Vinile: circa 1500 LP, ascoltati, lavati, catalogati, alcune centinaia in lista d'attesa, pochissime stampe"audiofile"
Lavadischi:Okki Nokki
Giradischi: Linn Sondek LP12 (Cirkus, Akurate Radikal/1,Keel)
Braccio: Linn Ekos SE
Testina: Linn Akiva (nuda);
Stadio Pre:Linn Linto (Stadio fono: 54 db, basso guadagno) + Audio Research SP 8 V (linea, 20 db basso guadagno)
Finale: Audio Research D115 Mk2
Casse: Spica TC 60 su stand GM Audio
Cavi: Linn Mogami T Kable(Sondek & Linto), Kimber Kable KCTG (Linto & AR SP 8), Linn Black ( AR SP 8 & AR D 115), Straight Wire Music Ribbon 32 (Ar 115 & Spica)
In panchina: Linn Akiva/Torlai con nuovo cantilever Ogura
In infermeria: VdH Black Beaty
Note: l'impianto è "risorto nel 2011, dalle "ceneri" di quello in parte venduto per mera necessità (acquisto di sassofoni e via a lavorare) nel 1997 e in parte riutilizzato per ricostruirlo. Per es, tutti i cavi, tranne il Linn Black, provengono dal vecchio. I cavi d'alimentazione sono tutti standard: d'altronde questo capitolo è stato introdotto quando ho smesso di fare l'ascoltatore per passare alla più faticosa d'attività di soffiatore. Al momento della ripartenza, avevo ancora il mio vecchio pre, Counterpoint 5.1, il quale nel vecchio impianto aveva sostituito l'AR SP 8 V. Il Counterpoint andava riparato e in un gioco di scambi sono tornato all' SP 8 V...
Filosofia: quando ho preso la decisione di smettere di soffiare e soprattutto di viaggiare di notte dopo prove o concerti, ho subito pensato a ricominciare a fare l'ascoltatore. Dopo un deludente girovagare per negozi con alcuni CD - l'ipotesi era far fruttare i circa 700 CD accumulati nel quindicennio da orchestrale senza l'Hi Fi - ho capito che sostituire il giradischi col CD Player o lo Streamer rippando (si dice così?) i CD non mi avrebbe portato... agli antichi splendori (leggi: antica goduria). Mi ero quasi rassegnato all' ascolto Low Fi tipico del 95% dei musicisti quando mi imbattei in un annuncio di vendita: "LP Jazz made in USA, stampe rare astenersi senza soldi e sognatori". Era fatta, si tornava al vinile. A quel punto, avendo speso una mezza fortuna per diverse centinaia di dischi, l'impianto non doveva riservare sorprese: doveva avvicinarsi il più possibile a quelli con cui avevo scoperto il piacere dell'ascolto: giradischi serio, valvolari e casse da scegliere tra un ristretto novero di componenti che dovevano essere già stati ascoltati o posseduti o apprezzati dal sottoscritto o da persone che avevano a quell'epoca impianti bensonanti per le mie orecchie.
Risultato: sono soddisfatto, si può dire? L'impianto ovviamente ha i suoi limiti - limiti che sono diminuiti negli ultimi anni con gli up-grade del Sondek - ma con il pre phono acceso diverse ore prima e i valvolari con almeno 45 min. di riscaldamento riempie tutta la stanza di musica, è adatto a lunghe sedute d'ascolto e mi permette di apprezzare tutta la mia discoteca. La stanza è piccola, circa 12mq ma è dedicata all'impianto come prima era dedicata allo studio. Ascolto almeno un'ora al giorno, preferibilmente di sera a livelli di pressione acustica sostenuti, compatibilmente con la qualità delle stampe. Con una I release di un grande master di musica Jazz, come per es.,"the Ornette Coleman at the golden circle, vol. one", c'è l'illusione d'essere in un Jazz Club, magari non nelle prime due file di tavoli (e per fortuna, mi viene da dire, siete mai stati in un club a 2 metri dalla batteria col batterista che picchia?), diciamo qualche metro più indietro, dove l'impatto è meno fisico ma rinvia comunque all'evento reale (e in questa registrazione Charles Moffett, il batterista "copre" completamente il contrabbassista, cosa che sul palco succede spesso ancor oggi).
Scusate, mi sono dilungato. Spero che il senso di piacere per il risultato raggiunto non venga letto come una "lectio": non è minimamente la mia intenzione: mi sono iscritto a questo forum perché ne apprezzo il registro garbato e al contempo leggero con cui ci si rapporta a un mondo, l'audiofilia, dove a volte qualcuno eccede in affermazioni apodittiche.
Alla fine quel che conta è il piacere di ascoltare la propria musica preferita nel (relativo) miglior modo possibile.
Lavadischi:Okki Nokki
Giradischi: Linn Sondek LP12 (Cirkus, Akurate Radikal/1,Keel)
Braccio: Linn Ekos SE
Testina: Linn Akiva (nuda);
Stadio Pre:Linn Linto (Stadio fono: 54 db, basso guadagno) + Audio Research SP 8 V (linea, 20 db basso guadagno)
Finale: Audio Research D115 Mk2
Casse: Spica TC 60 su stand GM Audio
Cavi: Linn Mogami T Kable(Sondek & Linto), Kimber Kable KCTG (Linto & AR SP 8), Linn Black ( AR SP 8 & AR D 115), Straight Wire Music Ribbon 32 (Ar 115 & Spica)
In panchina: Linn Akiva/Torlai con nuovo cantilever Ogura
In infermeria: VdH Black Beaty
Note: l'impianto è "risorto nel 2011, dalle "ceneri" di quello in parte venduto per mera necessità (acquisto di sassofoni e via a lavorare) nel 1997 e in parte riutilizzato per ricostruirlo. Per es, tutti i cavi, tranne il Linn Black, provengono dal vecchio. I cavi d'alimentazione sono tutti standard: d'altronde questo capitolo è stato introdotto quando ho smesso di fare l'ascoltatore per passare alla più faticosa d'attività di soffiatore. Al momento della ripartenza, avevo ancora il mio vecchio pre, Counterpoint 5.1, il quale nel vecchio impianto aveva sostituito l'AR SP 8 V. Il Counterpoint andava riparato e in un gioco di scambi sono tornato all' SP 8 V...
Filosofia: quando ho preso la decisione di smettere di soffiare e soprattutto di viaggiare di notte dopo prove o concerti, ho subito pensato a ricominciare a fare l'ascoltatore. Dopo un deludente girovagare per negozi con alcuni CD - l'ipotesi era far fruttare i circa 700 CD accumulati nel quindicennio da orchestrale senza l'Hi Fi - ho capito che sostituire il giradischi col CD Player o lo Streamer rippando (si dice così?) i CD non mi avrebbe portato... agli antichi splendori (leggi: antica goduria). Mi ero quasi rassegnato all' ascolto Low Fi tipico del 95% dei musicisti quando mi imbattei in un annuncio di vendita: "LP Jazz made in USA, stampe rare astenersi senza soldi e sognatori". Era fatta, si tornava al vinile. A quel punto, avendo speso una mezza fortuna per diverse centinaia di dischi, l'impianto non doveva riservare sorprese: doveva avvicinarsi il più possibile a quelli con cui avevo scoperto il piacere dell'ascolto: giradischi serio, valvolari e casse da scegliere tra un ristretto novero di componenti che dovevano essere già stati ascoltati o posseduti o apprezzati dal sottoscritto o da persone che avevano a quell'epoca impianti bensonanti per le mie orecchie.
Risultato: sono soddisfatto, si può dire? L'impianto ovviamente ha i suoi limiti - limiti che sono diminuiti negli ultimi anni con gli up-grade del Sondek - ma con il pre phono acceso diverse ore prima e i valvolari con almeno 45 min. di riscaldamento riempie tutta la stanza di musica, è adatto a lunghe sedute d'ascolto e mi permette di apprezzare tutta la mia discoteca. La stanza è piccola, circa 12mq ma è dedicata all'impianto come prima era dedicata allo studio. Ascolto almeno un'ora al giorno, preferibilmente di sera a livelli di pressione acustica sostenuti, compatibilmente con la qualità delle stampe. Con una I release di un grande master di musica Jazz, come per es.,"the Ornette Coleman at the golden circle, vol. one", c'è l'illusione d'essere in un Jazz Club, magari non nelle prime due file di tavoli (e per fortuna, mi viene da dire, siete mai stati in un club a 2 metri dalla batteria col batterista che picchia?), diciamo qualche metro più indietro, dove l'impatto è meno fisico ma rinvia comunque all'evento reale (e in questa registrazione Charles Moffett, il batterista "copre" completamente il contrabbassista, cosa che sul palco succede spesso ancor oggi).
Scusate, mi sono dilungato. Spero che il senso di piacere per il risultato raggiunto non venga letto come una "lectio": non è minimamente la mia intenzione: mi sono iscritto a questo forum perché ne apprezzo il registro garbato e al contempo leggero con cui ci si rapporta a un mondo, l'audiofilia, dove a volte qualcuno eccede in affermazioni apodittiche.
Alla fine quel che conta è il piacere di ascoltare la propria musica preferita nel (relativo) miglior modo possibile.