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Stefano Bollani e Panorama
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    Stefano Bollani e Panorama

    bobgitto
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    Messaggio Da bobgitto Ven Feb 13 2009, 08:24

    "Venghino Siori".
    Solo per oggi allegato a Panorama il cd Carioca di Stefano Bollani.

    Il prezzo del cd in negozio è di 12.90 euro, alla Fnac l'ho pagato a suo tempo 9,90, così valutate l'affare.
    E' un cd scanzonato, che riprende musica latina, dove il bravo Stefano riesce a dimostrare la sua bravura senza sbatterla in faccia all'ascoltatore, ma lasciandola nascosta nei suoi giochi di note. Due brani su tutti mi hanno colpito: Il Tico Tico dove la musica viene ubriacata con continui cambi di tonalità e il brano n. 15 (mi pare) Apanhei-te Cavaquigno dove un motivetto da fischiettare sotto la doccia viene stirato in lungo e largo nei cambi di ritmo, tirando fuori tutto il possibile dalle poche note che lo compongono con un finale in velocità impressionante senza sbagliare di una frazione di secondo alcuna nota.
    Vale tutto il prezzo modesto e inoltre gli ospiti sono di tutto riguardo.

    Ho detto, augh. Stefano Bollani e Panorama 650957


    Questa è la recensione di Alberto Riva ('mmazza quanto ha scritto!)

    Il tempo passa e il mappamondo musicale di Stefano Bollani si arricchisce di nuove terre. Carioca è un lungo viaggio: inizia da lontano e arriva nel cuore di Rio de Janeiro. Dentro il suo zaino immaginario Bollani trasportava passioni antiche. Rovistando a caso: la voce di João Gilberto con il sax di Stan Getz, l’emozione pura di Elis Regina, il pianoforte meditativo e le melodie di Antonio Carlos Jobim. A Jobim, anzi, Bollani aveva già dedicato un intero disco in trio, Falando de Amor. Questa volta però l’obiettivo era andare oltre la Bossa Nova, capire perché il suo sapore era così buono, scoprirne gli ingredienti, le origini, i segreti. Insomma si trattava di andare indietro, verso il Samba e lo Choro, due parole – soprattutto la prima – se non completamente oscure da questa parte dell’oceano, quantomeno fraintese: eppure fondamentali. Il samba e lo choro sono la colonna sonora di Rio de Janeiro: carioca è chi è nato a Rio, come il fiume omonimo, oggi quasi scomparso, che dalla foresta tropicale sfocia nella Baia di Guanabara di fronte alla città. Secondo alcuni lo choro – musica strumentale nata a metà ottocento dall’incontro dei ritmi portati dagli schiavi africani e le polke e i valzer europei già insediatisi a Rio – è il papà del samba: o semmai uno zio molto prossimo. Lo choro lo suonava la gente comune dopo il lavoro: soldati, barbieri, bottegai nelle feste domenicali, nei cortili e sulle verande, e poi nei saloni da ballo. Era una musica per virtuosi, eppure piena di colori, lirismo, fantasia, humor: da subito mi è sembrato il terreno ideale per Bollani. A partire da quel momento l’idea ha cominciato a prendere forma. Il pensiero è andato allora a Zé Nogueira, prestigioso musicista, sassofonista raffinato, perfetto carioca, complice fin da subito di una visione in cui il pianoforte di Bollani diventa la voce per cantare queste canzoni.Lo choro l’abbiamo sempre ascoltato, ma senza saperlo. Per esempio è uno choro quella famosa canzone di Jobim, ‘Falando de amor’, così come ‘La ragazza di Ipanema’ è nient’altro che un samba. Bollani Carioca solleva il sipario su questo spettacolo, e lo fa scegliendo alcuni personaggi straordinari. Il flautista Pixinguinha (1897-1973) è uno dei maestri del genere, di cui Bollani interpreta il fugace ‘Segura ele’; è uno choro la melodia conosciuta in tutto il mondo con il titolo di ‘Tico Tico no Fubà’, firmata dal Zequinha de Abreu (1880-1935). E così pure ‘Doce de Coco’, scritto da un altro leggendario personaggio, Jacob do Bandolim (1918-1969). Nello choro rientra il mondo del valzer, o valsa, come si dice a Rio, ritmo a cui sono affidati i brani più sentimentali, dichiarazioni d’amore e lamenti di saudade: ecco ‘Caprichos do destino’ di Pedro Caetano (1911-1992), commerciante di scarpe e compositore prolifico. Avvertenza, inutile cercare un confine preciso, una linea netta che separi lo choro dal samba, perché non esiste. Esempio è la ‘Valsa brasileira’ di Edu Lobo (1943), con la quale incontriamo un compositore di tutt’altra generazione: insieme al suo coetaneo Chico Buarque (1944), Edu Lobo fa parte dei cosiddetti ‘post-bossanovisti’ e tuttavia, come i loro ‘fratelli maggiori’ della Bossa Nova (esclusi volutamente dal disco), Buarque e Lobo arrivano essenzialmente dal samba. E di Chico Buarque Bollani ha scelto un samba dichiarato, il dolcissimo ‘Samba e amor’. Nel samba detto ‘di radici’ il pianista pesca alcune perle rare: Nelson Cavaquinho (1911-1986), del quale oltre ‘Folhas secas’ (duettata insieme a una delle più belle voci brasiliane, Monica Salmaso) Bollani interpreta ‘Luz Negra’; e poi ‘Ao romper da aurora’ e ‘Choro sim’ di Ismael Silva (1905-1978) e infine uno dei samba emblematici del carnevale di Rio, ‘A voz do morro’ di quel superbo compositore di strada, poeta e bohémien che era Zé Kéti (1921-1999). Suggerito da Zé Renato, l’altra splendida voce invitata nel disco, è invece ‘A hora da razão’, scritto da Batatinha (1924-1997), sambista che da Rio ci porta a Salvador de Bahia. Bollani Carioca è uscito la prima volta nelle edicole per una sola settimana e si è quasi volatilizzato che sia piaciuto così tanto è probabilmente dovuto al calore, la spontaneità, l’allegria e la generosità con cui Bollani è stato accolto dai suoi compagni di avventura. Insieme a Zé hanno fatto la loro comparsa gli altri, Marco Pereira, superbo chitarrista che definisce il suo stile ‘una miscela equilibrata della naturale base di musica brasiliana con la sonorità del classico e il fraseggio del jazz’; il sorridente batterista Jurim Moreira (‘È un piacere suonare con una tale macchina del ritmo, potente e rilassata’ diceva Bollani in sala di incisione); il contrabbassista Jorge Helder (accompagnatore proprio di Chico Buarque, Caetano Veloso e tanti altri) e Armando Marçal, detto ‘Marçalzinho’ perché erede di una celebre famiglia di percussionisti radicata nel cuore antico di Rio de Janeiro. Stefano però non era arrivato a Rio da solo, ma con due grandi jazzisti italiani, Mirko Guerrini e Nico Gori (già del suo gruppo I visionari) i quali hanno partecipato con idee, sassofoni e clarinetti in diversi momenti del disco, soprattutto nell’unico pezzo bollaniano ‘Il domatore di pulci’ (definito da Zé Nogueira uno ‘choro dantesco’: a voi l’ascolto!). Nell’inverno del 2008 dall’incontro carioca è nata una piccola tournée italiana. Il disco che avete tra le mani contiene tre momenti speciali di quei concerti. Il duo con Marco Pereira sul classico samba ‘Na baixa do sapateiro’ di Ary Barroso (1903-1964), e due bis solitari del pianista: ‘Apanhei-te cavaquinho’, uno choro dal sapore tanghistico di Ernesto Nazareth (1863-1934) e ‘Trem das onze’, samba del paulista Adoniran Barbosa (1910-1982), a suo tempo portato al successo anche in Italia da Riccardo Del Turco con il titolo di ‘Figlio unico’ (e da anni presente nello ‘zaino’ di Bollani...). Ah, nota a margine: esattamente come i sambisti scelti per il suo viaggio Carioca (e come tanti jazzisti prima di lui, da Fats Waller a Louis Armstrong), Stefano Bollani inventa, arrangia all’istante, suona meravigliosamente e talvolta canta, e sempre divertendosi un mondo.

    Alberto Riva
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    Messaggio Da Banano Ven Feb 13 2009, 16:25

    Strepitoso Stefano!
    Un Grande, piccolo uomo...
    Purtroppo l'album m'è stato sequestrato dalla mia donna Stefano Bollani e Panorama 625723
    ma per quello che ho ascoltato è veramente caldo, il ritmo ti entra nel sangue senza nemmeno che te ne accorgi...

    Ottima la simbiosi tra il Jazz nostrano del pianista e la musicalità brasiliana...una simbiosi proprio ben riuscita!

    Bella l'idea di riproporre delle canzoni del panorama brasiliano "un pò meno" conosciute....

    L'ho potuto ascoltare a teatro proprio in occasione di questo tour, era bellissimo come "dialogava" musicalmente con i componenti brasialini...c'era un feeling estremo, ottime le sonorità e la ricerca di strumenti diversi dalla nostra cultura.
    E' fantastico come riesca ad avere una padronanza così forte dello strumento, un feeling estremo con la band e comunicare con il pubblico, rendendolo partecipe e coinvolgendolo a pieno all'interno della propria musica...
    cheers

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