La classe D - T
Tutti gli amplificatori audio vengono suddivisi in classi in base al loro principio di funzionamento. Quelle principali sono la classe A, AB, C e D. La classe T. Oltre a queste classi la Tripath ha inventato una specie di classe a se stante la T che non è una vera e propria classe di funzionamento, bensì è un marchio registrato da Tripath (l’azienda ideatrice del chip) per denominare una particolare variante dell’amplificazione in classe D.
L’amplificazione in classe D (a volte erroneamente chiamata “digitale”) si basa su un principio molto semplice: si può ricostruire un segnale variabile (onda) a partire da una serie di impulsi discreti, che possiamo pensare come zero e uno. Per fare ciò abbiamo bisogno di una frequenza di riferimento con cui comparare il segnale e di un sistema di accensione/spegnimento dei finali (da qui il nome di amplificatori “switching”). Generalmente la frequenza di riferimento è un’onda triangolare di pulsazione elevata, molto più alta del segnale in ingresso.
Vediamo uno grafico di funzionamento
Questa metodologia ha però alcuni difetti: innanzitutto occorre eliminare i residui della frequenza di riferimento sul segnale in uscita e questo viene fatto tramite un filtro passa-basso opportunamente dimensionato. Più importante però è il controllo dell’accensione/spegnimento dei finali. Queste operazioni in teoria istantanee, nella pratica richiedono del tempo e questo ritardo si traduce, in definitiva, in distorsioni del segnale amplificato. Per ovviare a questo inconveniente le aziende hanno sviluppato varie soluzioni: la solita Tripath ha ideato una serie di procedure (vige un certo riserbo in proposito) che hanno permesso di raggiungere livelli qualitativi elevati. In particolare dovrebbero basarsi su una frequenza di riferimento a pulsazione variabile e particolari sistemi di riduzione del rumore.
Tutti gli amplificatori audio vengono suddivisi in classi in base al loro principio di funzionamento. Quelle principali sono la classe A, AB, C e D. La classe T. Oltre a queste classi la Tripath ha inventato una specie di classe a se stante la T che non è una vera e propria classe di funzionamento, bensì è un marchio registrato da Tripath (l’azienda ideatrice del chip) per denominare una particolare variante dell’amplificazione in classe D.
L’amplificazione in classe D (a volte erroneamente chiamata “digitale”) si basa su un principio molto semplice: si può ricostruire un segnale variabile (onda) a partire da una serie di impulsi discreti, che possiamo pensare come zero e uno. Per fare ciò abbiamo bisogno di una frequenza di riferimento con cui comparare il segnale e di un sistema di accensione/spegnimento dei finali (da qui il nome di amplificatori “switching”). Generalmente la frequenza di riferimento è un’onda triangolare di pulsazione elevata, molto più alta del segnale in ingresso.
Vediamo uno grafico di funzionamento
Questa metodologia ha però alcuni difetti: innanzitutto occorre eliminare i residui della frequenza di riferimento sul segnale in uscita e questo viene fatto tramite un filtro passa-basso opportunamente dimensionato. Più importante però è il controllo dell’accensione/spegnimento dei finali. Queste operazioni in teoria istantanee, nella pratica richiedono del tempo e questo ritardo si traduce, in definitiva, in distorsioni del segnale amplificato. Per ovviare a questo inconveniente le aziende hanno sviluppato varie soluzioni: la solita Tripath ha ideato una serie di procedure (vige un certo riserbo in proposito) che hanno permesso di raggiungere livelli qualitativi elevati. In particolare dovrebbero basarsi su una frequenza di riferimento a pulsazione variabile e particolari sistemi di riduzione del rumore.