Qualche tempo fa un caro amico (che non scrive ma legge qui) mi ha invitato all' ascolto di questi oggetti, ci sarei anche andato subito, purtroppo causa miei soliti problemi di salute ho dovuto rinviare a data da definire.
Ieri, sul tardo pomeriggio, finalmente sono riuscito ad andare a trovarlo per passare qualche ora in compagnia ad ascoltarci un po' di musica tramite questi oggetti.
Inizio a descrivere le casse (l' Ongaku Speaker nella sua definitiva versione), alte (a spanne) 170 cm, larghe 50 e profonde 30, a base leggermente ovalizzata in massello di ciliegio lucido nel loro colore rosso molto bello. 3 vie. Un basso da credo 20 o 24(?) centimetri tagliato a circa 330 Hertz/6dB/ott posizionato in prossimità del pavimento, un largabanda da 20 cm non filtrato nella parte alta della cassa, un supertweeter posizionato fra questi due (più meno ad altezza orecchio direi).
Queste casse io le ho avute, anni fa in casa per diversi mesi in una delle sue prime versioni e devo dire che sono radicalmente diverse oggi, sia esteticamente che concettualmente che esteticamente. Quelle che avevo io, erano dei grandi cassoni a parallelepipedo molto larghi e profondi (circa 120x80x60) montati su una base (tipo 30x30x30) fatta dello stesso materiale (noce) che montavano un woofer da 46 cm con 4 piccoli driver coassiali centrali (da credo 5/6 cm) sospensioni (per entrambi) in pelle di daino e avvolgimenti in litz di argento (come anche sule nuove), il tutto finito con un supertweeter a compressione con "trombetta" dorata che si poggiava sopra la cassa.
I tagli anche allora erano lì attorno.
Quelle che ho avuto in casa mia, da me, non suonavano in modo che mi soddisfacesse e infatti, dopo averci attaccato tutto quello che avevo senza ottenere quello che desideravo io, decisi di renderle (in altro ambiente, le sentii in seguito invece esprimersi molto meglio ma non ancora a livelli tali da convincermi fino in fondo).
Le trovavo ancora un po' grezze ed imprecise.
Queste invece, di primo impatto mi sono sembrate decisamente altra cosa.
Ovviamente, bisognerebbe ascoltare un oggetto molto tempo prima di dire qualcosa di fondato seriamente, per cui quello che riporto sono le "reazioni a caldo" con tutti i limiti del caso.
Per prima cosa, premetto che la fonte utilizzata è un CDP Marantz 94 (non che io creda che questo tipo di fonte possa stravolgersi da una marca ad un altra o da un modello ad un altro, ma è per info).
L' ascolto è avvenuto a diverse riprese in quanto l' amplificazione usata è stata sostituita e poi ancora risostituita.
Prima di ascoltare queste casse, avevamo ascoltato un po' di tempo con le piccole monovia dell' Audio Tekné (non chiedetemi le sigle, quelli di At sono tutte a numeri e io non ricordo nulla) con pre linea e finale AT (stereo da 8 watt) quelli credo sotto alla linea top (ma forse il pre era il top...non saprei.
Conosco molto bene questo ambiente (da molti anni) e devo dire che forse a causa dell' "inserimento" di alcuni (troppi a mio parere) elementi assorbenti il suono mi pareva un po' troppo ovattato.
Passati all' Ongaku speaker sempre amplificato AT, ho avuto la stessa sensazione (anche se leggermente attenuata, l' OS era posizionata in modo diverso e risentiva meno della presenza di questi elementi), comunque, spostandoli leggermente (i componenti assorbenti), la cosa si è fatta interessante e il suono decisamente aperto ed un magnifico Richter/I concerto Beethoven ha preso vita pur mantenendo una leggera enfasi in gamma mediobassa che io credo potrebbe essere corretta con una diversa disposizione dei soliti elementi assorbenti.
Sostituiti gli AT con un finale Kegon/ANJ (22 watt) il suono si è ulteriormente vivacizzato ed illuminato, forse lasciando una leggera impressione di leggerezza in gamma bassa e "spingendo maggiormente dal medio basso in su e il suono "perdeva" sul corpo (anche qui credo che la presenza degli elementi influisca).
Insomma erano un po' suoni in antitesi fra loro (pur se parrebbe una cosa esagerata da dire, in effetti le differenze, da come appaiono scritte sembrano grandi, invece erano lievi).
Ma una cosa in comune era sempre presente, l' intelleggibilità di ogni famiglia strumentale ed al suo interno del singolo strumento.
Una netta sensazione di comprendere perché e come un certo passaggio era stato voluto e registrato.
Magari immaginando alla registrazione/esecuzione qualcuno di un po' più attempato con AT e più sbarbatello con ANJ, ma si riusciva facilmente ad "entrare" nella musica in entrambi i casi.
La "dimensione" ed il "respiro" per me erano molto naturali, l' estensione tonale decisamente ampia, la dinamica naturale.
Per cui, al di là della validità delle elettroniche, a me è parso evidente che queste siano davvero grandi casse (e ora so che i pro 15" mi crocifiggeranno! ).
Critiche? Come sempre ci sono delle cose che vorresti sempre poter verificare meglio con il tempo (ad esempio, a me è parso che con gli 8 watt di AT nei passaggi più dinamici il basso tendesse un po' ad "allungare", ma non so se questo fosse proprio esattamente quanto succedeva e se fosse davvero imputabile all' amplificazione o alla stanza).
Comunque, a primissima impressione, davvero un grande, grande ascolto (sempre a mio gusto).
Pietro
Ieri, sul tardo pomeriggio, finalmente sono riuscito ad andare a trovarlo per passare qualche ora in compagnia ad ascoltarci un po' di musica tramite questi oggetti.
Inizio a descrivere le casse (l' Ongaku Speaker nella sua definitiva versione), alte (a spanne) 170 cm, larghe 50 e profonde 30, a base leggermente ovalizzata in massello di ciliegio lucido nel loro colore rosso molto bello. 3 vie. Un basso da credo 20 o 24(?) centimetri tagliato a circa 330 Hertz/6dB/ott posizionato in prossimità del pavimento, un largabanda da 20 cm non filtrato nella parte alta della cassa, un supertweeter posizionato fra questi due (più meno ad altezza orecchio direi).
Queste casse io le ho avute, anni fa in casa per diversi mesi in una delle sue prime versioni e devo dire che sono radicalmente diverse oggi, sia esteticamente che concettualmente che esteticamente. Quelle che avevo io, erano dei grandi cassoni a parallelepipedo molto larghi e profondi (circa 120x80x60) montati su una base (tipo 30x30x30) fatta dello stesso materiale (noce) che montavano un woofer da 46 cm con 4 piccoli driver coassiali centrali (da credo 5/6 cm) sospensioni (per entrambi) in pelle di daino e avvolgimenti in litz di argento (come anche sule nuove), il tutto finito con un supertweeter a compressione con "trombetta" dorata che si poggiava sopra la cassa.
I tagli anche allora erano lì attorno.
Quelle che ho avuto in casa mia, da me, non suonavano in modo che mi soddisfacesse e infatti, dopo averci attaccato tutto quello che avevo senza ottenere quello che desideravo io, decisi di renderle (in altro ambiente, le sentii in seguito invece esprimersi molto meglio ma non ancora a livelli tali da convincermi fino in fondo).
Le trovavo ancora un po' grezze ed imprecise.
Queste invece, di primo impatto mi sono sembrate decisamente altra cosa.
Ovviamente, bisognerebbe ascoltare un oggetto molto tempo prima di dire qualcosa di fondato seriamente, per cui quello che riporto sono le "reazioni a caldo" con tutti i limiti del caso.
Per prima cosa, premetto che la fonte utilizzata è un CDP Marantz 94 (non che io creda che questo tipo di fonte possa stravolgersi da una marca ad un altra o da un modello ad un altro, ma è per info).
L' ascolto è avvenuto a diverse riprese in quanto l' amplificazione usata è stata sostituita e poi ancora risostituita.
Prima di ascoltare queste casse, avevamo ascoltato un po' di tempo con le piccole monovia dell' Audio Tekné (non chiedetemi le sigle, quelli di At sono tutte a numeri e io non ricordo nulla) con pre linea e finale AT (stereo da 8 watt) quelli credo sotto alla linea top (ma forse il pre era il top...non saprei.
Conosco molto bene questo ambiente (da molti anni) e devo dire che forse a causa dell' "inserimento" di alcuni (troppi a mio parere) elementi assorbenti il suono mi pareva un po' troppo ovattato.
Passati all' Ongaku speaker sempre amplificato AT, ho avuto la stessa sensazione (anche se leggermente attenuata, l' OS era posizionata in modo diverso e risentiva meno della presenza di questi elementi), comunque, spostandoli leggermente (i componenti assorbenti), la cosa si è fatta interessante e il suono decisamente aperto ed un magnifico Richter/I concerto Beethoven ha preso vita pur mantenendo una leggera enfasi in gamma mediobassa che io credo potrebbe essere corretta con una diversa disposizione dei soliti elementi assorbenti.
Sostituiti gli AT con un finale Kegon/ANJ (22 watt) il suono si è ulteriormente vivacizzato ed illuminato, forse lasciando una leggera impressione di leggerezza in gamma bassa e "spingendo maggiormente dal medio basso in su e il suono "perdeva" sul corpo (anche qui credo che la presenza degli elementi influisca).
Insomma erano un po' suoni in antitesi fra loro (pur se parrebbe una cosa esagerata da dire, in effetti le differenze, da come appaiono scritte sembrano grandi, invece erano lievi).
Ma una cosa in comune era sempre presente, l' intelleggibilità di ogni famiglia strumentale ed al suo interno del singolo strumento.
Una netta sensazione di comprendere perché e come un certo passaggio era stato voluto e registrato.
Magari immaginando alla registrazione/esecuzione qualcuno di un po' più attempato con AT e più sbarbatello con ANJ, ma si riusciva facilmente ad "entrare" nella musica in entrambi i casi.
La "dimensione" ed il "respiro" per me erano molto naturali, l' estensione tonale decisamente ampia, la dinamica naturale.
Per cui, al di là della validità delle elettroniche, a me è parso evidente che queste siano davvero grandi casse (e ora so che i pro 15" mi crocifiggeranno! ).
Critiche? Come sempre ci sono delle cose che vorresti sempre poter verificare meglio con il tempo (ad esempio, a me è parso che con gli 8 watt di AT nei passaggi più dinamici il basso tendesse un po' ad "allungare", ma non so se questo fosse proprio esattamente quanto succedeva e se fosse davvero imputabile all' amplificazione o alla stanza).
Comunque, a primissima impressione, davvero un grande, grande ascolto (sempre a mio gusto).
Pietro