Devo ringraziare Domenico Pizzamiglio (che colgo l'occasione per salutare con affetto) per avermi fatto conoscere tramite la sua firma sul" vinile del giorno questo bel sito:www.audio-activity.com "
L'editoriale di Angelo Jasparro di ottobre 2012 a mio parere è una delle cose piu' condivisibili e intelligenti che io abbia letto di recente e in un certo qual modo è collegato al tema di questo thread. Per chi non lo avesse gia' letto ve lo copio e incollo in modo da evitarvi il fastidio di cercarlo
Ciao
Bruno
Alta Fedeltà ... a cosa?
Confesso di aver riciclato questo titolo da un mio post sul blog, avendo l'intenzione di sviluppare ulteriormente l'argomento. E' la fatidica domanda che ogni tanto si legge on-line o si sente fare nei circoli di appassionati e che provoca un turbinio di ipotesi vasto come l'Universo. Si parte dalle risposte più elementari ed evidenti tipo: "alla musica dal vivo" per giungere a spiegazioni degne dei migliori filosofi della storia, del genere: "l'evento originale esiste solo nel momento in cui è prodotto e non è riproducibile in alcun caso. Anzi, a volte non esiste neanche in questo caso, che a seconda del grado di affaticamento dell'ascoltatore, si sentiranno suoni diversi".
Le cose sembrano complicarsi al punto che, alla fine, c'è sempre qualcuno che conclude che, visto che non se ne viene a capo, ognuno fa bene ad ascoltare come più gli piace, magari frapponendo fra sé e la musica un bell'equalizzatore che gli aumenti i bassi e gli alti, così magari gli viene anche voglia di ballare un po'.
Chi vi scrive non possiede la verità, se in questo caso verità esiste ma ha la pretesa di avere un'opinione, perlomeno.Proviamo a ragionarci insieme. Se ascoltiamo il suono di un violino, lo riconosciamo come tale anche se riprodotto dall'altoparlantino di un telefono. Addirittura riusciamo ad interpretare come musica le orrende suonerie dei cellulari. Eppure sono riprodotte con compressioni intollerabili e passano attraverso un trasduttore dal diametro di una matita e di qualità infima. Questo c'insegna che il nostro cervello, tra le tante abilità, possiede quella di integrare ciò che manca e di ricostruire, dando parvenza di musica a suoni sgraziati e largamente incompleti. Sappiamo anche che uno strumento non si riconosce dalla nota pura che emette ma grazie alle armoniche prodotte. Un "La" (“A” per gli anglosassoni) è tale se prodotto da un diapason o da un pianoforte. Le armoniche (o armonici, dipende ci si riferisce alle frequenze o ai toni) sono semplicemente frequenze (o toni, appunto) di valore multiplo rispetto a quello fondamentale e ci permettono di riconoscere la sorgente.
Come dicevamo sopra, l'altoparlante di un telefono è in grado di riprodurre un numero estremamente limitato di armoniche, essendo limitato nelle sue prestazioni. Eppure riconosciamo un violino da un pianoforte, solitamente (vi sono eccezioni).
Allora? Stando così le cose per quale motivo spendere tanto denaro per un impianto che suoni meglio?
Una cosa è riconoscere un violino da un pianoforte, altra è distinguerlo da una viola, per esempio.
Una cosa è, anche in un brano di musica elettronica, carpirne la melodia, altra è sentire col corpo il lavoro di basso e batteria in gamma bassa, cogliere gli arrangiamenti di percussioni e di tutto ciò che è contenuto nel brano. Da qui l'opportunità di avere degli strumenti in grado di riprodurre nel modo migliore ciò che è inciso nel disco (lo chiamiamo così per praticità, pur sapendo che si può trattare di un CD, un vinile, un nastro, un file ...).
Prevengo l'obiezione: "Come sappiamo cosa c'è nella registrazione e cosa ha pensato di realizzare il tecnico del suono?" Non lo sappiamo, evidentemente né - e qui sta il bello - ci deve interessare. Vogliamo poi parlare di coloro che non hanno mai messo piede in una sala da concerto e sfruttano l'alibi di cui sopra per continuare a pontificare da dietro un monitor, senza sapere di cosa si stia parlando? Salireste su un Airbus sapendo che alla sua guida c'è un pilota che fino ad oggi ha “volato” solo davanti ad un Personal Computer con Flight Simulator? Ci sono persone che hanno migliaia d'interventi sui forum e sono considerati "esperti" della materia, che non hanno la minima idea di come gli strumenti suonino veramente, delle mille sfumature diverse che un semplice colpo su un tamburo può assumere. Ogni tanto capita di leggere di qualcuno che, per la prima volta nella vita, vede passare la Banda cittadina sotto casa e si precipita a scrivere: "Cos'ho ascoltato finora?" ... Meno male che se n'è
accorto, dopo qualche migliaio di consigli che lui stesso ha elargito a vanvera agli ignari lettori, che si sono fidati delle sue "capacità". Il fatto è che molti credono di poter basare le loro esperienze sugli ascolti di altri impianti, magari nelle manifestazioni di settore, senza avere un'idea della realtà. Una realtà che, se conosciuta, permette di distinguere una buona registrazione da una pessima. Non serve essere musicisti per sentire che, purtroppo nella maggior parte delle registrazioni che contengono archi, il suono delle corde è preponderante rispetto a quello dello strumento completo della sua cassa armonica. Se ascoltate un'orchestra, anche piccola, con magari solo sei violini che suonano insieme, sentirete un suono provvisto di un corpo che raramente si può ascoltare attraverso le registrazioni. Qualcuna si salva, però e tra queste si sceglierà quella che ci permetta di meglio giudicare il suono di un impianto. E questo taglia la testa al toro sull'impossibilità di registrare suoni credibili. Credibili, non identici, ovviamente.
Il problema di base è che, leggendo quali registrazioni sono spesso usate per testare gli impianti, si evince come molti non abbiano idea di particolari come quelli ai quali abbiamo accennato che, se a prima vista sembrano poco influenti, non lo sono nella realtà, trattandosi di giudicare sfumature nella riproduzione della musica. La musica è spesso fatta di sfumature, lo sappiamo tutti. Vale per gli archi dei quali abbiamo parlato sopra, come per qualsiasi altro strumento. Ci sono registrazioni, ad esempio, anche famose tra gli appassionati, che ripropongono un suono di batteria tanto spettacolare ... quanto fasullo. Spesso si sente dire che un impianto suona bene se pare di avere il cantante o i musicisti nella propria stanza. Personalmente credo non sia sufficiente. Un impianto suona davvero bene se ci trasporta nel luogo e nel tempo dell'evento originale, piuttosto! I casi in cui succede sono rari e devono vedere una concorrenza di fattori favorevoli, soprattutto una perfetta registrazione ed un'ottima riproduzione. Nel momento in cui riusciamo a sentire l'atmosfera e l'emozione dei musicisti, il nostro impianto ha raggiunto lo scopo e non serve altro.
C'è un solo modo per valutare il suono di un impianto hi-fi: paragonarlo alla musica dal vivo. Poi si possono fare tutti i distinguo del caso: riproduzione in scala, tara sulle registrazioni, influenza dell'ambiente d'ascolto, ecc. Ma ciò non cambia la sostanza. Altrimenti si tratta solo ed esclusivamente di my-fy, che è un'altra cosa, della quale qui preferiamo non occuparci.
Chiudo con una piccola nota polemica: quando abbiamo invitato gli "audiofili" a concerti VERI, non siamo quasi mai riusciti ad incontrarli. Non si capisce il motivo ...
Angelo Jasparro