‘ cosa ho fatto per meritarmi tanto amore? ’
E' qui la chiave di tutto il film.
Un film che parla di amore,più che di omosessualità.
Più che di invertiti.
Più che di transgender.
Più che di sesso.
Un film dove la donna danese non è il protagonista divenuto poi donna,ma la moglie del protagonista,al quale resta legata fino alla fine.
E dai tempi di ‘Film blu’ di Kieslowsky che non vedevo un film così drammatico.
Era dai tempi de 'Il paziente inglese' che non vedevo un film d’amore così bello.
Un puro esercizio di stile.
Un capolavoro di forma e sensualità.
Struggente e dilaniante.
Le immagini,la sceneggiatura,la storia,sapientemente cesellate dal regista,ci portano in un’atmosfera onirica ormai così rara nel cinema dei giorni nostri.
Se fosse un brano musicale,sarebbe ‘Nightporter’ dei Japan.
Stupenda la fotografia.
Indimenticabile la colonna sonora.
Meravigliosi gli abiti, specialmente quelli di Wegener.
Non ci sono effetti speciali in the Danish Girl.
C’è solo tanta,tanta emozione.
Tanto amore,e tanta poesia.
E sguardi in cui perdersi.
Potrebbe essere rappresentata in teatro questa storia,così magistralmente interpretata dai protagonisti.
Eddie Redmayne è bellissimo.
Così androgino,così sfuggente,così etereo con quelle lentiggini immortalate dallo schermo in alta definizione, che ti viene voglia di conoscerlo di persona.
Alicia Vikander invece non è bellissima.
Ma la sua recitazione in questo film mi ha colpito al cuore con un pugnale kriss dal quale la ferita difficilmente si rimargina.
E quando piange sembra che pianga davvero.
Sono lacrime di rugiada.
Sono lacrime d’amore.
E quando ride sembra davvero che sia innamorata.
Abilissima nelle parti psicodrammatriche.
Solo oggi ho scoperto che effettivamente aveva vinto l’oscar per questo film.
Non è mia abitudine leggere recensioni prima dei film che scelgo di vedere.
Mi baso sul regista,a volte sul titolo,e su qualche attore con cui ho dei debiti di riconoscenza.
E solo adesso leggo che il regista, Tom Hopper, è un premio oscar,e che Eddie Redmayne l’oscar l’ha gia vinto con ‘La teoria del tutto’ e che aveva ricevuto anche una nomination per l’oscar con the Danish girl.
E la sua recitazione,così magica e sofferta,così capace di calarsi nella parte e nel personaggio,da brividi,vale da sola davvero il prezzo del biglietto,e in confronto il famoso combattimento con l’orso che impegna Di Caprio in the revenant sembra un vero e proprio fenomeno da baraccone.
È un film drammatico the Danish Girl.
Di quelli che durano poco nelle sale,perché non fanno cassetta.
Siete ancora in tempo.
E' qui la chiave di tutto il film.
Un film che parla di amore,più che di omosessualità.
Più che di invertiti.
Più che di transgender.
Più che di sesso.
Un film dove la donna danese non è il protagonista divenuto poi donna,ma la moglie del protagonista,al quale resta legata fino alla fine.
E dai tempi di ‘Film blu’ di Kieslowsky che non vedevo un film così drammatico.
Era dai tempi de 'Il paziente inglese' che non vedevo un film d’amore così bello.
Un puro esercizio di stile.
Un capolavoro di forma e sensualità.
Struggente e dilaniante.
Le immagini,la sceneggiatura,la storia,sapientemente cesellate dal regista,ci portano in un’atmosfera onirica ormai così rara nel cinema dei giorni nostri.
Se fosse un brano musicale,sarebbe ‘Nightporter’ dei Japan.
Stupenda la fotografia.
Indimenticabile la colonna sonora.
Meravigliosi gli abiti, specialmente quelli di Wegener.
Non ci sono effetti speciali in the Danish Girl.
C’è solo tanta,tanta emozione.
Tanto amore,e tanta poesia.
E sguardi in cui perdersi.
Potrebbe essere rappresentata in teatro questa storia,così magistralmente interpretata dai protagonisti.
Eddie Redmayne è bellissimo.
Così androgino,così sfuggente,così etereo con quelle lentiggini immortalate dallo schermo in alta definizione, che ti viene voglia di conoscerlo di persona.
Alicia Vikander invece non è bellissima.
Ma la sua recitazione in questo film mi ha colpito al cuore con un pugnale kriss dal quale la ferita difficilmente si rimargina.
E quando piange sembra che pianga davvero.
Sono lacrime di rugiada.
Sono lacrime d’amore.
E quando ride sembra davvero che sia innamorata.
Abilissima nelle parti psicodrammatriche.
Solo oggi ho scoperto che effettivamente aveva vinto l’oscar per questo film.
Non è mia abitudine leggere recensioni prima dei film che scelgo di vedere.
Mi baso sul regista,a volte sul titolo,e su qualche attore con cui ho dei debiti di riconoscenza.
E solo adesso leggo che il regista, Tom Hopper, è un premio oscar,e che Eddie Redmayne l’oscar l’ha gia vinto con ‘La teoria del tutto’ e che aveva ricevuto anche una nomination per l’oscar con the Danish girl.
E la sua recitazione,così magica e sofferta,così capace di calarsi nella parte e nel personaggio,da brividi,vale da sola davvero il prezzo del biglietto,e in confronto il famoso combattimento con l’orso che impegna Di Caprio in the revenant sembra un vero e proprio fenomeno da baraccone.
È un film drammatico the Danish Girl.
Di quelli che durano poco nelle sale,perché non fanno cassetta.
Siete ancora in tempo.