Nel numero di Suono di febbraio, è stato pubblicato un articolo che parla della distribuzione della musica venduta sui vari supporti. Quattro date sono state riportate in quattro grafici e sono: 1980, 1990, 2000 e 2010.
Non sono in grado di riportarvi ii grafici fatti a fette di torta, ma vi riporterò i dati statistici, che sono interessanti.
Chiaramente si tratta di dati che riguardano il prodotto venduto ufficialmente. Occorre dire che le torte del venduto col procedere degli anni sono sempre più piccole rispetto al consumo di musica perché aumenta la fruizione illegale, divenuta massima sicuramente dalla diffusione in internet (ultimi 10 anni).
I dati sono i seguenti.
Anno 1980
Lp 59,8%
Cassetta 19,1%
Stereo 8 14,3%
45 giri 6,8%.
Fermo restando che certo nel 1980 esisteva la duplicazione su nastro degli LP, qui si parla di musica acquistata e preincisa. Si vede come il supporto di massima ha poco meno del 60% delle vendite. Mentre esiste un 33,4% del mercato che acquista supporti adatti anche all'ascolto fuori dalle mura domestiche. Il 65,6% dei fruitori di musica acquistano però dischi (33 o 45 giri), che poi magari duplicano per portarseli a spasso. SEmbrerebbe che l'ascolto domestico sia considerato prioritario rispetto a quello "errante". Esistevano già i walkman però, ricordiamocelo.
Anno 1990
Cassetta 46%
CD 45,8%
Cassetta single 3,4%
Video musicali 2,3%
45 giri 1,3%
Lp 1,1%
CD single 0,1%
Dieci anni dopo si vede chiaramente come l'Lp sia stato soppiantato nell'ascolto domestico dal CD, ma il cD non è ancora diventuto il suppurto universale per l'ascolto in casa e a spasso. La cassetta in tal senso tiene ancora banco, anche perché evidentemente i lettori portatili di CD sono ancora cosa futurista. Nasce la diffusione di video musicali.
Anno 2000
CD 92,3%
Cassetta 4,4%
Video musicali 1,9%
CD single 1,0%
45 giri 0,2%
Lp 0,2%
Nel duemila il CD ha soppiantato, anche per l'ascolto esterno l'abitazione, la cassetta. E' ormai un supporto universale e riscuote un successo superiore anche a quello riscosso dal vinile nel 1980. IL CD si ascolta in casa, in macchina, a spasso, sul computer. Il consumo di video musicali non cresce, tutti gli altri supporti sono ormai a i margini. La torta proventi discografici, però, si è abbastanza ristretta: comprato un CD se ne può fare su PC una copia molto più fedele all'originale che con le cassette, e i produttori di musica parlano sempre più insistentemente di pirateria.
Anno 2010
CD 49,1%
Download single 20,0%
Download album 12,1%
Mobile 7,7%
Royalty su perf. 3,7%
Abbonamenti 2,9%
Video musicali 2,6%
Lp 1,3%
Download v. m. 0,5%
Chioschi 0,1%
Il SACD ed il DVD audio restano non classificati perché ciascuno inferiore ad una quota di mercato dello 0,1%.
Guardando le percentuali a colpo d'occhio si potrebbe dire che il CD è in fase di estinzione, perché in dieci anni dimezza le vendite. Sarebbe secondo me una considerazione superficiale: io invece parlerei di un ritorno ad un mercato analogo a quello degli anni '90. IL CD non è più il media d'eccellenza per l'ascolto in casa e fuori casa, perché fuori casa prevale l'uso di file scaricati su MP3 o pennina. Come negli anni '90 succedeva per il supporto cassetta. Certamente il download compete col supporto fisico anche nell'uso domestico: 0,5% di video musicali sono certo per visione in casa, così come certo una parte del download degli album (12,1%). Salgono i video musicali, che tra scaricati e acquistati su supporto superano il 3%. L'Lp recupera le quotazioni del 1990. Occorre notare che la torta delle varie vendite legali si è ulteriormente ristretta, giacché adesso rilevanti nel computo totale sono anche le royalties pagate dagli artisti per gli eventi musicali live, che prima erano una percentuale del totale inferiore allo 0,1%. Ma non per questo si può certo pensare si siano moltiplicati a dismisura i concerti.
Alla luce dei dati 2010 non sembrano ragionevoli titoli scoop come quelli letti su molti giornali inerenti la fine del CD (che detiene il 49,1% della musica venduta nel mondo). Di certo l'uso della musica disimpegnato è ormai liquido, e di certo ormai il download di musica illegale dai siti rende la pirateria un fenomeno drammatico per l'industria discografica... che dal canto suo fino agli ultimi 5 anni non se ne è mai fregata nulla di far scendere i prezzi da nababbi dei CD novità, con conseguente allontanamento della clientela e sindrome autodistruttiva (in un mercato sano quando la richiesta scende i prezzi calano).
Le vendite dell'Lp ritornano vent'anni indietro, ma rimangono una fetta molto piccola del mercato: difficile dire se crescerà ancora oppure no. Il tempo saprà dircelo.
Tutto il resto mi sembrano speculazioni sensazionalistiche prive di senso. Mi sa che occorrerà, per avere una idea del futuro, risentirci tra dieci anni...
Non sono in grado di riportarvi ii grafici fatti a fette di torta, ma vi riporterò i dati statistici, che sono interessanti.
Chiaramente si tratta di dati che riguardano il prodotto venduto ufficialmente. Occorre dire che le torte del venduto col procedere degli anni sono sempre più piccole rispetto al consumo di musica perché aumenta la fruizione illegale, divenuta massima sicuramente dalla diffusione in internet (ultimi 10 anni).
I dati sono i seguenti.
Anno 1980
Lp 59,8%
Cassetta 19,1%
Stereo 8 14,3%
45 giri 6,8%.
Fermo restando che certo nel 1980 esisteva la duplicazione su nastro degli LP, qui si parla di musica acquistata e preincisa. Si vede come il supporto di massima ha poco meno del 60% delle vendite. Mentre esiste un 33,4% del mercato che acquista supporti adatti anche all'ascolto fuori dalle mura domestiche. Il 65,6% dei fruitori di musica acquistano però dischi (33 o 45 giri), che poi magari duplicano per portarseli a spasso. SEmbrerebbe che l'ascolto domestico sia considerato prioritario rispetto a quello "errante". Esistevano già i walkman però, ricordiamocelo.
Anno 1990
Cassetta 46%
CD 45,8%
Cassetta single 3,4%
Video musicali 2,3%
45 giri 1,3%
Lp 1,1%
CD single 0,1%
Dieci anni dopo si vede chiaramente come l'Lp sia stato soppiantato nell'ascolto domestico dal CD, ma il cD non è ancora diventuto il suppurto universale per l'ascolto in casa e a spasso. La cassetta in tal senso tiene ancora banco, anche perché evidentemente i lettori portatili di CD sono ancora cosa futurista. Nasce la diffusione di video musicali.
Anno 2000
CD 92,3%
Cassetta 4,4%
Video musicali 1,9%
CD single 1,0%
45 giri 0,2%
Lp 0,2%
Nel duemila il CD ha soppiantato, anche per l'ascolto esterno l'abitazione, la cassetta. E' ormai un supporto universale e riscuote un successo superiore anche a quello riscosso dal vinile nel 1980. IL CD si ascolta in casa, in macchina, a spasso, sul computer. Il consumo di video musicali non cresce, tutti gli altri supporti sono ormai a i margini. La torta proventi discografici, però, si è abbastanza ristretta: comprato un CD se ne può fare su PC una copia molto più fedele all'originale che con le cassette, e i produttori di musica parlano sempre più insistentemente di pirateria.
Anno 2010
CD 49,1%
Download single 20,0%
Download album 12,1%
Mobile 7,7%
Royalty su perf. 3,7%
Abbonamenti 2,9%
Video musicali 2,6%
Lp 1,3%
Download v. m. 0,5%
Chioschi 0,1%
Il SACD ed il DVD audio restano non classificati perché ciascuno inferiore ad una quota di mercato dello 0,1%.
Guardando le percentuali a colpo d'occhio si potrebbe dire che il CD è in fase di estinzione, perché in dieci anni dimezza le vendite. Sarebbe secondo me una considerazione superficiale: io invece parlerei di un ritorno ad un mercato analogo a quello degli anni '90. IL CD non è più il media d'eccellenza per l'ascolto in casa e fuori casa, perché fuori casa prevale l'uso di file scaricati su MP3 o pennina. Come negli anni '90 succedeva per il supporto cassetta. Certamente il download compete col supporto fisico anche nell'uso domestico: 0,5% di video musicali sono certo per visione in casa, così come certo una parte del download degli album (12,1%). Salgono i video musicali, che tra scaricati e acquistati su supporto superano il 3%. L'Lp recupera le quotazioni del 1990. Occorre notare che la torta delle varie vendite legali si è ulteriormente ristretta, giacché adesso rilevanti nel computo totale sono anche le royalties pagate dagli artisti per gli eventi musicali live, che prima erano una percentuale del totale inferiore allo 0,1%. Ma non per questo si può certo pensare si siano moltiplicati a dismisura i concerti.
Alla luce dei dati 2010 non sembrano ragionevoli titoli scoop come quelli letti su molti giornali inerenti la fine del CD (che detiene il 49,1% della musica venduta nel mondo). Di certo l'uso della musica disimpegnato è ormai liquido, e di certo ormai il download di musica illegale dai siti rende la pirateria un fenomeno drammatico per l'industria discografica... che dal canto suo fino agli ultimi 5 anni non se ne è mai fregata nulla di far scendere i prezzi da nababbi dei CD novità, con conseguente allontanamento della clientela e sindrome autodistruttiva (in un mercato sano quando la richiesta scende i prezzi calano).
Le vendite dell'Lp ritornano vent'anni indietro, ma rimangono una fetta molto piccola del mercato: difficile dire se crescerà ancora oppure no. Il tempo saprà dircelo.
Tutto il resto mi sembrano speculazioni sensazionalistiche prive di senso. Mi sa che occorrerà, per avere una idea del futuro, risentirci tra dieci anni...