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Farinelli il castrato
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    Farinelli il castrato

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    Messaggio Da Cricetone Ven Lug 31 2009, 19:17

    Farinelli: Il Castrato,Christophe Rousset

    http://www.amazon.co.uk/Farinelli-Il-Castrato/dp/B00274HS2A/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1249059268&sr=8-1

    Farinelli il castrato 51IEyN9UhHL._SL500_AA280_

    colonna sonora,ma direi colonna portante del film stesso,questo cd è dedicato a Farinelli,grando castrato barocco,che con la sua straordinaria(ma artificiale...),voce faceva impazziere le corti e i teatri di tutta europa.
    All'epoca,se vi era un bambino con una voce particolarmente notevole,direi angelica ma allo stesso tempo potente,era pratica "comune" che,prima del sopraggiungere della pubertà,questi venisse castrato(da qui il nome dei cantanti),per evitare che,i cambiamenti ormonali rovinassero,o quantomeno modificassero quella splendida voce...La voce dei castrati era molto particolare,in quanto,per farvi capire,avevano l'estensione e la potenza di una soprano,ma su una base di voce maschile,quindi credo potessero avere un'amplissima gamma di frequenze
    Per via del fatto che,oggigiorno,di castrati,almeno che si sappia,non ve ne sono piu,la voce del Farinelli è stata ricreata in studio,miscelando la voce di una soprano e di un baritono(?),al fine di tentare di ricrearla.Devo dire che l'operazione è riuscita veramente bene,e solo in un brano si notano distintamente due voci,altrimenti devo dire che nessuno lo avrebbe forse mai saputo,anche se una sensazione di stranezza l'avverti se non ne sei a conoscenza.

    Non mi esprimo singolarmente sulla qualità artistica dei singoli brani,perchè non sono ferratissimo di barocco,però devo dire che il risultato è notevole,ed alcuni brani son davvero emozionanti.

    su youtube alcune scene del film:




    Mi sarebbe piaciuto che questo cd lo avesse cantanto anche la sola Cecilia Bartoli,perchè è straordinaria davvero.



    vi consiglio sia di guardare//ammirare il film,che di comprare questo cd,anche solo fosse per valutare il "montaggio"
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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Sab Ago 01 2009, 18:50

    I castrati si diffusero nel settecento per le loro incredibili doti vocali. Togliendo gli organi genitali esterni prima che subentrasse la pubertà si riusciva ad evitare che la produzione di testosterone naturale nei ragazzi provocasse la muta della voce, quindi un abbassamento del registro vocale. Nel seicento e nel settecento infatti le parti maschili operistiche e non venivano comunque affidate ai registri femminili (soprano, contralto, mezzosoprano) perché le voci maschili erano considerate prosaiche sia come timbro, sia perché meno agili ed efficienti virtuosisticamente. L'estetica barocca è basata sul virtuosismo, sul fantastico, sull'astrazione, quindi voci prosaiche e poco agili come quelle di tenore e basso non erano funzionali. In Inghilterra nella prima metà del settecento tenori e bassi erano proprio ritenuti evitabili (spesso Handel scrisse parti per basso nelle sue opere solo quando poteva disporre del basso Boschi, un fenomenale cantante estremamente agile e grande virtuoso. Infatti tutt'oggi è difficile trovare cantanti all'altezza di questi ruoli).

    Quale era il vantaggio di castrare un fanciullo e di produrre quindi questa mostruosità - se proprio vogliamo dirla com'è - che erano gli "evirati cantori"?:

    1. Castrando i giovani prima della muta della voce restava loro una voce femminile, tipo quella dei bambini, quindi di soprano o contralto. La voce rimaneva quindi acuta, non si abbassava di tono.
    2. I bambini, e così i castrati, hanno una estensione con le note di petto (quindi una estensione naturale, senza artifici tecnici) superiore alle voci adulte. Questo consente di avere maggior volume in un più ampio spazio di note. Quindi più potenza vocale.
    3. Anche se le corde vocali non si ingrossavano a causa degli ormoni maschili, la cassa toracica più ampia che non quella delle donne permetteva ai castrati delle note gravi pari o superiori per volume e potenza a quelle delle voci naturali maschili (anche se gravitanti un'ottava sopra o poco meno) ed inoltre permetteve una incredibile lunghezza dei fiati: quindi i cantanti castrati potevano eseguire passi vocalizzati più lunghi senza essere costretti a riprendere fiato (anche questa è una difficoltà che i cantanti di oggi hanno più difficoltà a superare).

    Quindi le voci di castrato erano superiori alle voci femminili, erano androgine perché le note gravi erano simili per timbro a quelle maschili, erano virtuosisticamente più dotate di tutte le voci naturali. Si diffusero rapidamente nel teatro d'opera, proprio per questi motivi, e nella musica sacra eseguita nelle chiese, dove all'epoca non potevano cantare donne assieme ad uomini e quindi era difficile realizzare cori misti. A questo scopo potevano anche usarsi i falsettisti (uomini non castrati che cantano in falsetto) oggi noti come controtenori: ma tali sono i limiti vocali di queste voci che tutti preferivano farne a meno (anche se qualcuno oggi dice il contrario e cerca di propinarceli dappertutto!). Anche all'epoca, come si fa sempre più spesso oggi, non disponendo di castrati i migliori sostituti erano certamente le donne!

    Essendo un affare monetario non irrilevante per una famiglia "produrre" un castrato, all'epoca erano molte le famiglie povere che ghigliottinavano genitalmente i propri figli (l'unica ricchezza che non mancava all'epoca) nel tentativo di produrre un fuoriclasse vocale. Spesso andava male , però, con la conseguente produzione di infelici che non avevano - per mancanza di doti - nemmeno la consolazione della ricchezza.

    La pratica della castrazione ebbe termine lentamente ma inesorabilmente. La proibizione da parte della Chiesa (in verità applicata con rogore alterno) di utilizzare o produrre cantanti castrati, ma soprattutto il cambio del gusto vocale nell'opera (che cominciò a tendere alla verosimiglianza, quindi a far cantare i ruoli maschili da cantanti naturali e con voci maschili - nasce nell'ottocento il mito del tenore, infatti - pose fine alla barbara pratica dell'evirazione.

    Nota a margine: nel settecento venivano asportati ai castrati solo i testicoli. Questo pare eprmettesse loro di avere una non disprezzabile vita sessuale.

    Il film, pur essendo un prodotto come sempre per Holliwood molto romanzato e drammaticizzato è da vedere, perché comunque parla del gusto di una epoca. Potrebbe inoltre farvi nascere la curiosità per una musica che ha un fascino tutto particolare.

    Per la qualità dell'interpretazione nella colonna sonora: troppo giovani direttore (Rousset) e cantante (Genaux) per ottenere risultati sommi. Se ascoltate i due filmati del "Lascia ch'io pianga" riportati da Salv. vi renderete conto di come l'esecuzione della Bartoli sia di tutt'altra qualità, cioè veramente splendida, mentre nella colonna sonora il brano è eseguito piuttosto frettolosamente.

    Vi riporto altri filmati, sperando che vi sia cosa gradita.

    Qui una Genaux molto più matura artisticamente che nella colonna sonora, diretta dal bravissimo Fabio Biondi, canta un'aria scritta per il Farinelli ed inserita da Vivaldi nell'opera Bajazet. Si tratta di una delle arie di maggior follia virtuosistica del settecento, ed è veramente spettacolare. Notate come i passaggi vocalizzati siano lunghissimi e la voce salti a tratti dalle note più gravi a quelle più acute. L'aria è tripartita, come spesso accade nel barocco: una sezione A composta da ripetizioni del motivo principale (2 o 4) poco variate tra loro, una sezione B diversa per tempo e motivo, quindi una nuova sezione A identica alla prima ma variata, quindi ancora più difficile delle precedenti volte (vengoni introdotte variazioni dall'interprete per aumentare la difficoltà).



    Se volete avere invece una idea del timbro dei castrati, abbiamo oggi una fuoriclasse che somiglia molto per timbro a quello che potevano essere questi cantanti (abbiamo registrazioni di un vecchio castrato risalenti ai primi del novecento che ce ne danno una idea). Si tratta di Ewa Podles. Dal "Rinaldo" di Handel vi propongo l'aria virtuosistica "Or la tromba in suon festante", tipica aria con tromba dove lo strumento concertante e la voce si inseguono in gara di bravura:



    e per concludere, sempre dal "Rinaldo" la bellissima aria lirica "Cara sposa", sempre cantata dalla Podles



    Spero vi sia interessata questa disamina.

    Ciao a tutti.


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    Messaggio Da matley Sab Ago 01 2009, 19:55

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:I castrati si diffusero nel settecento per le loro incredibili doti vocali. Togliendo gli organi genitali esterni prima che subentrasse la pubertà si riusciva ad evitare che la produzione di testosterone naturale nei ragazzi provocasse la muta della voce, quindi un abbassamento del registro vocale. Nel seicento e nel settecento infatti le parti maschili operistiche e non venivano comunque affidate ai registri femminili (soprano, contralto, mezzosoprano) perché le voci maschili erano considerate prosaiche sia come timbro, sia perché meno agili ed efficienti virtuosisticamente. L'estetica barocca è basata sul virtuosismo, sul fantastico, sull'astrazione, quindi voci prosaiche e poco agili come quelle di tenore e basso non erano funzionali. In Inghilterra nella prima metà del settecento tenori e bassi erano proprio ritenuti evitabili (spesso Handel scrisse parti per basso nelle sue opere solo quando poteva disporre del basso Boschi, un fenomenale cantante estremamente agile e grande virtuoso. Infatti tutt'oggi è difficile trovare cantanti all'altezza di questi ruoli).

    Quale era il vantaggio di castrare un fanciullo e di produrre quindi questa mostruosità - se proprio vogliamo dirla com'è - che erano gli "evirati cantori"?:

    1. Castrando i giovani prima della muta della voce restava loro una voce femminile, tipo quella dei bambini, quindi di soprano o contralto. La voce rimaneva quindi acuta, non si abbassava di tono.
    2. I bambini, e così i castrati, hanno una estensione con le note di petto (quindi una estensione naturale, senza artifici tecnici) superiore alle voci adulte. Questo consente di avere maggior volume in un più ampio spazio di note. Quindi più potenza vocale.
    3. Anche se le corde vocali non si ingrossavano a causa degli ormoni maschili, la cassa toracica più ampia che non quella delle donne permetteva ai castrati delle note gravi pari o superiori per volume e potenza a quelle delle voci naturali maschili (anche se gravitanti un'ottava sopra o poco meno) ed inoltre permetteve una incredibile lunghezza dei fiati: quindi i cantanti castrati potevano eseguire passi vocalizzati più lunghi senza essere costretti a riprendere fiato (anche questa è una difficoltà che i cantanti di oggi hanno più difficoltà a superare).

    Quindi le voci di castrato erano superiori alle voci femminili, erano androgine perché le note gravi erano simili per timbro a quelle maschili, erano virtuosisticamente più dotate di tutte le voci naturali. Si diffusero rapidamente nel teatro d'opera, proprio per questi motivi, e nella musica sacra eseguita nelle chiese, dove all'epoca non potevano cantare donne assieme ad uomini e quindi era difficile realizzare cori misti. A questo scopo potevano anche usarsi i falsettisti (uomini non castrati che cantano in falsetto) oggi noti come controtenori: ma tali sono i limiti vocali di queste voci che tutti preferivano farne a meno (anche se qualcuno oggi dice il contrario e cerca di propinarceli dappertutto!). Anche all'epoca, come si fa sempre più spesso oggi, non disponendo di castrati i migliori sostituti erano certamente le donne!

    Essendo un affare monetario non irrilevante per una famiglia "produrre" un castrato, all'epoca erano molte le famiglie povere che ghigliottinavano genitalmente i propri figli (l'unica ricchezza che non mancava all'epoca) nel tentativo di produrre un fuoriclasse vocale. Spesso andava male , però, con la conseguente produzione di infelici che non avevano - per mancanza di doti - nemmeno la consolazione della ricchezza.

    La pratica della castrazione ebbe termine lentamente ma inesorabilmente. La proibizione da parte della Chiesa (in verità applicata con rogore alterno) di utilizzare o produrre cantanti castrati, ma soprattutto il cambio del gusto vocale nell'opera (che cominciò a tendere alla verosimiglianza, quindi a far cantare i ruoli maschili da cantanti naturali e con voci maschili - nasce nell'ottocento il mito del tenore, infatti - pose fine alla barbara pratica dell'evirazione.

    Nota a margine: nel settecento venivano asportati ai castrati solo i testicoli. Questo pare eprmettesse loro di avere una non disprezzabile vita sessuale.

    Il film, pur essendo un prodotto come sempre per Holliwood molto romanzato e drammaticizzato è da vedere, perché comunque parla del gusto di una epoca. Potrebbe inoltre farvi nascere la curiosità per una musica che ha un fascino tutto particolare.

    Per la qualità dell'interpretazione nella colonna sonora: troppo giovani direttore (Rousset) e cantante (Genaux) per ottenere risultati sommi. Se ascoltate i due filmati del "Lascia ch'io pianga" riportati da Salv. vi renderete conto di come l'esecuzione della Bartoli sia di tutt'altra qualità, cioè veramente splendida, mentre nella colonna sonora il brano è eseguito piuttosto frettolosamente.

    Vi riporto altri filmati, sperando che vi sia cosa gradita.

    Qui una Genaux molto più matura artisticamente che nella colonna sonora, diretta dal bravissimo Fabio Biondi, canta un'aria scritta per il Farinelli ed inserita da Vivaldi nell'opera Bajazet. Si tratta di una delle arie di maggior follia virtuosistica del settecento, ed è veramente spettacolare. Notate come i passaggi vocalizzati siano lunghissimi e la voce salti a tratti dalle note più gravi a quelle più acute. L'aria è tripartita, come spesso accade nel barocco: una sezione A composta da ripetizioni del motivo principale (2 o 4) poco variate tra loro, una sezione B diversa per tempo e motivo, quindi una nuova sezione A identica alla prima ma variata, quindi ancora più difficile delle precedenti volte (vengoni introdotte variazioni dall'interprete per aumentare la difficoltà).



    Se volete avere invece una idea del timbro dei castrati, abbiamo oggi una fuoriclasse che somiglia molto per timbro a quello che potevano essere questi cantanti (abbiamo registrazioni di un vecchio castrato risalenti ai primi del novecento che ce ne danno una idea). Si tratta di Ewa Podles. Dal "Rinaldo" di Handel vi propongo l'aria virtuosistica "Or la tromba in suon festante", tipica aria con tromba dove lo strumento concertante e la voce si inseguono in gara di bravura:



    e per concludere, sempre dal "Rinaldo" la bellissima aria lirica "Cara sposa", sempre cantata dalla Podles



    Spero vi sia interessata questa disamina.

    Ciao a tutti.

    Grande PPP... cheers cheers


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    Messaggio Da graant71 Mar Set 22 2009, 13:58

    Rimangono poche registrazioni di Alessandro Moreschi l'ultimo dei castrati, che cantò nel coro della Sistina. Purtroppo, complici l'età ormai avanzata del cantante e la qualità della registrazione (ancora agli albori), si tratta di ben poca cosa rispetto a quel che dovevano essere le possibilità di questi artisti. Sono ad ogni modo documenti dal valore inestimabile, dato che sono le uniche registrazioni esistenti.


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Ven Set 25 2009, 20:48

    Grazie dell'informazione! Non ricordavo più il nome del castrato in questione! Ho posseduto questi dischi e... non so più che fine abbiano fatto! Esecuzioni bruttocce anzichenò, ma si percepisce un timbro veramente misto tra la voce femminile e la voce maschile, nei gravi.

    Purtroppo all'epoca delle registrazioni il cantante in questione era in condizioni vocali pessime. Quindi le registrazioni in questione restano una curiosità e poco più. Però hanno di certo un rilevante valore storico.


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    Messaggio Da graant71 Mar Ott 06 2009, 14:58

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:Grazie dell'informazione! Non ricordavo più il nome del castrato in questione! Ho posseduto questi dischi e... non so più che fine abbiano fatto! Esecuzioni bruttocce anzichenò, ma si percepisce un timbro veramente misto tra la voce femminile e la voce maschile, nei gravi.

    Purtroppo all'epoca delle registrazioni il cantante in questione era in condizioni vocali pessime. Quindi le registrazioni in questione restano una curiosità e poco più. Però hanno di certo un rilevante valore storico.

    Era un cd di una etichetta sconosciuta, da qualche parte devo ancora avere uno di quei volantini con l'elenco delle incisioni storiche divise tra: vocale, pianoforte, archi e orchestrale. Non so se questa etichetta esista ancora, attualmente il cd di Moreschi é della Opal ed é in vendita su Amazone.


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