Simone è cieco dalla nascita, vive in una mansarda e nel tempo libero ascolta musica. E’ fissato con “Almost blue” nella versione di Chet Baker, il suo vecchio LP è ormai consumato. Una sera la sua ragazza lo porta in un locale dove si suona anche jazz, ecco le sue sensazioni…
“Improvvisamente la sento.
Non me l’aspettavo ma la sento, annunciata da un raschiare sottile che vibra viola nell’aria in un momento strano di silenzio.
Almost blue.
E’ il sax che la inizia. Un assolo che arriva dal nulla, quando ormai mi ero dimenticato che ci fosse, lento e discreto come un sussurro. Subito dopo ecco la tromba, lenta anche lei e discreta, soffiata dentro il sax che ci si avvolge attorno come la carta di un regalo, un regalo blu, denso e rotondo come una palla di gomma da tenere in mano.
Almost blue, there’s a girl here and she’s almost you… quasi triste, c’è una ragazza qui che quasi sei tu…
Almost blue, almost flirting with this disaster… quasi triste , quasi giocando con questo disastro…
Almost blue, there’s a part of me that’s only true… quasi triste, c’è una parte di me che è soltanto vera…
Non l’avevo mai sentita dal vivo. Non l’avevo mai sentita suonata da musicisti veri, senza il velo frizzante delle casse e lo scricchiolio della puntina. Non l’avevo mai sentita così diversa, con le note che cambiano, bellissime e piene, una dietro l’altra ma senza sapere già come sarà quella che viene dopo . Non l’avevo mai sentita vibrarmi sulla pelle e dentro, così forte e così calda che non posso fare a meno di stringere le labbra fino a farmele tremare, mentre piego la faccia su una spalla per nascondere le lacrime che mi scendono lungo le guance.”
Da “Almost blue” di Carlo Lucarelli
“Improvvisamente la sento.
Non me l’aspettavo ma la sento, annunciata da un raschiare sottile che vibra viola nell’aria in un momento strano di silenzio.
Almost blue.
E’ il sax che la inizia. Un assolo che arriva dal nulla, quando ormai mi ero dimenticato che ci fosse, lento e discreto come un sussurro. Subito dopo ecco la tromba, lenta anche lei e discreta, soffiata dentro il sax che ci si avvolge attorno come la carta di un regalo, un regalo blu, denso e rotondo come una palla di gomma da tenere in mano.
Almost blue, there’s a girl here and she’s almost you… quasi triste, c’è una ragazza qui che quasi sei tu…
Almost blue, almost flirting with this disaster… quasi triste , quasi giocando con questo disastro…
Almost blue, there’s a part of me that’s only true… quasi triste, c’è una parte di me che è soltanto vera…
Non l’avevo mai sentita dal vivo. Non l’avevo mai sentita suonata da musicisti veri, senza il velo frizzante delle casse e lo scricchiolio della puntina. Non l’avevo mai sentita così diversa, con le note che cambiano, bellissime e piene, una dietro l’altra ma senza sapere già come sarà quella che viene dopo . Non l’avevo mai sentita vibrarmi sulla pelle e dentro, così forte e così calda che non posso fare a meno di stringere le labbra fino a farmele tremare, mentre piego la faccia su una spalla per nascondere le lacrime che mi scendono lungo le guance.”
Da “Almost blue” di Carlo Lucarelli