Ciao ragazzi. Da qualche tempo mi è venuta la fissa di acquistare un bel paio di cuffie da utilizzare sia in studio (come ascolto alternativo in fase di mix) che per gustarmi un po’ della mia musica preferita nei momenti di tranquillità.
Partendo dal presupposto che considero l’ambito audio un “pozzo nero” (nel senso che non se ne esce mai fuori e si cerca sempre la “perfezione”, nonostante tutto sia assolutamente troppo soggettivo), ho iniziato a documentarmi un pochino in giro, a leggere commenti e recensioni, a studiare vari grafici delle risposte in frequenza di vari marchi e modelli; quanto meno per restringere il cerchio attorno a quei 4/5 modelli che, almeno così si dice, potrebbe risultare i più papabili (Grado, Sennheiser, Akg, Grado, Audiotechnica).
Dopo questo smodato (ma altrettanto aleatorio) studio, ho deciso che la cosa migliore sarebbe stata quella di provarle, magari in comparazione tra di loro. Certo, non è una cosa facile, ma ho la fortuna di conoscere alcuni amici che ne hanno diverse e quindi perché non sfruttare l’occasione?
Purtroppo questi miei conoscenti non hanno esattamente i modelli che avevo in testa io, ma penso che un determinato brand (anche se nei modelli più economici) possa dare comunque un’idea abbastanza chiara del tipo di “pasta” di cui sono fatti i loro prodotti. E poi “chi mendica non sceglie”, quindi non avendo altre alternative, mi sono accontentato ☺
Orbene, prima di intraprendere una descrizione più approfondita (che spero possa essere di aiuto e spunto per chi è intenzionato ad acquistare una cuffia abbastanza definitiva), vorrei anticipatamente chiarire un paio di cose, onde evitare eventuali fraintendimenti:
Non ritengo di avere un orecchio “assoluto” ed infallibile, anzi… Diciamo che mi diletto a fare (ed ascoltare) musica da qualche anno ed ho la fortunatissima possibilità di provare alcune macchine di buon livello presenti in alcuni studi che frequento assiduamente (oltre al mio). Quindi la mia recensione si basa su pareri assolutamente soggettivi e non vincolanti (ci mancherebbe). Le mie orecchie sono “tarate” su Dynaudio BM-5A, Genelec 8040 e PMC TB2S e Chario Constellation Pegasus. Come cuffie ho sempre utilizzato un paio di Akg240M ed un paio di in-ear Bose.
Le cuffie che ho provato (anche se in modalità e situazioni diverse, che poi andrò a descrivere) sono le seguenti:
- Grado SR125i
- Grado SR80i
- Sennheiser HD25-2
- Sennheiser HD600
- Akg K701
- Sony MDR 7506
- Audiotechnica ATH M50
Brani di riferimento utilizzati e che conosco piuttosto bene, sono i seguenti:
Come on over here (T. Braxton)
Doin’ just fine (Boyz II Men)
Smack my bitch up (Prodigy)
Un nuovo giorno un giorno nuovo (C. Baglioni)
Your love is king (Sade)
Hero/ Sent from up above (M. Carey)
If you can’t say no (L. Kravitz)
The Highwayman (L. McKennith)
Because you loved me (C. Dion)
Stormy weather (Eileen Farrell)
Stop Loving you/Hold the line/Pamela (Toto)
PROVA 1: Grado SR125i con iPad2:
Un mio amico mi ha prestato le sue Grado SR125i rodate da alcuni anni. Unico neo, la possibilità di provarle solo collegate all’iPad, con brani campionati a 320. Vabbè, meglio di niente.
Non ho chiaramente ascoltato interamente le canzoni di cui sopra, ma solo alcuni punti che ritengo salienti di ognuna.
La cosa che mi è saltata subito alle orecchie, è stata la tridimensionalità. Ogni strumento (e soprattutto la voce) sembrava essere accanto alle mie orecchie e riuscivo a percepire alcuni dettagli molto difficile da cogliere con altri tipi di ascolti. Ho preferito ascoltare ad un volume “medio”, perché quando provavo ad alzare a palla, il suono tendeva a slabbrare (per non dire distorcere) fortemente sulle basse e sulle alte, rendendo il tutto molto fastidioso. Ma probabilmente dipendeva dalla sorgente (iPad).
Se sono rimasto affascinato da tale “presenza”, sono rimasto parimenti disturbato dalla prepotenza delle medio alte, talvolta veramente fastidiose, anche a volumi contenuti. Ho notato come la presenza di un boost tra i 3000 e i 5000 Hz, che hanno reso il cantato di Sade parecchio “vetroso” in alcuni passaggi e le “s” di M. Carey oltremodo sibilanti (sebbene non siano state registrate esattamente così…). Inoltre i bassi, sebbene molto ben controllati (nei brani dei Toto e di Kravitz si distingueva perfettamente ogni tocco di corda del basso), risultano praticamente inesistenti, diciamo, dai 70/80 Hz in giù.
L’introduzione del brano di Braxton, così come “Sent from up above” di Mariah, sembrava stessero suonando nelle cassettina del pc (mi riferisco, ovviamente, sempre alla risposta sulle basse), completamente svuotati di quelle frequenze che sono abituato a sentire “nella pancia”. Nota di lode, invece, nell’ascolto di Stormy weather che ha rispecchiato le stesse sensazioni che provo quando ascolto quel brano su altri impianti.
In definitiva ho realizzato che questo tipo di cuffie sono assolutamente adatte a materiale acustico e non anche elettronico. Almeno se da altri generi di musica ci si aspetti una particolare profondità nella zona 40-100 Hz.
Inutile dire che, in comparazione con la mia Akg240M, la Grado ha stravinto sotto ogni aspetto. Ad esclusione del fatto che sono risultate assai più “rumorose” verso l’esterno (sono molto aperte come cuffie) e leggermente meno comode. Su questo aspetto, ho letto di molti che sostengono siano cuffie scomodissime. In realtà basta abituarsi un attimino al tipo di “appoggio” dei padiglioni che, a differenza di molte altre cuffie (240 compresa) non coprono completamente le orecchie. Insomma nulla di trascendentale (almeno con questo freddo. Magari in estate verrà da piangere…)
PROVA 2: Grado SR80i, Sennheiser HD25-2, Akg K701, Sony MDR 7506 con SSL AWS900+:
Qui il test si è fatto più serio. Sono andato da un mio carissimo amico che ha da poco acquistato uno splendido SSL AWS 900+ (uno dei miei sogni più reconditi) al quale ho collegato subito la Grado SR80i e la AKG K701.
Ovviamente (anche se la voglia era tanta) non ho toccato alcun controllo (eq, comp, ecc.), ma semplicemente la manopola del volume. Infatti, considerata la diversa impedenza delle due cuffie, quando ne sfilavo una ed indossavo l’altra, dovevo alzare/abbassare il volume per ottenere più o meno la stessa percezione (sullo stesso brano chiaramente).
A parte la gran comodità e la bellezza estetica, la AKG è stata una vera e propria delusione. Benché il soundstage sembrasse più “largo” (onestamente anche in modo abbastanza innaturale) è risultato un ascolto “piatto” e poco emozionante. E per “piatto” non intendo “lineare” o “neutro”, ma “morto”. Il suono è risultato molto confuso e “indietro” (soprattutto rispetto alla Grado che è molto “in face”), special modo nelle parti medie e medio-alte. Le voci sembrava stessero cantando dietro il palco e non sul palco. Le basse sono piacevoli e rotonde. Certamente molto più presenti e profonde della Grado. Ma anche qui ho notato una certa “confusione” nei timbri, come se tutto l’ascolto fosse influenzato da un sottile strato di “nebbiolina”. Insomma al quarto brano, le ho messe via.
La R-80i, invece, è risultata molto ma molto simile alla 125 ascoltata giorni prima (almeno per come ricordavo il suono). Ma ho notato una maggiore dolcezza sulle medio alte e rotondità nella parte bassa, probabilmente grazie all’apporto del magico SSL. Ciononostante, ho continuato a percepire una indomata asprezza ed eccessiva presenza nel registro medio, tant’è che ad un tratto, sulle note di “Because you loved me” di Dion, nel punto in cui la cara Celine ha aperto un attimo con la voce, togliendo le Akg ed indossando la SR80, mi è arrivata una stecca da paura! Poi ho capito che avrei dovuto abbassare il volume prima… Vabbè…
Il test è ripreso con la comparazione SR80i/Sennheiser HD25-2. Beh, i bassi della Sennheiser sono stupendi. Per un attimo mi hanno ricordato le Monster (cuffie per dj). Ma su tutto il resto… CHIUSISSIMA! La voce sembrava nascosta all’interno di una equalizzazione “a sorriso”, dove le basse (sebbene molto belle) era state pompate a dismisura e le alte erano state boostate all’inverosimile. La zona medio-alta risultata mooooolto confusa e “sporca”; le alte molto plasticose ed inverosimili. In alcuni passaggi di “Highwayman”, le parole di Loreena risultavano quasi incomprensibili… Su “If you can’t say no” di Kravitz sembrava che il leader del gruppo fosse la 808! Mentre nel brano di Baglioni, la voce dell’amico Claudio sembrava fosse stata processata dall’Aphex 204 con la manopolina del Big Bottom a manetta (molto bella e naturale, invece, con le SR80i). Il Piano di Hero sembrava essere stato suonato con un campione Bontempi (non scherzo), molto plasticoso. Le code dei riverberi (che con la Grado si riescono a percepire in modo chiaro e preciso) scomparivano quasi totalmente dietro la presenza eccessiva delle frequenze gravi del piano elettrico. Insomma anche questa un po’ una delusione.
Sono invece rimasto piacevolmente stupito dalla Sony MDR 7506, forse la più equilibrata tra tutte (bassi presenti e tondi, medie abbastanza in evidenza, alte molto naturali e dolci). Probabilmente dovuto alla conformazione stessa della cuffia (non aperta come la Grado), ma diciamo che mi è apparsa come un mix tra tutte le cuffie che ho sentito. Insomma un ascolto piacevole, anche se non molto preciso. Anche qui ho percepito un po’ di “confusione” e la famosa “nebbiolina” onnipresente, che faceva cadere all’indietro la voce e che rendeva i cori “lontani” rispetto alle Grado (in cui, invece, sembrava uscissero letteralmente dai padiglioni).
Probabilmente il tutto è stato fuorviato dal precedente ascolto delle SR80i. Fatto sta, comunque, che le Grado ancora una volta sono risultate le migliori (se non fosse per quella maledetta carenza sulle bassissime e quella punta di medie di troppo….)
PROVA 3: Grado SR125i, Sennheiser HD600, Audiotechnica ATH M50 con l’iPad2:
Ho conosciuto una ragazza su un forum che abita da queste parti e che ha messo in vendita le sue HD600. Inoltre aveva anche disponibili le Audiotechnica. Così ci siamo incontrati (ero intenzionato ad acquistare le sue Sennheiser) ed ho fatto una ulteriore comparazione, portandomi dietro le Grado 125i del mio amico.
Ho iniziato con le Audiotechnica che non mi sono piaciute per niente. Il suono mi ricordava parecchio le AKG 701, ma molto meno di classe. Molto confuse e “sporche”, sebbene le frequenze medio-basse non abbiano commesso grossi errori. Ma l’ho scartata subito perché, soprattutto negli strumenti acustici (nei brani dei Toto principalmente) non si riuscivano a percepire in modo preciso gli attacchi. I transienti della batteria sembravano “mozzati” e, in definitiva, l’ascolto è sembrato affaticante. Via.
Poi sono passato alla HD600 e… Un’altra musica! Ho riscontrato caratteristiche molto simili alla Sony, ma molto più “pulite”. Come se all’ascolto effettuato con la MDR 7506, avessero applicato un Maximizer che ha “aperto” e rinfrescato tutto lo spettro. I bassi molto profondi e precisi, un ottimo soundstage, le medie presenti ma mai fastidiose. Le alte dolci ma forse un po’ troppo smorzate. Sono quindi tornato alle SR125… Niente, ne sono uscite ancora una volta vincitrici. La sensazione che ho avuto, togliendo ed indossando prima una e poi l’altra mentre i brani camminavano , è stata come quella che si può avere guardando un quadro con e senza il vetro davanti. Con le Grado, sebbene la parte bassa non potesse competere con quella della HD600 (anche se nel brano dei Prodigy non suonava comunque come mi sarei aspettato), sembrava che le voci schizzassero fuori dalla mia testa e che ogni singola nota vibrasse in modo naturale. Con le HD600 ho avuto l’idea di qualcosa di “artefatto”, volutamente “pompato” a scapito della “veridicità” dei singoli suoni.
Il soundstage mi è sembrato leggermente più chiuso nella Sennheiser, ma probabilmente è una sensazione che può essere dipesa dalla eccessiva presenza di frequenze medio alte nella Grado. Fatto sta che, sebbene sia risultato un bellissimo ascolto, non mi sono emozionato con alcune delle canzoni da me preferite.
Insomma, se non si è capito, il suono Grado è quello che mi ha colpito di più. Anche se ho avuto l’impressione che possa essere sembrato più bello proprio a causa della maggior presenza di quelle frequenze che evidentemente rendono più “freschi” i brani (non so se vi sia mai capitato, ma quando un ascolto è più teso verso le frequenze alte, sembra più bello…).
Un’impressione, invece, che ho avuto per quanto riguarda i prodotti Grado (e che mi riservo di approfondire in modo più preciso ed in condizioni “uguali”) è che andando su di modello (quindi dalla 80 alla 125) pare quasi che queste frequenze medio alte aumentino…. Probabilmente sarà dipeso dalla fonte con cui ho ascoltato i brani (l’iPad per la 125 e l’AWS900 per la 80), ma la più piccolina mi sembrava leggermente più estesa in basso e leggermente meno graffiante nelle frequenze più alte. Se così fosse, sarebbe (a mio modesto parere) un grosso sbaglio da parte della Grado. Non oso pensare a come potrebbero fischiare le mie orecchie con le 325!
Ma considerando che le Grado hanno un’impedenza molto bassa, tale da essere pilotate tranquillamente con un comune iPod, penso che la prossima prova che farò sarà proprio una comparazione tra le 125 e le 80 (e magari la 60i) ma collegate ad un lettore mp3 (o iPad per esempio). Vediamo se le mie impressioni sono state corrette o no.
In finale, anche se inizialmente ero propenso ad acquistare una RS2, reduce dai test che ho appena descritto (e per non svenarmi a “scatola chiusa”), ho ordinato un paio di RS60i (le piccoline) ed un paio di MDR 7506.
E’ in arrivo anche un preampli per cuffie (il Practical Devices XM6) che, con il suo boost sui 100 Hz, potrebbe riservare grandi sorprese….
Ciao a tutti e al prossimo test!
Simonluka
Partendo dal presupposto che considero l’ambito audio un “pozzo nero” (nel senso che non se ne esce mai fuori e si cerca sempre la “perfezione”, nonostante tutto sia assolutamente troppo soggettivo), ho iniziato a documentarmi un pochino in giro, a leggere commenti e recensioni, a studiare vari grafici delle risposte in frequenza di vari marchi e modelli; quanto meno per restringere il cerchio attorno a quei 4/5 modelli che, almeno così si dice, potrebbe risultare i più papabili (Grado, Sennheiser, Akg, Grado, Audiotechnica).
Dopo questo smodato (ma altrettanto aleatorio) studio, ho deciso che la cosa migliore sarebbe stata quella di provarle, magari in comparazione tra di loro. Certo, non è una cosa facile, ma ho la fortuna di conoscere alcuni amici che ne hanno diverse e quindi perché non sfruttare l’occasione?
Purtroppo questi miei conoscenti non hanno esattamente i modelli che avevo in testa io, ma penso che un determinato brand (anche se nei modelli più economici) possa dare comunque un’idea abbastanza chiara del tipo di “pasta” di cui sono fatti i loro prodotti. E poi “chi mendica non sceglie”, quindi non avendo altre alternative, mi sono accontentato ☺
Orbene, prima di intraprendere una descrizione più approfondita (che spero possa essere di aiuto e spunto per chi è intenzionato ad acquistare una cuffia abbastanza definitiva), vorrei anticipatamente chiarire un paio di cose, onde evitare eventuali fraintendimenti:
Non ritengo di avere un orecchio “assoluto” ed infallibile, anzi… Diciamo che mi diletto a fare (ed ascoltare) musica da qualche anno ed ho la fortunatissima possibilità di provare alcune macchine di buon livello presenti in alcuni studi che frequento assiduamente (oltre al mio). Quindi la mia recensione si basa su pareri assolutamente soggettivi e non vincolanti (ci mancherebbe). Le mie orecchie sono “tarate” su Dynaudio BM-5A, Genelec 8040 e PMC TB2S e Chario Constellation Pegasus. Come cuffie ho sempre utilizzato un paio di Akg240M ed un paio di in-ear Bose.
Le cuffie che ho provato (anche se in modalità e situazioni diverse, che poi andrò a descrivere) sono le seguenti:
- Grado SR125i
- Grado SR80i
- Sennheiser HD25-2
- Sennheiser HD600
- Akg K701
- Sony MDR 7506
- Audiotechnica ATH M50
Brani di riferimento utilizzati e che conosco piuttosto bene, sono i seguenti:
Come on over here (T. Braxton)
Doin’ just fine (Boyz II Men)
Smack my bitch up (Prodigy)
Un nuovo giorno un giorno nuovo (C. Baglioni)
Your love is king (Sade)
Hero/ Sent from up above (M. Carey)
If you can’t say no (L. Kravitz)
The Highwayman (L. McKennith)
Because you loved me (C. Dion)
Stormy weather (Eileen Farrell)
Stop Loving you/Hold the line/Pamela (Toto)
PROVA 1: Grado SR125i con iPad2:
Un mio amico mi ha prestato le sue Grado SR125i rodate da alcuni anni. Unico neo, la possibilità di provarle solo collegate all’iPad, con brani campionati a 320. Vabbè, meglio di niente.
Non ho chiaramente ascoltato interamente le canzoni di cui sopra, ma solo alcuni punti che ritengo salienti di ognuna.
La cosa che mi è saltata subito alle orecchie, è stata la tridimensionalità. Ogni strumento (e soprattutto la voce) sembrava essere accanto alle mie orecchie e riuscivo a percepire alcuni dettagli molto difficile da cogliere con altri tipi di ascolti. Ho preferito ascoltare ad un volume “medio”, perché quando provavo ad alzare a palla, il suono tendeva a slabbrare (per non dire distorcere) fortemente sulle basse e sulle alte, rendendo il tutto molto fastidioso. Ma probabilmente dipendeva dalla sorgente (iPad).
Se sono rimasto affascinato da tale “presenza”, sono rimasto parimenti disturbato dalla prepotenza delle medio alte, talvolta veramente fastidiose, anche a volumi contenuti. Ho notato come la presenza di un boost tra i 3000 e i 5000 Hz, che hanno reso il cantato di Sade parecchio “vetroso” in alcuni passaggi e le “s” di M. Carey oltremodo sibilanti (sebbene non siano state registrate esattamente così…). Inoltre i bassi, sebbene molto ben controllati (nei brani dei Toto e di Kravitz si distingueva perfettamente ogni tocco di corda del basso), risultano praticamente inesistenti, diciamo, dai 70/80 Hz in giù.
L’introduzione del brano di Braxton, così come “Sent from up above” di Mariah, sembrava stessero suonando nelle cassettina del pc (mi riferisco, ovviamente, sempre alla risposta sulle basse), completamente svuotati di quelle frequenze che sono abituato a sentire “nella pancia”. Nota di lode, invece, nell’ascolto di Stormy weather che ha rispecchiato le stesse sensazioni che provo quando ascolto quel brano su altri impianti.
In definitiva ho realizzato che questo tipo di cuffie sono assolutamente adatte a materiale acustico e non anche elettronico. Almeno se da altri generi di musica ci si aspetti una particolare profondità nella zona 40-100 Hz.
Inutile dire che, in comparazione con la mia Akg240M, la Grado ha stravinto sotto ogni aspetto. Ad esclusione del fatto che sono risultate assai più “rumorose” verso l’esterno (sono molto aperte come cuffie) e leggermente meno comode. Su questo aspetto, ho letto di molti che sostengono siano cuffie scomodissime. In realtà basta abituarsi un attimino al tipo di “appoggio” dei padiglioni che, a differenza di molte altre cuffie (240 compresa) non coprono completamente le orecchie. Insomma nulla di trascendentale (almeno con questo freddo. Magari in estate verrà da piangere…)
PROVA 2: Grado SR80i, Sennheiser HD25-2, Akg K701, Sony MDR 7506 con SSL AWS900+:
Qui il test si è fatto più serio. Sono andato da un mio carissimo amico che ha da poco acquistato uno splendido SSL AWS 900+ (uno dei miei sogni più reconditi) al quale ho collegato subito la Grado SR80i e la AKG K701.
Ovviamente (anche se la voglia era tanta) non ho toccato alcun controllo (eq, comp, ecc.), ma semplicemente la manopola del volume. Infatti, considerata la diversa impedenza delle due cuffie, quando ne sfilavo una ed indossavo l’altra, dovevo alzare/abbassare il volume per ottenere più o meno la stessa percezione (sullo stesso brano chiaramente).
A parte la gran comodità e la bellezza estetica, la AKG è stata una vera e propria delusione. Benché il soundstage sembrasse più “largo” (onestamente anche in modo abbastanza innaturale) è risultato un ascolto “piatto” e poco emozionante. E per “piatto” non intendo “lineare” o “neutro”, ma “morto”. Il suono è risultato molto confuso e “indietro” (soprattutto rispetto alla Grado che è molto “in face”), special modo nelle parti medie e medio-alte. Le voci sembrava stessero cantando dietro il palco e non sul palco. Le basse sono piacevoli e rotonde. Certamente molto più presenti e profonde della Grado. Ma anche qui ho notato una certa “confusione” nei timbri, come se tutto l’ascolto fosse influenzato da un sottile strato di “nebbiolina”. Insomma al quarto brano, le ho messe via.
La R-80i, invece, è risultata molto ma molto simile alla 125 ascoltata giorni prima (almeno per come ricordavo il suono). Ma ho notato una maggiore dolcezza sulle medio alte e rotondità nella parte bassa, probabilmente grazie all’apporto del magico SSL. Ciononostante, ho continuato a percepire una indomata asprezza ed eccessiva presenza nel registro medio, tant’è che ad un tratto, sulle note di “Because you loved me” di Dion, nel punto in cui la cara Celine ha aperto un attimo con la voce, togliendo le Akg ed indossando la SR80, mi è arrivata una stecca da paura! Poi ho capito che avrei dovuto abbassare il volume prima… Vabbè…
Il test è ripreso con la comparazione SR80i/Sennheiser HD25-2. Beh, i bassi della Sennheiser sono stupendi. Per un attimo mi hanno ricordato le Monster (cuffie per dj). Ma su tutto il resto… CHIUSISSIMA! La voce sembrava nascosta all’interno di una equalizzazione “a sorriso”, dove le basse (sebbene molto belle) era state pompate a dismisura e le alte erano state boostate all’inverosimile. La zona medio-alta risultata mooooolto confusa e “sporca”; le alte molto plasticose ed inverosimili. In alcuni passaggi di “Highwayman”, le parole di Loreena risultavano quasi incomprensibili… Su “If you can’t say no” di Kravitz sembrava che il leader del gruppo fosse la 808! Mentre nel brano di Baglioni, la voce dell’amico Claudio sembrava fosse stata processata dall’Aphex 204 con la manopolina del Big Bottom a manetta (molto bella e naturale, invece, con le SR80i). Il Piano di Hero sembrava essere stato suonato con un campione Bontempi (non scherzo), molto plasticoso. Le code dei riverberi (che con la Grado si riescono a percepire in modo chiaro e preciso) scomparivano quasi totalmente dietro la presenza eccessiva delle frequenze gravi del piano elettrico. Insomma anche questa un po’ una delusione.
Sono invece rimasto piacevolmente stupito dalla Sony MDR 7506, forse la più equilibrata tra tutte (bassi presenti e tondi, medie abbastanza in evidenza, alte molto naturali e dolci). Probabilmente dovuto alla conformazione stessa della cuffia (non aperta come la Grado), ma diciamo che mi è apparsa come un mix tra tutte le cuffie che ho sentito. Insomma un ascolto piacevole, anche se non molto preciso. Anche qui ho percepito un po’ di “confusione” e la famosa “nebbiolina” onnipresente, che faceva cadere all’indietro la voce e che rendeva i cori “lontani” rispetto alle Grado (in cui, invece, sembrava uscissero letteralmente dai padiglioni).
Probabilmente il tutto è stato fuorviato dal precedente ascolto delle SR80i. Fatto sta, comunque, che le Grado ancora una volta sono risultate le migliori (se non fosse per quella maledetta carenza sulle bassissime e quella punta di medie di troppo….)
PROVA 3: Grado SR125i, Sennheiser HD600, Audiotechnica ATH M50 con l’iPad2:
Ho conosciuto una ragazza su un forum che abita da queste parti e che ha messo in vendita le sue HD600. Inoltre aveva anche disponibili le Audiotechnica. Così ci siamo incontrati (ero intenzionato ad acquistare le sue Sennheiser) ed ho fatto una ulteriore comparazione, portandomi dietro le Grado 125i del mio amico.
Ho iniziato con le Audiotechnica che non mi sono piaciute per niente. Il suono mi ricordava parecchio le AKG 701, ma molto meno di classe. Molto confuse e “sporche”, sebbene le frequenze medio-basse non abbiano commesso grossi errori. Ma l’ho scartata subito perché, soprattutto negli strumenti acustici (nei brani dei Toto principalmente) non si riuscivano a percepire in modo preciso gli attacchi. I transienti della batteria sembravano “mozzati” e, in definitiva, l’ascolto è sembrato affaticante. Via.
Poi sono passato alla HD600 e… Un’altra musica! Ho riscontrato caratteristiche molto simili alla Sony, ma molto più “pulite”. Come se all’ascolto effettuato con la MDR 7506, avessero applicato un Maximizer che ha “aperto” e rinfrescato tutto lo spettro. I bassi molto profondi e precisi, un ottimo soundstage, le medie presenti ma mai fastidiose. Le alte dolci ma forse un po’ troppo smorzate. Sono quindi tornato alle SR125… Niente, ne sono uscite ancora una volta vincitrici. La sensazione che ho avuto, togliendo ed indossando prima una e poi l’altra mentre i brani camminavano , è stata come quella che si può avere guardando un quadro con e senza il vetro davanti. Con le Grado, sebbene la parte bassa non potesse competere con quella della HD600 (anche se nel brano dei Prodigy non suonava comunque come mi sarei aspettato), sembrava che le voci schizzassero fuori dalla mia testa e che ogni singola nota vibrasse in modo naturale. Con le HD600 ho avuto l’idea di qualcosa di “artefatto”, volutamente “pompato” a scapito della “veridicità” dei singoli suoni.
Il soundstage mi è sembrato leggermente più chiuso nella Sennheiser, ma probabilmente è una sensazione che può essere dipesa dalla eccessiva presenza di frequenze medio alte nella Grado. Fatto sta che, sebbene sia risultato un bellissimo ascolto, non mi sono emozionato con alcune delle canzoni da me preferite.
Insomma, se non si è capito, il suono Grado è quello che mi ha colpito di più. Anche se ho avuto l’impressione che possa essere sembrato più bello proprio a causa della maggior presenza di quelle frequenze che evidentemente rendono più “freschi” i brani (non so se vi sia mai capitato, ma quando un ascolto è più teso verso le frequenze alte, sembra più bello…).
Un’impressione, invece, che ho avuto per quanto riguarda i prodotti Grado (e che mi riservo di approfondire in modo più preciso ed in condizioni “uguali”) è che andando su di modello (quindi dalla 80 alla 125) pare quasi che queste frequenze medio alte aumentino…. Probabilmente sarà dipeso dalla fonte con cui ho ascoltato i brani (l’iPad per la 125 e l’AWS900 per la 80), ma la più piccolina mi sembrava leggermente più estesa in basso e leggermente meno graffiante nelle frequenze più alte. Se così fosse, sarebbe (a mio modesto parere) un grosso sbaglio da parte della Grado. Non oso pensare a come potrebbero fischiare le mie orecchie con le 325!
Ma considerando che le Grado hanno un’impedenza molto bassa, tale da essere pilotate tranquillamente con un comune iPod, penso che la prossima prova che farò sarà proprio una comparazione tra le 125 e le 80 (e magari la 60i) ma collegate ad un lettore mp3 (o iPad per esempio). Vediamo se le mie impressioni sono state corrette o no.
In finale, anche se inizialmente ero propenso ad acquistare una RS2, reduce dai test che ho appena descritto (e per non svenarmi a “scatola chiusa”), ho ordinato un paio di RS60i (le piccoline) ed un paio di MDR 7506.
E’ in arrivo anche un preampli per cuffie (il Practical Devices XM6) che, con il suo boost sui 100 Hz, potrebbe riservare grandi sorprese….
Ciao a tutti e al prossimo test!
Simonluka