Da Ospite Lun Dic 05 2011, 20:04
Carissimi, i primi ascolti (appassionati) con i supporti SACD (per la maggior parte si tratta di "Pentatone" ibridi, che ho sempre trovato validi si artisticamente che tecnicamente, già nel solo strato CD) hanno subito messo in risalto la morbidezza, la fluidità ed il senso di tinte "calde", rispetto alle stesse tracce, lette dallo strato CD.
Sembra che sparisca il DNA digitale per lasciar spazio ad un senso di "analogico"...che analogico, sappiamo tutti, non è. Ritornando allo strato CD, si avvertono delle scollature e delle spigolosità, per quanto ben "mascherate" dal ruolo e dalla presenza del quartetto di Mullard, in uscita dalla sorgente. E' anche abbastanza evidente la "scarnificazione" del CD rispetto alla stessa traccia SACD. Non saprei definire bene dove avvengano tali differenze (intendendo le gamme di frequenza...), ma probabilmente è tutto...un'altra storia. Si acquista (col SACD) un senso generale di armonia complessiva, di calore e di più spiccata ambienza. Per quest'ultimo aspetto ritengo siano le maggiori info. presenti nell'alta definizione...
Mi sembra davvero che "tutto torni" anche dal lato teorico: SACD, USCITA A VALVOLE, AMPLI IBRIDO, CUFFIA SR009.
Direi una sinergia pensata (e realizzata) di proposito.
Sono invece rimasto deluso, nell'ascolto del CD, dall'uso delle varie frequenze di sovracampionamento D>A...è come se non cambiasse nulla. Mi riservo comunque maggior scrupolo nell'ascolto...
Comunque il Cary, sorprendente per musicalità anche nella lettura dei CD, soprattutto commutando l'uscita valvolare.
Ciò mi da un immenso piacere perchè mi terrà lontano dall'impulso di scegliere il software in base al formato invece che al contenuto...
Per ora è tutto!
Grazie della Vs. attenzione.
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