Una immagine classica per comprendere l'uso dell'amplificatore è quello della valvola, intesa in senso idraulico (la valvola elettronica, anche detta - più propriamente - tubo a vuoto, prende il nome proprio dalla valvola idraulica).
Tramite la valvola idraulica, è possibile controllare grandi pressioni d'acqua con un minimo dispendio di energia.
Analogamente, un tubo a vuoto controlla l'entità del flusso di segnale.
Non è semplice dare una spiegazione del funzionamento dei tubi a vuoto senza prima fornire una infarinatura di elettronica.
Possiamo però dire con una certa semplicità che, in presenza di una corrente continua, nel tubo a vuoto si presenta una differenza di potenziale tra il catodo e l'anodo (quest'ultimo detto placca nel tubo a vuoto).
Fra i due elementi, catodo e placca, si trova una rete a griglia di materiale metallico, la quale svolge una funzione analoga a quella della valvola idraulica, regolando il flusso di elettroni che si spostano dalla placca al catodo.
Lo schema che vediamo è quello di un particolare tubo a vuoto, il triodo.
Quando il livello del segnale sulla griglia subisce variazioni anche minime, corrispondentemente ci sono variazioni analoghe ma molto maggiori tra il catodo e la placca.
Questo si traduce, come si vede nello schema esemplificativo, in una amplificazione del segnale.
La maggior parte degli amplificatori attualmente sul mercato non utilizzano più i tubi a vuoto, eccezion fatta per apparecchiature particolarmente costose.
Sono invece molto diffuse le apparecchiature a transistor.
Il transistor (trans-resistor, ossia resistenza variabile) si basa su un principio elettrico del tutto differente, ma nella sostanza simile, nel senso che l'azione svolta dal transistor è identicamente assimilabile a quella della valvola che abbiamo visto all'inizio.
Con una tensione di controllo alla base del transistor, è possibile creare una variazione nella resistenza tra collettore ed emettitore, proporzionale alla tensione di controllo ma molto maggiore. Questo si traduce in una amplificazione all'uscita del dispositivo.
Lo schema di base di un amplificatore a transistor non è molto dissimile da quello di un amplificatore "a valvola" (ossia a tubi a vuoto).
Nella pratica il transistor non opera in modo lineare, il che costringe ad operare una correzione mediante un segnale di bias applicato alla base del transistor: questo segnale costringe il transistor ad operare in una zona di linearità.
Tramite la valvola idraulica, è possibile controllare grandi pressioni d'acqua con un minimo dispendio di energia.
Analogamente, un tubo a vuoto controlla l'entità del flusso di segnale.
Non è semplice dare una spiegazione del funzionamento dei tubi a vuoto senza prima fornire una infarinatura di elettronica.
Possiamo però dire con una certa semplicità che, in presenza di una corrente continua, nel tubo a vuoto si presenta una differenza di potenziale tra il catodo e l'anodo (quest'ultimo detto placca nel tubo a vuoto).
Fra i due elementi, catodo e placca, si trova una rete a griglia di materiale metallico, la quale svolge una funzione analoga a quella della valvola idraulica, regolando il flusso di elettroni che si spostano dalla placca al catodo.
Lo schema che vediamo è quello di un particolare tubo a vuoto, il triodo.
Quando il livello del segnale sulla griglia subisce variazioni anche minime, corrispondentemente ci sono variazioni analoghe ma molto maggiori tra il catodo e la placca.
Questo si traduce, come si vede nello schema esemplificativo, in una amplificazione del segnale.
La maggior parte degli amplificatori attualmente sul mercato non utilizzano più i tubi a vuoto, eccezion fatta per apparecchiature particolarmente costose.
Sono invece molto diffuse le apparecchiature a transistor.
Il transistor (trans-resistor, ossia resistenza variabile) si basa su un principio elettrico del tutto differente, ma nella sostanza simile, nel senso che l'azione svolta dal transistor è identicamente assimilabile a quella della valvola che abbiamo visto all'inizio.
Con una tensione di controllo alla base del transistor, è possibile creare una variazione nella resistenza tra collettore ed emettitore, proporzionale alla tensione di controllo ma molto maggiore. Questo si traduce in una amplificazione all'uscita del dispositivo.
Lo schema di base di un amplificatore a transistor non è molto dissimile da quello di un amplificatore "a valvola" (ossia a tubi a vuoto).
Nella pratica il transistor non opera in modo lineare, il che costringe ad operare una correzione mediante un segnale di bias applicato alla base del transistor: questo segnale costringe il transistor ad operare in una zona di linearità.