"Quando la luna, regina della notte,
diffonde sulla terra la sua dolce luce argentea,
le ostriche dai fondali marini salgono in superficie
ed aprono le valve lasciandosi cullare dalle onde del mare.
All'interno delle valve i raggi lunari in un atto d'amore,
si fondono con le gocce di rugiada notturna dando origine
alle perle…"
diffonde sulla terra la sua dolce luce argentea,
le ostriche dai fondali marini salgono in superficie
ed aprono le valve lasciandosi cullare dalle onde del mare.
All'interno delle valve i raggi lunari in un atto d'amore,
si fondono con le gocce di rugiada notturna dando origine
alle perle…"
“ Come so near
I'm watching you fall
You're forcing me sideways
So far from the rest
Far be it from this truth
There's no peace for the wicked
Needing, would set your mind at rest
I know you would if you could ”
BREATHLESS : THREE TIMES AND WAVING - 1987
Non sono mai stati famosi i Breathless.
Non hanno mai scalato le classifiche.
Passano di rado in radio ed a MTV.
Ma ci hanno fatto sognare nel tempo,sfoderando pure gemme di rara bellezza stilistica.
Là dove si erano fermati i Joy Division,là dove neanche i Cure di Pornography erano riusciti ad addentrarsi, i Breathless sondavano i lati piu’ cupi e melanconici della musica di metà anni ’80.
Proprio mentre i grossi nomi dai trascorsi gloriosi punk/new wave (vedi Cure,New Order,Psychedelic Furs,Siouxsie, Echo And The Bunnymen e soprattutto Simple Minds)abbassavano le mutande allo show business, i Breathless sfornavano l’ennesimo capolavoro marchiato Tenor Vossa.
Three Times And Waving racchiude gli incubi di un’intera generazione cresciuta sotto il crepuscolo della Nuova Onda.
Nove tracce dilanianti, nove tracce dai sapori struggenti, nove pezzi inanellati a formare un diadema
di inestimabile poesia sonora, ancora oggi.
Sold Down The River apre le danze.
Is It Good News Today?,la seconda traccia, è solo una delle perle racchiusa in questo scrigno sonoro;
la title-track..forse il brano più selvaggio dell’intera produzione: certamente più vicino ad alcune sonorità alla Romeo Void, più che al suono ovattato e soffuso dei Breathless, e si deve probabilmente alla repentina dipartita del primo batterista: infatti alcune tracce sono suonate da Martyn Watts,altre da Tristam Latimer.
Into The Fire,il classico alla Breathless.
Working For Space,col basso che insegue fantasmi floydiani, in un crescendo che esplode con il cantato superlativo di Appleton.
Il suono inconfondibile di un charleston che frusta l’aria introduce soffusamente la bellissima Waiting On The Wire,e quando Dominic comincia a cantare,per poi lasciare il posto alla chitarra,le atmosfere si fanno più vicine al progetto This Mortal Coil. L’incantesimo si rompe solo per un momento,quando i rototom rimbombano nel vuoto ricordando vagamente qualcosa che assomiglia alle famosissime rullate di Mason nell’intro di Time.
Poi il pezzo prende quota impennandosi in una sinestesia di suoni che terminano con delle stranissime tastiere riverberate.
Dizzy Life, col tempo scandito dalla gran cassa e i rototom in primo piano,e con un finale a sorpresa.
Say September Sings: la batteria duetta con la chitarra,con il tempo scandito da un rullante semplicemente ipnotico.
Chiude il lavoro la dolcissima Let’s Make A Night Of It.
E’ una di quelle canzoni che non ti stancheresti mai di ascoltare, che ti restano in testa come il più irrealizzabile dei sogni.
Nasce dal nulla,come nella migliore tradizione floydiana,e si snoda su sonorità giocate ancora una volta sui piatti.
Una chitarra liquida in lontananza mi seziona longitudinalmente.
La voce di Appleton è da brividi.
Il brano sembra sfumare e terminare,scandito dalla batteria.
Ma si sovrappone una chitarra acustica spalmata sui due canali e Dominic riprende a cantare,scandito da un tempo differente rispetto all’intro.
Poi il brano sembra terminare di nuovo, con le tastiere in sottofondo.
L’entrata della batteria che interrompe il silenzio è da antologia.
Il finale epico e struggente mescola oniricamente voci che si sovrappongono, chitarre liquide e taglienti mentre il ritornello prosegue all’infinito, con le note della chitarra che si avvolgono in cerchi concentrici sfumando in lontananza come un’astronave che si dissolve nello spazio…
La voce sinistra, elegiaca e quasi sciamanica di Dominic Appleton, le immancabili reminescenze psichedeliche dell’astronave floydiana, suoni liquidi ed acquatici,riverberi, segnali distanti di chitarre, implosioni di suoni lontani,un drumming possente ed incisivo (forse mai determinante come in questo lavoro) e l’onnipresente basso alla Joy, senza tuttavia mai esserne cloni.
Perché lo stile dei Breathless è e rimane unico, un copyright sigillato anche nell’ultimo,bellissimo album intitolato Blue Moon.
Una personalità forte e marcata, uno spessore artististico non comune,e una valenza artistica da oscurare grossi nomi in vena oggi di revival Wave.
Un incondizionato romanticismo.
Un suono senza respiro.
Un sogno che dura dal 1986.
Buon ascolto.
Liz