L’ascolto in cuffia non è più un mio personale must, condizione che ha portato a limitare drasticamente il mio parco cuffie ed amplificazioni, lasciando, tuttavia, un piccolo desiderio di continuare ad ascoltare cose nuove nel campo, per una personale curiosità di aggiornamento.
La prova era fondamentalmente mirata a capire se la progettazione di GCM e di Mariovalvola, personaggi geniali capaci di realizzare progetti di amplificazioni per cuffie elettrostatiche in grado di surclassare ogni nome di presunto grido nel campo di tali amplificazioni, portassero a risultati differenti all’ascolto.
L’ultima parte del pomeriggio di ascolti in cuffia è dedicato alla regina di casa Stax, cuffia della quale avevo letto una sfilza di meraviglie nel web. Cuffia definitiva ad ogni livello, cuffia dalle prestazioni imbarazzanti per qualsiasi altra cuffia di qualsiasi tecnologia, ecc…
La prova è stata, pertanto un modo per comprendere quanto Stax potesse aver alzato l’asticella rispetto a 009 e 009S, da me ben conosciute.
Che dire di più? Un grosso grazie a Carlo per la messa a disposizione di tutto questo ben di dio e buoni ascolti a tutti, anche in cuffia!
Sfruttando la disponibilità dell’amico Carlo, ho potuto pertanto passare un pomeriggio di ascolti di cuffie ed amplificatori che mi interessavano particolarmente, trattandosi di un set di cuffie di livello medio (la mia amata HiFiMan Jade II) ed alto.
Mi sono così ritrovato ad ascoltare:
- HiFiMan Jade II;
- HiFiMan Shangri-La Jr;
- Stax 9000
- HiFiMan Susvara,
amplificate da:
- GCM electrostatic amplifier, un PP di EL34 (ma non solo) costruito da uno dei maghi italiani delle amplificazioni valvolari;
- Violectric Niimbus, attuale top di gamma della casa.
La prova era fondamentalmente mirata a capire se la progettazione di GCM e di Mariovalvola, personaggi geniali capaci di realizzare progetti di amplificazioni per cuffie elettrostatiche in grado di surclassare ogni nome di presunto grido nel campo di tali amplificazioni, portassero a risultati differenti all’ascolto.
I primi ascolti con la Jade II hanno invece, in modo se vogliamo abbastanza sorprendente, la elevata similitudine sonica dei progetti dei nostri due geniacci. A fronte di scelte tecniche da una parte più canoniche e tradizionali, più geniali ed un poco folli dall’altra, ho ritrovato il suono che mi ha fatto innamorare della Jade II. Un suono, se vogliamo, un pelo ruffiano e meno rigoroso della teorica perfezione, ma capace di regalare una dinamica sorprendente, una estensione in basso sconosciuta alle Stax fino alla 009 ed un ritmo che fa continuamente battere il piede (condizione per me necessaria per un ascolto coinvolgente). L’amplificatore di GCM, se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, propone una scena meno tridimensionale del Mariovalvola che possiedo, realtà che avevo imputato in un primo momento al DAC Sonnet che ha supportato la catena di ascolto, modificata in seguito dall’ascolto con Nimbus e Susvara. Ma per il resto c’è tutto quello che rende una ELS da 1.000 euro una protagonista assoluta del mondo TOTL.
L’ascolto con la Shangri-La Jr è risultato, parimenti, assai interessante. La sorella maggiore mostra un suono più aperto, legato ad un basso meno presente rispetto alla Jade, ed una scena più ampia in senso trasversale, ma non in senso frontale. Cuffia molto bella da ascoltare, capace di ricreare una sensazione di musica reale molto bella. Ma da una cuffia di costo 4 volte superiore alla Jade, mi sarei aspettato qualcosa di più, quel qualcosa che ti fa pensare che potresti (ir)ragionevolmente spendere quei soldi per una sensazione di prestazioni superiori ripetibili nel tempo. Così, invece, lascia un po’ di amaro in bocca.
Va detto che le sensazioni d’ascolto con il GCM portano le due cinesi ad un livello qualitativo sconosciuto a qualsiasi combo Stax da me ad oggi conosciuto, ma mi rendo conto che sia una qualità possibile per pochissimi, visto la totale riluttanza dei nostri due eroi a produrre apparecchi anche in serie minimal… Un grandissimo peccato.
L’ascolto si sposta poi verso il mondo magnetoplanare, con il set Niimbus/Susvara. Era mia intenzione capire se questa cuffia fosse davvero una TOTL vera e non un gioiellino per appassionati collezionisti/maniaci/fuori di testa come parecchi nel gruppo di appassionati delle cuffie.
Il primo problema era capire se davvero questa cuffia abbia bisogno di essere collegata ad una saldatrice ad arco o ai morsetti di un finale di 1 kV (come pare leggersi da qualche parte), o se possa essere pilotata “semplicemente” anche da un amplificatore di elevata qualità.
Allora, diciamoci subito che il Niimbus non è propriamente un amplificatore modesto, essendo capace di erogare 7W su 50 Ohm, valore utile per pilotare qualsiasi diffusore da 8 Ohm con sensibilità decente, e quasi tutte le cuffie dell’universo conosciuto, probabilmente anche questa benedetta (?) Susvara.
Dico subito che mi sono bastati 5 minuti d’ascolto di 3 o 4 brani per capire che questa è la miglior cuffia magnetoplanare da me ascoltata. Capace di una musicalità incredibile, a livello di elettrostatica, di una tridimensionalità amplissima (la sensazione di suoni che giungono da dietro stupisce sempre), di dettaglio altissimo (fa percepire particolari in gamma acuta che le ELS non evidenziano), di gamma bassa profondissima e controllatissima, il tutto con una naturalezza disarmante, senza alcun fastidio. Posso comprendere che la gente (i malati, meglio) si sveni per averla, essendo davvero un gioiello di prim’ordine.
Qualcuno potrà dire che la Susvara può regalare di più con ampli da mille mila sesterzi, che ci vuole molta più potenza per pilotarla… tutto può essere, ma già a questo livello siamo nel Nirvana musicale.
L’ultima parte del pomeriggio di ascolti in cuffia è dedicato alla regina di casa Stax, cuffia della quale avevo letto una sfilza di meraviglie nel web. Cuffia definitiva ad ogni livello, cuffia dalle prestazioni imbarazzanti per qualsiasi altra cuffia di qualsiasi tecnologia, ecc…
La prova è stata, pertanto un modo per comprendere quanto Stax potesse aver alzato l’asticella rispetto a 009 e 009S, da me ben conosciute.
Ebbene, rispetto alle eccellenti HiFiMan amplificate al meglio (che per me suonano meglio della vecchia 009 con la stessa amplificazione, by the way), il salto verso l’alto è chiaramente percepibile. Se con la Jade II tutto a livello altissimo, con la 9000 è semplicemente “di più”!
Scena assolutamente reale, quasi come un impianto a diffusori, trasparenza infinita, magia al top, gamma media sconvolgente per purezza e musicalità, gamma bassa addirittura esagerata con incisioni particolarmente ricche in gamma bassa (mai sentito un basso così da una ELS ma anche da una magnetoplanare). Una cuffia che non toglieresti mai dalla testa, neppure quando sudi come uno schiavo sotto il sole. Con certezza, la miglior elettrostatica di sempre, fra quelle ascoltate (che sono parecchie). Bisognerebbe comprendere quale sia la riduzione di qualità utilizzando un amplificatore “normale”.
Che dire di più? Un grosso grazie a Carlo per la messa a disposizione di tutto questo ben di dio e buoni ascolti a tutti, anche in cuffia!