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I vostri migliori vinili del 2021
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    I vostri migliori vinili del 2021

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    I vostri migliori vinili del 2021 Empty I vostri migliori vinili del 2021

    Messaggio Da Bertox Mar Gen 04, 2022 12:09 am

    Non necessariamente riferito alle uscite dell’anno appena passato; molto più semplicemente quello o quelli che, inseriti in discoteca nel secondo anno pandemico, hanno lasciato il segno, vi hanno scaldato il cuore da un punto di vista musicale e sonoro e quindi vi fa piacere segnalare.

    Comincio io e comincio con il jazz, poi, se il 3d, prende corpo e diverte, aggiungerò altre cosette   I vostri migliori vinili del 2021 594278.  

    Vi dico subito che non non ci sono release del 2021. Non è un giudizio di valore: semplicemente il mio andare a caccia è condizionato dagli ascolti del passato e…forse la curiosità difetta  I vostri migliori vinili del 2021 917604. Anche per questo apro questo 3d: condividere è un modo per fare nuove scoperte…

    A gennaio ho trovato questo:


    I vostri migliori vinili del 2021 The_br10




    I vostri migliori vinili del 2021 The_br11



    Un RCA Victor del periodo migliore: qui siamo nel 1962 e la major americana fa il botto mettendo sotto contratto per una serie di album Sonny Rollins che, proprio all’apice della sua fama, si è ritirato dalle scene e trascorre gran parte del suo tempo nei pressi del ponte Williamsburg dove può far pratica dello strumento senza disturbare e…senza essere disturbato. Il titolo dell’album del ritorno è quindi inevitabile…

    Quando tra appassionati o, peggio, tra sassofonisti, si fa la classica domanda ‘qual è il tuo disco preferito di…?’; se c’è di mezzo Sonny Rollins i pareri si differenziano in maniera ottima e abbondante.
    E’ inevitabile: le prime registrazioni sono degli inizi del 1950, le ultime già dentro il terzo millennio.
    Il “mio” Sonny Rollins non è quello del periodo RCA ma ‘The Bridge’ è un disco davvero molto bello, ben pensato sia nella scelta dei brani sia dei partner, a cominciare dal chitarrista Jim Hall; insomma, quando l’ho visto in negozio a un prezzo persino inferiore ad alcune ristampe audiofile a 45 gg., l’ho portato a casa senza alcuna esitazione  I vostri migliori vinili del 2021 22474 .

    E ho fatto benissimo. 
    Come si vede, è la versione mono e siamo nel periodo d’oro della ‘RCA Victor’, quello dove tutti gli astri sono allineati; di lì a poco comincerà il periodo ‘dynagroove’ e la qualità  comincerà a declinare. 
    La mia copia è ‘1S’, ovvero la coppia ‘metal mother’/stamper discende dal primo ‘laquer master’ inciso a partire dal nastro master [per una miglior comprensione, si veda qui, in ‘Analogico’, 3d ‘Laquers ???’, il mio Mess. n°4]; insomma, siamo proprio vicini vicini al nastro master scaturito dalle tre sedute del gennaio/febbraio 1962.

     Come suona?
    Cominciamo col dire che gli ‘RCA Victor’ del periodo d’oro - non è l’unico qui negli scaffali - suonano in maniera diversa dalle registrazioni/masterizzazioni di Rudy Van Gelder per ‘Blue Note’ o ‘Prestige’. 
    Parlando delle versioni mono, gli ‘RCA’ non hanno la stessa “larghezza di scena” dei lavori di RVG né lo stesso impatto, quel “muro di suono” che ti colpisce e ti incolla in poltrona anche grazie a una timbrica in gamma media, “piena”, “grassa”, magari un pò eufonica ma incredibilmente affascinante perché dotata di una ricchezza d’armonici che spesso non trovo nelle registrazioni a stato solido dei decenni successivi.

    Per converso, questi ‘RCA’ hanno una qualità, una raffinatezza timbrica superiore, una sorta di ”leggerezza” - non so trovare termine migliore - nel porgere il suono tale per cui questo risulta meno “grasso” ma non perché privo d’armonici ma, al contrario, perché “liberato” da quella sorta d’eccesso che in qualche modo accompagna la produzione RVG.

    Questo ‘The Bridge’ esemplifica nel miglior modo possibile queste caratteristiche soniche. 
    Prendiamo uno strumento difficilissimo da riprodurre: il contrabbasso degli anni ’50/primi ’60, quello ancora condizionato, nel bene e nel male, dalle corde di minugia, con quel suono che, in molte ristampe suona “stopposo”, con quella sorta di rimbombo mono-tono che risulta quindi… monotono.

    Non qui, la cavata di Bob Cranshaw - forse il bassista preferito da Sonny Rollins, a giudicare dal numero di collaborazioni nel corso dei decenni - è da brividi, dovrei controllare ma credo che questa sia la miglior riproduzione di contrabbasso prima dell'arrivo delle corde metalliche della mia discoteca.
    Discorso analogo si potrebbe fare per la chitarra semi-acustica di Jim Hall, altro strumento assai difficile da rendere, ma mi fermo qui; il voto provvisorio - in attesa di un riascolto di tutti i vinili dal 9 in sù - dice tutto: 95/100.


    Passano un paio di mesi e inciampo, davvero casualmente (era nel reparto dei dischi super economici di un mio pusher che in genere non commette errori così marchiani I vostri migliori vinili del 2021 650957) in questo:

    I vostri migliori vinili del 2021 Great_10


    Disco già posseduto in una precedente vita audiofila e quindi, dopo un sussulto di soddisfazione possibile solo con la tradizionale ricerca in negozio,  portato velocemente alla cassa  I vostri migliori vinili del 2021 184438 . 

    Il disco uscì in USA nel 1963 e in Italia qualche anno dopo. La mia è una seconda emissione dei primi anni settanta con ‘SIAE’ stampato sull’etichetta 



    I vostri migliori vinili del 2021 Great_11


    in luogo del ‘D.R.’ della prima emissione:


    I vostri migliori vinili del 2021 Great_12


    [per una spiegazione dell’utilizzo del codice dei diritti depositati come criterio per la datazione delle stampe italiane, si veda qui, ‘Analogico’, 3d ‘Caccia al vinile “made in Italy”: un paio di dritte “Old Style”.’]

    Poco male. Il disco suona alla grande. Una leggera tendenza al chiaro in gamma medio-alta, tendenza che il mio sistema tende a sottolineare, gli preclude di un soffio l’ingresso nell’olimpo. 
    Il mio voto è 89/100, che è un risultato straordinario considerando quanto detto: seconda emissione italiana di un vinile made in USA. E’ chiaro che il tutto deriva da una registrazione strepitosa, il che è anche comprovato da una emissione/ristampa per audiofili di questo titolo del 2008 su tre dischi da parte dei tipi della 'Classic Records'.

    Sarebbe interessante fare un confronto, così come ascoltare una prima emissione “made in USA”. 
    Il contenuto musicale rafforza il piacere dell’ascolto: i due non hanno, ovviamente, nessuna difficoltà a dialogare e Louis Armstrong, soprattutto al canto, è davvero encomiabile nell’entrare nelle pieghe più recondite del mondo del Duca. Si ascolti, per esempio, ‘I got it bad and that ain’t good’: non credo che Duke sia rimasto deluso dal modo in cui Satchmo l’ha interpretata.
    Ultima nota a margine: il vinile mi è costato la bellezza di 4, diconsi quattro, eurelliI vostri migliori vinili del 2021 775355.

    L’ultimo vinile in ordine di tempo che ho fortemente voluto appena l’ho adocchiato da uno dei miei pusher è questo:

    I vostri migliori vinili del 2021 Ballad10


    Conosciamo la genesi di questo ‘Impulse!’ così come di quelli a lui vicini in fase di pubblicazione ( ‘Coltrane’, Impulse! A/AS 21; ‘Duke Ellington & John Coltrane’, Impulse! A/AS 30)

    John Coltrane, con i primi due album per la nuova label, ‘Africa Brass’, Impulse! A/AS 4 (1961), e soprattutto ‘Coltrane Live at the Village Vanguard’, Impulse A/AS 10 (1962) aveva scatenato l’entusiasmo dei giovani musicisti e…le critiche, persino feroci, degli addetti ai lavori.
    Bisognava tirare un pochino il freno a mano; e niente cadeva più a fagiolo di un album di sole ballad!

    Inutile spendere parole sulla musica: queste tre session del novembre del 1962 - il disco uscì come Impulse! A/AS 32 nel 1963 - colgono il John Coltrane Quartet nel periodo di definitiva maturità e coesione.

    Per nostra nostra fortuna, il tutto avviene nel periodo aureo della registrazione analogica e sotto la sapiente regia di uno dei suoi migliori tecnici del suono. 
    Infatti, l’ascolto non delude, anche in questa ristampa del 1972. 




    I vostri migliori vinili del 2021 Ballad11






    Facendo qualche confronto con altre session dell'accoppiata John Coltrane Quartet/Rudy Van Gelder in versione vinilica ‘orange’ o, comunque, precedente a questa, direi che la perdita maggiore è verso gli estremi della banda passante e che quindi i due membri del quartetto più penalizzati sono Elvin Jones (batteria) e Jimmy Garrison (contrabbasso). Buone notizie per Coltrane, qui sempre al sax tenore, e per McCoy Tyner, il cui piano ha una liquidità davvero apprezzabile - la presa di suono del pianoforte non è mai stato il punto di forza di RVG.

    Per quanto riguarda il lavoro di missaggio per costruire un virtuale palcoscenico davanti all’ascoltatore, invece, direi proprio che questa ristampa non fa rimpiangere la mancanza di una stampa precedente: siamo a livelli straordinari sia per fermezza dell’immagine dei quattro sia per distribuzione nello spazio tridimensionale con una nota di menzione per lo sviluppo in larghezza - qui ben oltre i confini dei diffusori - che non mortifica - come sovente avviene - lo sviluppo in profondità.
    Il mio voto è 84/100.

    Ora toccherebbe a voi; non siate timidiI vostri migliori vinili del 2021 33910

    Buon Anno e tanta buona musica a tutti i gazebini.
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    Messaggio Da Carpediem80 Mar Gen 04, 2022 10:11 am

    Caspita.

    Che bellissima recensione!

    L'ho letta tutta d'un fiato. Complimenti! E le foto danno ancora più colore a quanto scritto. applausi


    Avrei una domanda, visto che sono poco esperto. Quando si deve scegliere un disco non odierno, ci si può scontrare con tutta una serie di opinione su qual sia versione più musicale, o quali siano quelle riuscite male. Ci sono dei siti che permettono una consultazione facile in tal senso?
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    Messaggio Da Bertox Mar Gen 04, 2022 3:41 pm

    Carpediem80 ha scritto:Caspita.

    Che bellissima recensione!

    L'ho letta tutta d'un fiato. Complimenti! E le foto danno ancora più colore a quanto scritto. applausi


    Avrei una domanda, visto che sono poco esperto. Quando si deve scegliere un disco non odierno, ci si può scontrare con tutta una serie di opinione su qual sia versione più musicale, o quali siano quelle riuscite male. Ci sono dei siti che permettono una consultazione facile in tal senso?

    Non che io sappia. 
    Però, se ti fidiI vostri migliori vinili del 2021 184438, per quanto riguarda: 

    1)le pubblicazioni in vinile in generale, puoi dare un'occhiata a quanto ho scritto in questa sezione del Gazebo nel 3d 'La caccia al vinile nell'epoca di discogs: qualche avviso ai naviganti', che in questo momento è a pag.6;

    2) basandomi sui criteri lì esposti ho poi fatto un'integrazione per quanto riguarda le stampe italiane, sempre qui, nel 3d 'Caccia al vinile "made in Italy": un paio di dritte "old style"' che in questo momento è a pag.2.

    Se ci dai una letta, credo che il mio pensiero sull'argomento ti risulterà chiaro: se un vinile è frutto di una registrazione del 1962, come qui sopra il disco 'The Bridge', più ti avvicini con la pubblicazione a quella data - a parità delle condizioni del vinile, of course - più musica uscirà dai solchi. 
    Ci sono delle eccezioni? Sì, ma, credimi, in decenni d'ascolto io ne ho trovate pochissime e una la conservo religiosamente nella mia discoteca! I vostri migliori vinili del 2021 650957

    Perché succede questo? Probabilmente il combinato disposto di:

    1) la natura delle produzione industriale del disco in vinile a partire da un nastro analogico [una mia sintesi su come nasce un vinile, la trovi sempre qui, in 'analogico', 3d 'Laquers ???', mes.n°4; ora a pag.2];

    2) l'attenzione decrescente delle case discografiche alla qualità del prodotto (controlli di produzione) passando dalle prime emissioni di un titolo alle successive ristampe. A volte la stessa fattura della copertina di un LP ti dice come suonerà quel disco! In altre parole, c'era - e forse c'è ancora - una cura per la "prima stampa" che successivamente viene meno;

    2) la tendenza al deperimento del nastro magnetico. Qui si entra in un campo delicato dove le cognizioni tecniche dovrebbero farla da padrone. Diciamo che, in linea di massima, l'utilizzo e il modo di conservarlo (temperatura, umidità, ecc.) possono incidere sullo stato di conservazione di un nastro magnetico il quale, però, nel tempo non garantirà le stesse prestazioni iniziali [sul deperimento del nastro come fattore che "spiega" la necessità di risalire il più possibile alle prime emissioni in vinile, puoi leggere qui in 'analogico', il 3d 'Delirio analogico?', il mio mes.n°11, ancora a pag.1];


    4) a) lo stato di mantenimento dei macchinari per la produzione dei vinili;
        b) la qualità della materia prima (laquer master e vinile, in primis); 
        c) la conservazione delle competenze della forza-lavoro, la maggioranza della quale è uscita nel frattempo dal processo lavorativo, vuoi per l'avanzamento dell'età, vuoi per il ridimensionamento dello stesso avvenuto - e fortemente voluto, aggiungo - con l'avvento del CD nei primi anni ottanta del secolo scorso.

    Tutto questo vuole essere una sorta di pezza d'appoggio del "perché e del per come" io vado sempre alla ricerca della fonte, per dir così; materiale disponibile e costi permettendo, naturalmente. Come vedi, del disco di Coltrane, che uscì nel 1963, ho preso una ristampa "made in USA" del 1972 e me la godo I vostri migliori vinili del 2021 285880 , pur sapendo che c'è di meglio.

    Attenzione, però! Non è che io cerco questi dischi a causa di questa spiegazione teorica; io ho faticosamente tentato di dare una spiegazione teorica dopo l'acquisto e l'ascolto di centinaia e centinaia di ascolti dello stesso titolo!

    Per farti un esempio, sempre parlando di John Coltrane, di questoI vostri migliori vinili del 2021 Impres10

    che è il disco che da studente liceale mi ha "costretto" a cominciare lo studio del sax soprano, trasformando e incasinando il corso della mia vitaI vostri migliori vinili del 2021 941176, io ho attualmente due edizioni, che però sono la selezione darwiniana di una collezione che, senza permute, rivendite e quant'altro, oggi raggiungerebbe il numero di sei...I vostri migliori vinili del 2021 999153

    Secondo te, di quelle sei versioni (quattro "made in USA", due "made in Italy") quali pensi che abbia tenuto?
    Quelle più musicali? Sicuramente quelle con più informazioni musicali nei solchi, che sono entrambe "made in USA" e quelle più "vecchie" del lotto.
    Sono le più musicali? Nel mio impianto senza alcun dubbio.

    Quindi, per me, la domanda sulla "musicalità" di un'edizione è un pò scivolosa. Per me ha senso se vengono, per es., confrontate "stampe"... confrontabili  I vostri migliori vinili del 2021 650957 .
    Mi spiego.
    Una volta, con amici, sul finire degli anni '80 facemmo un confronto degli stessi titoli 'Blue Note' fra stampe per l'appunto confrontabili: c'erano sempre almeno tre stampe all'incirca dello stesso periodo, tutte non "Made in USA".

    Se la memoria non mi fa qualche brutto scherzo, tra le tante, avevamo isolato più titoli con la costante di tre edizioni: la stampa 'Ricordi', la francese 'Pathé Marconi EMI' e una stampa tedesca i cui estremi ora mi sfuggono. Ecco, in quel caso, il livello qualitativo, ovvero la quantità d'informazioni musicali nei solchi, la quantità d'armonici che scaturivano durante l'ascolto, era grosso modo paragonabile. 
    Suonavano, appunto, all'incirca sullo stesso livello. Suonavano in maniera identica? Nient'affatto!
    Potrei sbagliarmi ma le 'Ricordi' avevano uno sfondo più color ocra che dava un senso di calore e rotondità maggiore rispetto allo sfondo più chiaro della tedesca che risultava quindi all'apparenza psico-acustica "più definita"; la francese si collocava placidamente nel mezzo. 

    Qual era la più musicale? Dipende dal significato che attribuisci al termine e...alla catena in cui quel disco sarebbe stato suonato. Quello che mi preme sottolineare e che la coeva stampa "made in USA", indipendentemente dal suo sfondo, dal suo colore, ovvero dalla sua resa timbrica, aveva più musica nei suoi solchi.


    Insomma si era creata una situazione d'ascolto dove venivano confrontati variazione timbriche dello stesso livello di resa musicale e un livello di resa musicale di una classe d'appartenenza superiore. 


    Certo, in un impianto tendente al bianco ghiaccio, avrebbe avuto senso optare per l'edizione 'Ricordi' rispetto alle altre due e non posso escludere che in quello stesso impianto un audiofilo avrebbe preferito l'edizione 'Ricordi' anche rispetto a quella 'Made in USA'. 
    Però in quest'ultimo caso, l'audiofilo sarebbe stato un audiofilo con un mezzo, l'impianto, bisognoso di una revisione.

    Spero d'essermi spiegato e d'esserti stato in qualche modo utile, anche se siamo andati completamente 
    I vostri migliori vinili del 2021 481940
    rispetto alle intenzioni del 3dI vostri migliori vinili del 2021 917604.


    Ultima modifica di Bertox il Mar Gen 04, 2022 11:00 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da lalosna Mar Gen 04, 2022 7:56 pm

    Complimenti, veramente dei gran bei ritrovamenti cheerscheerscheers


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    Messaggio Da lizard Mar Gen 04, 2022 8:38 pm

    Bertox ha scritto:Non necessariamente riferito alle uscite dell’anno appena passato; molto più semplicemente quello o quelli che, inseriti in discoteca nel secondo anno pandemico, hanno lasciato il segno, vi hanno scaldato il cuore da un punto di vista musicale e sonoro e quindi vi fa piacere segnalare.

    Comincio io e comincio con il jazz, poi, se il 3d, prende corpo e diverte, aggiungerò altre cosette   I vostri migliori vinili del 2021 594278.  

    Vi dico subito che non non ci sono release del 2021. Non è un giudizio di valore: semplicemente il mio andare a caccia è condizionato dagli ascolti del passato e…forse la curiosità difetta  I vostri migliori vinili del 2021 917604. Anche per questo apro questo 3d: condividere è un modo per fare nuove scoperte…

    A gennaio ho trovato questo:


    I vostri migliori vinili del 2021 The_br10




    I vostri migliori vinili del 2021 The_br11



    Un RCA Victor del periodo migliore: qui siamo nel 1962 e la major americana fa il botto mettendo sotto contratto per una serie di album Sonny Rollins che, proprio all’apice della sua fama, si è ritirato dalle scene e trascorre gran parte del suo tempo nei pressi del ponte Williamsburg dove può far pratica dello strumento senza disturbare e…senza essere disturbato. Il titolo dell’album del ritorno è quindi inevitabile…

    Quando tra appassionati o, peggio, tra sassofonisti, si fa la classica domanda ‘qual è il tuo disco preferito di…?’; se c’è di mezzo Sonny Rollins i pareri si differenziano in maniera ottima e abbondante.
    E’ inevitabile: le prime registrazioni sono degli inizi del 1950, le ultime già dentro il terzo millennio.
    Il “mio” Sonny Rollins non è quello del periodo RCA ma ‘The Bridge’ è un disco davvero molto bello, ben pensato sia nella scelta dei brani sia dei partner, a cominciare dal chitarrista Jim Hall; insomma, quando l’ho visto in negozio a un prezzo persino inferiore ad alcune ristampe audiofile a 45 gg., l’ho portato a casa senza alcuna esitazione  I vostri migliori vinili del 2021 22474 .

    E ho fatto benissimo. 
    Come si vede, è la versione mono e siamo nel periodo d’oro della ‘RCA Victor’, quello dove tutti gli astri sono allineati; di lì a poco comincerà il periodo ‘dynagroove’ e la qualità  comincerà a declinare. 
    La mia copia è ‘1S’, ovvero la coppia ‘metal mother’/stamper discende dal primo ‘laquer master’ inciso a partire dal nastro master [per una miglior comprensione, si veda qui, in ‘Analogico’, 3d ‘Laquers ???’, il mio Mess. n°4]; insomma, siamo proprio vicini vicini al nastro master scaturito dalle tre sedute del gennaio/febbraio 1962.

     Come suona?
    Cominciamo col dire che gli ‘RCA Victor’ del periodo d’oro - non è l’unico qui negli scaffali - suonano in maniera diversa dalle registrazioni/masterizzazioni di Rudy Van Gelder per ‘Blue Note’ o ‘Prestige’. 
    Parlando delle versioni mono, gli ‘RCA’ non hanno la stessa “larghezza di scena” dei lavori di RVG né lo stesso impatto, quel “muro di suono” che ti colpisce e ti incolla in poltrona anche grazie a una timbrica in gamma media, “piena”, “grassa”, magari un pò eufonica ma incredibilmente affascinante perché dotata di una ricchezza d’armonici che spesso non trovo nelle registrazioni a stato solido dei decenni successivi.

    Per converso, questi ‘RCA’ hanno una qualità, una raffinatezza timbrica superiore, una sorta di ”leggerezza” - non so trovare termine migliore - nel porgere il suono tale per cui questo risulta meno “grasso” ma non perché privo d’armonici ma, al contrario, perché “liberato” da quella sorta d’eccesso che in qualche modo accompagna la produzione RVG.

    Questo ‘The Bridge’ esemplifica nel miglior modo possibile queste caratteristiche soniche. 
    Prendiamo uno strumento difficilissimo da riprodurre: il contrabbasso degli anni ’50/primi ’60, quello ancora condizionato, nel bene e nel male, dalle corde di minugia, con quel suono che, in molte ristampe suona “stopposo”, con quella sorta di rimbombo mono-tono che risulta quindi… monotono.

    Non qui, la cavata di Bob Cranshaw - forse il bassista preferito da Sonny Rollins, a giudicare dal numero di collaborazioni nel corso dei decenni - è da brividi, dovrei controllare ma credo che questa sia la miglior riproduzione di contrabbasso prima dell'arrivo delle corde metalliche della mia discoteca.
    Discorso analogo si potrebbe fare per la chitarra semi-acustica di Jim Hall, altro strumento assai difficile da rendere, ma mi fermo qui; il voto provvisorio - in attesa di un riascolto di tutti i vinili dal 9 in sù - dice tutto: 95/100.


    Passano un paio di mesi e inciampo, davvero casualmente (era nel reparto dei dischi super economici di un mio pusher che in genere non commette errori così marchiani I vostri migliori vinili del 2021 650957) in questo:

    I vostri migliori vinili del 2021 Great_10


    Disco già posseduto in una precedente vita audiofila e quindi, dopo un sussulto di soddisfazione possibile solo con la tradizionale ricerca in negozio,  portato velocemente alla cassa  I vostri migliori vinili del 2021 184438 . 

    Il disco uscì in USA nel 1963 e in Italia qualche anno dopo. La mia è una seconda emissione dei primi anni settanta con ‘SIAE’ stampato sull’etichetta 



    I vostri migliori vinili del 2021 Great_11


    in luogo del ‘D.R.’ della prima emissione:


    I vostri migliori vinili del 2021 Great_12


    [per una spiegazione dell’utilizzo del codice dei diritti depositati come criterio per la datazione delle stampe italiane, si veda qui, ‘Analogico’, 3d ‘Caccia al vinile “made in Italy”: un paio di dritte “Old Style”.’]

    Poco male. Il disco suona alla grande. Una leggera tendenza al chiaro in gamma medio-alta, tendenza che il mio sistema tende a sottolineare, gli preclude di un soffio l’ingresso nell’olimpo. 
    Il mio voto è 89/100, che è un risultato straordinario considerando quanto detto: seconda emissione italiana di un vinile made in USA. E’ chiaro che il tutto deriva da una registrazione strepitosa, il che è anche comprovato da una emissione/ristampa per audiofili di questo titolo del 2008 su tre dischi da parte dei tipi della 'Classic Records'.

    Sarebbe interessante fare un confronto, così come ascoltare una prima emissione “made in USA”. 
    Il contenuto musicale rafforza il piacere dell’ascolto: i due non hanno, ovviamente, nessuna difficoltà a dialogare e Louis Armstrong, soprattutto al canto, è davvero encomiabile nell’entrare nelle pieghe più recondite del mondo del Duca. Si ascolti, per esempio, ‘I got it bad and that ain’t good’: non credo che Duke sia rimasto deluso dal modo in cui Satchmo l’ha interpretata.
    Ultima nota a margine: il vinile mi è costato la bellezza di 4, diconsi quattro, eurelliI vostri migliori vinili del 2021 775355.

    L’ultimo vinile in ordine di tempo che ho fortemente voluto appena l’ho adocchiato da uno dei miei pusher è questo:

    I vostri migliori vinili del 2021 Ballad10


    Conosciamo la genesi di questo ‘Impulse!’ così come di quelli a lui vicini in fase di pubblicazione ( ‘Coltrane’, Impulse! A/AS 21; ‘Duke Ellington & John Coltrane’, Impulse! A/AS 30)

    John Coltrane, con i primi due album per la nuova label, ‘Africa Brass’, Impulse! A/AS 4 (1961), e soprattutto ‘Coltrane Live at the Village Vanguard’, Impulse A/AS 10 (1962) aveva scatenato l’entusiasmo dei giovani musicisti e…le critiche, persino feroci, degli addetti ai lavori.
    Bisognava tirare un pochino il freno a mano; e niente cadeva più a fagiolo di un album di sole ballad!

    Inutile spendere parole sulla musica: queste tre session del novembre del 1962 - il disco uscì come Impulse! A/AS 32 nel 1963 - colgono il John Coltrane Quartet nel periodo di definitiva maturità e coesione.

    Per nostra nostra fortuna, il tutto avviene nel periodo aureo della registrazione analogica e sotto la sapiente regia di uno dei suoi migliori tecnici del suono. 
    Infatti, l’ascolto non delude, anche in questa ristampa del 1972. 




    I vostri migliori vinili del 2021 Ballad11






    Facendo qualche confronto con altre session dell'accoppiata John Coltrane Quartet/Rudy Van Gelder in versione vinilica ‘orange’ o, comunque, precedente a questa, direi che la perdita maggiore è verso gli estremi della banda passante e che quindi i due membri del quartetto più penalizzati sono Elvin Jones (batteria) e Jimmy Garrison (contrabbasso). Buone notizie per Coltrane, qui sempre al sax tenore, e per McCoy Tyner, il cui piano ha una liquidità davvero apprezzabile - la presa di suono del pianoforte non è mai stato il punto di forza di RVG.

    Per quanto riguarda il lavoro di missaggio per costruire un virtuale palcoscenico davanti all’ascoltatore, invece, direi proprio che questa ristampa non fa rimpiangere la mancanza di una stampa precedente: siamo a livelli straordinari sia per fermezza dell’immagine dei quattro sia per distribuzione nello spazio tridimensionale con una nota di menzione per lo sviluppo in larghezza - qui ben oltre i confini dei diffusori - che non mortifica - come sovente avviene - lo sviluppo in profondità.
    Il mio voto è 84/100.

    Ora toccherebbe a voi; non siate timidiI vostri migliori vinili del 2021 33910

    Buon Anno e tanta buona musica a tutti i gazebini.
    Sei ottimista..qui ormai sono quasi tutti lique..fatti..
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    Messaggio Da Bertox Mar Gen 04, 2022 11:26 pm

    lizard ha scritto:

    Sei ottimista..qui ormai sono quasi tutti lique..fatti..

    Non esageriamo! I vinili veri si trovano; anzi, i grandi vinili ora si trovano. Nei primi anni '90 trovare in vendita, per es., un RCA Victor di Sonny Rollins (che, peraltro, era lì da alcuni giorni, come mi ha poi confessato il pusher) era molto più difficile.

    E il discorso vale anche per vinili importanti del rock degli anni '60 e '70. Come 'Pop Music Expert' mi piacerebbe sapere il tuo parere su un paio di cosucce che ho trovato e messo in scaffale nel 2021I vostri migliori vinili del 2021 285880.

    Però, "prego prima Lei, ci mancherebbe"I vostri migliori vinili del 2021 775355
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    Messaggio Da lizard Mer Gen 05, 2022 11:06 am

    Ciao dimmi pure..per la musica ci sono sempre
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    Messaggio Da Carpediem80 Mer Gen 05, 2022 11:28 am

    Io sono molto affascinato da queste recensioni. Wow!

    E tu Bertox, sei pure di Firenze!! Incredibile. Quando finisce questa maledetta emergenza mi piacerebbe prendere una birra insieme o se preferisci passare a fare un paio di ascolti da me. Sarebbe grandioso!


    La mia domanda era relativa alla scelte delle versioni, mi spiego meglio:

    Il disco Di Sonny Rollins the Bridge sul sito [url=https://www.discogs.com/it/artist/145264-Sonny-Rollins?query=the bridge]DISCOGS[/url]  da ben 94 versioni. Se ho guardato bene, la tua è QUESTA versione mono del 1962 con due recesione a 5 stelle, prezzo di mercato circa 35 euro.

    Su amazon si trova QUESTA della WaxTime a circa 30 euro: ha delle ottime recensioni con qualche giudizio anche basso.


    Cosa ti fa protendere per l'acquisto di una piuttosto che di un'altra?
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    Messaggio Da Bertox Mer Gen 05, 2022 2:59 pm

    @Carpediem80

    Certo che ci vediamo! Non sono un bevitore di birra ma qualcosa da bere insieme la troviamo  I vostri migliori vinili del 2021 775355. Se poi si tratta d'ascoltare musica insieme, tanto meglio.

    Si, l'edizione è quella e sta orgogliosamente in cima alla lista. Prendo atto che la valutazione media sia 35 euro. Io l'ho comprata a un ottimo prezzo che è quasi il doppio di codesta valutazione - come vedi, prendo le distanze anche grammaticalmente I vostri migliori vinili del 2021 184438I vostri migliori vinili del 2021 184438 da simili amenità.

    Valutazione media: si parte da un disco del 1962 arato e a fatica suonabile su una fonovaglia per arrivare a una copia assai godibile in un gira/braccio/testina che respinge in un anno centinaia di vinili. Discogs è una grandissima risorsa, e fai benissimo a consultarla; però il diavolo si annida nei dettagli...posto che la differenza tra un disco ascoltabile e uno non ascoltabile su una catena hi fi di discreto livello si posse definire un dettaglio. 
    Non lo è nella sezione analogica del Gazebo Audiofilo. 

    Avevo in qualche modo capito la domanda. Francamente, faccio fatica a darti un consiglio,  soprattutto dopo averti indicato quanto ho già scritto.

    Cosa dire? Siamo nel 2022, in piena era post CD, liquida, come giustamente ricordato da @lizard, dove puoi trovare valanghe di registrazioni analogiche passate più o meno bene in digitale. 

    Se acquisti il WaxTime a 30 euro metti sul piatto un trasferimento su vinile di un file digitale che puoi ascoltare su Tidal/Quobuz con campionamento vario ed eventuale. Se sei fortunato. 
    Altrimenti, un trasferimento da CD e magari già all'origine non particolarmente riuscito. Perché anche le varie versioni in CD dello stesso titolo non suonano tutte uguali. 

    Qual è per te il senso, la ragione di comprare un vinile in piena era liquida? Io non posso rispondere per te, quindi non ti posso dare un consiglio.

    Posso dirti cosa faccio io. Prima di trovare la stampa 'RCA Victor', io, 'The Bridge' l'avevo naturalmente già in casa, in versione CD. E da qualche parte, qui nella stanza della musica, che sta per esplodere, ci dovrebbero essere anche delle trascrizioni di sax anche di quel disco, negli anni studiate, per imparare qualcosa da quelli braviI vostri migliori vinili del 2021 75961I vostri migliori vinili del 2021 2296686959.

    Ci sono nei negozi, decine e decine di grandi titoli come 'The Bridge', pietre miliari del jazz moderno, stampate da queste nuove etichette come 'WaxTime' che non ho al momento in vinile. Io le vedo e le lascio in negozio.
    Faccio bene? Non lo so per certo. Non posso parlar di ciò che non conosco. Quasi sicuramente, il trasferimento digitale su vinile di 'WaxTime' suonato su un trio base/braccio/testina costato molte migliaia di euro   I vostri migliori vinili del 2021 316341  suonerà meglio del mio CD suonato su un CD player barattato con dischi per un valore, se ricordo bene, di cento euro. 
    Quasi sicuramente, però con le rimasterizzazioni digitali può accadere l'impossibile: può accadere che un CD player assai "coprente" mascheri degli "inestetismi"I vostri migliori vinili del 2021 881181 sonori che un sistema analogico d'alto livello sia "costretto" a far emergere.

    Diciamo che se compri quel 'WaxTime' lo portiamo a casa mia e facciamo la prova, sia col CD sia con il mio vinile. Probabilmente, il confronto col CD non sarà molto significativo, per la pochezza del mio CDP; quella vinile/vinile comincia ad essere una cosa seria.
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    Messaggio Da Franz84 Sab Gen 08, 2022 12:21 pm

    Bravo Bertox,
    Bellissimo post. Non ne posso più di discussioni su problemi tecnici ridicoli di settaggio del giradischi, torniamo a parlare di cose interessanti e stimolanti, e la musica su tutto.

    Ballads è un capolavoro I vostri migliori vinili del 2021 3734829163I vostri migliori vinili del 2021 3734829163I vostri migliori vinili del 2021 3734829163I vostri migliori vinili del 2021 3734829163
    Appena riesco indico i dischi acquistati nel 2021 che più mi sono piaciuti... spero la discussione diventi ricca e stimolante, per prendere spunto per nuovi acquisti vinilici ....


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    Messaggio Da Banano Sab Gen 08, 2022 4:28 pm

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    Messaggio Da smoke67 Mer Gen 26, 2022 9:03 am

    i due migliori che ho preso io sono:
    Donald Fagen the night fly prima release americana del 1982 in condizioni mint (mancava solo aprire il cellophane), incisione da paura!!!

    Steely Dan Gaucho (credo) prima release del 1980 in condizioni quasi mint (colpa della copertina con qualche segno, il disco è mint), anche questo incisione ottima, quasi al livello di the night fly.

    per trovarli in queste condizioni sono due anni che li cerco (e non vi dico il prezzo... yaw)
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    Messaggio Da lalosna Mer Gen 26, 2022 9:18 am

    Per me "LA" Tosca alla Scala Callas Di Stefano Gobbi De Sabata praticamente nuovo, perfetto

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    affianca quello comprato dagli avi appena uscito, ormai arrivato alla frutta
    e poi Serkin/ Ormandy Philadelphia - Concerto 1 di Mendelssohn Columbia


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