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TRA MUSICA E ARCHITETTURA
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    Messaggio Da montanari Mar Nov 27, 2012 7:46 am

    per un architetto ancora appasionato come me-nonostante le committenze
    questo e una goduria!
    http://digilander.libero.it/initlabor/musica-architettura-michelutti/musica-architett-marta1.html#Anchor-47857


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    Messaggio Da piroGallo Mar Nov 27, 2012 11:06 am

    bello! grazie.


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    "L'uomo che non ha la musica nel cuore ed è insensibile ai melodiosi accordi
    è adatto a tradimenti, inganni e rapine; i moti del suo animo sono spenti come la notte,
    e i suoi appetiti sono tenebrosi come l'Erebo: non fidarti di lui."
    (William Shakespeare, Il mercante di Venezia)

    "Meno muggiti e più ruggiti"
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    Messaggio Da Lilly. Mar Nov 27, 2012 12:24 pm

    montanari ha scritto:per un architetto ancora appasionato come me-nonostante le committenze
    questo e una goduria!
    http://digilander.libero.it/initlabor/musica-architettura-michelutti/musica-architett-marta1.html#Anchor-47857


    Interessante davvero questo 3D !

    Anche in architettura si parla di armonia, ritmo, proporzione ed equilibrio: gli stessi concetti si trovano nella musica !
    Le Corbusier, per me un vero genio, aveva paragonato l’invenzione del sistema di misura armonico, il Modulor, ai concetti musicali.

    Anche famosi pittori, Picasso, Vettriano e altri sono stati ispirati dalla musica per realizzare splendide opere d'arte ....avevo scritto un 3D su Vettriano ispirato da Leonard Coen

    Grazie !


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    Messaggio Da montanari Mar Nov 27, 2012 2:58 pm

    allora continuo nell approfondimento copiando e incollando parte di un altro post scritto tempo addietro

    sono convinto che la musica è cultura, e l'architettura è un arte che ha bisogno di tutte le altre per vivere, musica compresa
    inoltre anch'io lavoro e ho studiato divorando cd, e si: mi ha aiutato nella concentrazione
    inoltre penso che anche l'hi fi faccia parte dell'architettura (ovviamente d'interni)
    sia e soprattutto per la diffusione sonora che per i pezzi in se: alcune macchine e diffusori che sono pezzi di design-anche pininfarina si è cimentato..

    riguardo a nostri contemporanei:

    qui un maestro del suono
    http://dodeckahedron.blogspot.com/2005_08_01_archive.html
    http://www.amazon.com/Music-Architecture-Iannis-Xenakis/dp/1576471071

    che considero molto interessanti
    http://www.allmusic.com/album/tower-of-winds-mw0000062567
    http://www.allmusic.com/album/waterloo-terminal-architettura-series-2-mw0000043802
    http://www.allmusic.com/album/museum-of-fruit-mw0000242088
    http://www.allmusic.com/album/brasilia-architettura-vol-4-mw0000605711

    oppure mark feldman-rotko chapel, per non parlare della musica futurista..
    di esempi ce ne sono tanti

    sono appassionato di musica contemporanea e del 20esimo secolo, e su questa mi sono soffermato, anche perche ho letto di corbu!



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    Messaggio Da Lilly. Mar Nov 27, 2012 3:51 pm

    Mi permetto di riportare questo stralcio su Le Corbusier che tempo fa mi avvicinò moltissimo a questo fantastico architetto ...la mia passione per James Eames è passata al secondo posto dopo questa lettura anche se di Eames ho la fortuna di avere la sua fantastica poltrona che mi permette di ascoltare musica in assoluto relax .... Fantastico unire due passioni ...musica e architettura Embarassed

    «La musique est: temps et espace, comme l’architecture» (Le Corbusier, 1954, p. 29): per Le Corbusier musica e architettura sono da sempre i due linguaggi delle geometriche strutture dello spazio e del tempo. Melomane competente ed entusiasta, elegante creatore di metafore musicali, Le Corbusier pensa l’architettura come sintesi delle arti, compendio misurato di forme, volumi, colore, sonorità e musica. Il suo Modulor, utilizzato da Xenakis in Metastaseis nel 1955, è il manifesto di un ideale architettonico e cosmologico che contempla al proprio interno la misura musicale, l’armonia, come il lettore induce dal sottotitolo del libro: «Essai sur une mesure harmonique à l’échelle humaine applicable universellement à l’architecture et à la mécanique». Non per caso l’opera si apre col riferimento a Pitagora, che nella storia della cultura musicale europea è non solo l’inventore dei numeri sonori e delle consonanze musicali fondate sui rapporti numerici, ma anche il filosofo che ha applicato la teoria matematica della musica all’architettura del cosmo, innalzando quindi l’ordine e la misura a criterio di organizzazione e ordinamento del tutto. Dopo l’omaggio a Pitagora, Le Corbusier disegna un excursus storico che dal canto gregoriano giunge ai compositori e alle musiche atonali del Novecento, passando per Bach, Mozart, Beethoven, Debussy, Ravel, fino a Erik Satie e Stravinsky. Il teorico delle forme spazio-temporali dichiara che nel proprio progetto demiurgico ha costantemente presente la musica, perché per lui «la musique e l’architecture dépendent de la mesure». E nelle sue Précisions sur l’état présent de l’architecture (Parigi, 1994, p. 12), Le Corbusier scrive: «Architecture et musique sont sœurs, très intimes …, l’architecture est dans la musique, la musique dans l’architecture».

    Se dalla testimonianza dell’architetto contemporaneo volgiamo l’attenzione al millenario passato delle due ‘arti sorelle’, non tardiamo a ritrovare le stesse convinzioni che animano Le Corbusier, la stessa attitudine ad associare le due arti dello spazio e del tempo. Nella cultura antica e nella sua eredità rinascimentale e moderna, musica e architettura sono due potenti contenitori, spaziale e temporale, due ‘forme a priori’ della mente (come dice Kant) progettate dal pensiero per contenere e accordare i moti disarmonici del vivente. Attraverso lo spazio architettonico e il tempo musicale l’uomo diventa cittadino d’un altro mondo, è partecipe di un cosmo prodotto dal pensiero, parallelo alla realtà e modello della realtà, valore ideale che aiuta l’uomo a vivere e che stimola l’uomo a migliorare la propria condizione nel mondo. Non è un caso che l’esperienza estetica dell’uomo nello spazio e nel tempo ideati dall’architettura e dalla musica sia stata percepita e pensata nella storia millenaria della cultura europea in maniera e con modalità del tutto analoghe all’esperienza umana del divino, all’intima comunione dell’uomo con le potenze superiori che dall’alto governano la vita del mondo. È in virtù della contiguità dell’architettura e della musica col divino che fin dalla classicità, precisamente dalle teorie cosmologiche formulate da Platone nel Timeo, Dio è rappresentato come un divino demiurgo, come il dio geometra, musico e saggio architetto celeste animato dalla ricerca del bene, che crea l’architettura del tempio mondano ornandolo della musica prodotta dal moto circolare dei corpi celesti e dai ritmi eterni dell’anima del mondo, allo scopo di contenere e accogliere nel modo più consono le menti e la vita degli uomini di passaggio su questa terra.

    Arti sorelle, musica e architettura hanno costruito e custodito il loro prestigio nella cultura europea basandosi sulla potenza del numero, della misura, della simmetria e della proporzione, in breve, dell’armonia. La loro gloria è fondata da due millenni sull’affinità del numero con l’anima dell’uomo, sulla proprietà del numero di accordare l’affetto. Nel Proemio al primo dei cinque libri del De institutione musica, intitolato «La musica è per natura legata a noi, ed eleva o distrugge i costumi», Boezio (V-VI secolo d.C.) afferma che, delle quattro discipline matematiche (aritmetica e musica, geometria e astronomia) che hanno in comune la ricerca della verità, solo la musica è connessa alla moralità e ai costumi: «Nulla è infatti così strettamente umano quanto l’abbandonarsi a dolci armonie e il sentirsi contratti dalle discordanti: ciò non si limita a gusti singoli o a singole età, ma abbraccia le tendenze di tutti; e così i bambini, i giovani e pur anco i vecchi sono rivolti alle armonie musicali in virtù di naturale e per così dire spontanea disposizione, in modo che non esiste un’età che si sottragga al fascino di una dolce melodia». L’udito è per Boezio il più potente dei sensi, perché ha accesso diretto alla mente: «In ogni campo non c’è via più diretta dell’udito per raggiungere la mente. E quando, per questo tramite, i ritmi e i modi sono penetrati nell’anima, non v’è dubbio che essi, conformemente alla loro natura, influenzino e regolino la mente». Nel cuore della «scienza della musica» di Boezio c’è l’uomo, c’è la convinzione che «la musica è congiunta a noi sul piano naturale in modo che, anche se vogliamo, non possiamo farne a meno».


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    Messaggio Da montanari Mar Dic 04, 2012 5:29 am

    grazie Lilly!
    http://europaconcorsi.com/projects/216694?utm_campaign=ec_newsletter&utm_content=project_216694&utm_medium=email&utm_source=newsletter_297
    si sentira' bene qui dentro?
    l' articolo parla di un triumviarato Piano / Abbado
    ...


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    Messaggio Da Lilly. Mar Dic 04, 2012 7:52 pm

    montanari ha scritto:grazie Lilly!
    http://europaconcorsi.com/projects/216694?utm_campaign=ec_newsletter&utm_content=project_216694&utm_medium=email&utm_source=newsletter_297
    si sentira' bene qui dentro?
    l' articolo parla di un triumviarato Piano / Abbado
    ...

    Grazie non sapevo di questo progetto. Lo trovo bello e innovativo anche perché essendo inserito nel verde l'impatto ambientale risulta, a mio avviso naturalmente, piacevole.
    Provo ad immaginare come ci si potrebbe sentire durante un concerto all'interno di questo auditorium che mi fa pensare ad uno strumento musicale ....tipo un violino o una chitarra ma, per rispondere alla tua domanda circa l'ascolto, ho trovato la recensione del concerto inaugurale ne posto una parte. Embarassed

    "Ho il primo contatto con l’interno dell’auditorium sabato pomeriggio, alle prove del concerto inaugurale. L’impressione è subito splendida: l’ambiente è molto intimo, le tinte sono calde e accoglienti, il suono ricorda davvero quello di una cassa armonica, grazie all’acero rosso della Val di Fiemme impiegato nell’intera struttura: lo chiamano acero di risonanza, e il motivo è subito chiaro. Il palco, leggermente decentrato e non particolarmente grande (pensato per una quarantina di musicisti e ideale per la musica da camera), raccoglie la luce del rosso intenso e vellutato che ricopre le pareti del cubo, che sono decorate da solchi verticali paralleli, variegati ma regolari, che ricordano quasi le opere di Lucio Fontana. Sotto la base superiore del cubo, e sulle pareti laterali, trovano posto avvolgenti pannelli color abete, il cui contrasto con il rosso delle pareti è forte, ma non eccessivo.


    Renzo Piano
    Il pubblico si dispone su una gradinata, sulla quale sono raccolte 8 file da 24 comode sedie (23 la prima) che riprendono i colori delle pareti e del palco. Dalla parte opposta, oltre il palco, trovano posto altre due file di sedie per gli spettatori, o eventualmente per un coro. Il programma del concerto di domenica prevede un’immersione nella musica di Bach: il concerto per violino in mi maggiore BWV 1042, quello per violino e oboe in do minore BWV 1060, e quello per viola in re maggiore, ricostruito da Wolfram Christ, che qui lo esegue, da alcuni frammenti tratti dalle opere BWV 169, BWV 49, BWV 1053. Inoltre, la Suite orchestrale n.2 in si minore BWV 1067, e i Concerti brandeburghesi nn.2 e 3. Ad accompagnare Abbado, oltre a un nutrito numero di giovani strumentisti dell’Orchestra Mozart, ci sono alcuni solisti d’eccezione. Oltre al già citato Raphael Christ, spiccano la violinista Isabelle Faust, l’oboista Kai Froembgen, il flautista Jacques Zoon e il trombettista Reinhold Friedrich. Le prove sono intense, ma perlopiù spensierate, ricche di sorrisi e sguardi di intesa."
    .........
    http://www.ilcorrieremusicale.it/laquila-battesimo-per-lauditorium-del-parco-del-castello/

    Mi auguro che questo auditorium sia un valore aggiunto per questa bellissima città. sunny


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    Messaggio Da Zakkmendy Mar Dic 04, 2012 11:33 pm

    montanari ha scritto:allora continuo nell approfondimento copiando e incollando parte di un altro post scritto tempo addietro

    sono convinto che la musica è cultura, e l'architettura è un arte che ha bisogno di tutte le altre per vivere, musica compresa
    inoltre anch'io lavoro e ho studiato divorando cd, e si: mi ha aiutato nella concentrazione
    inoltre penso che anche l'hi fi faccia parte dell'architettura (ovviamente d'interni)
    sia e soprattutto per la diffusione sonora che per i pezzi in se: alcune macchine e diffusori che sono pezzi di design-anche pininfarina si è cimentato....................

    Ricordo:):):):)
    Se nomino Renzo Piano al Poli mi lapidano. Non è ben visto.
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    Messaggio Da Lilly. Mer Dic 05, 2012 7:33 am


    "La più bella avventura, per un architetto, è quella di costruire una sala per concerti. Forse è ancora più bello per un liutaio costruire un violino; ma si tratta (con tutte le differenze di dimensione e di impiego) di attività molto simili. In fondo si tratta sempre di costruire strumenti per fare musica o per ascoltare musica.
    E’ il suono che comanda, è la cassa armonica che deve saper vibrare con le sue frequenze e la sua energia.
    Io ho avuto l’avventura di costruire spesso per la musica: dall’Istituto per la Ricerca Acustico Musicale di Parigi con Pierre Boulez e Luciano Berio, al Prometeo con Luigi Nono, alla sala di Berlino alla Potsdamer Platz, alla sala del Lingotto di Torino, alla Sala Niccolò Paganini a Parma e ora all’Auditorium di Roma.
    In tutti questi progetti la musica è sempre stata al centro dell’attenzione: lavorando con gli acustici, lavorando con i musicisti. Ma l’Auditorium di Roma non è un semplice Auditorium ma una vera e propria Città della Musica: con tre sale, un anfiteatro all’aperto, delle grandi sale di prova e di registrazione.
    L’avventura, a Roma, si è quindi arricchita di una importante dimensione urbana: l’Auditorium non è soltanto un impianto musicale; c’è anche una piazza, c’è Santa Cecilia, c’è gente che ci lavora, ci sono dei negozi, bar e ristoranti.
    Funzioni tutte che affidano a questo progetto l’importante funzione di rendere urbano questo luogo che ha bisogno di urbanità.
    I luoghi della cultura, d’altronde, come quelli della musica, hanno la naturale funzione di fecondare il tessuto urbano, sottrarre la città all’imbarbarimento e restituirle quella qualità straordinaria che ha sempre avuto nella storia. Strumenti musicali, quindi, immersi nel verde di un parco della Musica che scende da Villa Glori, avvolge i grandi liuti dell’Auditorium, i due gioielli dello stadio Flaminio e del Palazzetto dello sport e si spinge fino a viale Tiziano regalando alla città di Roma un grande parco di venti ettari abitato dalla Musica.”

    Renzo Piano

    http://www.auditorium.com/it/auditorium/renzo-piano


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