Racconto/recensione ….. il mio attuale set up
Alimentazione
Pre e Finale Electrocompaniet 4.8 e AW 180 telecomando ETC-2
Sorgente digitale
CDP Sony Ax 555 Es
Sorgente analogica
Pre Musical Fidelity X-LPS
Giradischi Linn Axis braccio Mission e testina Roksan Corus
Diffusori
Martin Logan Aerius i
Collegamenti
Cavo di potenza Mamba viola
Connessione Pre e Finale bilanciati Transparente Ultra
Connessione digitale Trasparent Ultra sbilanciata con raccordo Cardas XLR
Connessione analogica sbilanciato Tasker
Software
LP 300
CD 500
Ultimo acquisto
Pre EC 4.8
Premetto che la passione per la musica nasce da piccolino con l'approccio al pianoforte che ho tutt'ora in casa e con il quale strimpello brani di vario genere.
La mia educazione/orecchio musicale mi ha sempre portato a fare scelte di acquisto mirate alla ricerca di raffinatezza, coerenza timbrica e tridimensionalità della scena sonora.
La porta all’alta fedeltà l’ho aperta nel 1982 grazie a un regalo ricevuto di un rack-system di stessa serie Pioneer, SA-520 CT-520 …… completo di gira dischi e radio, quest'ultima l'avrei potuta tenere visto che oggi l'oggetto mancante nel mio set up è proprio una radio FM.
Subito dopo questa esperienza, primi soldi alla mano, e con qualche anno di lettura di riviste di settore (comprai il mio primo Suono nel marzo del 1984), comincio a fare i mie primi acquisti.
Compro un equalizzatore della Pioneer SG-9800 con 12 frequenze di intervento per canale +/- 12 db dai 16h ai 32Kh … chissà se la Pioneer inserendo la frequenza di intervento di 32000 hertz pensava ad un utilizzo animale dell’EQ ….
Sta di fatto che la ricerca e la possibilità di smanettare su tutte quelle frequenza era il preludio alla scoperta di nuove emozioni. D’altronde il suono del mio impianto e delle scaturenti registrazioni su nastro potevano migliorare solo in quel modo.
Dopo questa esperienza riparto con scelte più mature …..
Sono un adriatico dell’Italico stivale e sulla costa c’era ben poco da brucare all’epoca se non nel negozio del buon Mino Di Prinzio che in quel momento non aveva l’integrato che cercavo, il B1 del Musical Fidelity. Lo trovai a Stereo Mutch a Roma, lo permutai dopo qualche anno con l’ A1 sempre di casa MF. Ricordo che mentre il primo aveva una potenza da fare sfollare un intero palazzo, l’altro era un apparecchio davvero ben suonante e senza sbavature ed eccessivi indurimenti.
In abbinamento acquistai le Herwood della Wharfedale …. altro viaggio a Roma, accompagnato in quanto non ancora munito di patente.
L’accoppiata produceva un suono un pò troppo squillante … sicuramente derivante dall’utilizzo della membrana in titanio del tweeter delle wharfedale, ma potevo godere di una gamma bassa con effetto punch intrigante e controllata, favorita dal cabinet in medite molto sordo e solido e dal sistema bass reflex rivolto e nascosto verso basso.
Passa anche quel periodo ..... stringo amicizia con Iachini di Roseto e li in circa 5 anni mi passano tra le mani elettroniche di tutti i generi tra cui il piatto della Linn dotato di un braccino niente male ma che sostituii subito con l’attuale Mission ….. il sogno nel cassetto era l’ LP-12 …. mi accontentai, ma senza troppi rimpianti, vista l’uscita in elevata classe A e soprattutto un soundstage molto coinvolgente che a tutt’oggi se la batte con il mio lettore integrato della Sony XA 555 ES.
Martin Logan all’epoca cominciava a diventare un marchio di riferimento per i diffusori elettrostatici avendo raggiunto notorietà e consenso nel panorama dell’audiofilia mondiale con le Sequel e SL3. Qualche anno dopo uscirono sul mercato le piccoline Aerius riviste nel progetto di base diventando Aerius “i” improved con spegnimento del pannello dopo qualche minuto di inutilizzo.
Quello fu il salto che mi catapultò nel mondo dell’hi end … un diffusore fuori del comune che necessitava di elettroniche fuori del comune … il gioco, la fantasia e la follia dell’audiofilia mi aveva pervaso.
A questo punto non c’era altro da fare..... passare al secondo step!!! individuare un amplificazione in grado di spingere le due gemelline americane.
Provai tre integrati Krell Kav 400 Xi, Synfonic Line RG-10 Mk II Electrocompaniet ECi 3 (che ho ancora oggi).
Il primo molto aggressivo e analitico. Spingeva molto ed era consigliato come set up ideale … forse perché stessa bandiera?
Il secondo molto bello e completo dotato di sezione analogica, ma.... a volume sostenuto lo si sentiva respirare troppo. Sicuramente la versione attuale è stata migliorata e consiglio vivamente di ascoltarlo (sempreché lo si trovi in giro) prima di considerare integrati di un certo livello.
Il terzo l'Electrocompaniet ECi 3 il più raffinato, 70 w di qualità pura …… volume a ore 3 a ore 4 per passaggi in adagio in assoluta coerenza timbrica e totale assenza di rumori di fondo, il cosiddetto vuoto attorno. Gli archi …… l’assolo di violino sempre focalizzato,.... ottima la riproduzione dei piani sonori,.... voci femminili coerenti delicate e materialmente presenti, e soprattutto una fluidità del messaggio in generale molto coinvolgente e mai affaticante ... di quelle che ti fanno tirare un cd dietro l’altro.
L’unica vera pecca era che di targa non rientrava nella scala di potenza consigliata delle gemelline 80-200W…. ripeto di targa … perché in realtà con 60 A di picco si fa suonare di tutto e con 4 elettrolitici Elna da 10000 microfarad ciascuno di riserva ce n'era in abbondanza e per tutti i gusti ……
Ma allora che cosa mancava …… eh!!!! … che cosa mancava!!!! ….. mancava corpo, mancava sostanza, mancava ciccia ….. mancava quell’ariosità che solo una adeguata riserva di potenza riusciva a dare per creare il fraseggio con quelle due assetate di corrente ……… mancavano i monofonici AW 180.
Un solo dato …… “potenza di targa” in realtà è sottodimensionata rispetto alla reale capacità, se non altro la scheda madre lo attesta.
Si sa che NEMO è la configurazione a ponte di 2 AW 180, e se NEMO è l’amplificazione Reference di casa Electrocompaniet di riflesso lo sono anche gli AW 180.... credo!
Nella foto sotto è riportata la scheda dello schema elettrico del finale che è quella dell AW 250. Ora per la proprietà transitiva sia l'AW250 che l'AW180 che NEMO sono uguali e pertanto posso asserire che tutto quello che è sviluppato su progetto madre dell’ AW 250 rispecchia appieno la filosofia TOP di casa Electrocompaniet.
E a questo punto il sottoscritto si tira indietro …… perché non ha motivo di replicare su pareri di un oggetto riconosciuto in tutto il mondo come “una delle migliori amplificazioni” ....messo sempre a confronto con il meglio che il mercato hi end offre … ne converrete con me !!! Poi basta fare una ricerca su web per rendersene conto.
La mia voce è sempre quella del my-fi.
Confermo i dati di targa e aggiungo che è un amplificazione in grado di pilotare ogni tipologia di carico con elevata riserva di potenza. I pannelli elettrostatici ne sono una prova. E' noto che il pilotaggio dei pannelli elettrostatici è ostico grazie al loro basso carico …. lavorando sulle alte frequenze e con ragguardevoli dimensioni il ragionamento è presto fatto...... un pannello elettrostatico grosso come un fazzoletto può essere pilotato anche da un integrato dove c'è scritto "X" wat x 3 su 2 ohm, ma un pannello di dimensioni diverse da un fazzoletto rappresenta il vero osso per queste amplificazioni, pertanto i pannelli necessitano di una struttura di amplificazione dedicata.
E da questo nasce la scelta di un sistema di amplificazione totalmente separato e bilanciato in grado di gestire individualmente ogni esigenza. Ognuno il suo operazionale con le giuste dimensioni ….. sezione potenza toroidale …… scheda stadio finali …..
Il pre 4.8 toroidale per ogni canale …. scheda separata …..
Il risultato
L’amore per la musica per me nasce dalla riproduzione e conseguentemente dall’ ascolto, mi lascio emozionare da diversi generi musicali ma se devo dare preferenze al primo posto metto la classica e al secondo il Jazz con le diverse derivazioni. Mi piacciono molto vocalist femminili anche Italiane ma con esperienza e basi degne di questo nome … i master di Orietta Berti dovrebbero andare perduti per sempre insieme a tutta la produzione in commercio….. scherzo chiaramente.
Ho provato i monos con i seguenti set up:
Eci 3 funzionante come Pre
EC 4.7
EC 4.8
L'ascolto in configurazione con i primi 2 era bene o male equivalente o quasi .... a favore ovviamente di una maggiore capacità di intervento da parte del 4.7, che però mi mandava su in corrente troppo velocemente la potenza dei monos a scapito d'equilibrio della scena sonora e soprattutto della scatola d’immagine riprodotta ... forse troppo limitata rispetto al 4.8 .
Tra i 3 emerge la stessa amalgama come impostazione tonale ma sono troppi i dettagli che vengono fuori con il 4.8 .
Il perfetto controllo del segnale elettrico fino ai minimi assoluti è stato il netto riscontro con gli altri 2 che non riuscivano ad acquietare totalmente l’elettricità degli AW 180.
Ariosità, intelligibilità granitica degli esecutori e scena acustica che va ben oltre il campo visivo …. RIMSKY-KORSAKOV: Scheherazade and Russian Easter Overture della Refernce Recording .
Giusta setosità delle voci femminili presenza e matericità in ambiente di ascolto Jacintha: Is Her Name.
Gamma bassa profonda e sempre ben controllata. La volumetria del cabinet dedicata al trasduttore dinamico di 20 cm delle Aerius, riesce a restituire una gamma bassa potente e se avesse previsto lo sfogo del bass reflex sarebbe riuscita a riprodurla con maggiore estensione.
I toni grave dell’organo e del pianoforte a coda diventano tellurici su alcune incisioni, la riproduzione del suono delle pelli, che non sono di casa dell’elettrostatico, grazie agli ottimi transienti sono molto veloci e pronti.
Ma soprattutto quello che colpisce è la capacità di nascondere tanta energia restituendo una elevata dinamica. Non è facile realizzare macchine potenti e ben suonanti … è comune… credo che in questo caso lo scopo si sia raggiunto …. anche se non stiamo parlando di 4/5/600 w su 8 ohm, ma il progetto e la potenza dei monos è molto equilibrata e raffinata.
A me questo è sufficiente.
Saluti
Alimentazione
Pre e Finale Electrocompaniet 4.8 e AW 180 telecomando ETC-2
Sorgente digitale
CDP Sony Ax 555 Es
Sorgente analogica
Pre Musical Fidelity X-LPS
Giradischi Linn Axis braccio Mission e testina Roksan Corus
Diffusori
Martin Logan Aerius i
Collegamenti
Cavo di potenza Mamba viola
Connessione Pre e Finale bilanciati Transparente Ultra
Connessione digitale Trasparent Ultra sbilanciata con raccordo Cardas XLR
Connessione analogica sbilanciato Tasker
Software
LP 300
CD 500
Ultimo acquisto
Pre EC 4.8
Premetto che la passione per la musica nasce da piccolino con l'approccio al pianoforte che ho tutt'ora in casa e con il quale strimpello brani di vario genere.
La mia educazione/orecchio musicale mi ha sempre portato a fare scelte di acquisto mirate alla ricerca di raffinatezza, coerenza timbrica e tridimensionalità della scena sonora.
La porta all’alta fedeltà l’ho aperta nel 1982 grazie a un regalo ricevuto di un rack-system di stessa serie Pioneer, SA-520 CT-520 …… completo di gira dischi e radio, quest'ultima l'avrei potuta tenere visto che oggi l'oggetto mancante nel mio set up è proprio una radio FM.
Subito dopo questa esperienza, primi soldi alla mano, e con qualche anno di lettura di riviste di settore (comprai il mio primo Suono nel marzo del 1984), comincio a fare i mie primi acquisti.
Compro un equalizzatore della Pioneer SG-9800 con 12 frequenze di intervento per canale +/- 12 db dai 16h ai 32Kh … chissà se la Pioneer inserendo la frequenza di intervento di 32000 hertz pensava ad un utilizzo animale dell’EQ ….
Sta di fatto che la ricerca e la possibilità di smanettare su tutte quelle frequenza era il preludio alla scoperta di nuove emozioni. D’altronde il suono del mio impianto e delle scaturenti registrazioni su nastro potevano migliorare solo in quel modo.
Dopo questa esperienza riparto con scelte più mature …..
Sono un adriatico dell’Italico stivale e sulla costa c’era ben poco da brucare all’epoca se non nel negozio del buon Mino Di Prinzio che in quel momento non aveva l’integrato che cercavo, il B1 del Musical Fidelity. Lo trovai a Stereo Mutch a Roma, lo permutai dopo qualche anno con l’ A1 sempre di casa MF. Ricordo che mentre il primo aveva una potenza da fare sfollare un intero palazzo, l’altro era un apparecchio davvero ben suonante e senza sbavature ed eccessivi indurimenti.
In abbinamento acquistai le Herwood della Wharfedale …. altro viaggio a Roma, accompagnato in quanto non ancora munito di patente.
L’accoppiata produceva un suono un pò troppo squillante … sicuramente derivante dall’utilizzo della membrana in titanio del tweeter delle wharfedale, ma potevo godere di una gamma bassa con effetto punch intrigante e controllata, favorita dal cabinet in medite molto sordo e solido e dal sistema bass reflex rivolto e nascosto verso basso.
Passa anche quel periodo ..... stringo amicizia con Iachini di Roseto e li in circa 5 anni mi passano tra le mani elettroniche di tutti i generi tra cui il piatto della Linn dotato di un braccino niente male ma che sostituii subito con l’attuale Mission ….. il sogno nel cassetto era l’ LP-12 …. mi accontentai, ma senza troppi rimpianti, vista l’uscita in elevata classe A e soprattutto un soundstage molto coinvolgente che a tutt’oggi se la batte con il mio lettore integrato della Sony XA 555 ES.
Martin Logan all’epoca cominciava a diventare un marchio di riferimento per i diffusori elettrostatici avendo raggiunto notorietà e consenso nel panorama dell’audiofilia mondiale con le Sequel e SL3. Qualche anno dopo uscirono sul mercato le piccoline Aerius riviste nel progetto di base diventando Aerius “i” improved con spegnimento del pannello dopo qualche minuto di inutilizzo.
Quello fu il salto che mi catapultò nel mondo dell’hi end … un diffusore fuori del comune che necessitava di elettroniche fuori del comune … il gioco, la fantasia e la follia dell’audiofilia mi aveva pervaso.
A questo punto non c’era altro da fare..... passare al secondo step!!! individuare un amplificazione in grado di spingere le due gemelline americane.
Provai tre integrati Krell Kav 400 Xi, Synfonic Line RG-10 Mk II Electrocompaniet ECi 3 (che ho ancora oggi).
Il primo molto aggressivo e analitico. Spingeva molto ed era consigliato come set up ideale … forse perché stessa bandiera?
Il secondo molto bello e completo dotato di sezione analogica, ma.... a volume sostenuto lo si sentiva respirare troppo. Sicuramente la versione attuale è stata migliorata e consiglio vivamente di ascoltarlo (sempreché lo si trovi in giro) prima di considerare integrati di un certo livello.
Il terzo l'Electrocompaniet ECi 3 il più raffinato, 70 w di qualità pura …… volume a ore 3 a ore 4 per passaggi in adagio in assoluta coerenza timbrica e totale assenza di rumori di fondo, il cosiddetto vuoto attorno. Gli archi …… l’assolo di violino sempre focalizzato,.... ottima la riproduzione dei piani sonori,.... voci femminili coerenti delicate e materialmente presenti, e soprattutto una fluidità del messaggio in generale molto coinvolgente e mai affaticante ... di quelle che ti fanno tirare un cd dietro l’altro.
L’unica vera pecca era che di targa non rientrava nella scala di potenza consigliata delle gemelline 80-200W…. ripeto di targa … perché in realtà con 60 A di picco si fa suonare di tutto e con 4 elettrolitici Elna da 10000 microfarad ciascuno di riserva ce n'era in abbondanza e per tutti i gusti ……
Ma allora che cosa mancava …… eh!!!! … che cosa mancava!!!! ….. mancava corpo, mancava sostanza, mancava ciccia ….. mancava quell’ariosità che solo una adeguata riserva di potenza riusciva a dare per creare il fraseggio con quelle due assetate di corrente ……… mancavano i monofonici AW 180.
Un solo dato …… “potenza di targa” in realtà è sottodimensionata rispetto alla reale capacità, se non altro la scheda madre lo attesta.
Si sa che NEMO è la configurazione a ponte di 2 AW 180, e se NEMO è l’amplificazione Reference di casa Electrocompaniet di riflesso lo sono anche gli AW 180.... credo!
Nella foto sotto è riportata la scheda dello schema elettrico del finale che è quella dell AW 250. Ora per la proprietà transitiva sia l'AW250 che l'AW180 che NEMO sono uguali e pertanto posso asserire che tutto quello che è sviluppato su progetto madre dell’ AW 250 rispecchia appieno la filosofia TOP di casa Electrocompaniet.
E a questo punto il sottoscritto si tira indietro …… perché non ha motivo di replicare su pareri di un oggetto riconosciuto in tutto il mondo come “una delle migliori amplificazioni” ....messo sempre a confronto con il meglio che il mercato hi end offre … ne converrete con me !!! Poi basta fare una ricerca su web per rendersene conto.
La mia voce è sempre quella del my-fi.
Confermo i dati di targa e aggiungo che è un amplificazione in grado di pilotare ogni tipologia di carico con elevata riserva di potenza. I pannelli elettrostatici ne sono una prova. E' noto che il pilotaggio dei pannelli elettrostatici è ostico grazie al loro basso carico …. lavorando sulle alte frequenze e con ragguardevoli dimensioni il ragionamento è presto fatto...... un pannello elettrostatico grosso come un fazzoletto può essere pilotato anche da un integrato dove c'è scritto "X" wat x 3 su 2 ohm, ma un pannello di dimensioni diverse da un fazzoletto rappresenta il vero osso per queste amplificazioni, pertanto i pannelli necessitano di una struttura di amplificazione dedicata.
E da questo nasce la scelta di un sistema di amplificazione totalmente separato e bilanciato in grado di gestire individualmente ogni esigenza. Ognuno il suo operazionale con le giuste dimensioni ….. sezione potenza toroidale …… scheda stadio finali …..
Il pre 4.8 toroidale per ogni canale …. scheda separata …..
Il risultato
L’amore per la musica per me nasce dalla riproduzione e conseguentemente dall’ ascolto, mi lascio emozionare da diversi generi musicali ma se devo dare preferenze al primo posto metto la classica e al secondo il Jazz con le diverse derivazioni. Mi piacciono molto vocalist femminili anche Italiane ma con esperienza e basi degne di questo nome … i master di Orietta Berti dovrebbero andare perduti per sempre insieme a tutta la produzione in commercio….. scherzo chiaramente.
Ho provato i monos con i seguenti set up:
Eci 3 funzionante come Pre
EC 4.7
EC 4.8
L'ascolto in configurazione con i primi 2 era bene o male equivalente o quasi .... a favore ovviamente di una maggiore capacità di intervento da parte del 4.7, che però mi mandava su in corrente troppo velocemente la potenza dei monos a scapito d'equilibrio della scena sonora e soprattutto della scatola d’immagine riprodotta ... forse troppo limitata rispetto al 4.8 .
Tra i 3 emerge la stessa amalgama come impostazione tonale ma sono troppi i dettagli che vengono fuori con il 4.8 .
Il perfetto controllo del segnale elettrico fino ai minimi assoluti è stato il netto riscontro con gli altri 2 che non riuscivano ad acquietare totalmente l’elettricità degli AW 180.
Ariosità, intelligibilità granitica degli esecutori e scena acustica che va ben oltre il campo visivo …. RIMSKY-KORSAKOV: Scheherazade and Russian Easter Overture della Refernce Recording .
Giusta setosità delle voci femminili presenza e matericità in ambiente di ascolto Jacintha: Is Her Name.
Gamma bassa profonda e sempre ben controllata. La volumetria del cabinet dedicata al trasduttore dinamico di 20 cm delle Aerius, riesce a restituire una gamma bassa potente e se avesse previsto lo sfogo del bass reflex sarebbe riuscita a riprodurla con maggiore estensione.
I toni grave dell’organo e del pianoforte a coda diventano tellurici su alcune incisioni, la riproduzione del suono delle pelli, che non sono di casa dell’elettrostatico, grazie agli ottimi transienti sono molto veloci e pronti.
Ma soprattutto quello che colpisce è la capacità di nascondere tanta energia restituendo una elevata dinamica. Non è facile realizzare macchine potenti e ben suonanti … è comune… credo che in questo caso lo scopo si sia raggiunto …. anche se non stiamo parlando di 4/5/600 w su 8 ohm, ma il progetto e la potenza dei monos è molto equilibrata e raffinata.
A me questo è sufficiente.
Saluti
Ultima modifica di seajimny il Mar Lug 24 2012, 10:39 - modificato 2 volte.