originale, cioè stringendo il perno.
    Ciao e grazie.


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    Messaggio Da IL BACHIANO Lun Gen 20 2014, 16:13

    alanford ha scritto:sicuramente il prodotto e' interessante  
    hai fatto 30 con la recensione, a questo punto fai 31 (relazione tecnica)
    per curiosita' e' possibile progettarlo predispondendolo per shell con attacco standard?  
    poi, se non sono troppo indiscreto, quanto costerebbe il braccio?

    Per l'attacco standard ci avevamo pensato, ma non era facile realizzarlo.
    per altre info, mandami un ' email


    UN BRACCIO AD ALTA MASSA DI ISPIRAZIONE LIUTARIA

    Abbiamo cercato di realizzare un braccio per giradischi ispirandoci ai principi organologici che sottendono alla costruzione degli aerofoni, coniugandoli con quelli alla base della costruzione dei bracci portatestina di lettura. Dopo oltre due anni di lavoro e sperimentazione Vi mostriamo I risultati.

    Sono state proposte molte soluzioni meccaniche per realizzare un braccio portatestina per un giradischi che legge dischi in vinile. La maggior parte delle soluzioni meccaniche note prevede di imperniare il braccio portatestina ad un telaio del giradischi mediante due articolazioni a cuscinetti a sfere, o cuscinetti e lame, perpendicolari tra loro. La maggior parte dei bracci di lettura in commercio sono bracci a massa medio-bassa, intendendo per tali quelli che vantano una massa effettiva che va dai 9,0 g agli 11,5 g.

    Le motivazioni teoriche che hanno indotto a questa soluzione costruttiva sono note, principalmente riconducibili ai progressi intervenuti, nel corso degli anni, nei fonorivelatori: maggiore cedevolezza della sospensione (attualmente le compliances si attestano mediamente sull'ordine di > 20cu), l'evoluzione dei tagli dello stilo, l'aumentata leggerezza della struttura del fonorivelatore e la conseguente capacità di lettura a pesi molto bassi (cfr. G. Campagna "un originale braccio per giradischi" articolo apparso in questa stessa rivista e ripreso nei quaderni di CHF n.3, a tale articolo si rimanda per ogni approfondimento della teoria: errore radiale, andamento della frequenza in funzione della massa e della compliance etc.)

    I bracci ad alta masse sono quindi rimasti quelli "storici" come gli Ortofon da 12 pollici (attualmente ancora in produzione con sigla AS 2l2i e castello allo snodo un poco diverso da quello
    storico, lo SME 3012,1'EMT 997, il Fidelity Research; tutti pensati per portare delle MC a bassa o bassissima cedevolezza e ad elevato peso di lettura (almeno rispetto agli standard attuali).
    Nella produzione attuale sono presenti alcuni bracci a canna lunga ed alta massa, come ad esempio (non esaustivo) quelli prodotti dalla Klimo il Blint ed il Lancillotto, lo SME M2-10 e il 312,ilYPI12.5i Memorial ed anche qualche braccio a canna corta ma alta massa, come 1o Scheu Tacco 9.

    Come mai allora abbiamo scelto di realizzare un braccio ad alta massa?
    Principalmente per quattro motivi:
    1) esistono ancora in commercio testine a bassa cedevolezza prima tra tutte l'intramontabile DENON 103 MC che gode di un ottimo rapporto qualità/prezzo, nonché le Ortofon SPU, più care ma indubbiamente dalle caratteristiche soniche molto accattivanti e le EMT/Barco
    2) riteniamo che la maggior massa del braccio unita al fatto che questo sia di tipo 'imperniato' possa meglio contrastare le irregolarità del vinile anche se questo può essere un parere personale non essendovi evidenza incontrovertibile in merito,
    3) un braccio 'lungo' diminuisce l'errore di tangenza (pur, come noto, non potendo essere eliminato in un braccio imperniato), ed un braccio 'lungo' è per forza di cose di massa più elevata che non il suo fratello da 9 pollici, a meno di non utilizzare fibre organiche di derivazione spaziale (carbonii speciali) dal costo assolutamente proibitivo e dalla difficilissima reperibilità, o di far reggere la canna {a un liquido smorzatore, cosa che abbiamo escluso in partenza;
    4) su di un giradischi che abbia un piatto di massa e momento di inerzia elevato, il braccio lungo e di alta massa (insieme a quello tangenziale) ottiene quasi sempre prestazioni soniche più gradevoli all'orecchio.
    A questo punto vediamo quali sono stati i nostri vincoli nella realizzazione dell'oggetto:
    1) controllare e sfruttare al meglio i moti vibrazionali che si trasmettono attraverso il braccio,
    essendo chiaramente impossibile eliminarli;
    2) ottenere una musicalità almeno pari a quella di un braccio unipivot cercando di mantenere
    l'impulso sui transienti tipico degli imperniati di qualità;
    3) contrastare il più possibile le irregolarità dell'LP;
    4) minimizzare i rumori indotti dai meccanismi del braccio (tipo lo scorrimento delle lame e/o
    il "chiacchiericcio" dei cuscinetti)
    Un braccio di tipo "imperniato" introduce un errore  tangenziale di tracciamento che è ineliminabile (cfr. ancora G. campagna citato sopra). In quanto intrinseco a questa soluzione meccanica; tale errore può venire parzialmente ridotto allungando la canna del braccio, e quindi distanziando lo stilo dal punto di fulcro per far compiere all'equipaggio mobile un arco più "morbido" nel raggiungere il punto di fine corsa. Così abbiamo portato la lunghezza effettiva del braccio fino a 13,5 pollici. Con una basetta esterna o a sbalzo rispetto al giradischi, il problema di collocamento del braccio risulta assolutamente superabile.

    Per controllare i moti vibrazionali trasmessi attraverso la canna, ci siamo ispirati alla tecnica di costruzione degli strumenti a fiato. In questi strumenti, in teoria, per ottenere la massima resa sonora occorre che suoni "soltanto" l'aria che scorre in essi, eccitata dal generatore (per esempio l'ancia o il labbro del suonatore). Evidentemente è impossibile che il materiale di cui è costituita la canna (il tubo sonoro) non suoni, o meglio non risuoni, almeno un poco, tanto che nei flauti vi sono differenze tra esemplari costruiti sullo stesso modello ma con legni diversi, tuttavia, con particolari accorgimenti, si riesce a limitare il suono dato dalla canna rispetto a quello prodotto dal moto dell'aria.
    Si è pensato perciò ad una canna conica in legno, che avesse all'interno un conicità lievissima e
    contraria a quella esterna, questo per contrastare ancora maggiormente di quanto non faccia una canna cilindrica I moti stazionari. Il lavoro di preparazione della canna in legno con alesature manuali è molto complesso e delicato. Il legno da noi scelto è il pero, quello utilizzato in liuteria e stagionato naturalmente almeno 20 anni, questo sia per limitare le possibili deformazioni indotte da repentini sbalzi di umidità, sia per le oggettive caratteristiche di leggerezza e compattezza tipiche del pero

    Sempre per limitare le deformazioni di cui sopra, la canna è trattata in bagno d'olio di lino rettificato con essenza di trementina per 24 h e in seguito, una volta asciutta e finita, verniciata a con gommalacca con ultima ripassata interna di olio siliconico. Dalle prove empiriche da noi effettuate esponendo direttamente la canna finita all'umidità prodotta da un umidificatore, il trattamento fa sì che la canna aumenti il proprio peso per via dell'assorbimento dell'umidità di un decimo di grammo dopo circa tre ore di esposizione ai vapori dell'umidificatore: un buon risultato, tale da non compromettere, nell'utilizzo dell'oggetto, il rendimento della testina a lui applicata.

    Per ottenere una musicalità simile a quella dei bracci unipivot, abbiamo pensato di sospendere il braccio. Questo è stato ottenuto sfalsando i piani dello snodo cardanico. In altre parole  l’idea principale che sottostà al nostro braccio è quella di spostare i piani dello snodo cardanico delle rotazioni sfalsandoli in modo da avere il fulcro del movimento orizzontale (radiale) sensibilmente più in alto del movimento verticale (sagittale);
    nel contempo, il fulcro del movimento sagittale è disposto alla stessa altezza della testina.  E' importante sottolineare che se il baricentro del braccio è sito alla stessa altezza (quota) della puntina del fonorilevatore, la forza di appoggio della testina trasmessa al braccio rimane costante indipendentemente dalla spinta prodotta dalle ondulazioni della superficie del disco che spingono il braccio verso l'alto. ln questo modo il braccio risulta 'appeso" come ad una forca, ricordando in qualche modo la struttura di un braccio portatestina "unipivot rovesciato".
    Nel nostro braccio la testina 'vede" principalmente il cateto del triangolo rettangolo costituito dai punti testina, asse di rotazione radiale ed asse di rotazione sagittale e, quindi, avvicina teoricamente il sistema alla fluidità tipica dei bracci unipivot garantendo nel contempo la maggiore dinamica dei bracci imperniati.

    Si sa che, mettendo le due articolazioni dei movimenti orizzontale e verticale su piani diversi, quando la puntina del fonorilevatore si solleva per via di un'ondulazione ripida del disco si produrrà anche un movimento avanti o indietro della puntina della testina lungo i percorso del solco ma, ponendo due cuscinetti tra loro distanziati (come in un trapano di precisione) all'interno della colonnina preposta al movimento radiale, questo movimento viene praticamente annullato e, anche se ne rimanesse una piccola parte, riteniamo che il vantaggio ottenibile nel mantenere più saldamente possibile la puntina premuta all' interno del solco (quindi contrastando la forza che tende ad espellere la puntina dal solco durante la lettura per via delle asperità del solco stesso) sia più importante dei problemi che potrebbero insorgere con dischi eccessivamente deformati che, ovviamente, meglio sarebbe non utilizzare mai, pena il repentino deperimento della testina.

    Utilizzando cuscinetti a sfere per agevolare i movimenti del braccio si deve affrontare il cosiddetto problema del "chiacchiericcio dei cuscinetti", ben noto a chi ama trascorrere tempo auscultando  col fonendoscopio il proprio sistema braccio/giradischi.
    Il problema è, in sintesi, questo: per mantenere un basso attrito (cioè una bassa resistenza meccanica alla rotazione del braccio portatestina) i cuscinetti, indipendentemente dalla loro qualità, devono comunque avere un certo gioco. Tuttavia, per effetto della presenza di questo gioco, quando la puntina inizia a trasmettere il movimento al braccio i cuscinetti compiono un lievissimo movimento prima di muoversi e possono anche tendere a vibrare malamente facendo scontrare, anziché sfregare, le biglie (o i rulli) tra loro e trasmettendo alla puntina delle vibrazione  indotte da questi movimenti anomali che, ovviamente, determinano dei disturbi sul segnale elettrico (musicale).
    Se però si aumenta la rigidità dei cuscinetti nella loro sede nel tentativo di ridurre il suddetto chiacchiericci si aumenta anche l'attrito delle parti mobili dei cuscinetti stessi (e quindi la resistenza meccanica alle rotazioni del braccio) e viene compromessa la fluidità di scorrimento del braccio, la sua facilita di lettura e, quindi, la sua prestazione musicale. Nei bracci portatestina noti di tipo imperniato a cuscinetti può essere molto difficile, se non impossibile, raggiungere un compromesso ottimale per tener saldi i cuscinetti abbastanza da minimizzare il "chiacchiericcio", ma lasciarli quel tanto di gioco da consentire un attrito sufficientemente basso alle rotazioni del sistema.
    La nostra soluzione al problema per il movimento radiale verte ancora, come detto sopra, sull'utilizzo di due cuscinetti separati tra loro da un distanziale di bronzo (o, in alternativa, di teflon), il tutto inserito in una camera cilindrica: così il movimento è sicuramente in asse, non risente della spinta in avanti data dalle asperità e alterazioni del disco, e, avvitando o svitando le viti di regolazione a fermo dei cuscinetti, è possibile dosare la pressione esercitata sui cuscinetti stessi per tarare il sistema alle risonanze tipiche del piatto giradischi su cui il braccio viene montato. Analogamente lo stesso è possibile sul movimento sagittale agendo sulle viti che trattengono I cuscinetti di precisione inseriti nella molla a taglio dell'archetto reggibraccio.
    Infine, il contrappeso e l'antiskating: per quest'ultimo abbiamo optato per il più semplice sistema a filo, per altro opzionale se si fa leggere il sistema ad un peso elevato (oltre i 2,0 g).
    Per il contrappeso invece abbiamo scelto la soluzione di posizionarlo sfalsato rispetto all'asse del braccio, ponendolo sotto di esso. Questo aumenta la stabilità del sistema. Non abbiamo previsto tacche o riferimenti di taratura del peso perché sempre imprecisi. Qualunque buon appassionato possiede una bilancina. Si userà quella per determinare il peso di lettura, regolabile attraverso lo scorrimento del contrappeso sull'asse, fissabile con una brugola.
    Altra caratteristica del nostro braccio, mutuabile direttamente dalla liuteria degli aerofoni è lo shell portatestina. Questo è realizzato a "becco di flauto", in pratica riproducendo il becco, cioè la parte in cui si soffia) di un flauto dolce.

    Realizzazione: Giacomo A.– Sergio Z.


    _________________
    Sorgente analogica: Michell Gyrodec / braccio Mørch / braccio autocostruito / Supex SDX1000 / Denon DL103 / PrePhono CEC PH53
    Sorgente digitale: Onix SACD 15A
    Amplificazione: Integrato BMC C1
    Diffusori: Martin Logan Theos
    lucio babbaro
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    Messaggio Da lucio babbaro Sab Mar 01 2014, 18:02

    salve, avrei piacere di provarlo con il mio Pluto Audio 10A, grazie.

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