allora te segnala questo al mittico Michele nei bellissimi e mai troppo rimpianti anni 80 (ora tanto vituperati...) esistevano una molteplicità di miti esoterici, vale a dire di apparecchi considerati allo stato dell'arte, tra questi, in tema di amplificazione finale, i marchi hi-end per antonomasia erano i Mark Levinson e i Krell, che insieme a pochi altri (Audio Research, VTL, Conrad-Johnson, Spectral..) comparivano in vetta alle classifiche di tutte le riviste audio italiane ed estere e si contendevano il ruolo di apparecchio di riferimento, come esempio, basti ricordare alcune sigle leggendarie come N° 20.5 o 23 o KSA 50-100-250 etc. etc. In quegli anni, però, c'era anche un altro marchio non meno famoso di questi, Threshold, che rappresentava per il sottoscritto una specie di grande mistero perchè, pur considerato universalmente come un marchio appartenente di diritto al gotha dell'amplificazione a stato solido, era recensito pochissimo (io ricordo forse un paio di recensioni), non si vedeva da nessuna parte (mostre, negozi, case private) ed era quasi introvabile usato (cosa, a mio avviso, estremamente significativa) particolare non secondario, i Threshold monofonici costavano cifre altissime, in alcuni casi (SA12 e SA10) veramente inavvicinabili, tuttavia, la curiosità era forte e nasceva dall'aver avuto la fortuna di ascoltare nel mio impianto un T2, che ricordo ancora come un preampli a stato solido otimamente suonante, da dire che perfino la mitica etichetta discografica Telarc utilizzava i Threshold come ampli di riferimento in qui mitici anni
a questo punto, voi prevederete in maniera praticamente certa e inviolabile una bella sviolinata su Nelson Pass e sui suoi millanta brevetti, a partire dalla polarizzazione ottica del circuito Stasis, etc. etc invece no, la sviolinata ve la risparmiamo e preferiamo ripercorrere per sommi capi alcune esperienze personali fatte in quegli anni con tutti quei finali da "classe AAA, AA.." e chi più (A) ne ha, più ne metta... dunque, le cose stanno pressapoco così, ML23 emozionante ma poco raffinato, il 20.5 quasi magico e raffinatissimo ma costoso, i Krell erano brutali e mostruosi sul basso ma altrettanto mostruosi in senso inverso in tutto il resto a parte un paio di modelli che si difendevano tipo il 50, gli Spectral 80 erano validi ma i primi 180 erano uno sbaglio
, i VTL buoni per i centri d'assistenza
facevano fare affari d'oro ai riparatori
gli Audio Research il solito pesce d'aprile, i Conrad Johnson belli e dannati
gli YBA idiosincrasici e snob come tutti i francesi... insomma era questo che passava il convento in quegli anni d'oro
e non è un caso che io mi sia "rifugiato" in uno dei pochi prodotti seri e realmente musicali come il DR3VHC restava comunque in me, come dicevo, una curiosità enorme del marchio Threshold che non avevo mai potuto valutare di persona, in condizioni controllate, nel mio impianto, con i miei dischi, una curiosità che è durata fino alla classica botta di culo rappresentata da un "usato" in condizioni perfette, a meno della metà del prezzo originario! com'è andata? mi son tenuto il VHC
e smettete di dire che parlo sempre bene di tutto