ZMF HEADPHONES CALDERA
Da un paio di settimane ho ricevuto in prova un esemplare della nuova realizzazione di “mastro” Zach di ZMF Headphones: la Caldera, la prima cuffia magnetoplanare dell’azienda.
In realtà per ZMF questa non è la prima esperienza con i driver magnetoplanari: l’azienda infatti nacque e divenne famosa proprio per le mod. offerte ad alcune cuffie magnetoplanari (Fostex). Le possibilità fornite dal nuovo sistema di smorzamento, introdotto sulle Atrium, hanno dato il “LA” per la produzione di una cuffia dal carattere distintivo e unico. Complice di questa “ricetta” anche il nuovo sistema a magneti asimmetrici.
Personalmente credo che la volontà di affiancare alle loro TOTL dinamiche (Verite, Atrium) una magnetoplanare sia una scelta contemporaneamente lungimirante e coraggiosa.
Caratteristiche
Impedenza: 60 Ohms - Sensibilità: ~95dB/mW
Driver: 80mm + CAMS Patent Pending technology
Info: https://www.zmfheadphones.com/caldera-acoustic-design
Estetica e ergonomia
La versione che mi è stata fornita è la “stock” in legno di quercia (Aged Cofeee Oak con chassis in alluminio) dal peso di 540gr (alla mia bilancia da cucina). Con la cuffia ho ricevuto anche l’intera collezione di pad (specifici per la Caldera): “thick” in pelle (arrivato installato), “thin” in pelle e “suede” oltra agli ovvi quanto tristi cavetti stock di connessione. L’headband in pelle ha il crescent strap installato (quello con i cuscinetti in rilievo, per intenderci).
Non si registra niente di nuovo all’esterno: cuffia costruita magistralmente con una superba scelta e impeccabile lavorazione del legno che avvolge i nuovi driver da 80mm. Le venature del mio modello sono, secondo me, fantastiche. Sono sicuramente le più fotogeniche cuffie che ho
Tutto “standard ZMF” anche per quanto riguarda i connettori installati, mini XLR, che mi hanno permesso di evitare l’uso del cavo stock e passare subito a un aftermarket più pregiato (il mio fido hybrid noir di Forza AudioWorks).
Il peso della mia versione, in alluminio, è leggermente superiore a quello al quale ero abituato ma la sua distribuzione e la comodità generale (dovuta anche all’archetto morbidoso) non mi stanno facendo rimpiangere affatto il delicato magnesio delle mie altre ZMF.
Caldera & i PadNon si può parlare di ZMF senza soffermarsi sulla scelta dei PAD: mi tolgo subito il dente.
Dopo aver fatto un po’ di “test” ho sostituito i pad Thick installati in fabbrica (quelli di pelle, più spessi) con i Suede (pelle scamosciata) che offrono un’esperienza più lineare, meno a V, e maggior dettaglio. Gli altri pad, i “Thin” (pelle, meno spessi), sono quelli più a V. I Thick sono la classica via di mezzo.
La mia configurazione
Ho ascoltato le Caldera in due configurazioni (in realtà 2+1): una più low budget e una più a budget medio/alto.
- La prima configurazione, che uso davanti al PC, è composta da un DAC iFi ZEN v2 e Amplificatore Schiit Lyr3 (pilotato da una preziosa E180CC Philips Herleen D-getter).
- La seconda configurazione è invece una “chain” di HQPlayer + DAC Holo May L2 che pilotano alternativamente un amplificatore KG CFA3 (stato solido a retroazione di corrente) o un Megahertz Musicale (EL34 Svetlana WingedC e ECC88 Tesla Gold).
Le altre cuffie che ho al momento disponibili, per qualche comparazione A/B, sono le ZMF Atrium, le vecchie e gloriose Sennheiser HD800 (SDR) e le Abyss 1266Phi TC. Normalmente alterno Atrium e 1266 tra CFA3 e Musicale tenendo invece le HD800 sul Lyr3.
In questi ho ascoltato principalmente con CFA3 e il LYR3. E’ stato subito evidente che la Caldera è una magnetoplanare e come tale ha bisogno di una adeguata amplificazione, anche se è meno assetata di potenza di Abyss 1266 e soprattutto di Susvara.
Se i 300 Ohm della Atrium o della Verite non spaventano affatto il bel Musicale – che è forse il loro il compagno ideale - ho trovato che con i suoi 5W/8Ω il gioiellino made in Napoli non riesce a far dare il meglio di sé alla nuova ZMF. Dei tre amplificatori che ho infatti è sicuramente quello che consiglierei di meno per le Caldera. Di questo mi sono ripromesso di parlarne con Leonardo Lamberti di MHZ perché per assurdo con la 1266 l’unico “limite” è la quantità, non la qualità (anche se sfido chiunque a ascoltare prolungatamente a più di 110db…).
Headstage, Imaging , Risoluzione
Se la Atrium mi aveva sorpreso con il suo headstage molto esteso, la Caldera adesso mi sorprende con la sua tridimensionalità. L’headstage è più raccolto rispetto alle altre 3 cuffie (Atrium 1266 e HD800) ma è estremamente tridimensionale anche con registrazioni di media qualità. Sto apprezzando tantissimo questo palcoscenico mai agorafobico ma estremamente e piacevolmente “intorno a te”. Paragonandolo ad altre ZMF direi che ricorda quello delle Verite Open.
Non sorprenderò nessuno dicendo che la Caldera è la ZMF con la miglior risoluzione e velocità. Rispetto alle Atrium, ma anche alle Verite, la sua velocità riesce a separare meglio i piani spaziali. E’ sicuramente meno veloce rispetto a una 1266 o a una Susvara ma – se la memoria non mi inganna – eguaglia e supera anche una ottima D8k.
La risoluzione è un altro punto di forza della Caldera che riesce a tirare fuori un microdettaglio veramente “al punto giusto”. Quello che mi ha colpito di più delle sue capacità di dettaglio è in particolare nel range dei bassi. Le texture rese sui bassi sono qualcosa di veramente bello, superiore senza dubbio anche alla blasonata 1266 (dove magari sono soffocate dall’estremo punch del medio-bassi).
In fatto di dettaglio, in una delle lunghe discussioni serali con amici che le hanno entrambe, abbiamo posizionato la Caldera al pari di una SR-9000K e subito sotto una Susvara. Questi esercizi di “classifiche” lasciano però un po’ il tempo che trovano perché sappiamo ormai (quasi) tutti che non esiste la cuffia oggettivamente perfetta.
Ritornando alla soggettività posso dire che la Caldera è la planare più dinamica che ho ascoltato (come potrei dire che la 1266 è la planare più “ottovolante” o la Atrium la dinamica più “analogica”) e ora cerco di spiegarvi il perché.
Bassi
Bassi bellissimi e meravigliosi nelle tonalità più basse: sono profondi, strutturati e molto fisici. La sorpresa qui è stata che, al netto del punch un po’ esagerato della 1266, la Caldera scende più della Abyss. Un ottimo mix tra basso teso, lineare (planare?) e fisico. Trovo che le Atrium e le 1266 abbiamo maggior medio-basso mentre le Caldera più basso-basso.
Veramente bella la resa ad esempio del contrabbasso. Molto bello e presente (quando serve) anche il punch. Sono tornato ad ascoltare disco/elettronica per colpa delle Caldera!
Medi
I medi sono un po’ più indietro rispetto alla Atrium e ricordano quelli della Verite. Qui Zach ha fatto la magia (damping system + magneti asimmetrici) di non snaturare il carattere ZMF introducendo la tecnologia magnetoplanare. La Abyss 1266, anche se accompagnata con il suo cavo che costa come una Caldera, non riesce a reggere il passo. Rispetto alle Atrium i medio-alti sono un po’ più “frizzanti” e li ho voluti tranquillizzare un po’ usando i pad Suede.
Alti
Trovo che gli alti saranno l’ago della bilancia che faranno apprezzare o meno questa cuffia. La gamma alta è un po’ più indietro e con meno dettaglio rispetto ad esempio alla 1266. Mi ricordano quelli della Verite Open, che amavo, e quelli della D8000. Personalmente, odiando gli alti che trapanano, trovo questo approccio vincente.
Le mie conclusioni.. e un grafico
Dopo circa 60 di ore di ascolto poso confermare l’impressione che ho avuto non appena ho ascoltato la Caldera la primissima volta: è una Verite Open sotto steroidi e va a posizionarsi nella parte alta nel mercato delle cuffie top di gamma. Con queste capacità e caratteristiche si posiziona in un settore dove le altre concorrenti hanno costi spesso superiori. Posizionandosi con un prezzo inferiore a SR-X9000, Susvara e 1266PhiTC ha comunque rivali illustri come DCA Expanse, D8000PRO LE, Solitaire P, LCD5.
Io la mia classifica mentale ce l’ho… e metto la Caldera, senza alcun dubbio, tra le prime 3 migliori cuffie in circolazione.
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