Il dongle Astell & Kern si presenta in modo molto pulito, due pulsanti per il volume (software) ed un selettore per il campionamento massimo (DAR) che almeno per ora non aggiunge niente di imperdibile al suono... anzi. Abbastanza grande e solido fa la sua bella figura, ma scopriamo la cosa più importante... come suona. All'inizio appena acceso aveva un suono un pò strano... sembrava un mix di vari dongle che possiedo ed ascolto molto spesso. Il suono sembrava costituito da caratteristiche molto evidenti e presenti in alcuni dei miei migliori dongle. Partiamo dai bassi... sembrano come potenza quelli dell'M15 (davvero molto profondi oltre che molto potenti) e come timbrica e velocità vicini a quelli dell'RU7... quindi tutto ok. I medi assomigliano in tutto e per tutto agli splendidi medi del PAW S2... il suono è denso ma non pesante, la tonalità è molto ricercata e si sente in modo molto distinguibile lo studio degli ingegneri Astell & Kern nel creare uno spessore nelle note che però non ne infici la scorrevolezza e la naturalezza. Gli alti ricordano da molto vicino quelli del W4, estesissimi, cristallini, mai offensivi ma ricchissimi di dettagli davvero convincenti. Tutto ciò però sembrava un pò slegato... non organico ed a tratti artificiale, ma dopo un pò di rodaggio (molto probabilmente anche del mio cervello) è tutto diventato incredibilmente coeso ed integrato. Quello che avevo letto sui dap Astell & Kern (soprattutto per quelli con qualche anno sulle spalle) non trova assolutamente riscontro in questo dongle. Il suono molto tecnico, al limite della sterilità, con poca musicalità e molti tecnicismi non è affatto il suono di questo dongle che al contrario fa proprio della musicalità e del corpo ben presente le sue caratteristiche principali. Non avendo ascoltato altri Astell & Kern non posso sapere se gli ingegneri abbiano cambiato le loro priorità in fatto di suono, ma se lo hanno fatto hanno scelto proprio la strada giusta. I bassi rendono la scena molto coinvolgente ma non si sovrappongono mai alle altre frequenze, i medi donano morbidezza e la giusta quantità di calore e gli alti sono una calamita per dettagli. Davvero un ottimo dongle, che sicuramente farà felice chi lo acquisterà soprattutto considerando che fra i top dongle è forse quello più a buon mercato oltre ad essere uno di quelli che suona meglio. L'unico punto debole lo ha nell'amplificazione che non è al livello di tutto il resto... certo farà suonare tutte le vostre iem (anche la non facile IER-Z1R) ma di certo se aiutato da una amplificazione esterna diventerà completamente un'altra cosa, non dico che sia una cattiva amplificazione ma non consente al dongle di brillare come meriterebbe e dovrebbe. Ascoltato con l'RA2BFE raggiunge livelli altissimi di prestazioni rendendo piena giustizia al lavoro dei tecnici A&K che lo hanno dotato davvero di un suono spettacolare. Il paragone con l'iBasso DC-Elite si può tranquillamente fare e non come altri dongle dove è assolutamente impossibile oltre che inutile. L'AKHC4 ha un basso molto più in evidenza dell'Elite e con una paragonabile estensione e qualità ma la vera differenza è nei medi e negli alti. L'Astell & Kern ha dei medi più pieni e dotati di note più pesanti, mentre l'Elite va verso una rappresentazione più leggera, esile, agile e per questo più veloce ed attenta ai dettagli ed alle sfumature (non che queste manchino all'HC4. Gli alti invece risultano più in evidenza sull'A&K con un recupero di dettagli paragonabile ed una estensione di pari livello. La differenza qui è nella maggiore integrazione degli alti all'interno dello spettro sonoro da parte dell'Elite che invece è molto minore sull'HC4. Il palcoscenico dell'HC4 è leggermente inferiore come larghezza rispetto all'Elite, ma è maggiore per profondità, traslando il discorso a livello video è come se con l'Elite tu stia guardando un film su uno schermo 16:9 mentre con l'HC4 lo schermo abbia un rapporto di 4:3. L'amplificazione è sicuramente a vantaggio dell'Elite, così come la ricchezza della scena sonora e la sinergia rispetto alle varie iem è sicuramente più estesa a causa del suo miglior bilanciamento. Detto questo reputo l'Elite superiore, ma non mi meraviglierei se su un gruppo di dieci ascoltatori bendati almeno tre (con le giuste iem e la loro musica preferita) potrebbero preferire l'HC4. Davvero una bella scoperta questo dongle della Astell & Kern, passato ingiustamente in sordina e non recensito se non da siti che lo vendono (quindi recensioni per modo di dire), merita sicuramente un posto a fianco dei migliori dongle in circolazione e molto spesso ben più costosi di lui ed essendo come un cocktail delle loro migliori caratteristiche sonore miscelato dalle sapienti mani degli ingegneri A&K. Ben fatto Astell & Kern!!!
Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Polky74- Vip Member
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- Messaggio n°1
Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Il dongle Astell & Kern si presenta in modo molto pulito, due pulsanti per il volume (software) ed un selettore per il campionamento massimo (DAR) che almeno per ora non aggiunge niente di imperdibile al suono... anzi. Abbastanza grande e solido fa la sua bella figura, ma scopriamo la cosa più importante... come suona. All'inizio appena acceso aveva un suono un pò strano... sembrava un mix di vari dongle che possiedo ed ascolto molto spesso. Il suono sembrava costituito da caratteristiche molto evidenti e presenti in alcuni dei miei migliori dongle. Partiamo dai bassi... sembrano come potenza quelli dell'M15 (davvero molto profondi oltre che molto potenti) e come timbrica e velocità vicini a quelli dell'RU7... quindi tutto ok. I medi assomigliano in tutto e per tutto agli splendidi medi del PAW S2... il suono è denso ma non pesante, la tonalità è molto ricercata e si sente in modo molto distinguibile lo studio degli ingegneri Astell & Kern nel creare uno spessore nelle note che però non ne infici la scorrevolezza e la naturalezza. Gli alti ricordano da molto vicino quelli del W4, estesissimi, cristallini, mai offensivi ma ricchissimi di dettagli davvero convincenti. Tutto ciò però sembrava un pò slegato... non organico ed a tratti artificiale, ma dopo un pò di rodaggio (molto probabilmente anche del mio cervello) è tutto diventato incredibilmente coeso ed integrato. Quello che avevo letto sui dap Astell & Kern (soprattutto per quelli con qualche anno sulle spalle) non trova assolutamente riscontro in questo dongle. Il suono molto tecnico, al limite della sterilità, con poca musicalità e molti tecnicismi non è affatto il suono di questo dongle che al contrario fa proprio della musicalità e del corpo ben presente le sue caratteristiche principali. Non avendo ascoltato altri Astell & Kern non posso sapere se gli ingegneri abbiano cambiato le loro priorità in fatto di suono, ma se lo hanno fatto hanno scelto proprio la strada giusta. I bassi rendono la scena molto coinvolgente ma non si sovrappongono mai alle altre frequenze, i medi donano morbidezza e la giusta quantità di calore e gli alti sono una calamita per dettagli. Davvero un ottimo dongle, che sicuramente farà felice chi lo acquisterà soprattutto considerando che fra i top dongle è forse quello più a buon mercato oltre ad essere uno di quelli che suona meglio. L'unico punto debole lo ha nell'amplificazione che non è al livello di tutto il resto... certo farà suonare tutte le vostre iem (anche la non facile IER-Z1R) ma di certo se aiutato da una amplificazione esterna diventerà completamente un'altra cosa, non dico che sia una cattiva amplificazione ma non consente al dongle di brillare come meriterebbe e dovrebbe. Ascoltato con l'RA2BFE raggiunge livelli altissimi di prestazioni rendendo piena giustizia al lavoro dei tecnici A&K che lo hanno dotato davvero di un suono spettacolare. Il paragone con l'iBasso DC-Elite si può tranquillamente fare e non come altri dongle dove è assolutamente impossibile oltre che inutile. L'AKHC4 ha un basso molto più in evidenza dell'Elite e con una paragonabile estensione e qualità ma la vera differenza è nei medi e negli alti. L'Astell & Kern ha dei medi più pieni e dotati di note più pesanti, mentre l'Elite va verso una rappresentazione più leggera, esile, agile e per questo più veloce ed attenta ai dettagli ed alle sfumature (non che queste manchino all'HC4. Gli alti invece risultano più in evidenza sull'A&K con un recupero di dettagli paragonabile ed una estensione di pari livello. La differenza qui è nella maggiore integrazione degli alti all'interno dello spettro sonoro da parte dell'Elite che invece è molto minore sull'HC4. Il palcoscenico dell'HC4 è leggermente inferiore come larghezza rispetto all'Elite, ma è maggiore per profondità, traslando il discorso a livello video è come se con l'Elite tu stia guardando un film su uno schermo 16:9 mentre con l'HC4 lo schermo abbia un rapporto di 4:3. L'amplificazione è sicuramente a vantaggio dell'Elite, così come la ricchezza della scena sonora e la sinergia rispetto alle varie iem è sicuramente più estesa a causa del suo miglior bilanciamento. Detto questo reputo l'Elite superiore, ma non mi meraviglierei se su un gruppo di dieci ascoltatori bendati almeno tre (con le giuste iem e la loro musica preferita) potrebbero preferire l'HC4. Davvero una bella scoperta questo dongle della Astell & Kern, passato ingiustamente in sordina e non recensito se non da siti che lo vendono (quindi recensioni per modo di dire), merita sicuramente un posto a fianco dei migliori dongle in circolazione e molto spesso ben più costosi di lui ed essendo come un cocktail delle loro migliori caratteristiche sonore miscelato dalle sapienti mani degli ingegneri A&K. Ben fatto Astell & Kern!!!
Polky74- Vip Member
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- Messaggio n°2
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
L'AKHC4 utilizzato come dac puro per ascoltare le HD800S ha una sinergia davvero incredibile, con il suo suono caldo e pieno in basso e nei medi ma allo stesso tempo dettagliatissimo rende l'ascolto delle HD800S un'esperienza unica. Sviluppa una sinergia di molto superiore anche a quella che si crea con la stessa configurazione e l'utilizzo dell'iBasso DC-Elite. La timbrica perfetta, il palcoscenico da urlo e l'estensione nei bassi quanto negli alti, la resa dei dettagli rendono l'ascolto davvero privo di difetti anche se analizzato nella maniera più pignola possibile. Penso sia davvero una sinergia difficile da eguagliare e quasi impossibile da battere.
Carlito- Vip Member
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- Messaggio n°3
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Perfetto e unico il tuo modo di analizzare tanti aspetti. Grazie per la tua condivisione.
Hai reso reale uno dei tanti esempi e modi di come riuscire ad avere diverse timbriche e tanti abbinamenti, in modo differente.
Il tuo è il vero esempio del "think different".
E questo è un lodevole encomio per chi come te la pensa in modo differente.
Hai reso reale uno dei tanti esempi e modi di come riuscire ad avere diverse timbriche e tanti abbinamenti, in modo differente.
Il tuo è il vero esempio del "think different".
E questo è un lodevole encomio per chi come te la pensa in modo differente.
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Carlo
musica liquida. Reinventario attrezzature in corso... small equipment, good moment.
Polky74- Vip Member
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- Messaggio n°4
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Grazie Carlo, hai sempre parole gentili. ;)
Polky74- Vip Member
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- Messaggio n°5
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Polky74- Vip Member
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- Messaggio n°6
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Max61MI- Member
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- Messaggio n°7
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Un confronto diretto con l' Hiby FC6 , del quale avevi già tessuto le lodi?
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Polky74- Vip Member
- Numero di messaggi : 2019
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- Messaggio n°8
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
@Max61MI
Sono due dongle stellari e molto dipende da cosa si cerca in un dongle. L'Astell&Kern ha un suono davvero straordinario, fra i vari dongle delta/sigma che possiedo è certamente uno dei migliori ed anche in senso assoluto. Consuma molto meno dell'FC6, è più versatile grazie alla presenza anche dell'uscita bilanciata, è più potente, ha un palcoscenico più ampio, ed è adatto a qualsiasi tipo di musica grazie al suo bilanciamento. L'FC6 invece è più rozzo e primordiale... poche impostazioni, pochi scatti di volume (31), un display che seppur bello è praticamente inutile, più prono ad interferenze per via della sua implementazione interna. Il suono... qui le strade si dividono se possibile ancora di più... uno è la quintessenza del suono delta/sigma maturo, quindi per nulla squillante/fastidioso, molto corposo e denso, ma allo stesso tempo molto esteso ed iperdettagliato e con un palcoscenico da urlo tipico della Astell & Kern. L'altro è il dac R2R migliore che abbia ascoltato... vellutato, morbido, altrettanto denso ma ricchissimo di sfumature soprattutto per quanto riguarda le voci e gli strumenti in primo piano davvero da lasciarti senza fiato (se ami le caratteristiche di un R2R). Un suono analogico all'estremo ma che conserva una quantità di dettagli straordinari considerando la sua implementazione che ne restringe il palcoscenico rispetto ai delta/sigma ben fatti come l'A&K. Molto quindi dipende dal tuo gusto ed anche dalla musica che ascolti... facendo un paragone automobilistico l'A&K è come una Mercedes con 400cv con tutti i confort alla guida e che ti farà fare dei viaggi in totale relax con altissime prestazioni, l'Hiby invece è una auto da rally dura e pura, sempre con 400cv ma con tutte le problematiche che un'auto estrema si porta dietro (gusci al posto dei sedili, vetri di plexiglass che non si abbassano e di certo non hai il condizionatore). Vuoi l'auto di lusso che sappia cavarsela in tutte le situazioni oppure vuoi un'auto estrema nella guida ma anche nelle sue prestazioni? A te la scelta...
Sono due dongle stellari e molto dipende da cosa si cerca in un dongle. L'Astell&Kern ha un suono davvero straordinario, fra i vari dongle delta/sigma che possiedo è certamente uno dei migliori ed anche in senso assoluto. Consuma molto meno dell'FC6, è più versatile grazie alla presenza anche dell'uscita bilanciata, è più potente, ha un palcoscenico più ampio, ed è adatto a qualsiasi tipo di musica grazie al suo bilanciamento. L'FC6 invece è più rozzo e primordiale... poche impostazioni, pochi scatti di volume (31), un display che seppur bello è praticamente inutile, più prono ad interferenze per via della sua implementazione interna. Il suono... qui le strade si dividono se possibile ancora di più... uno è la quintessenza del suono delta/sigma maturo, quindi per nulla squillante/fastidioso, molto corposo e denso, ma allo stesso tempo molto esteso ed iperdettagliato e con un palcoscenico da urlo tipico della Astell & Kern. L'altro è il dac R2R migliore che abbia ascoltato... vellutato, morbido, altrettanto denso ma ricchissimo di sfumature soprattutto per quanto riguarda le voci e gli strumenti in primo piano davvero da lasciarti senza fiato (se ami le caratteristiche di un R2R). Un suono analogico all'estremo ma che conserva una quantità di dettagli straordinari considerando la sua implementazione che ne restringe il palcoscenico rispetto ai delta/sigma ben fatti come l'A&K. Molto quindi dipende dal tuo gusto ed anche dalla musica che ascolti... facendo un paragone automobilistico l'A&K è come una Mercedes con 400cv con tutti i confort alla guida e che ti farà fare dei viaggi in totale relax con altissime prestazioni, l'Hiby invece è una auto da rally dura e pura, sempre con 400cv ma con tutte le problematiche che un'auto estrema si porta dietro (gusci al posto dei sedili, vetri di plexiglass che non si abbassano e di certo non hai il condizionatore). Vuoi l'auto di lusso che sappia cavarsela in tutte le situazioni oppure vuoi un'auto estrema nella guida ma anche nelle sue prestazioni? A te la scelta...
Max61MI- Member
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- Messaggio n°9
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Grazie per le tue preziose impressioni, sempre esaustive e chiare.
Io ho ricevuto lo Shanling H7 venerdì scorso e dopo il burn-in di tre giorni posso dire che ne sono soddisfatto, per una serie di fattori che non sto qui ad elencare ora per non andare troppo fuori tema, ma ciò invece che non mi ha convinto del tutto è un carattere un pò troppo "chiaro", andando a perdere un pò in corposità dei bassi, profondità della scena e in "peso" delle note, nonché i transienti un pò troppo smussati che ad esempio fanno passare in secondo piano il "crisp" della corda del contrabbasso che quando viene percossa dalle dita dell'esecutore a volte "sfrigola" contro la tastiera del manico; perliamo di quelle sfumature che aiutano a percepire il preciso posizionamento del contrabbasso all'interno della scena.
Attenzione, non è che il dttaglio non ci sia, ma conoscendo il pezzo devo stare attento a notarlo perché resta un pò diluito nella trama generale, mentre ad esempio col Mojo è chiaramente lì, senza bisogno di sforzo immaginativo e rendendo più "tondo" e presente il contrabbasso Jazz.
Detto ciò, secondo te quindi, l'AK HC4 potrebbe permettermi di mantenere i vantagggi intrinsechi dell H7 ma superandone i limiti che ho esposto?
Oppure potrebbe essere il caso a questo punto di cambiare chip e spostarmi sull' R2R dell' Hiby FC6 ?
Quale dei due, ad esempio, trovi che abbia più "corpo" e dinamica su basso e medio-basso, nonché "peso" delle note (in particolare negli strumenti a corda)?
Grazie
Max
Io ho ricevuto lo Shanling H7 venerdì scorso e dopo il burn-in di tre giorni posso dire che ne sono soddisfatto, per una serie di fattori che non sto qui ad elencare ora per non andare troppo fuori tema, ma ciò invece che non mi ha convinto del tutto è un carattere un pò troppo "chiaro", andando a perdere un pò in corposità dei bassi, profondità della scena e in "peso" delle note, nonché i transienti un pò troppo smussati che ad esempio fanno passare in secondo piano il "crisp" della corda del contrabbasso che quando viene percossa dalle dita dell'esecutore a volte "sfrigola" contro la tastiera del manico; perliamo di quelle sfumature che aiutano a percepire il preciso posizionamento del contrabbasso all'interno della scena.
Attenzione, non è che il dttaglio non ci sia, ma conoscendo il pezzo devo stare attento a notarlo perché resta un pò diluito nella trama generale, mentre ad esempio col Mojo è chiaramente lì, senza bisogno di sforzo immaginativo e rendendo più "tondo" e presente il contrabbasso Jazz.
Detto ciò, secondo te quindi, l'AK HC4 potrebbe permettermi di mantenere i vantagggi intrinsechi dell H7 ma superandone i limiti che ho esposto?
Oppure potrebbe essere il caso a questo punto di cambiare chip e spostarmi sull' R2R dell' Hiby FC6 ?
Quale dei due, ad esempio, trovi che abbia più "corpo" e dinamica su basso e medio-basso, nonché "peso" delle note (in particolare negli strumenti a corda)?
Grazie
Max
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Polky74- Vip Member
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- Messaggio n°10
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Partiamo dalla tua ultima domanda... fra i due quello che cerchi lo troverai più facilmente con l'Hiby... e poi se non hai mai ascoltato un R2R non puoi non farlo, ti perderesti una buona fetta di questo mondo audiofilo... più o meno la metà. Detto questo c'è una cosa che devi sempre considerare e cioè che i dac/dap/dongle da soli non suonano. La sinergia che si crea con le iem è più che fondamentale... la differenza che ascolti adesso fra il Mojo e l'H7 può tranquillamente cambiare ascoltando con le PULA... e cambiare di nuovo con le SLIIVO... in questo hobby se c'è una cosa che ho capito è che davvero tutto è relativo e molto, molto personale. Lo Shanling per altro è molto lontano dall'aver terminato il rodaggio ed anche la tua abitudine ad ascoltarlo... è consigliato un rodaggio abbastanza lungo (150/200 ore) ed a differenza delle prime implementazioni dei chip AKM fatta dalla Shanling questa volta si è scelta una strada che va più verso la trasparenza ed i dettagli che verso un suono molto analogico e caldo. A fine rodaggio diventerà completamente diverso dal Mojo ed allora potrai davvero capire quale preferisci, anche se resta sempre il discorso sinergia con iem che non diventerà mai secondario. Anche per questo ti consigliavo di prendere sia le PULA che le SLIIVO, proprio perché più iem significa più possibilità di incroci "virtuosi", ha più senso (per me) avere dieci iem e due dac che l'inverso. Fai con calma... questo hobby è nemico della fretta... ;)
Polky74- Vip Member
- Numero di messaggi : 2019
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- Messaggio n°11
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Sono convinto per esempio che con il tuo Mojo, che però non ho mai ascoltato, ma di cui ho letto tutte le recensioni possibili ed immaginabili, una iem che ti manderebbe la mascella a terra sia l'incompresa ma ottima Final A3000. La trovi su Amazon a poco più di cento euro e suona meglio della Final A8000 che di euro ne costa 2K. L'unico "piccolo" problema per cui è rimasta incompresa e tale rimarrà è che ha bisogno di vagonate di corrente (che il tuo mojo fortunatamente ha in single ended) ed oltre ad essere (secondo me) perfettamente sinergica risolverebbe in parte l'unico vero grande problema del mojo... il palcoscenico. Detto questo sull'H7 non mi convince quanto invece fa con l'ifi GO bar (praticamente un mojo in miniatura).
Max61MI- Member
- Numero di messaggi : 38
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- Messaggio n°12
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Il Mojo me lo sono goduto tre anni, non credendo alle mie orecchie per dettaglio e fluidità nei bassi... preso dopo una primissima esperienza nel mondo delle cuffie partita con un Topping da 150 euro, che però ho realizzato subito non reggere minimamente il confronto con l'uscita cuffia del mio CD.
Poi però, alla lunga, il suono del Mojo mi ha stufato, principalmente per la nota fatica di ascolto, e poi comunque ancora non riusciva ad eguagliare in qualità l'uscita del mio amato CD player (ibrido con valvole Mullard NOS).
A quel punto ho trovato un'offerta di un ifi iDSD BL new old stock (a 400 euro nuovo, visto che ormai c'era già il Signature) col quale ho potuto apprezzare una maggiore dinamica in gamma medio bassa ed un palcoscenico più ampio ma... mi mancava il dettaglio del Mojo... (e del mio CD, che risultava ancora sopra).
Ora, raddoppiando il budget di spesa, l'H7 ha finalmente raggiunto quasi alla pari il livello qualitativo dell'uscita cuffia del mio CD player (che ovviamente ha livelli di volume limitati), anche se ancora ha quel "crisp" (attacco) in più... (pur più docile e musicale del Mojo), che l'H7 non mi dà, anche se ciò è controbilanciato con molto altro (e per questo ne sono comunque molto soddisfatto: gran bella macchina).
In ogni caso sto aspettando che mi arrivino le SLIIVO SL-41 , per le quali peraltro ho già preso altri due cavi sostituivi, uno tutto argento e l'altro tutto rame (735 core...), per poter fare tutti i test del caso.
E intanto il bur-in dell'H7 prosegue...
A questo punto, visto anche che l'AK HC4 è praticamente introvabile (fortuna tua che hai fatto in tempo a prenderlo), terrò d'occhio l'Hiby FC6 e, senza fretta, se lo vedo scendere di prezzo ci farò un pensierino; in effetti tra un Mercedes AMG ed una Lancia Delta S4... prediligerei certamente la seconda, tenendo anche conto che tra CD ibrido e Shanling H7... mi sento già con un paio Jaguar S-Type in tasca...
Per le Pula ci sarà tempo, magari dopo che avrò conosciuto bene le SL-41 (mie prime IEM), eventualmente passando prima dalle Final A3000, tanto per sperimentare un pò... (visto il prezzo accessibile)
Poi però, alla lunga, il suono del Mojo mi ha stufato, principalmente per la nota fatica di ascolto, e poi comunque ancora non riusciva ad eguagliare in qualità l'uscita del mio amato CD player (ibrido con valvole Mullard NOS).
A quel punto ho trovato un'offerta di un ifi iDSD BL new old stock (a 400 euro nuovo, visto che ormai c'era già il Signature) col quale ho potuto apprezzare una maggiore dinamica in gamma medio bassa ed un palcoscenico più ampio ma... mi mancava il dettaglio del Mojo... (e del mio CD, che risultava ancora sopra).
Ora, raddoppiando il budget di spesa, l'H7 ha finalmente raggiunto quasi alla pari il livello qualitativo dell'uscita cuffia del mio CD player (che ovviamente ha livelli di volume limitati), anche se ancora ha quel "crisp" (attacco) in più... (pur più docile e musicale del Mojo), che l'H7 non mi dà, anche se ciò è controbilanciato con molto altro (e per questo ne sono comunque molto soddisfatto: gran bella macchina).
In ogni caso sto aspettando che mi arrivino le SLIIVO SL-41 , per le quali peraltro ho già preso altri due cavi sostituivi, uno tutto argento e l'altro tutto rame (735 core...), per poter fare tutti i test del caso.
E intanto il bur-in dell'H7 prosegue...
A questo punto, visto anche che l'AK HC4 è praticamente introvabile (fortuna tua che hai fatto in tempo a prenderlo), terrò d'occhio l'Hiby FC6 e, senza fretta, se lo vedo scendere di prezzo ci farò un pensierino; in effetti tra un Mercedes AMG ed una Lancia Delta S4... prediligerei certamente la seconda, tenendo anche conto che tra CD ibrido e Shanling H7... mi sento già con un paio Jaguar S-Type in tasca...
Per le Pula ci sarà tempo, magari dopo che avrò conosciuto bene le SL-41 (mie prime IEM), eventualmente passando prima dalle Final A3000, tanto per sperimentare un pò... (visto il prezzo accessibile)
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Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Fai bene a non aver fretta con l'Hiby FC6 perché ciclicamente viene venduto a 170/180 euro, quindi una cento euro meno del suo listino. Basta controllare sullo shop Hiby o su Hifigo che spesso ripropongono lo sconto. Hai fatto benissimo a prendere le SL-41, anche se appena le avrai ascoltate verrai colto dall'irrefrenabile curiosità di ascoltare anche le Myer Audio CKLVX D41 (PULA PA02). lol
Ora ti mancano solo dei tips adeguati per le Sliivo e sei a posto, perché tutte le iem sono estremamente dipendenti dai tips e meglio sono, più lo sono. Quelli regalati con le iem non vanno bene in primis perché non consentono alla iem di esprimersi al meglio e poi anche perché non sono di silicone medicale . Ti consiglio questi che sono in tre misure diverse così da poter trovare quella giusta per te... costano un pochino ma valgono ogni centesimo e su Amazon vengono venduti a 15 euro per singola misura (una sola coppia).
https://hifigo.com/products/spinfit-w1?variant=43954033688815
P.S. ti parlavo della Final A3000 per farti capire a che livelli si può arrivare anche con un singolo driver in una iem, se progettata e realizzata bene.
Ora ti mancano solo dei tips adeguati per le Sliivo e sei a posto, perché tutte le iem sono estremamente dipendenti dai tips e meglio sono, più lo sono. Quelli regalati con le iem non vanno bene in primis perché non consentono alla iem di esprimersi al meglio e poi anche perché non sono di silicone medicale . Ti consiglio questi che sono in tre misure diverse così da poter trovare quella giusta per te... costano un pochino ma valgono ogni centesimo e su Amazon vengono venduti a 15 euro per singola misura (una sola coppia).
https://hifigo.com/products/spinfit-w1?variant=43954033688815
P.S. ti parlavo della Final A3000 per farti capire a che livelli si può arrivare anche con un singolo driver in una iem, se progettata e realizzata bene.
Max61MI- Member
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- Messaggio n°14
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Grazie, i tips SpinFit W1 li avevo già ordinati; non mi perdo nulla di ciò che scrivete, prendo appunti, faccio ricerche e salvo link...
Ora che mi hai esposto alcune differenze tra AK HC4 e Hiby FC6 però..., avendo letto post altrettanto entusiastici anche dell' ifi GO Bar e dell' iBasso Elite... alla fine non ci sto capendo più niente...
Per evitare di andare troppo fuori topic qui, magari potrei provare ad aprire una apposita nuova discussione per stimolare una comparativa apposita sull'argomento (Dongle Dac/amps), dove quindi inquadrare l'offerta attuale riassumendo un pò le alternative più interessanti di Dongle Dac senza dover necessariamente passare da ogni singolo thread specifico, se non per i successivi approfondimenti sul singolo modello che più interessa a ognuno; che ne dite?
Max
Ora che mi hai esposto alcune differenze tra AK HC4 e Hiby FC6 però..., avendo letto post altrettanto entusiastici anche dell' ifi GO Bar e dell' iBasso Elite... alla fine non ci sto capendo più niente...
Per evitare di andare troppo fuori topic qui, magari potrei provare ad aprire una apposita nuova discussione per stimolare una comparativa apposita sull'argomento (Dongle Dac/amps), dove quindi inquadrare l'offerta attuale riassumendo un pò le alternative più interessanti di Dongle Dac senza dover necessariamente passare da ogni singolo thread specifico, se non per i successivi approfondimenti sul singolo modello che più interessa a ognuno; che ne dite?
Max
Ultima modifica di Max61MI il Lun Apr 15 2024, 00:26 - modificato 1 volta.
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Cuffie: Denon AH-D9200, AKG K812, SLIIVO SL-41, AKG Q701, Denon AH-MM400,
Impianto fisso: Jolida JD100 Vaccum Tube Reference CD Player (Mullard CV4004), pre passivo Jolida JD50A, T-Amp, Kenwood KA-6004, casse Quad 22L
Max61MI- Member
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- Messaggio n°15
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
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Carlito- Vip Member
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- Messaggio n°16
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
E' l'offerta che si sta allargando, considerata la crescente domanda e interesse nel ridimensionare l'audio di buona qualità.
Fra un mesetto potro' farmi anche io un'idea fra DC elite e KA17.
In merito all'uscita CD a valvole ibrido, lui vincera' quasi sempre sui dongle e su qualche amp portatile.
Il merito va alla valvola Mullard Nos. Il suo suono una volta amato, lascia il segno.
E' il timbro tipico delle Mullard ad essere difficilmente riproducibile dai dac odierni.
L'idea (personale) che mi son fatto parte dagli abbinamenti (sorgente, dac, pre, amp).
Rendere trasportabile, o digitalizzare il suono delle Mullard, che conosco molto bene, potrebbe essere difficile, ma non impossibile.
Ci si puo' avvicinare, in maniera simile, ma si parla di trasportabilità e non (attualmente) di portabilità.
Partendo dalla sorgente, flac fino a 192 KHz (stream o file rippato) escludendo i DSD ( ce ne sono pochi ), l'analisi prosegue al DAC, il primo pezzo che imprime il timbro (analogico o dettagliato).
Polky ha reso meglio di chiunque, ben chiare le idee sui diversi chip e marchi/modelli.
Alcuni DAC permettono più dettaglio verso più armoniche analogiche (vedi RU7) in unico dongle.
Altri DAC sono frutto di ottimizzazioni volute sui chip Cirrus Logic (un misto di dettaglio e vintage).
Ancora altri DAC con chip ESS in linea generale spingono i dettagli.
Nelle diversita' che ogni chip presenta all'ascolto, oltre al caratteristico timbro (più analogico che iperdettagliato) si intromette la parte del finale, generalmente gli opamp negli stadi finali rendono possibile l'ascolto di iem, piuttosto che cuffie efficienti.
Nella giungla dei DAC con chip CS o ESS e finali OPAMP, ce ne sono alcuni che risaltano proprio nella scelta di differenti stadi finali, vedi lo Yuki che ha ben 16 transistor discreti smd nei finali, e replica un piccolo amplificatore con tale tipologia di compenente.
Ecco il suo suono, il suo timbro, è differente rispetto a tutti gli altri.
Ha un piglio analogico e fornisce un bel punch a cio' che si collega a valle (iem, amp, ecc).
In 2 parole lo Yuki assomiglia ad un ibrido a transistor nei finali, con una simil valvola nel pre. Grossomodo per far capire di cosa si parla.
Oltre ai DAC portatili, poi ci mettiamo l'amplificatore portatile.
Ebbene, questo stadio di amplificazione se lo volgliamo possibilmente migliore del suono digitale degli OPAMP, lo dovremmo sceglere con componenti discreti, a mio avviso.
Ne parlo in generale. Non approfondisco volutamente.
Per tornare in tema sul confronto uscita CD a valvole NOS Mullard e sistema trasportabile, nel mio caso la catena è questa:
streaming flac --> DAC --> pre Cavalli liquid spark --> AMP Cavalli CTH
Il confronto fra un vero ibrido finale con valvola GE e l'uscita cuffia del mio ibrido con Mullard NOS e Mosfet, regge.
Il DAC è il pezzo che imprime la timbrica, se con più dettaglio (ESS) o più vintage (AK, CS, ecc).
Rimane un dettaglio nell'intero sistema.
Fra un mesetto potro' farmi anche io un'idea fra DC elite e KA17.
In merito all'uscita CD a valvole ibrido, lui vincera' quasi sempre sui dongle e su qualche amp portatile.
Il merito va alla valvola Mullard Nos. Il suo suono una volta amato, lascia il segno.
E' il timbro tipico delle Mullard ad essere difficilmente riproducibile dai dac odierni.
L'idea (personale) che mi son fatto parte dagli abbinamenti (sorgente, dac, pre, amp).
Rendere trasportabile, o digitalizzare il suono delle Mullard, che conosco molto bene, potrebbe essere difficile, ma non impossibile.
Ci si puo' avvicinare, in maniera simile, ma si parla di trasportabilità e non (attualmente) di portabilità.
Partendo dalla sorgente, flac fino a 192 KHz (stream o file rippato) escludendo i DSD ( ce ne sono pochi ), l'analisi prosegue al DAC, il primo pezzo che imprime il timbro (analogico o dettagliato).
Polky ha reso meglio di chiunque, ben chiare le idee sui diversi chip e marchi/modelli.
Alcuni DAC permettono più dettaglio verso più armoniche analogiche (vedi RU7) in unico dongle.
Altri DAC sono frutto di ottimizzazioni volute sui chip Cirrus Logic (un misto di dettaglio e vintage).
Ancora altri DAC con chip ESS in linea generale spingono i dettagli.
Nelle diversita' che ogni chip presenta all'ascolto, oltre al caratteristico timbro (più analogico che iperdettagliato) si intromette la parte del finale, generalmente gli opamp negli stadi finali rendono possibile l'ascolto di iem, piuttosto che cuffie efficienti.
Nella giungla dei DAC con chip CS o ESS e finali OPAMP, ce ne sono alcuni che risaltano proprio nella scelta di differenti stadi finali, vedi lo Yuki che ha ben 16 transistor discreti smd nei finali, e replica un piccolo amplificatore con tale tipologia di compenente.
Ecco il suo suono, il suo timbro, è differente rispetto a tutti gli altri.
Ha un piglio analogico e fornisce un bel punch a cio' che si collega a valle (iem, amp, ecc).
In 2 parole lo Yuki assomiglia ad un ibrido a transistor nei finali, con una simil valvola nel pre. Grossomodo per far capire di cosa si parla.
Oltre ai DAC portatili, poi ci mettiamo l'amplificatore portatile.
Ebbene, questo stadio di amplificazione se lo volgliamo possibilmente migliore del suono digitale degli OPAMP, lo dovremmo sceglere con componenti discreti, a mio avviso.
Ne parlo in generale. Non approfondisco volutamente.
Per tornare in tema sul confronto uscita CD a valvole NOS Mullard e sistema trasportabile, nel mio caso la catena è questa:
streaming flac --> DAC --> pre Cavalli liquid spark --> AMP Cavalli CTH
Il confronto fra un vero ibrido finale con valvola GE e l'uscita cuffia del mio ibrido con Mullard NOS e Mosfet, regge.
Il DAC è il pezzo che imprime la timbrica, se con più dettaglio (ESS) o più vintage (AK, CS, ecc).
Rimane un dettaglio nell'intero sistema.
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Carlo
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Max61MI- Member
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- Messaggio n°17
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Azz... mò ci devo aggiungere anche l' Aune Yuki con transistor discreti, a 200 euri e... "differente da tutti gli altri" ...
Mi farete uscire pazzo...
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Polky74- Vip Member
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- Messaggio n°18
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Max61MI- Member
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- Messaggio n°19
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Già, infatti, stavo proprio immaginandomi il rischio che prima o poi arrivi la scimmia di prendermeli tutti, anche solo per l'irrefrenabile curiosità di sperimentare di persona le differenze... per poi vedere la faccia di mia moglie dopo averli esposti in bella mostra nella vetrinetta in sala... al posto della sua collezione di Swarovsky...
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Polky74- Vip Member
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- Messaggio n°20
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Max61MI- Member
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- Messaggio n°21
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Cos'è... un lingotto d'oro? La foto non mi torna con ciò che trovo in rete (livrea nera + fibra di carbonio), si tratta magari di una custodia? ..oppure l'hai verniciato tu...?
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Polky74- Vip Member
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- Messaggio n°22
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
No questo è il TP30... era solo per mimetizzarsi con gli Swarovsky... invece il TP50 è molto migliore ed è come lo hai visto in foto. (io ho preso il nero)
Max61MI- Member
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- Messaggio n°23
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
@ Carlito:
Interessante l’idea di usare l’amp Cavalli CTH, del quale ho letto buone recensioni, ma c’è proprio bisogno anche del pre? Ad esempio l’H7 ha i due RCA per l’uscita linea che immagino emettano un segnale già preamplificato, o sbaglio?
Interessante l’idea di usare l’amp Cavalli CTH, del quale ho letto buone recensioni, ma c’è proprio bisogno anche del pre? Ad esempio l’H7 ha i due RCA per l’uscita linea che immagino emettano un segnale già preamplificato, o sbaglio?
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Carlito- Vip Member
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- Messaggio n°24
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
@Max61MI
L' H7 funge anche da pre certo.
Puo' asservire funzione di aumentare il gain (preamplificando) in ingresso ad altri ampli, fra cui l'ibrido CTH.
Monoprice ogni tanto esce con offerte dell'ibrido Cavalli bilanciato, altrettanto valido.
In generale l'impronta sonora di un apparato ci mette il suo, cerco di spiegarmi semplicemente:
L' H7 riferisci abbia un suono scevro nel basso, analitico, similmente dettagliato.
Questa impronta verra' riversata su un ampli a valle, se usi l' H7 come pre.
Nel caso del CTH, questo ampli ci mette la sua impronta da ibrido, spingendo sul corpo musicale, "addensando" mettendoci corpo armonico, con l'ausilio della valvola.
Ne esce un suono dettagliato e ricco di armoniche.
Se il pre fosse (ad es.) un circuito a jfet come il Liquido Spark, la sua impronta sonora è più calda, nel dettaglio emergono smussamenti delle acute, cioè non sara' stridente o freddo come l' H7 (per es.).
Il DAC usato come streamer, ci mette la sua impronta sonora. Se fosse il KA17 (per es.) darebbe un contributo in basso e non soltanto in quelle frequenze, dando modo all'H7 teoricamente di spingere in quelle frequenze dove è carente....
Ma... Qui ci sarebbe da porsi una domanda...
Se l'H7 in basso è "asciutto" asciugerà anche l'impronta sonora del KA17.
In breve, si parla spesso di fortuiti abbinamenti in base alla migliore abbinata di tutte queste "impronte sonore" dei singoli pezzi della catena.
Polky ha reso meglio di me, senza scendere in "menate" da audiofilo... Ndr... Il perche' determinati apparati forse vengono superati da altri. Alla base c'è l'impronta sonora" che puo' essere più aperta, ricca e piena di armoniche buone come nel D16.
Cio' non esclude che l'H7 abbia il suo ragion d'esserci. E' un modo di porgere il pezzo musicale in modo differente, e puo' asservire ad ascoltare meglio (negli abbinamenti) alcuni generi musicali.
Quindi, alla fine della storia, un H7 pilotato da un dongle "baffuto" come il DC Elite o altro, puo' essere il modo di ascoltare sempre in modo diverso quella famosa "impronta sonora" che alla fine ci alletta tanto.
L' H7 funge anche da pre certo.
Puo' asservire funzione di aumentare il gain (preamplificando) in ingresso ad altri ampli, fra cui l'ibrido CTH.
Monoprice ogni tanto esce con offerte dell'ibrido Cavalli bilanciato, altrettanto valido.
In generale l'impronta sonora di un apparato ci mette il suo, cerco di spiegarmi semplicemente:
L' H7 riferisci abbia un suono scevro nel basso, analitico, similmente dettagliato.
Questa impronta verra' riversata su un ampli a valle, se usi l' H7 come pre.
Nel caso del CTH, questo ampli ci mette la sua impronta da ibrido, spingendo sul corpo musicale, "addensando" mettendoci corpo armonico, con l'ausilio della valvola.
Ne esce un suono dettagliato e ricco di armoniche.
Se il pre fosse (ad es.) un circuito a jfet come il Liquido Spark, la sua impronta sonora è più calda, nel dettaglio emergono smussamenti delle acute, cioè non sara' stridente o freddo come l' H7 (per es.).
Il DAC usato come streamer, ci mette la sua impronta sonora. Se fosse il KA17 (per es.) darebbe un contributo in basso e non soltanto in quelle frequenze, dando modo all'H7 teoricamente di spingere in quelle frequenze dove è carente....
Ma... Qui ci sarebbe da porsi una domanda...
Se l'H7 in basso è "asciutto" asciugerà anche l'impronta sonora del KA17.
In breve, si parla spesso di fortuiti abbinamenti in base alla migliore abbinata di tutte queste "impronte sonore" dei singoli pezzi della catena.
Polky ha reso meglio di me, senza scendere in "menate" da audiofilo... Ndr... Il perche' determinati apparati forse vengono superati da altri. Alla base c'è l'impronta sonora" che puo' essere più aperta, ricca e piena di armoniche buone come nel D16.
Cio' non esclude che l'H7 abbia il suo ragion d'esserci. E' un modo di porgere il pezzo musicale in modo differente, e puo' asservire ad ascoltare meglio (negli abbinamenti) alcuni generi musicali.
Quindi, alla fine della storia, un H7 pilotato da un dongle "baffuto" come il DC Elite o altro, puo' essere il modo di ascoltare sempre in modo diverso quella famosa "impronta sonora" che alla fine ci alletta tanto.
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Carlo
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Località : Milano
- Messaggio n°25
Re: Astell & Kern AKHC4: un cocktail molto ben riuscito.
Il concetto mi era chiaro, solo che lo Shanling H7 è già di per sè un DAC anzi, con la musica che gli ho messo su MicroSD è addirittura un DAP (gran figata), e quindi non ci sarebbe possibilità (nè necessità) di mettergli un altro Dac davanti (ha solo ingressi digitali).
L'unica cosa che si può tentare è quindi di saltare il suo amplificatore interno, usando appunto l'uscita linea (che comunque ormai una sua firma caratteristica già ce l'ha) e buttandola in un ampli esterno che, come hai giustmante detto tu, ci metterà del suo.
Peraltro avevo già provato a farlo ma senza ottenere risultati apprezzabili, sia usando l'amplificazione dell'ifi micro iDSD BL (che invece ha anche ingresso analogico) che provando dall'uscita cuffia di un vecchio Keenwood KA-6004; la speranza sarebbe dunque che la valvola dell'ibrido possa fare un differenza più tangibile (peraltro se ne possono provare di diversi tipi).
E' vero che forse anche un altro pre in mezzo potrebbe fare qualcosa, ma a quel punto la catena mi pare si allunghi inutilmente; ho sempre avuto un approccio minimalista per cui il segnale meno passaggi fà e meglio è.
In ogni caso già mi avevi messo la pulce nell'orecchio quando avevi scritto che stavi aspettando di ricevere un KA17, e quindi ero andato a vedermi prezzo e recensioni e devo dire che... ci sto facendo un pensierino; per 160 euro (su Amazon, consegna a 1 giorno) mi verrebbe proprio da togliermi la curiosità di sperimentre come suona con l'ESS Sabre.
In fondo alla review di headfonia (nei commenti in calce) qualcuno ha chiesto un confronto con il Cayin RU7 e gli è stato risposto questo: "From a technical perspective, the sound quality, imaging accuration, layering, separation, details, and soundstage are better and wider, more open and airy than my Mojo 1."
...e per me che ha ascoltato dal Mojo per qualche anno... è un bel biglietto da visita...
Per 35 euro in più potrebbe rivelarsi uno step in là rispetto al già ottimo EPZ TP50 (almeno per quanto ho letto), rispetto al quale qualcuno ha scritto che il K17 avrebbe un palcoscenico sonoro più ampio e, parrebbe, il supporto all'equalizzazione PEQ, tramite l'apposita App Android FiiO Control App (magari non si usa ma è comunque una feature in più).
Poi al limite una volta passata la curiosità potrei sempre decidere di passarlo a un figlio (anche se non credo... ), che potrebbe usarlo in ambito gaming (dove sono importanti dettaglio e ricostruzione scenica)
L'unica cosa che si può tentare è quindi di saltare il suo amplificatore interno, usando appunto l'uscita linea (che comunque ormai una sua firma caratteristica già ce l'ha) e buttandola in un ampli esterno che, come hai giustmante detto tu, ci metterà del suo.
Peraltro avevo già provato a farlo ma senza ottenere risultati apprezzabili, sia usando l'amplificazione dell'ifi micro iDSD BL (che invece ha anche ingresso analogico) che provando dall'uscita cuffia di un vecchio Keenwood KA-6004; la speranza sarebbe dunque che la valvola dell'ibrido possa fare un differenza più tangibile (peraltro se ne possono provare di diversi tipi).
E' vero che forse anche un altro pre in mezzo potrebbe fare qualcosa, ma a quel punto la catena mi pare si allunghi inutilmente; ho sempre avuto un approccio minimalista per cui il segnale meno passaggi fà e meglio è.
In ogni caso già mi avevi messo la pulce nell'orecchio quando avevi scritto che stavi aspettando di ricevere un KA17, e quindi ero andato a vedermi prezzo e recensioni e devo dire che... ci sto facendo un pensierino; per 160 euro (su Amazon, consegna a 1 giorno) mi verrebbe proprio da togliermi la curiosità di sperimentre come suona con l'ESS Sabre.
In fondo alla review di headfonia (nei commenti in calce) qualcuno ha chiesto un confronto con il Cayin RU7 e gli è stato risposto questo: "From a technical perspective, the sound quality, imaging accuration, layering, separation, details, and soundstage are better and wider, more open and airy than my Mojo 1."
...e per me che ha ascoltato dal Mojo per qualche anno... è un bel biglietto da visita...
Per 35 euro in più potrebbe rivelarsi uno step in là rispetto al già ottimo EPZ TP50 (almeno per quanto ho letto), rispetto al quale qualcuno ha scritto che il K17 avrebbe un palcoscenico sonoro più ampio e, parrebbe, il supporto all'equalizzazione PEQ, tramite l'apposita App Android FiiO Control App (magari non si usa ma è comunque una feature in più).
Poi al limite una volta passata la curiosità potrei sempre decidere di passarlo a un figlio (anche se non credo... ), che potrebbe usarlo in ambito gaming (dove sono importanti dettaglio e ricostruzione scenica)
Ultima modifica di Max61MI il Gio Apr 18 2024, 16:25 - modificato 1 volta.
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Cuffie: Denon AH-D9200, AKG K812, SLIIVO SL-41, AKG Q701, Denon AH-MM400,
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