pevaril ha scritto:Potrebbe, credo, essere utile una lettura del genere... Pierre Lurné è un fisico, esperto in meccanica razionale. Non conosco le referenze del nostro amico autocostruttore toscano, attendo di conoscerle.
E poi venne il digitale. Sembrava che non ci fosse più spazio per un contributo sonoro dalla meccanica: bit is bit, recita il credo della nuova era, e la degradazione del segnale non riguarda il digitale, bensì è relegata all’analogico.
I fatti dimostrano che le cose non stavano in questi termini: l’orecchio, questo sconosciuto, sente differenze sonore per ogni intervento meccanico sul sistema o meccanismo di lettura ottica (CDM), contraddicendo il dogma bit is bit. La spiegazione è il Jitter, che interviene nel dominio temporale, come spiega P.Lurné stesso nella presentazione della sua CDM Mod.1.0, montata per la prima volta sull’ultimo nato in casa Lurné, la meccanica CD MEPHISTO II.
In altre parole il Jitter “analogizza” la lettura digitale, nel senso che riporta in auge le problematiche meccaniche-vibrazionali, anche se su scala diversa e con aspetti suoi propri, che notoriamente affliggono in termini di degradazione del segnale, l’analogico.
E così “l’impallinato” meccanico P.Lurné è di nuovo in corsa. Nel 1994 dà inizio, avvalendosi della consulenza di René Boonen (progettista della CDM4 e CDM9 della Philips), ad una ricerca approfondita di tutte le tematiche meccaniche-vibrazionali riguardanti le CDM. Il risultato è che nel 1999 esce la succitata CDM AUDIOMECA Mod 1.0.E’ dal 1979 che la società AUDIOMECA di Pierre Lurné progetta e costruisce prodotti High End per la propria etichetta e per altri marchi.
A tutt’oggi vengono prodotti giradischi e bracci analogici, anche se ormai la produzione attuale consiste principalmente in lettori CD e DVD.
In questi giorni di “tutta elettronica” le CDM (meccanismi di lettura ottica dei CD) disponibili sul mercato sono pochissime, al punto tale che anche i più rinomati costruttori di CD-players non hanno scelta e sono costretti ad utilizzare le CDM comuni molto economiche prodotte in numeri elevatissimi dalle grandi industrie.
E la situazione è destinata a peggiorare sempre più, in quanto l'obiettivo primario dell’Industria è l’abbattimento dei costi. Questa tendenza richiede semplificazioni tecniche, che comportano qualità scadente.
Di regola i circuiti elettronici intervengono per correggere gli errori delle CDM, ma di fatto nessuno conosce ciò che è dentro i chips servo e decoder, ciò che possono o non possono fare.
Alla fine una CDM di effettiva alta qualità non esiste. Conseguentemente, il mercato professionale, quello di lusso e quello audiofilo devono accontentarsi delle CDM correnti.
La lunga esperienza accumulata dall’AUDIOMECA nella risoluzione di problemi meccanici connessi con l’Alta Fedeltà le ha consentito di intraprendere un serio progetto CDM.
Tutto partì nel 1994, quando René Boonen divenne consulente dell’AUDIOMECA. René Boonen ha lavorato per 10 anni con la Philips ed è progettista delle CDM4 e CDM9.
Fu costruito un grosso prototipo per meglio comprendere i fenomeni meccanici ed ottici (cfr. foto 1).
Oggi la prima CDM di precisione costruita dall’AUDIOMECA è disponibile: la CDM AUDIOMECA model 1.0. è ora il cuore della nuova meccanica CD MEPHISTO II (cfr. foto 4).
Non è così semplice capire perché una buona (costruita rispettando le leggi della Meccanica Razionale) CDM ha un’influenza positiva sulla qualità sonora.
La teoria spiega che la qualità dei dati digitali è ininfluente. Nella misura in cui gli 1 e gli 0 sono riconosciuti, è possibile ricostruire esattamente i dati: “bit is bit” sarebbe la grande forza del digitale, in grado di fargli superare ogni tipo di maltrattamento, ogni manipolazione, trasferimento, e immagazzinamento, al contrario dell’analogico, soggetto ad una continua degradazione nei vari passaggi.
La ragione ha un nome: Jitter. Questa piaga multiforme colpisce il rispetto del tempo. Virtualmente ogni cosa provoca jitter. Per dare un semplice esempio, la luce riflessa dalle tracce adiacenti agisce da parassita e crea jitter ancor prima che il raggio laser raggiunga i diodi ricettori. Il fenomeno jitter non è ancora pienamente compreso. Il tecnico ben informato potrebbe obiettare che a tutto pone rimedio il DATA BUFFER (o RING MEMORY o FiFo: fondamentalmente una memoria, che immagazzina le informazioni e le rilascia poi in accordo ad un “reference clock”, cioè ad un circuito di scansione temporale). Non è proprio così, dal momento che i circuiti utilizzati allo scopo sono semplificati ed il loro intervallo di frequenza troppo ristretto. Se le parti ottiche, meccaniche ed elettriche potessero essere perfette, non ci sarebbe jitter e non ci sarebbe quindi bisogno di correzione elettronica e di DATA BUFFER.
Pertanto ogni piccolo miglioramento eleva la qualità, in quanto il jitter si riduce ed il servo si rilassa.
Ci sia consentito di sottolineare l’importanza strategica del posizionamento della CDM: proprio alla sorgente delle informazioni audio e/o video.
Le vibrazioni meccaniche costituiscono il principale difetto delle odierne CDM. Di regola ogni cosa che si muove produce vibrazioni. E’ da tenere ben a mente dell’estrema piccolezza delle informazioni incise sul disco: un capello umano può contenere fino a 50 tracce. Non c’è da meravigliarsi, allora, che vibrazioni piccolissime, i loro effetti combinati, le loro frequenze, disturbano la capacità di lettura (tracking), obbligando il servo ad un lavoro pesante, con scadimento della qualità.
Per di più la velocità del disco non è costante, variando dai 500 ai 200 giri al min.. Un grosso errore, secondo AUDIOMECA, che sa per esperienza quanto è difficile liberarsi dalle vibrazioni anche ad una velocità costante. Cambiare velocità comporta attraversare tutte le frequenze del sistema ed eccitarne tutte le specifiche frequenze di risonanza.
Molto altro ci sarebbe da dire ma fermiamoci qui.
La CDM Model 1.0 dell’AUDIOMECA è stata progettata per un funzionamento quanto più prossimo al livello di vibrazioni zero:
- Massa generale elevata (600g), scelta del metacrilato come materiale principale, tipo di costruzione contribuiscono all’assorbimento e smorzamento delle vibrazioni.
- Il primo asse d’inerzia passa per il motore del disco e la lente.
- Il bilanciamento dinamico generale è soddisfatto. Inoltre si può dimostrare che c’è una relazione matematica tra le masse dei tre stadi mobili: lente/testa laser/telaio CDM (15 dB tra i primi due e 30 dB tra gli ultimi due), consentendo di prevenire movimenti indesiderati dovuti ad un semplice
effetto di azione/reazione.
- Tutte le parti meccaniche sono lavorate con tolleranze piccolissime.
- Platorello (d’appoggio del disco) di 45 mm di diametro (cfr. foto 3) contro i 30 correnti (cfr.foto 2): accresciuta stabilità geometrica.
- La forma del platorello s’accorda coi profili di tutti i dischi ed è stata disegnata per ottenere dall'insieme platorello + disco + clamp il comportamento dinamico proprio di un blocco unico.
- Una regolazione individuale durante il montaggio assicura una centratura con minimo errore ed una eccellente planarità riducendo l’intervento del servo.
- La massa del clamp è calcolata in rapporto al motore del disco e ai parametri del servo. Questo punto complesso è pochissimo conosciuto.
- Platorelli e clamp del mercato spesso presentano fori e/o rilievi responsabili di un effetto ventola, che agisce come una vera e propria sorgente vibratoria.
AUDIOMECA ha scelto solo forme semplici e superfici piatte.
- Malgrado le precauzioni di cui sopra, il movimento rotatorio del disco produce sempre un leggero
vento orizzontale. La CDM Model 1.0 non crea disturbi extra e la rotazione avviene silenziosamente.
- Motori disco e slitta silenziosi.
- L’AUDIOMECA ha scelto una testa laser SANYO, che offre diversi vantaggi sulla concorrenza: progetto eccellente, massa elevata e attuatore perfettamente bilanciato (caratteristica molto importante e rara).
- Stabilità di tracciamento.
- Progettato esclusivamente per lettori CD da studio ed High-End.
troppo lungo per leggere, comunque non sono un autocostruttore ma questo non interessa, per il resto puoi rileggere una cosa che ho postato riguardo a una modiìfica su meccanica Sony dove un team di fisici con a disposizione strumentazione al top mondiale visto il progetto a cui lavoravano e tutt'oggi lavorano hanno a disposizione, con tutto l'impegno possibile non riuscirono a rilevare nessun miglioramento nella lettura e del resto non poteva non essere altrimenti, ripeto nel dominio digitale o leggi o non leggi se ne hai avete facolta dimostrate il contrario, ma lasciamo perdere e torniamo al concreto, mi dici dove esiste una misura che fa vedere che una mecca cinese legge peggio di una super mecca metallosa? se non sai rispondere forse faresti meglio a non citare a sproposito cose di cui non credo tu abbia la minima coscienza