Penso che Jean Hiraga quando, qualche tempo addietro, è stato da questo appassionato ed ha potuto “assaggiare” la qualità del suo impianto e ne è rimasto (da quanto leggo) entusiasta avrebbe dovuto attendere ancora qualche mese a fargli visita. Infatti se tornasse oggi, si che lo gusterebbe molto, molto di più.
Il sistema che vado a descrivere ho potuto ascoltarlo nel tempo diverse volte in quanto il proprietario lo ha concepito, realizzato e affinato in tanti anni. Per questa ragione, pur se non abita vicino a me (250 Km ci separano), ho avuto modo di ascoltarlo più volte.
Lo definisco Bellissima Follia perché effettivamente è un’ opera Folle (un sistema stereo completamente e veramente caricato a tromba a 6 vie tutte attivamente amplificate e che pesa 3700 kgs… Come lo definireste voi?) ma ancor prima è Bellissima in quanto, io immagino che l’ amico che l’ ha concepita, abbia trascorso diversi anni a divertirsi, incavolarsi, farsi prendere da dubbi e gioie, riceverne soddisfazioni e maturarci convinzioni; ma alla fine il risultato lo ha ripagato anzi più che ripagato, per molti versi ha completato il suo percorso donandogli questa esperienza.
Il proprietario è sempre stato un appassionato di musica (suona il pianoforte per diletto) di audio in generale e dell’ alta efficienza e trombe in particolare. Lui sempre trovava che i sistemi commerciali pur avendo alcune caratteristiche a suo avviso imprescindibili non riuscivano a soddisfarlo completamente per dei
problemi timbrici, dinamici e tonali che generalmente sono tipici di questa tipologia di prodotti (commerciali). Per cui ad un certo punto ha quasi fatto una scommessa con sé stesso e si è auto-lanciato una sfida. Realizzare un sistema interamente a tromba che ne mantenesse i pregi senza portarsi dietro i difetti quali nasalità, gigantismo, estensioni tonali ridotte, dinamica a due o più velocità, squilibri e senso di riprodotto.
Si è quindi rivolto ad un personaggio (Bé Yamamura) e ad una ditta (ALE) disposti a confezionare per lui un sistema completamente progettato che “tagliato” su misura anche dal punto di vista dei singoli componenti che sarebbero stati costruiti espressamente per lui (come infatti è successo) dietro richiesta sua tramite Bé Yamamura (che in passato aveva già collaborato a lungo con ALE ed ha progettato e realizzato le altre parti di questo impianto “calibrandolo” insieme al mio amico.
La prima idea alla base dell’ impianto è stata quella di paralizzare al massimo il lavoro dei singoli componenti facendoli lavorare in gamme di frequenza molto ristrette.
In tal senso il sistema venne concepito a 6 vie (oggi penserebbe addirittura di aggiungere una settima via) tutte attivamente filtrate.
Avendo fatto esperienza per tanti anni con la multiamplificazione, quando me ne parlò (personalmente già trovo che quadriamplificare sia un rompicapo non da ridere) gli espressi i miei dubbi e lui mi rispose che era consapevole delle difficoltà che avrebbe incontrato ma che ormai il guanto della sfida era stato gettato…
La stanza che ospita questo sistema è di forma perfettamente regolare dalle misure di circa 10 metri per 6 ed arredata con gusto ed una quantità di materiale
riflettente ed assorbente ben mescolati. Le casse (anche se pensandoci non esiste un vero termine per definire questi oggetti) sono disposte sul lato corto dell’ ambiente. A questo (posizionato al primo piano) si accede tramite una scala ed appena al piano si gode tutta la vista di questa opera.
Il sistema, come dicevo, è composto da 6 vie tutta formata di driver a compressione + tromba.
I profili delle trombe sono simili a quelli di ALE ma modificati nella parte finale (i bordi sono stati arrotondati) ed anche negli sviluppi di alcune di queste trombe.
Il materiale usato, per alcune di esse è una fusione di bronzo e moltissimi anelli di raccordo driver/tromba sono appena stati sostituiti con gli equivalenti in bronzo.
Lo schema dell’ impianto è così sintetizzabile: unica fonte un PC/musica liquida (l’ amico, possiede anche diversi giradischi ma sono oramai tutti scollegati e giacciono dell’ ambiente) con crossover interno che lavora sul segnale digitale e lo divide in 6 vie stereo (può filtrare fino a 8 vie stereo) potendo intervenire su diversi parametri. 6 DAC stereo (uno per via) che inviano il segnale analogico a 12 finali mono che lavoro in corrente. Ogni finale mono collegato ad un driver (da quello del subwoofer e woofer da 200!! KGS cadauno a quello “piccolo” del tweeter che, come tutti gli altri, pesa solo 100 KGS…) DEP Super (Custom) ALE. Il collegamento (sia BT che alimentazione e potenza) è ottenuto tramite cavi in platino collegati a ciabatte filtrate in carbon block di Bé Yamamura….
Come dicevo prima, questo sistema è appena terminato (anche se non è escluso che qualche ulteriore novità possa ancora arrivare in futuro) ed il proprietario
accoglie me ed un altro forumer con la consueta gentilezza.
I primi brani vengono ascoltati a volume molto tranquillo e se ne apprezzano subito le doti e la capacità di restare denso ed al contempo “facile” anche a questi volumi.
Il suono è molto coerente e non da assolutamente l’ idea di uscire da un insieme a 6 vie. man mano che il tempo passa i brani si alternano ed il volume si adegua ad essi.
Pur trattandosi di componenti all’ efficienza spaventosamente alta non vola una mosca ed il silenzio è terrificante, nero totale. Inutile dire che con alcuni brani la dinamica è davvero qualche cosa di magnifico. Presente, immensa ma naturale, senza scalini in qualsiasi frazione di gamma. Finalmente sento dei pianissimi alternati a dei fortissimi che ne portano l’ immanenza ed il corpo. La dimensione degli strumenti è davvero molto molto corretta e così anche la loro disposizione nello spazio nelle 3 dimensioni.
Ad un certo punto mi sembra di sentirmi dire: “It’ s a Miracle!” ma non lo sto dicendo io è R. Waters lì di fronte a me che lo canta con un’ armonia ed energia di assoluto un realismo .
L’ unica personalissima osservazione, di cui ho parlato più tardi in auto con il mio amico mentre si andava a pranzo insieme (una Porsche 356 del 1959 in perfetto stato di conservazione), è una certa “morbidezza” della gamma estrema alta. Mi sarebbe piaciuto e (sulla base di quanto mi spiega l’ amico) probabilmente a torto (perché il risultato sarebbe stato meno coeso e meno armonico) regolare un paio di dB in più sulle gamme alte per dare un pelo più di “aria” al sistema. ma l’a mio, profondo conoscitore degli altoparlanti ALE mi
raccontava che questo problema lo aveva individuato anche lui e avrebbe desiderato anche lui agire in quella direzione, ma che ALE non produce (e data l’ età di Endo non produrrà) membrane adatte. Perciò, vista anche la piccolezza della cosa, il nostro appassionato ha preferito ottimizzare altri parametri.
Comunque al di la di queste inezie, il risultato è davvero eccellente. Un sistema multivia a tromba così credo sia davvero unico al mondo sia per il costo (che si aggira attorno al 1.5 M di euro… si avete letto bene) che per il tempo necessario a comporlo che per il risultato finale.
Sono felice di poter avere ascoltato una tale meraviglia e di avere potuto vivere “a tappe” questa lunghissima gestazione, formazione, maturazione che è passata attraverso tutte queste ed altre fasi per arrivare allo scopo voluto. Sono convinto comunque che il plus di questo grandioso impianto sta quasi tutto nel suo proprietario.
PS: non si vede dalle immagini ma le trombe dedicate alle frequenze più basse (quelle da Subwoofer) sono anche loro caricate con driver da 200 KGS cada e sono poste dietro al sistema "frontale"
Ultima modifica di pepe57 il Lun Mar 21 2016, 12:42 - modificato 1 volta.